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La tigre e la neve

Frasi del film

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Frasi di La tigre e la neve

Riassunto e trama del film La tigre e la neve

[da Wikipedia]

La storia si svolge nel 2003 e ha inizio a Roma. Attilio De Giovanni (Roberto Benigni) è un poeta e docente di letteratura italiana che ama molto la poesia e cerca di comunicarlo sia ai suoi alunni che alle sue figlie, specialmente dopo il premio per il suo libro "La tigre e la neve". Da anni Attilio, divorziato, tutte le notti sogna di sposarsi con la bella Vittoria (Nicoletta Braschi) ; nel suo sogno è sempre sera e il luogo del loro matrimonio è un edificio antico nelle rovine di Roma, simile al paradiso, dove si trovano anche le anime dei defunti Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, Jorge Luis Borges e Marguerite Yourcenar, oltre al cantautore Tom Waits che, vivo come loro due invece, canta al pianoforte una struggente "You Can Never Hold Back Spring".

Attilio, qualche giorno dopo aver manifestato preferenze profonde e sincere per la cultura araba, e narrato ai suoi studenti come si dovrebbero scrivere delle poesie d'amore, incontra ad una conferenza il poeta iracheno Fuad (Jean Reno), suo amico da molto tempo. L'uomo, venuto a Roma per una conferenza, da anni vive a Parigi in esilio, ma ora dato che nel suo Paese vi è la guerra civile contro il dittatore Saddam Hussein, ha deciso di non fuggire più e di ritornare. La critica letteraria Vittoria (la stessa donna dei sogni di Attilio) dovendo completare una biografia di Fuad decide di seguirlo in viaggio a Baghdad. Prima della sua partenza però, Attilio, che aveva già incontrato Vittoria parecchie volte, prova a corteggiarla invitandola a casa sua, ma questa, ingannandolo, lo abbandona di sasso mentre servendo la cena, lui le manifesta il suo amore.

Poco dopo l'arrivo a Baghdad, Vittoria è ferita alla testa per il crollo di un palazzo, durante l'invasione angloamericana, e cade in un profondo coma. Fuad informa Attilio che decide immediatamente di partire anch'egli per l'Iraq; non trovando un aereo di linea che possa raggiungere un paese in guerra, riesce ad arrivare fingendosi chirurgo e aggregandosi a una missione della Croce Rossa Italiana. Ben presto è costretto a fronteggiarsi con la cruda realtà del luogo, molto diverso dall'Italia nei costumi e nelle attrezzature. Non ci sono infatti strutture adatte per curare la donna, che rischia seriamente la vita, e Attilio, disperato, si rivolge a Fuad. L'uomo fa di tutto per aiutare l'amico. Lo scorta da un vecchio droghiere e farmacista molto saggio che, pur non comprendendo nulla di ciò che dice Attilio, coglie la gravità della situazione e discerne l'amore sincero dell'uomo, confezionando della glicerina che potrebbe salvare Vittoria dalla morte, ma non portarla alla guarigione completa. Attilio ringrazia l'uomo e si reca da Vittoria, mettendo la sua barella in un sottoscala che adorna come meglio può per far sentire la sua amata a casa.

Attilio, dopo averle anche preso una bombola d'ossigeno, nella ricerca di una medicina che curi l'edema cerebrale di Vittoria, nuovamente si scontra con le difficoltà della guerra; dopo aver preso la medicina a Bassora, a un posto di blocco viene fermato da militari statunitensi che vorrebbero ucciderlo, ma poi, dato che manifestano interesse per la poesia di cui si occupa, lo lasciano passare. Successivamente Attilio scopre l'amico Fuad, morto suicida per il troppo dolore causato dallo strazio del suo amato Paese. Fuad infatti già aveva manifestato al suo amico le preoccupazioni che affliggevano il suo animo, ma Attilio non ci aveva fatto tanto caso, perché pensava solo a Vittoria. Grazie alle ultime cure la donna a sorpresa esce dal coma, guarisce rapidamente ed è pronta per tornare in Italia. Attilio non riesce a vederla perché viene coinvolto in un attacco terroristico nella città e arrestato. Si salva fortunosamente solo grazie a uno dei militari americani del posto di blocco che lo riconosce come "il Poeta".

Attilio ora può finalmente tornare al luogo che ama, ossia Roma, per riabbracciare le figlie e soprattutto vedersela con una causa da affrontare con il suo avvocato, che all'aeroporto l'ha fatto ammanettare, ma liberandolo la mattina dopo. Ma ciò a cui pensa di più è la salute di Vittoria, che gli aveva detto di sposarlo solo se avesse visto una tigre passare in una strada innevata, come diceva il suo libro di poesie. Sembra impossibile che l'evento si realizzi, ma proprio il giorno in cui Attilio e lei tornano in Italia alcuni animali fuggono da un circo incendiato e occupano una strada; le scaglie di polline di "gelsomino" che a primavera cadono dai pioppi completano la scena, dando l'impressione che stia nevicando davvero. Proprio in quel momento Vittoria, dall'auto, vede una tigre sotto i fiocchi bianchi di polline.

Tornato Attilio dalle figlie si scopre che la madre delle stesse è proprio Vittoria, in precedenza sposata con Attilio e poi divorziata, e le figlie dicono che era gravemente ferita in Iraq ed era stata strappata alla morte da un eroico medico italiano rimasto anonimo. Alla fine, con un bacio sulla fronte, Vittoria scopre che questa persona, grazie alle cui amorevoli cure si era salvata da morte certa, era lo stesso Attilio. Commossa, guarda l'uomo felice mentre lascia la casa.

Anno

2005 (19 anni fa)

Genere

Guerra, Drammatico, Sentimentale

Durata

111 minuti (1 ora e 51 minuti)

Regia

Roberto Benigni

Film di Roberto Benigni

Data di uscita

venerdì 14 ottobre 2005

Poster e locandina

Attori del film La tigre e la neve

Roberto Benigni nel ruolo di Attilio De Giovanni
Jean Reno nel ruolo di Fuad
Nicoletta Braschi nel ruolo di Vittoria
Emilia Fox nel ruolo di Nancy
Giuseppe Battiston nel ruolo di Ermanno
Tom Waits nel ruolo di se stesso
Andrea Renzi nel ruolo di dottor Guazzelli
Gianfranco Varetto nel ruolo di avvocato Scuotilancia
Chiara Pirri nel ruolo di Emilia
Anna Pirri nel ruolo di Rosa

Premi

2 Nastri d'argento 2006 Miglior Soggetto E Migliore Fotografia

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Soggetto e sceneggiatura

Roberto Benigni, Vincenzo Cerami

Musiche

Nicola Piovani

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