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Indice degli autori
Aforismi Bicchieri
Frasi trovate
:
68
Frank
: Dove sono i
bicchieri
? Quella birra diventerà calda! Cazzo, una cosa che non sopporto è la birra calda, mi fa vomitare!!
Ben
: Sta' calmo, sta' calmo! Darling, dove sono i
bicchieri
? Eccoli, Frank, arrivano i
bicchieri
! Guarda, arrivano i
bicchieri
!
Frank
: Raymond, dov'è questa fottuta birra?!?
Raymond
: È qui, Frank! Vuoi che te la versi?
Frank
: No, voglio che te la fotti! Cazzo, sì, versami quella fottuta birra!!
Dal film:
Velluto blu
Scheda film e trama
Frasi del film
Ben
: Oh, Frank, una bella sorpresa che tu abbia portato i tuoi amici, adoro le sorprese! Prego, siediti...
Frank
: Soave, tu sei un fottutissimo figlio di troia! Heh... Vuoi della birra?
Ben
: Certo, Frank! Darling? Darling, vuoi portare dei
bicchieri
? Così beviamo una birra con Frank. Grazie. Vi prego, sedetevi!
Frank
: Cristo, Ben, come cazzo stai?
Ben
: Bene, Frank, bene... come stai tu?
Frank
: Sto di un bene fottuto, un bene fottuto! Come sempre!
Dal film:
Velluto blu
Scheda film e trama
Frasi del film
Dopo due
bicchieri
ni, i pensieri di Rollo Martins si orientano subito verso le donne... in un modo vago, sentimentale e romantico, come all'altro sesso, in generale. Dopo tre
bicchieri
ni, come un pilota che fa una virata per ritrovare la direzione, comincia subito a concentrarsi sull'unica ragazza disponibile.
Graham Greene
Cit. da
Il terzo uomo
Frasi di Graham Greene
A proposito, Thenardier, dovete dire alla vostra simpatica signora che un'altra volta non lavi i
bicchieri
con tanto accanimento. Ciò mi ha sempre messo in sospetto. La vostra osteria è famosa in tutta Parigi per i suoi
bicchieri
sporchi.
Javert
Dal film:
I miserabili (1948)
Scheda film e trama
Frasi del film
È sciocco pensare che si debbano leggere tutti i libri che si comprano, come è sciocco criticare chi compra più libri di quanti ne potrà mai leggere. Sarebbe come dire che bisogna usare tutte le posate o i
bicchieri
o i cacciavite o le punte del trapano che si sono comprate, prima di comprarne di nuove. Nella vita ci sono cose di cui occorre avere sempre una scorta abbondante, anche se ne useremo solo una minima parte. Se, per esempio, consideriamo i libri come medicine, si capisce che in casa è bene averne molti invece che pochi: quando ci si vuole sentire meglio, allora si va verso "l'armadietto delle medicine" e si sceglie un libro. Non uno a caso, ma il libro giusto per quel momento. Ecco perché occorre averne sempre una nutrita scelta! Chi compra un solo libro, legge solo quello e poi se ne sbarazza, semplicemente applica ai libri la mentalità consumista, ovvero li considera un prodotto di consumo, una merce. Chi ama i libri sa che il libro è tutto fuorché una merce.
Umberto Eco
Frasi di Umberto Eco
«È la tradizione: Bia Hoi and peanuts!» Ridemmo e alzai il boccale per brindare. Lei mi guardò stupita, forse non era usanza brindare a quel modo, ma alla fine i due
bicchieri
si toccarono. «La birra è molto leggera» commentai. «Sì, infatti la beviamo a tutte le ore. Viene prodotta localmente, in casa. Non c'è un brand dietro, non ci sono fabbriche che la producono.» «E quindi questa chi l'ha fatta?» «La famiglia che possiede il locale. È una tradizione vera e propria qui in Vietnam, dalla sua produzione a quando la bevi.» Annuii e bevvi un sorso. La apprezzai di più sapendo che c'era un'intera cultura, dietro a quella bevanda.
Gianluca Gotto
Cit. da
Succede sempre qualcosa di meraviglioso
Frasi di Gianluca Gotto
Valentino
: Compa' ma che usi la mia laurea come vassoio.
Salvo
: E allora? Che fa?
Valentino
: Come che fa, Salvo... ma stai scherzando?! Io ci ho messo 8 anni.
Salvo
: E io ci ho messo 4
bicchieri
!
Dal film:
Andiamo a quel paese
Scheda film e trama
Frasi del film
Questo suo non esser uso a stravizi fu cagione in gran parte che il primo gli riuscisse così fatale. Que' pochi
bicchieri
che aveva buttati giù da principio, l'uno dietro l'altro, contro il suo solito, parte per quell'arsione che si sentiva, parte per una certa alterazione d'animo, che non gli lasciava far nulla con misura, gli diedero subito alla testa: a un bevitore un po'esercitato non avrebbero fatto altro che levargli la sete.
Alessandro Manzoni
Cit. da
I promessi sposi
Frasi di Alessandro Manzoni
[
Bicchieri
d'acqua in casa]
Graham
: Se prendi un bicchiere d'acqua finiscilo. Cos'ha questo che non va?
Bo
: C'è andata dentro la polvere.
Graham
: E quello?
Bo
: Un capello.
Graham
: E questo?
Bo
: Morgan ci ha bevuto un sorso e ci ha lasciato dentro le sue amebe.
Dal film:
Signs
Scheda film e trama
Frasi del film
Ollio
: Mi porti un
bicchieri
no di anisetta.
Cameriere
: Bene.
Stanlio
: Oh, garçon.
Cameriere
: Dica.
Stanlio
: Anche a me della anisetta, ma in una brocca.
Dal film:
Sotto zero
Scheda film e trama
Frasi del film
C'era una volta un villaggio ai piedi di un castello. Una bella mattina tutti gli abitanti del villaggio vennero svegliati dalla voce dell'araldo del castellano, giunto nella piazza centrale per leggere un proclama.
"Il nostro signore beneamato invita tutti i suoi buoni fedeli sudditi a partecipare alla festa del suo compleanno!
Ognuno riceverà una piacevole sorpresa.
Il nostro signore domanda però a tutti un piccolo favore: chi parteciperà alla festa abbia la gentilezza di portare un po' d'acqua per riempire la riserva del castello, che è vuota."
L'araldo ripeté il proclama per tre volte, poi assieme alle guardie che lo scortavano ritornò al castello.
Nel villaggio si iniziò a mormorare e scoppiarono i commenti più diversi.
"E' il solito tiranno! Ha abbastanza servitori per farsi riempire il serbatoio. Io andrò alla festa portando un bicchiere d'acqua, e sarà abbastanza!"
"Ma no! E' sempre stato buono e generoso! Io ne porterò un barile!"
- rispose un altro.
"Io un ditale!"
"Io una botte!"
- ribatterono altri.
Il mattino della festa si vide uno strano corteo salire al castello.
Alcuni spingevano con tutte le loro forze grossi barili, altri ansimavano portando grossi secchi colmi d'acqua.
Altri ancora, sbeffeggiando i compagni di strada affannati, portavano piccole caraffe o
bicchieri
ni su vassoi.
La processione arrivò finalmente al castello ed entrò nel cortile.
Ognuno degli ospiti in modo ordinato vuotava il proprio recipiente nella grande vasca, poi lo posava in un angolo e infine si avviava pieno di allegria e curiosità verso la sala del banchetto.
C'erano arrosti e vino in abbondanza. Le danze ed i canti si succedettero, finché verso sera la festa al castello finì. Il signore del castello allora ringraziò tutti con parole gentili e si ritirò nei suoi appartamenti.
"E la sorpresa promessa a ognuno?!"
- brontolarono alcuni, con disappunto e delusione.
Altri invece dimostravano una gioia soddisfatta:
"Il nostro signore ci ha regalato la più magnifica delle feste!"
Prima di ripartire verso il villaggio, ciascuno passò a riprendere il proprio recipiente.
Esplosero allora delle grida che si intensificarono rapidamente.
Esclamazioni di gioia e di rabbia si alternavano tra i partecipanti.
I recipienti erano stati riempiti fino all'orlo di monete d'oro!
"Ah, se avessi portato più acqua!"
- esclamarono in molti.
Da:
La festa al castello
John Wick
[versa un whisky in due
bicchieri
e ne offre uno ad Abram, in russo]
: Pace.
Abram Tarasov
[in russo]
: Un uomo come te potrà mai conoscere la pace?
John Wick
[in russo]
: Perché no?
Abram Tarasov
: Già, eh...
[brinda, in russo]
Pace.
John Wick
: Pace
[sta per andarsene]
.
Abram Tarasov
[in russo]
: Goditi la pensione... signor Wick.
Dal film:
John Wick - Capitolo 2
Scheda film e trama
Frasi del film
Sonic
: Ti faccio vedere come si fa!
[Allo Sceriffo che prima di lui tira una freccetta al bersaglio colpendo il centro]
Vogliamo andarcene?
[Dopo che ha tirato centinaia di frecce al muro senza colpire il bersaglio e bucando i
bicchieri
pieni di bevande sul vassoio della cameriera]
Sceriffo Tom
: Sì, è ora.
Dal film:
Sonic - Il film
Scheda film e trama
Frasi del film
François Thenevot
: Non esiste al mondo un tranquillante migliore del Martini Dry, l'ho letto su una rivista femminile. Se permettete ve lo preparo io. Eh, sfortunatamente questi
bicchieri
non sono adatti. La moda è cambiata: l'ideale del Martini Dry è il bicchiere classico a forma di cono.
Florence
: Eccolo.
François
: Sì, pressappoco così. Primo. l'importante è il ghiaccio. Dev'essere di qualità eccellente, molto freddo, molto duro, tra 15/16 gradi sottozero, esattamente come questo.
Dal film:
Il fascino discreto della borghesia
Scheda film e trama
Frasi del film
Co... co... co... Che cosa vuol dire, per tutti i tuoni e le tempeste del mare di Biscaglia? Co... co... So che dei pappagalli si chiamano Cocò, ma io credo che chi mi ha scritto questa lettera non sia uno di quei volatili variopinti!...
"Sarà meglio che chiami mia moglie. Chissà che non riesca a decifrare questi scarabocchi." "Panchita!..."
Una robusta donna sui trentaquattro trentacinque anni, bruna, cogli occhi tagliati a mandorla come le andaluse, vestita leggiadramente, ma colle maniche rimboccate che mostravano delle ben tornite e vigorose braccia, uscí dal lunghissimo banco d'acagiú, dietro a cui stava risciacquando dei
bicchieri
.
– Che cosa vuoi, Pepito? – chiese.
Emilio Salgari
Cit. da
Gli ultimi filibustieri ‐ Incipit
Frasi di Emilio Salgari
Wade/Deadpool
: Scusami. Mi dispiace da morire. Di tutto. Mi dispiace di essermene andato. Mi dispiace di non avere agito subito come un uomo con le palle. Sono stati due anni duri.
