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Dialogo dal film Boris - Il film

Glauco [dando le istruzioni per scrivere un cinepanettone]: La cosa che dobbiamo fare è semplicissima: tutti i personaggi che prima vedevamo con occhio critico per via delle loro malefatte diventano positivi. Ladri, tangentisti, corrotti sono positivi. René voleva fare un film che scandalizzasse, che indignasse. [cambio scena] I protagonisti di Natale con la casta saranno simpaticissimi bastardi italiani abbronzati e corrotti a cui piace mettere le mani sulle tette. [girando la lavagna sul cui retro c'è un'immagine disegnata di due tette e di un sedere che scoreggia] Popi-popi. Però noi le tette le dobbiamo pensare come l'utopia di Galeano. Che diceva il grande Eduardo Galeano? Diceva che l'utopia è come l'orizzonte: tu fai due passi avanti, quello s'allontana di due passi. Tu fai tre passi e quello s'allontana di tre passi. Allora dice: a che cosa serve l'utopia? Serve a camminare. E allora, a che cosa servono le tette nel nostro film? A sbietta', a incassa', a fare i soldi. [...] Invece, bisogna partire con un... ecco, io per esempio c'ho un incipit. Che c'hai, un pezzo di carta? Scrivi. Potrebbe essere: "l'Italia è il paese che amo..."

Sceneggiatore 1: Ammazza Glauco, cioè sei veramente completo.

Glauco: Sì, sì aspetta che sennò poi me... allora, "l'Italia è il paese che amo. Qui, ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti." Be', è 'na proposta, poi, insomma, fate voi.

[Cit. Silvio Berlusconi, messaggio trasmesso ai Tg nazionali, 26 gennaio 1994: «L'Italia è il paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di imprenditore. Qui ho appreso la passione per la libertà.»]

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Breve trama del film

[da Wikipedia]
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