Vanessa
: "Duri"?!
Wade/Deadpool
: Divido in una casa con dei tossici, una famiglia di dodici persone. La sera ci abbracciamo per riscaldarci, facciamo a botte per stare vicino a Noel perché è la più grassa. Noi ci dividiamo ogni cosa: il pavimento, il filo interdentale, perfino i preservativi...
Vanessa
: Perciò vivi in una casa?
Wade/Deadpool
: Avrei dovuto cercarti prima... ma baby, l'uomo che c'è sotto questa maschera non è quello che ricordi tu.
Vanessa
: Vuoi dire questa maschera?
[toglie la maschera di Deadpool, rivelando che Wade si è coperto la faccia con un ritaglio del volto di Hugh Jackman]
Wade/Deadpool
: E anche questa. Nel caso l'altra si rompesse.
[Vanessa inizia a rimuovergliela tirando fuori le graffette]
Ehi, sì, però... Ahi! È tipo un cerotto dai un bel... Ahi! Sono un po' in paranoia. Aspetta, aspetta! Aspetta... sei sicura?
Vanessa
: Sicura.
[toglie la foto e lo guarda in faccia]
Wow...!
Wade/Deadpool
: Già...
Vanessa
: Ehi. Credo che dopo un breve periodo, e un bel po' di
bicchieri
ni... è una faccia... sulla quale mi siederei volentieri.
Wade/Deadpool
: Comunque non sono come prima neanche sotto la tuta, no... ho il super-pisello!
Colosso
: Wade, modera il linguaggio, c'è una giovinetta.
Wade/Deadpool
: Che vuoi?! Che ci fai ancora qui? Vattene, va' a renderti utile! Va' a fare il fratello maggiore a qualcun altro! E di' a Bestia di smetterla di cagare sul mio prato!
[rivolto a Testata]
E tu, stellina in brodo...
[canta]
Nothing compares to yooou!... Sinead O'Connor, scusa.
Testata Mutante Negasonica
: Va bene. Sei fico.
[si allontana con Colosso]
Wade/Deadpool
[fingendo di essere colpito]
: Ohhh! Ma che cazzo, questa non era una cattiveria? Sono fiero di te!
Colosso
: Vedrai, Wade, faremo di te un X-Men...
Wade/Deadpool
: Per un attimo sembrava che fossimo tre mini-leoni robot che si uniscono per formare un unico super-robot!
Testata Mutante Negasonica
[andando via]
: Va bene, sei scemo.
Wade/Deadpool
: Eh già!
[si rivolge a Vanessa]
E ora... il momento che tutti aspettavamo.
Vanessa
: Vieni qui!
[si baciano, Wade fa partire la canzone Careless Whisper dal suo iPhone]
Wade/Deadpool
: Wham!, come promesso.
[Vanessa ride e si scambiano un altro bacio]
Dal film:
Deadpool
Scheda film e trama
Frasi del film
Ray Tierney
: Qualche
bicchieri
no papà?
Francis Tierney Sr
: Un bicchiere di Scotch, agente.
Ray Tierney
: Uno solo, eh?
Francis Tierney Sr
: Ho usato un bicchiere solo, sì.
Dal film:
Pride and Glory - Il prezzo dell'onore
Scheda film e trama
Frasi del film
Vino che dai luce alle stelle
|
riempi gli occhi di questo sole
|
che non tramonta mai.
|
Mi sono seduta in un'osteria
|
per ubriacarmi di lui
|
che non è presente.
|
Egli vive tra gli erbosi colli
|
della sua giovinezza
|
e non guarda le mie pendici,
|
ma quando mi riempio di vino rosso
|
l'immagine di lui colma tutti i
bicchieri
|
e si addormentano tutti gli dei.
Alda Merini
Titolo della poesia:
Alla tua salute, amore mio
Frasi di Alda Merini
Dottoressa
: Allora, come procede la dieta?
Petra
: Lei
[Kate]
mangia schifezze!
Dottoressa
: Fa esercizio?
Kate
: Sì...
Petra
: Niente. Mai.
Dottoressa
: Alcolici?
Kate
: Un
bicchieri
no ogni tanto...
Petra
: Oh, lei beve come pirata!
Dottoressa
: Dio santo!
Dal film:
Last Christmas
Scheda film e trama
Frasi del film
Dan pensò al padre. L'unica cosa che Jack Torrance preferiva a un bicchiere di whisky erano dieci
bicchieri
di fila, gli aveva detto sua madre poco prima di morire. Invece lei adorava le sigarette, che l'avevano portata dritta alla tomba. Secoli prima Dan si era ripromesso di non prendere anche quel vizio. Ormai era certo che la vita non fosse nient'altro che un'ironica serie di trabocchetti.
Stephen King
Cit. da
Doctor Sleep
Frasi di Stephen King
Anni, amori e
bicchieri
di vino sono cose che non si dovrebbero mai contare.
Ellis Jones
Dal film:
Adaline - L'eterna giovinezza
Scheda film e trama
Frasi del film
Henderson
: Alla nostra, ragazzi.
[fanno tintinnare i
bicchieri
, bevono, ma poi sputano]
Ma porca miseria! Ha il sapore del... È come se fosse...
Rick
: Sangue!
[vede che l'acqua nella fontana si è trasformata in sangue]
Jonathan
: "E i fiumi e le acque dell'Egitto si fecero rossi ed erano come sangue."
[3]
Dal film:
La mummia
Scheda film e trama
Frasi del film
Nino
: Ehi! Ehi! Signore! Ehi! Signore! Signore! Signore! Aspetti! Aspetti! Aspe...! Aspetti! Aspetti! Aspetti! Aspetti, aspetti, aspetti! Aspetti! Signore!
Narratore
: Pagine intere di foto tessera scadenti che la gente delusa ha spiegazzato, strappato, abbandonato, e che un tipo stravagante ha minuziosamente ricomposto e archiviato. Quando si dice "album di famiglia".
I Cliente
: Un pacchetto di Gauloises blu.
Georgette
: Un... un secondo solo, perché c'è tanto fumo qui dentro, eh? Mi può dire dove sono? Perché non vedo più niente.
I Cliente
: Un po' più a sinistra.
Georgette
: Qui?
I Cliente
: Ancora un po'... Ancora...
Georgette
: Ci siamo. Eccole. Dove sono le monete da un franco?
I Cliente
: Lasci perdere.
Gina
: Sì?
II Cliente
: Una Moresque.
Gina
: Una Moreseque, sì, giovanotto. Un aperitivo al borgogna, una Moresque e due mente con l'acqua.
Joseph
: Mi spieghi? Questo tipo di gemiti è pre-nuziale o post coito?
Gina
: E la tua stronzaggine è congenita?
Joseph
: Pre-nuziale.
III Cliente
: Via, non si preoccupi, prima o poi le capiterà l'uomo giusto. Tutte le donne vogliono addormentarsi sulla spalla di un uomo. Tutte.
Suzanne
: Sì, sì, non dico di no, ma un uomo, se beve un paio di
bicchieri
, russa. E purtroppo io ho l'orecchio musicale.
III Cliente
: Lo sa che io mi sono fatto operare al setto nasale?
Suzanne
: Ma va? Beh, almeno lei ha il senso del romantico.
III Cliente
: Sì, ehm... Si vede che lei non ha mai conosciuto il grande amore.
Suzanne
: Se fosse così, non mi avrebbero accorciato la gamba destra.
Gina
: Credevo che fosse caduta da cavallo quando lei era al circo.
Suzanne
: Sì, sì, è andata proprio così. Ero innamorata di un trapezista, e... Non mi dovevo fidare. I trapezisti ti mollano all'ultimo momento. E lo schifoso mi ha mollato proprio nel momento in cui entravo in pista. Ho fatto un capitombolo e il cavallo insieme a me. Purtroppo io ero sotto. Eh... Pronta la Moresque.
III Cliente
: Ciò nonostante, i colpi di fulmine esistono.
Suzanne
: Ma sì, io non dico di no. Dopo 30 anni passati dietro a un bancone, posso dire che sono un'esperta di colpi di fulmine. Le posso dare la ricetta.
III Cliente
: Ah!
Suzanne
: Eh, sì! Dunque, lei prende due frequentatori, eh? Gli fa credere che l'uno piace all'altra. Li fa cuocere a fuoco lento... Funziona ad ogni colpo.
Joseph
: Per favore! Per favore!
Gina
: Ah! Non ne posso più.
Amelie
: Vado io. Non pensa di aver fatto già abbastanza danni intorno a lei?
Joseph
: Gina ha l'età per difendersi da sola.
Amelie
: Non è di Gina che parlo, ma di Georgette.
Joseph
: Georgette?
Amelie
: Apra gli occhi. Elemosina una briciola di attenzione da parte sua, e lei pensa a Gina. Poveretta! Quando vedo quello che si è ridotta a fare per attirare la sua attenzione... Bisogna veramente essere ciechi.
Dal film:
Il favoloso mondo di Amélie
Scheda film e trama
Frasi del film
Madeleine Wallace
: Ah, la signorina del quinto piano! Qui non la vediamo molto spesso.
Amelie
: Mi scusi tanto... Sa niente di un bambino che abitava nella mia casa negli anni '50?
Madeleine
: Ragazzino... Lo vuole un
bicchieri
no di Porto?
Amelie
: No, grazie.
Madeleine
: Si sieda, venga, chiuda la porta. Sì, uff! Ragazzini! Ne ho conosciuti tanti di ragazzini. All'inizio sono bellini, ma poi... tirano palle di neve, castagne... Li conosco, i ragazzini.
Amelie
: E... e lei da quanto tempo lavora qui?
Madeleine
: Dal '64. Si saranno già divertiti a dirle tutto.
Amelie
: No, non capisco.
Madeleine
: Oh, guarda! Che strano. Si sieda. Mio marito lavorava per le Assicurazioni Coccinelle. Alla gente piace raccontare che se la faceva con la segretaria. Bisogna dire che hanno battuto tutti gli alberghi di Batignolles, e nemmeno i più squallidi, anche perché la cocchina era una che allargava facilmente le gambe ma... su lenzuola di raso. Mio marito si è messo a fregare dalla cassa. All'inizio, poco, e poi cinquanta milioni in una volta. E via! Volati tutti e due nella Pampa. Beva. Eh, sì. Allora, il 20 gennaio 1970 qualcuno ha suonato alla porta. Bene: "Signora, suo marito è morto. incidente di macchina. Nell'America del Sud". La mia vita si è fermata. E lui, Leone Nero, si è lasciato morire di tristezza. Ah, povera bestia! Lo vede con quanto amore continua a guardare il suo padrone? Un giorno le leggerò le sue lettere... No, no, resti, resti pure. È una cosa di cinque minuti. Ecco, qui era in caserma. "Cara Mado"... Sono io, mi chiamo Madeleine. "Non dormo più, non mangio più. Vivo con la certezza di aver lasciato la mia sola ragione di vita a Parigi. La ritroverò soltanto venerdì 15 vedendo comparire la mia bertuccia adorata sul marciapiede della stazione, nel suo vestito blu con le bretelle (quello che tu trovi troppo trasparente). Bacioni". Ecco. Le hanno mai scritto delle lettere così, signorina?
Amelie
: No. Non sono la bertuccia di nessuno.
Madeleine
: Io mi chiamo Madeleine Wallace. Si dice "piangere come una Maddalena", eh? Non si dice così?
Amelie
: Sì.
Madeleine
: E a Parigi ci sono le fontane Wallace. Questo significa che io ero predestinata alle lacrime, eh, eh. Ah, sì, per quella sua faccenda... vada a trovare il droghiere, Collignon. Sta da sempre in questo palazzo.
Collignon
: Ah, buongiorno, Amélie-melina! Allora, un fico e tre noccioline, come al solito, vero?
Amelie
: Le volevo fare una domanda: quelli che abitavano a casa mia negli anni '50, si ricorda come si chiamavano?
Collignon
: Bah, signorina mia, questa è una domandona! Nel '50 avevo due anni. Guardi, esattamente l'età mentale di questo idiota oggi.
Narratore
: L'idiota è Lucien. È vero che forse non è proprio un genio, ma ad Amélie è simpatico. Le piace quel suo modo delicato di afferrare l'indivia, come un oggetto prezioso da maneggiare con rispetto. È la sua maniera di esprimere amore per il lavoro ben fatto.
Collignon
: No, ma dico, lo guardi, si direbbe che stia raccogliendo un uccellino caduto dal nido. Ah! Fortunatamente non gli ha chiesto le fragoline di bosco, perché in quel caso... le toccava ripassare lunedì, eh? E allora, ti muovi, impedito, o no? La signora ha altro da fare! Tenga. Le conviene andare a trovare mia madre. Ha una memoria da elefante, mia madre. È un'elefantessa. Ah, ah, ah, ah, ah!
Amelie
: La ringrazio.
Dal film:
Il favoloso mondo di Amélie
Scheda film e trama
Frasi del film
Narratore
: Il 3 settembre 1973, alle 18, 28 minuti e 32 secondi, una mosca della famiglia dei Calliphoridi, capace di 14.670 battiti d'ali al minuto, plana su rue Saint-Vincent, a Montmartre.
Nello stesso momento, in un ristorante all'aperto a due passi dal Moulin de la Galette, il vento si insinua magicamente sotto una tovaglia facendo ballare i
bicchieri
senza che nessuno se ne accorga.
In quell'istante, al quinto piano del 28 dell'Avenue Trudaine, IX Arrondissement, Eugène Koler, di ritorno dal funerale del suo migliore amico, Emile Maginot, ne cancella il nome dalla sua rubrica.
Sempre nello stesso momento, uno spermatozoo con il cromosoma X del signor Raphaël Poulain, si stacca dal plotone per raggiungere un ovulo della signora Poulain, nata Amandine Fouet. Nove mesi più tardi, nasce Amélie Poulain. Il padre di Amélie, ex-medico militare, lavora presso la Stazione termale di Enghien-les-Bains. A Raphaël Poulain non piace
: fare pipì accanto a qualcuno; sorprendere uno sguardo di disprezzo sui suoi sandali; uscire dall'acqua e sentirsi il costume appiccicato addosso. A Raphaël Poulain piace: strappare enormi pezzi di carta da parati; mettere in fila le sue scarpe e lucidarle con cura; svuotare la scatola degli attrezzi, pulirla bene, e riporre tutto, alla fine. La madre di Amélie, Amandine Fouet, maestra originaria di Gueugnon, è sempre stata una persona instabile e nervosa. Ad Amandine Poulain non piace: avere le dita lessate quando fa il bagno; essere - da qualcuno che non le va - sfiorata con la mano; avere il segno del cuscino stampato sulla guancia la mattina. Ad Amandine Poulain piace: il costume dei pattinatori artistici in tv; far brillare il parquet con le pattine; svuotare la borsetta, pulirla bene, e riporre tutto, alla fine.
Amélie ha 6 anni. Come tutte le bambine, vorrebbe che suo padre l'abbracciasse ogni tanto, ma... lui ha un contatto fisico con lei solo durante il controllo medico mensile. La piccola, sconvolta da tanta intimità eccezionale, non riesce a contenere il batticuore, perciò, il padre la crede affetta da un'anomalia cardiaca. A causa di questa malattia fittizia la piccina non va a scuola. È sua madre che le fa da maestra.
Amandine Poulain
: Le... galline... covano... sovente... in... convento.
Amelie Poulain
: Le galline... covano...
Amandine
: Bravissima.
Amelie:... sov-in-conv.
Amandine
: No!
Narratore
: Senza contatto con gli altri bambini, sballottata tra lo stato febbrile di sua madre e la glacialità di suo padre, Amélie si rifugia in un mondo da lei inventato. In questo mondo i dischi di vinile sono preparati come delle crêpes, e la moglie del vicino, in coma da mesi, in realtà ha scelto di esaurire in una volta tutte le sue ore di sonno.
Donna In Coma
: Così potrò rimanere sveglia giorno e notte per il resto della mia vita.
Narratore
: Il solo amico di Amélie si chiama "il Capodoglio". Ma l'ambiente familiare ha reso il pesciolino nevrastenico e incline al suicidio.
Amelie
: Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!
Narratore
: I tentativi suicidi di Capodoglio non fanno che aumentare lo stress materno. Si impone una decisione.
Amandine
: Oddio!
Narratore
: Per consolare Amélie, la madre le regala una Kodak Instamatic di occasione.
Vicino
: Bambina! Ma che cos'hai combinato! Lo vedi che cosa è successo? È colpa tua! Del tuo apparecchio!
Narratore
: Un vicino approfitta dell'ingenuità di Amélie per farle credere che il suo apparecchio è difettoso: provoca incidenti. Avendo scattato foto tutto il pomeriggio, la sera l'assale un atroce dubbio. Sprofonda davanti alla TV, sopraffatta dalla responsabilità di un gigantesco incendio, due deragliamenti e un disastro aereo. Qualche giorno dopo, capisce che il vicino l'ha presa in giro, e decide di vendicarsi.
Telecronista
: ... la palla va a finire a Fontebet
[?]
, che si trova proprio di fronte alla porta difesa da Jean Paul Bertrand-Demanes. Susic, Zaremba...
Vicino
: Ma che succede?
Telecronista
: ... e gol!
Vicino
: Porca puttana! Oh! Oh, oh!
Telecronista
: ... fantastico di Susic! Un tiro fulminante, azione splendida! Al quarto minuto di gioco!
Vicino
: Non fare scherzi!
Telecronista
: La squadra avversaria si trova sùbito in difficoltà. Susic oggi è in gran forma, sembra imprendibile...
Vicino
: Sì!
Telecronista
: ... ha ritrovato lo spa...
Vicino
: No! Proprio adesso! Guarda che se continui così io ti sfascio!
Telecronista
: ... di gol così se ne vedono pochi...
Vicino
: No, miseriaccia, no!
Telecronista
: ... una partita così non si vedeva da anni!
Dal film:
Il favoloso mondo di Amélie
Scheda film e trama
Frasi del film
Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche,
trascinarsi per strade di negri all'alba in cerca di droga rabbiosa,
hipsters dal capo d'angelo ardenti per l'antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte,
che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su partiti a fumare nel buio soprannaturale di soffitte a acqua fredda fluttuando sulle cime delle città contemplando jazz,
che mostravano il cervello al Cielo sotto la Elevated e vedevano angeli Maomettani illuminati barcollanti su tetti di casermette
che passavano per le università con freddi occhi radiosi allucinati di Arkansas e tragedie blakiane fra gli eruditi della guerra,
che venivano espulsi dalle accademie come pazzi & per aver pubblicato odi oscene sulle finestre del teschio,
che si accucciavano in mutande in stanze non sbarbate, bruciando denaro nella spazzatura e ascoltando il Terrore attraverso il muro,
che erano arrestati nelle loro barbe pubiche ritornando da Laredo con una cintura di marijuana per New York,
che mangiavano fuoco in alberghi vernice o bevevano trementina nella Paradise Alley, morte, o notte dopo notte si purgatoratizzavano il torso
con sogni, droghe, incubi di risveglio, alcool e uccello e sbronze a non finire,
incomparabili strade cieche di nebbia tremante e folgore mentale in balzi verso i poli di Canada & Paterson, illuminando tutto il mondo immobile del Tempo in mezzo,
solidità Peyota di corridoi, albe cimiteri alberi verdi retro cortili, sbronze di vino sopra i tetti, rioni di botteghe in gioiose corse drogate neon balenio di semafori, vibrazioni di sole e luna e alberi nei rombanti crepuscoli invernali di Brooklyn, fracasso di pattumiere e dolce regale luce della mente,
che si incatenavano ai subways in corse interminabili dal Battery al santo Bronx pieni di simpamina finché lo strepito di ruote e bambini li faceva scendere tremanti a bocca pesta e scassati stremati nella mente svuotata di fantasia nella luce desolata dello Zoo,
che affondavano tutta la notte nella luce sottomarina di Bickford fluttuavano fuori e passavano un pomeriggio di birra svanita nel desolato Fugazzi ascoltando lo spacco del destino al jukebox all'idrogeno,
che parlavano settanta ore di seguito dal parco alla stanza al bar a Bellevue9 al museo al ponte di Brooklyn,
schiera perduta di conversatori platonici precipiti dai gradini d'ingresso dalle scale di sicurezza dai
davanzali dall'Empire State giù dalla luna, farfugliando strillando vomitando sussurrando fatti
e ricordi e aneddoti e sensazioni ottiche e shocks di ospedali e carceri e guerre, interi intelletti rigurgitati in un richiamo totale per
sette giorni e notti con occhi brillanti, carne
da Sinagoga sbattuta per terra, che svanivano nel nulla Zen New Jersey lasciando
una scia di ambigue cartoline del Municipio di Atlantic City, straziati da sudori Orientali e scricchiolii d'ossa
Tangerini e emicranie Cinesi nel rientro dalla streppa in una squallida stanza mobiliata di
Newark23, che giravano e giravano a mezzanotte tra i binari
morti chiedendosi dove andare, e andavano, senza lasciare cuori spezzati, che accendevano sigarette in carri merci carri merci
carri merci strepitanti nella neve verso fattorie
solitarie nella notte dei nonni, che studiavano Piotino Poe San Giovanni della Croce
telepatia e cabala del bop perché il cosmo vibrava istintivamente ai loro piedi nel Kansas, che stavano soli per le strade dello Idaho in cerca di
visionari angeli indiani che erano visionari angeli
indiani, che credevano di essere soltanto matti quando Baltimore luccicava in un'estasi soprannaturale, che sobbalzavano in limousine col Cinese dell'Oklahoma sotto l'impulso di inverno mezzanotte luce stradale provincia pioggia,
che indugiavano affamati e soli a Houston in cerca di jazz o sesso o minestra, e seguivano il brillante Spagnolo per chiacchierare sull'America e l'Eternità, causa persa, e cosi si imbarcavano per l'Africa,
che scomparivano nei vulcani del Messico non lasciando che l'ombra dei jeans e la lava e ceneri di poesia sparse nella Chicago caminetto,
che riapparivano sulla West Coast indagando sul f.b.i. barbuti e in calzoncini con grandi occhi pacifisti sexy nella pelle scura distribuendo volantini incomprensibili,
che si bucavano le braccia con sigarette protestando contro la nebbia di tabacco narcotico del Capitalismo,
che diffondevano manifesti Supercomunisti in Union Square piangendo e spogliandosi mentre le sirene di Los Alamos li zittivano col loro grido, e gridavano giù per Wall e anche il ferry di Staten Island gridava,
che crollavano piangendo in palestre bianche nudi e tremanti davanti al macchinario di altri scheletri,
che mordevano i poliziotti nel collo e strillavano di felicità nelle camionette per non aver commesso altro delitto che la loro intossicazione e pederastia pazza tra amici,
che urlavano in ginocchio nel subway e venivano trascinati dal tetto sventolando genitali e manoscritti,
che si lasciavano inculare da motociclisti beati, e strillavano di gioia,
che si scambiavano pompini con quei serafini umani, i marinai, carezze di amore Atlantico e Caribbeo,
che scopavano la mattina la sera in giardini di rose e sull'erba di parchi pubblici e cimiteri spargendo il loro seme liberamente su chiunque venisse,
che gli veniva un singhiozzo interminabile cercando di ridacchiare ma finivano con un singhiozzo dietro un tramezzo dei Bagni Turchi quando l'angelo biondo & nudo veniva a trafiggerli con una spada,
che perdevano i loro ragazzi d'amore per le tre vecchie streghe del fato la strega guercia del dollaro eterosessuale la strega guercia che strizza l'occhio dal grembo e la strega guercia che sta li piantata sul culo a spezzare i fili d'oro intellettuali del telaio artigianale,
che copulavano estatici e insaziati con una bottiglia di birra un amante un pacchetto di sigarette una candela e cadevano dal letto, e continuavano sul pavimento e giù per il corridoio e finivano svenuti contro il muro con una visione di fica suprema e sperma eludendo l'ultima sbora della coscienza,
che addolcivano le fiche di milioni di ragazze tremanti al tramonto, e avevano gli occhi rossi la mattina ma pronti ad addolcire la fica dell'alba, natiche lampeggianti sotto i granai e nude nel lago,
che andavano a puttane nel Colorado in miriadi di macchine notturne rubate, N.C., eroe segreto di queste poesie, mandrillo e Adone di Denver gioia alla memoria delle sue innumerevoli scopate di ragazze in terreni abbandonati & retrocortili di ristoranti per camionisti, in poltrone traili
ballanti di vecchi cinema, su cime di montagna in caverne o con cameriere secche in strade familiari sottane solitarie alzate & solipsismi particolarmente segreti nei cessi dei distributori di benzina, & magari nei vicoli intorno a casa,
che dissolvevano in grandi cinema luridi, si spostavano in sogno, si svegliavano su una Manhattan improvvisa, e si tiravano su da incubi di cantine ubriachi di Tokay spietato e da orrori di sogni di ferro della Terza Strada & inciampavano verso l'Ufficio Assistenza,
che camminavano tutta la notte con le scarpe piene di sangue su moli coperti di neve aspettando che una porta sullo East River si aprisse su una stanza piena di vapore caldo e di oppio,
che creavano grandi drammi suicidi in appartamenti a picco sullo Hudson sotto azzurri fasci antiaerei di luce lunare & le loro teste saranno incoronate di alloro nell'oblio,
che mangiavano stufato d'agnello dell'immaginazione o ingoiavano rospi nel fondo fangoso dei fiumi di Bowery,
che piangevano sulle strade romantiche coi carretti pieni di cipolle e musica scassata,
che sedevano in casse respirando al buio sotto il ponte, e si alzavano per fare clavicembali nelle loro soffitte,
che tossivano al sesto piano di Harlem incoronati di fiamme sotto il cielo tubercolare circondati da teologia in cassette da frutta,
che scarabocchiavano tutta la notte in un rock and roll su incantesimi da soffitta destinati a diventare nella mattina giallastra strofe di assurdo,
che cuocevano animali marci polmoni cuori code zampe borsht & tortillas sognando il puro reame vegetale,
che si buttavano sotto furgoni di carne in cerca di un uovo, .
che buttavano orologi dal tetto per gettare il loro voto all'Eternità fuori del Tempo, & per un decennio dopo le sveglie cadevano ogni giorno sul loro capo,
che si tagliavano i polsi tre volte di seguito senza seguito, rinunciavano ed erano costretti ad aprire negozi di antiquariato dove credevano di invecchiare e piangevano,
che venivano arsi vivi nei loro innocenti vestiti di flanella sulla Madison Avenue tra esplosioni di versi di piombo e il frastuono artificiale dei ferrei reggimenti della moda & gli strilli alla nitroglicerina dei finocchi della pubblicità & l'iprite di sinistri redattori intelligenti, o venivano investiti dai taxi ubriachi della Realtà Assoluta,
che si buttavano dal ponte di Brookiyn questo è successo davvero e se ne andavano sconosciuti e dimenticati tra la foschia spettrale di Chinatown minestra vicoli & autopompe, neanche una birra gratis,
che cantavano disperati dalle finestre, cadevano dal finestrino del subway, si buttavano nello sporco Passaic, saltavano su negri, piangevano lungo tutta la strada, ballavano scalzi su
bicchieri
rotti spaccavano nostalgici dischi Europei di jazz tedesco del 30 finivano il whisky e vomitavano rantolando nel cesso insanguinato, nelle loro orecchie gemiti e l'esplosione di colossali sirene,
che rotolavano giù per le autostrade del passato andando l'un l'altro verso l'hotrod-Golgotha di veglia solitudine-prigione o l'incarnazione del jazz di Birmingham,
che guidavano est ‐ ovest settantadue ore per sapere se io avevo una visione o tu avevi una visione o lui aveva una visione per scoprire l'Eternità,
che andavano a Denver, che morivano a Denver, che ritornavano a Denver & aspettavano invano, che vegliavano a Denver & meditavano senza compagni a Denver e infine se ne andavano per scoprire il Tempo, & ora Denver ha nostalgia dei suoi eroi,
che cadevano in ginocchio in cattedrali senza speranze pregando per l'un l'altro salvezza e luce e seni, finché l'anima si illuminava i capelli per un attimo,
che si sfondavano il cervello in prigione aspettando criminali impossibili dalla testa bionda e il fascino della realtà nei loro cuori che cantavano dolci blues a Alcatraz,
che si ritiravano in Messico per conservarsi alla droga, o a Rocky Mount per il tenero Buddha o a Tangeri a ragazzini o alla Southern Pacific per la locomotiva nera o a Harvard o a Narciso o a Woodlawn alle orge o la fossa,
che chiedevano prove di infermità mentale accusando la radio di ipnotismo & venivano lasciati con la loro pazzia & le loro mani &. una giuria incerta,
che al ccny buttavano patate in insalata ai conferenzieri sul Dadaismo e poi si presentavano sui gradini di pietra del manicomio con teste rapate e discorsi arlecchineschi di suicidio, chiedendo un'immediata lobotomia,
e invece venivano sottoposti al vuoto concreto o insulina metrasol elettricità idroterapia psicoterapia terapia educativa ping pong e amnesia,
che in malinconica protesta rovesciavano un unico simbolico tavolo da ping pong, riposando un poco in catatonia,
ritornando anni dopo proprio calvi eccetto una parrucca di sangue, e lacrime e dita, al visibile destino da pazzo delle corsie delle città-manico-mio dell'Est,
fetidi corridoi di Pilgrim State Rockland e Greystone, litigando con gli echi dell'anima, rockrollando nella mezzanotte solitudine-panca dolmen-rea-mi dell'amore, sogno della vita un incubo, corpi ridotti pietra pesanti come la luna,
con mamma finalmente ..., e l'ultimo libro fantastico scaraventato dalla finestra, e l'ultima porta chiusa alle 4 del mattino e l'ultimo telefono sbattuto in risposta contro il muro e l'ultima stanza ammobiliata svuotata fino all'ultimo pezzo di mobilia mentale, una rosa di carta gialla attorcigliata su una gruccia di fil di ferro nell'armadio, e perfino essa immaginaria, nient'altro che un pezzetto di speranza nell'allucinazione ‐
ah, Carl, mentre tu non sei al sicuro io non sono al sicuro, e ora sei davvero nel totale brodo animale del tempo ‐ e che dunque correvano per le strade gelate ossessionati da un lampo improvviso dell'alchimia dell'uso dell'ellisse il catalogo il metro & i piani vibranti,
che sognavano e facevano abissi incarnati nel Tempo & lo Spazio mediante immagini contrapposte, e
intrappolavano l'arcangelo dell'anima tra 2 immagini visive e univano i verbi demenziali e sistemavano insieme il sostantivo e il trattino della coscienza sobbalzando alla sensazione del Pater Omnipotens Aeterni Deus
per ricreare la sintassi e la misura della povera prosa umana e fermarvisi di fronte muti e intelligenti e tremanti di vergogna, ripudiati ma con anima confessa per conformarsi al ritmo del pensiero nella sua testa nuda e infinita,
il pazzo vagabondo e angelo battuto nel Tempo, sconosciuto, ma dicendo qui ciò che si potrebbe lasciar da dire nel tempo dopo la morte,
e si alzavano reincarnati nei vestiti spettrali del jazz all'ombra tromba d'oro della banda e suonavano la sofferenza per amore della nuda mente d'America in un urlo di sassofono elai elai lamma lamma sabacthani che faceva tremare le città fino all'ultima radio
col cuore assoluto della poesia della vita macellato dai loro corpi buono da mangiare per mille anni.
Allen Ginsberg
Cit. da
Urlo
Commenti:
1
Frasi di Allen Ginsberg
Senti, so che è difficile credere alle persone che ti dicono "so cosa provi", ma io so davvero che cosa provi.
[...]
Sto cercando di dire che capisco com'è sentirsi piccoli e insignificanti, quant'è umanamente possibile e come può far male in punti che neanche sapevi di avere dentro di te. E non importa quante volte cambi taglio di capelli o in quante palestre ti iscrivi o quanti
bicchieri
di chardonnay bevi con le amiche: vai lo stesso a dormire ogni sera riesaminando ogni dettaglio, e chiedendoti dove hai sbagliato, come hai fatto a non capire. E come diavolo hai potuto pensare di essere tanto felice in quel momento. Ti capita anche di convincerti che lui capirà cosa ha perso e busserà alla tua porta. E dopo tutto questo, per quanto a lungo la storia possa durare, vai in un posto lontano e conosci persone che ti fanno sentire di nuovo viva e finalmente i pezzettini della tua anima si rimettono insieme e tutta quella confusione, tutti gli anni della tua vita che hai sprecato... alla fine come per incanto svaniscono.
Iris
Dal film:
L'amore non va in vacanza
Scheda film e trama
Frasi del film
Bob
: Stanno arrivando! Di chi è questo whisky? Tu? Tu? Sta arrivando! Uh! Ce n'è per tutti, gente! Uh! Dio ci salverà! Drink per tutti!Tequila per voi! Venite al bancone, signore e signori! Devi accendere?
I Partecipante
: Funziona ancora?
Bob
: Sì. Dunque, sì, aveva chiesto un cocktail con gin. Ha detto Gin Buck o Gin Fizz?
II Partecipante
: Senti, fa' quello che ti viene meglio. È uguale.
Bob
: Che aveva chiesto? Ah. Sì, mi pare questo qui.
Larry
: Phil? Phil, Phil, Phil, ma lo sai che ore sono?
Phil
: Scommetto che me lo dirai.
Larry
: Sono le nove e mezza!
Phil
: E allora?
Larry
: Ma come sarebbe "e allora"? È cominciata alle sette, lui non viene.
Phil
: Ha detto che sarebbe venuto.
Larry
: Si vede che scherzava, perché lui qui non c'è. Non c'è, Phil.
Phil
: E che cosa vuoi che faccia?
Larry
: Fa' un po' il preoccupato.
Phil
: Sono preoccupato.
Larry
: Ah, davvero?
Phil
: Sì, sono preoccupato, Larry.
Larry
: No, perché allora lo nascondi molto, molto bene.
Phil
: Senti, cerca... di avere fede. Ce la fai? Per una volta.
Larry
: Avere fe... ? Ah, beh... Avere fede?
Partecipanti
: Il grande... Kahuna! Uh! Uh! Uh! Uh!
Partecipante
: Tante grazie, eh?
Phil
: Quel figlio di un cane! Mi ha parlato di pallacanestro per quasi due ore. Ed è riuscito solo a dimostrarmi che non ci capisce praticamente nulla. Cosa? Non c'era un bicchiere più piccolo? Potevi darmi un ditale, magari.
Bob
: Sono tutti sporchi.
Phil
: Dammi quella bottiglia. È questo che mi piace delle convention, che mi fa impazzire di queste cose. Cioè, che tu prendi un tale, lo separi dalla moglie per un paio di giorni, gli fai bere un paio di
bicchieri
in più, e lui tutt'a un tratto diventa in assoluto il più grande esperto di sport al mondo. Ecco perché Dio ha creato le mogli: perché facciano capire agli uomini quando stanno facendo i coglioni. Se tu separi uno da sua moglie, anche per poco tempo, quello non ha la più vaga idea di come comportarsi. Puoi credermi.
Bob
: Sai, la Bibbia dice che Dio creò Eva come aiuto degno dell'uomo.
Phil
: Come cosa?
Bob
: Un aiuto per... adatto alle sue esigenze.
Phil
: Ah, io non so niente di questa roba, ma quello che so è questo: Dio creò le donne per fare da specchio, così un uomo può vedere che asino è. Voglio dire, tu mi parli di anime... Un uomo non sa assolutamente com'è la sua anima, non ha la minima idea di che aspetto abbia la sua anima, fino a che non scruta negli occhi della donna che ha sposato, e allora, se è appena decente come essere umano, passa almeno due giorni a vomitare. Perché nessun uomo, nessun uomo perbene può tollerare quell'immagine. Dai, togliti le scarpe, mettiti comodo, se ne sono andati tutti.
Bob
: Non avevi detto che non ti piaceva essere sposato?
Phil
: Certo, non m'è piaciuto, ma questo non vuol dire che non lo raccomandi. Ci sono tante cose a questo mondo che sono giuste, ma non necessariamente piacevoli. Prendi la circoncisione. Oh! Era ora, finalmente. Dove cavolo sei stato?
Larry
: Come sarebbe dove cavolo sono stato? Mentre voi ve ne stavate qui a lisciarvi tutti i coglioni che sono entrati da quella porta, io me ne sono andato in cerca del "grande Kahuna"!
Bob
: Il cosa?
Larry
: Il "salvatore", Bob. "El presidente"! L'uomo che proferendo una sola parola, con una singola eiaculazione di suoni potrebbe ingravidare la nostra azienda.
Phil
: L'hai trovato?
Larry
: Phil, usa la tua intuizione, per un secondo. Usa quel dono del Signore, vedi di indovinare qual è la realtà della situazione. Ho l'aria d'averlo trovato?
Phil
: No.
Larry
: Bravo, ce l'hai ancora!
Bob
: Ma di chi state parlando?
Larry
: Stiamo parlando del "grande Kahuna", Bob, del grosso pesce che deve abboccare. Hai mai letto "Il vecchio e il mare"?
Bob
: No.
Larry
: Hm, va bè, lasciamo perdere, va. Stiamo parlando di un uomo che rappresenta, lui da solo, il più grosso cliente che la nostra azienda abbia mai visto e che probabilmente vedrà mai.
Phil
: Potenziale cliente.
Larry
: Ah, potenziale. Sì, fai bene a puntualizzarlo! Potenziale! Che avrebbe potuto. Perché era nostro còmpito, compari, trasformare quella potenzialità in realtà. Farlo cadere nelle nostre braccia. Si doveva corteggiare, quell'uomo. Promettergli doni, se necessario, per attirarlo dalla nostra parte. Ma ci siamo riusciti o abbiamo fallito? Si vota per alzata di mano.
Phil
: Finirà bene.
Larry
: Sì, è sicuro che finirà. Quando avranno ripescato i nostri corpi nel fiume, e spedito il nostro spirito sulla Luna, solo allora sarà finita. È quello che è in mezzo che dà fastidio: l'essere spellati vivi e bruciati. Il resto è solo pace.
Bob
: Sei dovuto andare a cercare questo signore?
Larry
: Abbiamo dovuto, Bob. Non era previsto che lo facessimo, ma, sì, abbiamo dovuto. Si supponeva che lui sarebbe venuto qui stasera. Qualcuno avrebbe dovuto attirarlo qui per un drink.
Phil
: Perché guardi me, scusa? La mia parte l'ho fatta.
Larry
: Gli hai telefonato?
Phil
: Certo che gli ho telefonato, eccome!
Larry
: E hai parlato con lui direttamente.
Phil
: Ho parlato con la sua segretaria.
Larry
: Aaah!
Phil
: Stava facendo un'interurbana importante. Mi ha assicurato che veniva.
Larry
: Oh! Ti ha assicurato che veniva! Sai che c'è? Ti ha fatto uno scherzo! Ci saranno stati un sacco di suoi amici, tutt'intorno al vivavoce, che dicevano: "Senti questo!". Scommetto che tira bidoni per hobby.
Phil
: Sarà capitato qualcosa.
Larry
: Direi che è quasi ovvio che è capitato qualcosa.
Bob
: Magari si è sentito male all'ultimo minuto.
Larry
: No, no, no, no, è qui, è qui. L'ho sentito nominare varie volte questa sera e sempre al presente. È qui, amici miei. Solo che non è qui. Se cogliete la sottile sfumatura.
Phil
: Però, dobbiamo soltanto trovare un'altra strada, ecco tutto.
Larry
: Phil, scusa, sei sordo? L'abbiamo perso. Era invitato, ma non è comparso. Siamo come i dinosauri quando cambiò il clima, non abbiamo più alcuna ragione di vagare sulla Terra.
Bob
: Perché non potete fissare un appuntamento e incontrarlo normalmente in ufficio?
Larry
: Non si fissa un appuntamento con quello lì, è il Presidente, ti manda dai suoi... sottoposti.
Bob
: Perché non andiamo dai sottoposti?
Larry
: Perché sono tutti dei coglioni. Tutti, nessuno escluso. Certe volte si devono lasciar perdere i pesci piccoli, ingraziarsi qualcuno più in alto sulla scala che possa dire: "Sapete che cìè? Li voglio provare questi nuovi prodotti, quindi comprateli, provateli, oppure fottetevi, perché vi licenzio!".
Phil
: Proverò a ritelefonare alla segretaria domattina.
Larry
: Phil, hai sentito una sola parola di quello che ho detto? Capisco che è nella natura umana pensare che abbiamo ancora una chance, ma è un'illusione e basta! Domani ce ne torneremo a Chicago e Evans ci dirà: "Ehi, Phil, Larry, Bob, venite nel mio ufficio, ho qualcosa per voi. Piegatevi". Ah... Che ne dici, Bob, vuoi fare questo per vivere?
Bob
: Non lo so, la serata mi è parsa interessante.
Larry
: Ah sì? In che senso?
Bob
: Si sentono un sacco di storie interessanti.
Larry
: Questo si fa. Vanno distinte dalle tante cazzate che volano in serate del genere. Ma ci sono, se vuoi ascoltarle.
Bob
: C'è sempre così tanta gente?
Larry
: Sembrava che ci fosse tanta gente perché la camera era tanto piccola.
Phil
: Larry!
Larry
: Scusa, le carote mi hanno dato alla testa.
Bob
: Ho conosciuto uno che si è messo a parlarmi di cani.
Larry
: Che ti ha raccontato?
Bob
: Che ne ha sempre avuti. Mi ha detto che... ha avuto dei cani per tutta la vita, soprattutto pastori tedeschi.
Larry
: Non è tanto insolito, c'è un sacco di gente che ha dei cani.
Bob
: Lo so, ma era uno che aveva fatto tante di quelle cose... All'ultimo aveva dovuto far fare l'iniezione perché aveva morso una persona. Poi ha cominciato a parlarmi di quello prima, e di quello ancora prima, e di quello ancora prima. E così mi sono fatto un quadro di tutta la sua vita, attraverso una serie di cani, soprattutto pastori tedeschi.
Larry
: Vorrei che ci fosse Murdock qui con noi.
Bob
: Chi è Murdock?
Larry
: Dale Murdock, il più grande agente vendite che la nostra azienda abbia mai avuto. Dio del cielo, che talento!
Bob
: Un uomo di successo?
Larry
: No, più che di successo, capisci, quello là... quello là aveva il dono. Era come sai... quando guardi certi atleti che ti danno l'impressione di fare dei gesti che hanno sempre conosciuto, non che hanno dovuto imparare. E per Murdock era così trattare con le persone.
Bob
: Dov'è adesso?
Larry
: Chi? Murdock?
Bob
: Sì.
Larry
: Ah, ha avuto quello che meritava. Già. Ho sentito che ora sta in Florida.
Phil
: Io ho sentito dire da qualcuno che... che aveva tutta una catena di Burger King.
Larry
: Non ho dubbi che debba essere la più importante catena della Florida. Ma i giorni di Murdock sono passati, gente, e ora sono i giorni di Larry e Phil. Phil e Larry, e Bob. Tre sfigati che stanno per prenderla regalmente nel culo!
Phil
: Finirà bene.
Larry
: Sei convinto, eh?
Phil
: Certo.
Larry
: Beh, spero che tu abbia ragione, perché esserci lasciati sfuggire in questo modo Fuller può essere interpretato come un segno di assoluta incompetenza, il che ci mette in una pessima luce.
Bob
: Scusa, hai detto Fuller?
Larry
: Sì.
Bob
: Dick Fuller?
Larry
: Sì, Dick... Richard... Perché, lo conosci?
Bob
: Era quello con cui ho parlato.
Larry
: Cosa? Che? Che?
Bob
: Quello dei cani! Quello era Dick Fuller!
Larry
: Oh, ma smettila!
Bob
: No, sul serio, mi ha dato il biglietto da visita.
Phil
: Ma che mi venga un colpo! Da' qua, fammi vedere! Ma non hai controllato i cartellini di tutti?
Larry
: Ho controllato i cartellini di tutti! E a quelli che non ce l'avevano sono andato e gli ho chiesto: "Come ti chiami?".
Bob
: Non aveva il suo cartellino.
Larry
: Cosa?
Bob
: Cioè, non aveva il suo, penso fosse quello di un altro.
Phil
: Perché diavolo doveva portare il cartellino di un altro, Bob?
Bob
: Non lo so, doveva aver già bevuto un po' prima di venire qua. L'avrà scambiato con qualcun altro. Ho avuto l'impressione che volesse essere lasciato in pace. Era distrutto per il cane.
Larry
: No, cazzo, non ci posso credere! Ma come? Avevamo Dick Fuller qui a portata di mano e ce lo siamo fatto scappare via?
Bob
: Mi dispiace.
Phil
: Non è colpa tua, Bob.
Larry
: Ce l'avevamo, ce l'avevamo, era nostro!
Phil
: La prossima volta chiedi il nome alle persone, che il cartellino ce l'abbiano o no.
Larry
: Ti do un'informazione: non ci sarà una prossima volta per noi, mio caro. Avevamo Dick Fuller nella nostra sfera di influenza, e lo abbiamo lasciato andare via senza dirgli neanche una parola.
Phil
: Finirà bene.
Larry
: Di che cosa avete parlato, Bob?
Bob
: Di... Non lo so, varie cose.
Larry
: Senti, potresti essere un po' più specifico? Di sport, del tempo, di cosa?
Bob
: Di cani soprattutto.
Larry
: Tutto qui? Nient'altro?
Bob
: Di cani... e poi si è parlato della famiglia. Mi ha chiesto di mia moglie.
Larry
: Tua moglie?
Bob
: Sì.
Larry
: E che voleva sapere di tua moglie?
Bob
: Niente. Così, ha chiesto.
Larry
: Gli hai detto che poteva averla, se voleva, e se in cambio faceva qualche affare con noi?
Phil
: Larry!
Larry
: Allora, cosa? Di che avete parlato, Bob?
Bob
: Forse... Non saprei... Di religione, un po'.
Larry
: Tu col presidente di una delle più grandi industrie manifatturiere del Midwest hai parlato di religione?
Bob
: Beh, è questo che è? Io non lo sapevo.
Larry
: Va bene, aspetta un po'. Che gli hai detto? Che... cosa gli hai detto sulla religione?
Bob
: Abbiamo... chiacchierato.
Larry
: Non lo hai contraddetto, vero?
Bob
: No.
Larry
: Grazie a Dio. È la prima regola sul parlare di religione a una convention: non contraddire il cliente. No, mi correggo, è la seconda regola. La prima regola sul parlare di religione alle convention è: no.
Bob
: "No"... "No" cosa?
Larry
: Non farlo.
Bob
: Beh, sembra che siamo ancora vivi.
Larry
: Lo hai contraddetto mai?
Bob
: No.
Larry
: Bene, ecco perché. Per questa ragione sei ancora vivo.
Bob
: È stata una bella chiacchierata.
Larry
: Beh, come sei finito a parlare di religione con Dick Fuller? Scusa, ce lo spieghi?
Bob
: È venuto fuori con le morti dei suoi cani. Così.
Larry
: Gli hai detto che i suoi cani sono in cielo?
Bob
: No.
Larry
: Gli hai detto che sono all'inferno?
Bob
: Ovviamente no.
Larry
: E allora cosa? Si può sapere cosa gli hai detto di preciso?
Bob
: Niente, ci... ci siamo messi a parlare. La storia dei cani è stata solo l'innesco. Per metterci a parlare della vita e della morte.
Larry
: È stato l'innesco, Bob?
Bob
: Certo.
Larry
: Il che implica, se non erro, che stavi cercando di avere l'opportunità di... di parlare della vita e della morte.
Bob
: Certo, credo fosse così. Certo.
Larry
: Beh, no, non dire "certo", perché non è certo. Insomma, io non me l'aspetto. La maggior parte delle persone, sai, non se ne va in giro cercando l'opportunità di avviare una conversazione con un perfetto estraneo, sulla vita, e la morte e la religione e altre cose insane...
Bob
: Certe persone sì.
Larry
: Certe persone probabilmente sì, ce n'è qualcuna, e apparentemente tu sei una di quelle. Ma il più delle persone no, Bob. Il più delle persone, se gli chiedi della vita e della morte, dice: "La vita è bene, la morte è male". Fine. Non se ne va in giro a cercare opportunità.
Bob
: Si vede che io non sono il più delle persone.
Larry
: Bob, sai, questo probabilmente è vero, è una saggia considerazione.
Bob
: Credo che sia importante che la gente sappia in cosa credi.
Larry
: Oh, Gesù Cristo!
Bob
: Se avessi saputo che avevate bisogno di parlare con quel tale, vi avrei detto... vi avrei avvertito in qualche modo.
Phil
: Non è colpa tua, Bob.
Larry
: Phil!
Phil
: Come faceva a sapere che stava parlando proprio con lui?
Larry
: Che gli parlasse sì, ma che lo ascoltasse no, non credo. Almeno non per cogliere l'occasione di fare gli interessi dell'azienda. Insomma, se la conversazione fosse rimasta su un piano più terra terra, allora magari sarebbe riuscito a farla scivolare verso un argomento banale, in cui i lubrificanti si potevano menzionare.
Phil
: Questo non lo puoi sapere.
Larry
: Oh, andiamo! Le probabilità sarebbero state molto alte. Ma invece la conversazione non ha seguìto il suo corso naturale, perché qualcuno teneva il timone e la dirigeva, non è vero, Bob?
Phil
: A me pare che Fuller volesse essere lasciato in pace.
Larry
: Non è questo il punto e lo sai.
Bob
: Phil ha ragione. Praticamente me l'ha detto.
Larry
: Beh, ragazzi, amici, compari, il nostro dovere era quello di spegnere quel suo desiderio, almeno per un pochino, di accendere il suo interesse. E vi faccio notare che non voleva essere lasciato in pace, altrimenti sarebbe restato nella sua camera d'albergo tutta la sera. Non avrebbe scorrazzato per la suite in cerca di conversazione. Non voleva essere lasciato in pace, solo non parlare d'affari.
Phil
: E anche in questo caso ci andava male.
Larry
: Ma per favore, lo sai che c'è il modo di aggirare certi ostacoli. Senza importunarlo, ma per comunicargli quello per cui eravamo venuti fin qui, mi spiego?
Bob
: Senti, mi dispiace.
Larry
: È inutile dispiacersi. Dispiacersi non serve a niente, adesso.
Bob
: Che altro posso fare?
Larry
: Niente, non puoi fare un bel niente, al punto in cui siamo. Niente. Ha detto per caso dove alloggiava?
Bob
: È in quest'albergo.
Larry
: In questo albergo?
Bob
: Sì.
Larry
: Oh.
Phil
: Cosa vorresti fare? Bussare alla sua porta in piena notte?
Larry
: Sto chiedendo, Phil. È un crimine adesso? Perché pensavo che domani mattina potremmo, sai, incontrarlo, così per caso, giù di sotto in caffetteria.
Phil
: Se non sappiamo che faccia ha!
Larry
: Lo sa Bob.
Bob
: Ve lo indico volentieri.
Phil
: Cos'è questa roba scritta dietro al biglietto, Bob?
Bob
: È dove ha detto che andava uscito di qua.
Larry
: Cosa? Cosa? Cosa?
Bob
: Una qualche festa privata all'albergo in fondo alla strada.
Larry
: Che facciamo ancora qui? Andiamo, forza!
Bob
: Non possiamo.
Larry
: Perché no?
Bob
: Perché è solo per inviti.
Larry
: E allora?
Bob
: Allora dico che si arrabbia se ci presentiamo lì tutti quanti. Ci ha tenuto a puntualizzare che era una cosa privata.
Larry
: Questa è l'ultima delle nostre preoccupazioni. Se si arrabbia, vedremo che fare. Forza, prendete le giacche.
Phil
: No, non correre, Larry.
Larry
: Come?
Phil
: Può darsi che Bob abbia ragione, insomma, non possiamo imporgli la nostra presenza.
Larry
: Phil!
Phil
: Senti, riflettici un momento. Davvero vuoi farlo incavolare intrufolandoti in una festa esclusiva? Per non parlare di chi altro può esserci.
Larry
: Che suggerisci di fare? Starcene qui come dei tonti, mentre il cliente di una vita ci sfugge dalle mani?
Phil
: No, no.
Larry
: E allora cosa?
Phil
: Direi di mandare Bob.
Larry
: Che cosa?
Phil
: Scusa, ti ha dato quel biglietto da visita come invito, giusto?
Bob
: Sì, ha detto che mi faceva entrare.
Larry
: Phil, Phil, Phil, Phil! Non farmi questo, ti prego.
Phil
: Quali alternative ci sono, Larry? Non abbiamo un altro modo lecito di entrare lì. E poi, lui lo conosce, Bob. Hanno parlato. Bob ha un aggancio.
Larry
: Stai mettendo il nostro futuro nelle mani di un ragazzino.
Phil
: No, andrà tutto bene. Dammi il tuo biglietto.
Larry
: Dio mio!
Phil
: Dammelo, forza, dai!
Larry
: Ecco.
Phil
: Allora, ti spiego che devi fare. Siediti! Sentimi bene.
Bob
: Ti ascolto.
Phil
: Ecco cosa devi fare. Ora vai in fondo alla strada e vedi se riesci a trovare Fuller. Se sei fortunato e è ancora lì, voglio che tu gli dia i nostri biglietti da visita. Digli che desidereremmo tanto... incontrarlo. Appena umanamente possibile. È chiaro?
Bob
: Appena umanamente possibile.
Phil
: D'accordo. Digli che saremo in albergo per tutta la mattinata. Ci può trovare qui o ai numeri sui biglietti da visita. È chiaro? Ecco. Devi chiedergli, chiedigli, per favore, di mettersi in contatto con Larry o con me, perché noi vorremmo parlargli, molto brevemente, a proposito di affari.
Larry
: Affari, solo affari.
Phil
: Spiegagli bene che sappiamo quanto è occupato, non ci vorrà molto tempo, ma ci sono alcune cose di cui dovremmo proprio discutere. Ti è tutto chiaro, Bob?
Bob
: Sì, certo.
Phil
: Devi soltanto... ascoltami! Devi soltanto dargli i biglietti e andartene.
Bob
: E se vuole parlare?
Larry
: Allora parli. Parli quanto vuole. Quattro giorni e quattro notti, se devi, finché non si stanca. Poi torni e ci dici com'è andata.
Bob
: Aspettate in piedi?
Larry
: Per il prossimo trimestre, più in là non posso garantire.
Phil
: Sta' tranquillo, andrai benissimo.
Larry
: Sì, sì, sì, sì, andrai benissimo. Mi dispiace di aver dubitato di te. Se segui le nostre istruzioni andrai benissimo, hai capito?
Bob
: Sì.
Larry
: Bene, perfetto. Ora vai, il tempo vola.
Bob
: Va bene, a più tardi.
Larry
: Certo, corri. Ma non tanto, perché se arrivi sudato poi non ti si avvicina.
Bob
: Okay.
Larry
: Tu hai... Ti do la sensazione di essere un uomo particolarmente religioso?
Phil
: No, neanche per sogno.
Larry
: E allora perché sono colto da un repentino, irresistibile desiderio di pregare?
Dal film:
The Big Kahuna
Scheda film e trama
Frasi del film
Bob
: Le cose che non si sanno di una persona...
Larry
: È per questo che Dio ci ha dato gli occhi e le orecchie: per scoprirle. Eccetto alcune cose che non sono proprio affari nostri.
Bob
: Certo.
Larry
: Chiedimi quello che vuoi su Phil, ti risponderò con piacere, se, come credo, hai buone intenzioni. Però... non chiedere a lui, ne ha passate tante, bisogna lasciarlo in pace. Tu da quanto sei sposato?
Bob
: Sei mesi.
Larry
: La ami tua moglie?
Bob
: Mi chiedi se amo mia moglie? Perché non dovrei?
Larry
: Vedi... le persone si sposano per tante ragioni diverse, Bob. Tu mi sembri un tipo che ha dei princìpi.
Bob
: Allora?
Larry
: Beh, ho conosciuto persone, non dico che tu sia di quelle, persone che avevano dei saldi princìpi, e che avevano incontrato qualcun altro che aveva dei saldi princìpi, e così i due si erano sposati. Solo per scoprire un giorno che in realtà erano stati i princìpi a sposarsi. Loro erano stati, diciamo, a guardare.
Bob
: Oh.
Larry
: Con l'amore si prendono tanti abbagli, ci si confonde spesso.
Bob
: Certo.
Larry
: Ehi, parli del diavolo... Dov'è il mio gambero?
Phil
: Mangiati una carota, se hai tanta fame, o una pallina al formaggio.
Larry
: Non voglio una pallina al formaggio, voglio dei gamberi.
Phil
: Allora chiama il servizio in camera e fatteli portare.
Larry
: Phil. non vorrei metterti in imbarazzo davanti a lui.
Phil
: Puoi credermi, Larry, ti conosco così bene che niente che tu possa dire o fare potrebbe minimamente imbarazzarmi.
Larry
: Lo vedi cosa devo sopportare? Sono dodici anni. Ma un giorno basta, vado in ufficio con un mitra. Leggerai la notizia il giorno dopo sui giornali. Sicuro di non volere niente da bere?
Bob
: Eh... sì, basta che non sia alcolico.
Phil
: Il portacenere.
Larry
: Eccolo. Sentiamo, tu che cosa vuoi? Un Black Russian, un Martini Cocktail... ?
Phil
: Prendo una gazzosa.
Larry
: Una gazzosa?
Phil
: Sì, con una fettina di limone.
Larry
: Sei sicuro di sentirti bene?
Phil
: Ho smesso di bere.
Larry
: Sul serio? Quando?
Phil
: Di recente.
Larry
: Beh, guardate, sono allibito! Io non fumo, tu non bevi, e Bob non fa pensieri licenziosi sulle altre donne. Messi insieme noi tre siamo praticamente Gesù. Ora che mi viene in mente, chi... chi fa il barista stasera?
Phil
: Avevo pensato a Bob.
Bob
: A me?
Phil
: Sì, ti va?
Bob
: Ve l'ho detto, non sono abituato a bere liquori forti.
Phil
: Nessuno ti sta chiedendo di berli, solo di servirli.
Bob
: Ma non saprei cosa sto facendo.
Larry
: Non ha importanza. Devi versare la roba nei
bicchieri
, così. Ora sai fare il barista.
Bob
: Co... come faccio... per le formule?
Phil
: Formule? No, si chiamano ricette. Ci facciamo mandare su un libro. Risolto.
Bob
: E se qualcuno vuole qualcosa di esotico?
Larry
: Oh, guarda, è perfetto. La ragione per cui uno chiede un cocktail esotico, è far vedere quanto è sofisticato. Se deve dirti come farlo, allora ancora meglio, lo fa sentire un esperto, ecco.
Phil
: E poi Larry e io saremo occupatissimi.
Bob
: Il cervellone dell'azienda tenterà.
Larry
: È quello che vogliamo da te, Bob. Tentare. Signori, alla profonda esperienza religiosa che si vive nel far bene il proprio lavoro, se pur tragicamente sottopagati.
Phil
: Alla nostra salute.
Larry
: Evviva Gesù.
Bob
: Evviva... Amen!
Larry
: A che ora dovrebbe cominciare stasera?
Phil
: Alle sette.
Larry
: Hai fame?
Phil
: Sì, mangerei qualcosa.
Larry
: Che ti va?
Phil
: Forse è meglio se scendiamo di sotto.
Larry
: Sì, sono d'accordo. Adesso scendiamo di sotto, ci riempiamo la pancia con i manicaretti dell'albergo, molestiamo le cameriere, oppure no, e poi ritorniamo quassù e sveliamo a Bob i trucchi del mestiere. Gli insegniamo che vuol dire fare affari.
Bob
: Bene, non vedo l'ora.
Larry
: Bravo. Ti senti pronto per il grande balzo?
Bob
: Credo ci sia solo un modo di scoprirlo: buttarmi in acqua e vedere se riesco a nuotare.
Larry
: No, non hai chiara la situazione: ti buttiamo giù da una rupe, e vediamo se sai volare.
Phil
: Hai un'altra etichetta sui pantaloni.
Larry
: Li ho appena comprati.
Phil
: Toglitela, no?
Larry
: Cavolo, ce l'hai delle forbicine?
Bob
: Il cervellone dell'azienda tenterà...
Dal film:
The Big Kahuna
Scheda film e trama
Frasi del film
Jack
: Oddio, che voglia di bere qualcosa! Maledizione, magari soltanto... solo una birra. Salve, Lloyd. C'è poca gente, stasera. Ah, ah, ah, ah, ah!
Lloyd
: Lei ha ragione, mister Torrance. Che cosa prende?
Jack
: Una domanda molto azzeccata, caro Lloyd. Perché si dà il caso, amico mio, che ho due pezzi da venti e due da dieci, qui nel mio portafogli, e temevo che ci rimanessero fino all'aprile prossimo. Allora facciamo una cosa: tu mi passi una bottiglia di bourbon, con del ghiaccio e un
bicchieri
no. Che dici, ci riesci, Lloyd? Non è che hai troppo da fare?
Lloyd
: Sono sempre a sua disposizione.
Jack
: Sei l'uomo che cercavo. Allora tira fuori tutto, che mi faccio una bevuta, Lloyd, così mi tira su. È il senso del dovere che ci frega, amico mio, il senso del dovere ci frega. Oh, Lloyd, ho paura che per il momento sto al verde. Come andiamo a credito, in questo locale?
Lloyd
: Oh, per lei non c'è nessun problema.
Jack
: Questa è classe. Tu mi piaci, Lloyd. L'ho sempre detto io. Sei il miglior barman del mondo. Il migliore tra tutti i dannati barman che ho visto fra Timbuktu e Portland, Maine. O, Portland, Oregon, se preferisci.
Lloyd
: Lei è davvero gentile.
Jack
: Volevo dire, io le mani addosso non gliele ho mai messe. Non l'ho toccato. Io quella sua dolce testolina santa non la toccherei nemmeno con un dito. Io lo amo quel mio figlietto di puttana, ah, ah! Io farei qualsiasi cosa per lui. Qualsiasi fottuta cosa per lui. Ma quella... stronza... Lo so che fino a che vivrò farà tutto il possibile perché io non dimentichi. Io gli ho fatto male una volta, okay? Ma è stato un incidente. Senza nessuna intenzione. Non l'ho fatto mica apposta. Ma può succedere a tutti, è stato tre maledetti anni fa! Quella stronzina aveva buttato a terra tutti i miei fogli di carta, allora io gli ho preso il braccio, l'ho tirato via! È stata una mancata coordinazione muscolare, nient'altro. Capisci? Soltanto qualche chilogrammo di energia in più per secondo, per secondo!
Dal film:
Shining
Scheda film e trama
Frasi del film
Billy Ray
: Ehi, ehi, ehi, ehi! Come va, Terry? Dammi una bottiglia del migliore champagne.
Terence
: Dopo tutto questo tempo hai un bel coraggio a farti rivedere.
Billy Ray
: Senti, baffo, eccoli i tuoi soldi. I tuoi sporchi... micragnosi... 27 dollari. Ah, gli interessi.
I Ragazza
: Billy Ray, amore. Sei proprio tu?
Billy Ray
: È vero, sono proprio io. Ah, Terry, offri champagne alla signora.
I Ragazza
: E fa' quello che dice, Terry!
Billy Ray
: Anzi, champagne per tutti quanti, omaggio di Billy Ray Valentine!
Astanti
: Eeeh!
I Ragazza
: Amore mio!
Astanti
: Bentornato, Billy!
Billy Ray
: Ehi, eh, venite, coraggio! Alla salute di Billy Ray!
Astanti
: Alla salute di Billy Ray! Billy Ray! Viva Billy!
Billy Ray
: Lo so, lo so, sono molto sexy.
Astanti
: Evviva!
Billy Ray
: Sono molto sexy. Le donne me lo dicono sempre. "Billy Ray, sei tanto sexy". Ma non l'ha ancora capita nessuno la mia sensualità.
II Ragazza
: Io l'ho capita eccome...
Billy Ray
: Io sono l'uomo più sexy...
Enorme tizio nero
: Tu ieri sera non eri in guardina a raccontar balle sulla tua limousine, negretto? Eri quel figlio di puttana che stavo per strangolare.
Grosso tizio nero
: Già.
Billy Ray
: Figlio di puttana? Moi? Si dà il caso che la mia limousine sia parcheggiata qui fuori, perche non vai a darle un'occhiata?
Enorme tizio nero
: Ce l'hai qui fuori davvero?
Billy Ray
: Già.
Ragazza
: L'hai messo al posto suo, eh?
Billy Ray
: Ah, l'ho voluto risparmiare, sai?
Ragazza
: Ah, davvero?
Billy Ray
: Certo, lo potevo ammazzare, ma io sono un uomo pacifico. Sentite, signore,io purtroppo devo tornare a casa, ma se qualcuna di voi vuole passare da me per bere un cocktail, c'è un sacco... c'è un sacco di posto nella mia limousine. Su, andiamo, si parte.
Ragazze
: Fantastico! Festeggiamo!
Ragazza
: Lo sai che sei tanto chic, Billy Ray?
Billy Ray
: Grazie, te ne sei accorta. Ehi, amico, se stai per vomitare, il bagno e di sotto. È di sotto, t'ho detto. Cristo, è sordo? Ehi, ehi! Fer... ferma. Quel... quel... quello è un tappeto persiano! È un tappeto persiano. Viene dalla Persia. Ehi! Che roba è? Che è questa porcheria? Ferma tutto! Ehi, chi è che ha spento le sigarette sul mio tappeto? Chi è che ha spento le sigarette sul mio tappeto? Ehi, ehi, ehi, ehi! Non avete mai sentito parlare di sotto
bicchieri
?
Coleman
: Vuole che prepari degli altri antipasti per gli ospiti, signore?
Billy Ray
: Hm? Non dire cazzate. Coleman, c'era più gente qui poco fa. Dove sono andati?
Coleman
: Io... io ritengo che alcuni si siano trasferiti di sopra, signore.
Billy Ray
: Nella mia stanza da letto?
Ragazza
: Ti stavo aspettando, Billy Ray.
Billy Ray
: Se mi dai una botta con quelle tette m'ammazzi.
Ospite
: Sai che ti dico? Quella nuda mi piace di più.
Billy Ray
: Posso avere un po' di attenzione per favore? Ho detto, posso avere un po' di attenzione per favore?
Ehi, levatevi sùbito dalle palle!
Coleman
: Buonanotte. Buonanotte.
Ospite
: Ciao, grazie.
Billy Ray
: Via, via, via, via! Fuori! Fuori!
Ospiti
: Buonanotte. Ci vediamo.
Coleman
: Buonanotte.
Ospite
: Proprio adesso che mi divertivo.
Coleman
: Buonanotte. Buonanotte, signora.
Ragazza
: Grazie.
Ospite
: Ciao.
Enorme tizio nero
: Mi sono preso una sbronza mondiale, amico. Sei l'ospite migliore...
Billy Ray
: Sì, sì. ma adesso levatevi dalle palle. Andiamo, forza. Coraggio. E fate piano là fuori. I miei vicini dormono. È gente che lavora.
Coleman
: Bene, i suoi... I suoi amici si sono molto divertiti, signore. Ritengo sia stato un gran successo.
Billy Ray
: Quelli non erano amici miei, Coleman. Era un branco di portoghesi, hanno trattato casa mia come se fosse uno zoo.
Coleman
: Perche non si ritira, signore? Io rimetterò tutto a posto. Per lei domani sarà una giornata dura.
Billy Ray
: Si, si, credo proprio che... che mi ritirerò. Buonanotte, Coleman. Grazie, amico.
Coleman
: Buonanotte, signore.
Dal film:
Una poltrona per due
Scheda film e trama
Frasi del film
Deve essere a scelta.
|
Cambiare, purché niente cambi.
|
È facile, impossibile, difficile, ne vale la pena.
|
Ha gli occhi, se occorre, ora azzurri, ora grigi,
|
neri, allegri, senza motivo pieni di lacrime.
|
Dorme con lui come la prima venuta, l'unica al mondo.
|
Gli darà quattro figli, nessuno, uno.
|
Ingenua, ma ottima consigliera.
|
Debole, ma sosterrà.
|
Non ha la testa sulle spalle, però l'avrà.
|
Legge Jaspers e le riviste femminili.
|
Non sa a che serve questa vite, e costruirà un ponte.
|
Giovane, come al solito giovane, sempre ancora giovane.
|
Tiene nelle mani un passero con l'ala spezzata,
|
soldi suoi per un viaggio lungo e lontano,
|
una mezzaluna, un impacco e un
bicchieri
no di vodka.
|
Dove è che corre, non sarà stanca?
|
Ma no, solo un poco, molto, non importa.
|
O lo ama, o si è intestardita.
|
Nel bene, nel male, e per l'amor del cielo.
Wislawa Szymborska
Titolo della poesia:
Ritratto di donna
Frasi di Wislawa Szymborska
Jack
: Oddio, che voglia di bere qualcosa! Maledizione, magari soltanto... solo una birra. Salve, Lloyd. C'è poca gente, stasera. Ah, ah,
ah, ah, ah!
Lloyd
: Lei ha ragione, mister Torrance. Che cosa prende?
Jack
: Una domanda molto azzeccata, caro Lloyd. Perché si dà il caso, amico mio, che ho due pezzi da venti e due da dieci, qui nel mio portafogli, e temevo che ci rimanessero fino all'aprile prossimo. Allora facciamo una cosa: tu mi passi una bottiglia di bourbon, con del ghiaccio e un
bicchieri
no. Che dici, ci riesci, Lloyd? Non è che hai troppo da fare?
Lloyd
: Sono sempre a sua disposizione.
Jack
: Sei l'uomo che cercavo. Allora tira fuori tutto, che mi faccio una bevuta, Lloyd, così mi tira su. È il senso del dovere che ci frega, amico mio, il senso del dovere ci frega. Oh, Lloyd, ho paura che per il momento sto al verde. Come andiamo a credito, in questo locale?
Lloyd
: Oh, per lei non c'è nessun problema.
Jack
: Questa è classe. Tu mi piaci, Lloyd. L'ho sempre detto io. Sei il miglior barman del mondo. Il migliore tra tutti i dannati barman che ho visto fra Timbuktu e Portland, Maine. O, Portland, Oregon, se preferisci.
Lloyd
: Lei è davvero gentile.
Jack
: Volevo dire, io le mani addosso non gliele ho mai messe. Non l'ho toccato. Io quella sua dolce testolina santa non la toccherei nemmeno con un dito. Io lo amo quel mio figlietto di puttana, ah, ah! Io farei qualsiasi cosa per lui. Qualsiasi fottuta cosa per lui. Ma quella... stronza... Lo so che fino a che vivrò farà tutto il possibile perché io non dimentichi. Io gli ho fatto male una volta, okay? Ma è stato un incidente. Senza nessuna intenzione. Non l'ho fatto mica apposta. Ma può succedere a tutti, è stato tre maledetti anni fa! Quella stronzina aveva buttato a terra tutti i miei fogli di carta, allora io gli ho preso il braccio, l'ho tirato via! È stata una mancata coordinazione muscolare, nient'altro. Capisci? Soltanto qualche chilogrammo di energia in più per secondo, per secondo!
Dal film:
Shining
Scheda film e trama
Frasi del film
Onestamente sono un po' giù di corda. Comunque qualcuno ha detto che ciò che non cura il brandy è incurabile. Quindi che ne diresti di un
bicchieri
no per un vecchio amico malandato?
Edgar Allan Poe
Dal film:
The Raven
Scheda film e trama
Frasi del film
Ascoltami, Ernest. Ci ho riflettuto, e non c'è altro da fare: stanotte, quando lei si sarà addormentata, tu esci dalla camera da letto, vai nel salotto e prendi un bicchiere per ogni tipo. Poi prendi questo flacone di Narconal, ci bagni leggermente il bordo di tutti i
bicchieri
... come saprai, il Narconal è un potentissimo sedativo e soluzione alcolica... non ce ne vorrà molto. Domani chiamerò Madeline per dirle addio, e mi farò invitare a cena. A cena, proporremo un brindisi... qualsiasi bicchiere prenderà, ci sarà il Narconal. Poi entriamo in azione: Prima finiamo di mangiare, la carichiamo in macchina, la portiamo in cima sulla Mulholland Drive, chiamiamo la polizia e diciamo di aver visto una donna ubriaca sbandare pericolosamente sul ciglio della scarpata. La mettiamo al posto di guida, e facciamo in modo che salti subito all'occhio che ha bevuto... un pochino troppo. Ingraniamo la marcia, le blocchiamo il piede sull'acceleratore, le mettiamo le mani sul volante e la facciamo volare di sotto. Quando arriveranno ad eseguire l'autopsia, il Narconal si sarà completamente dissolto, lasciando solo tracce di alcool. Nel rapporto figurerà come "Guida in stato di ubriachezza". Controlleranno il tasso alcolico e archivieranno il caso. Il caso è chiuso. Madeline è morta... e noi saremo liberi!
[illustrando il diabolico piano a Ernest]
Helen Sharp
Dal film:
La morte ti fa bella
Scheda film e trama
Frasi del film
[Sul match di rivincita contro Leonard]
Avevo fatto troppo feste. Bevevo e ingrassavo. Avevo sempre fame. In più erano passati solo cinque mesi. Tralasciai il lavoro in palestra, ero senza allenatore e manager. Ma mi davano 10 milioni di dollari. Dopo il peso mi mangiai due uova, porridge di mais, pesche, toast, due bistecche con osso, piselli, patate e pollo fritto. Tutto innaffiato da cinque
bicchieri
di aranciata. Leonard sul ring mi stuzzicò, tirò fuori la lingua, fece il buffone.
[Duràn mimò una masturbazione durante l'incontro]
Avevo i crampi allo stomaco per l'indigestione. Troppo cibo. Dopo mi venne da piangere dal dolore, mi portarono all'ospedale. All'ottava ripresa avevo perso ogni interesse. Girai la schiena e me ne andai.
Roberto Duran
Frasi di Roberto Duran
Falce martello e la stella d'Italia
|
ornano nuovi la sala. Ma quanto
|
dolore per quel segno su quel muro!
|
|
Esce, sorretto dalle grucce, il Prologo.
|
Saluta al pugno; dice sue parole
|
perché le donne ridano e i fanciulli
|
che affollano la povera platea.
|
Dice, timido ancora, dell'idea
|
che gli animi affratella; chiude: "E adesso
|
faccio come i tedeschi: mi ritiro".
|
Tra un atto e l'altro, alla Cantina, in giro
|
rosseggia parco ai
bicchieri
l'amico
|
dell'uomo, cui rimargina ferite,
|
gli chiude solchi dolorosi; alcuno
|
venuto qui da spaventosi esigli,
|
si scalda a lui come chi ha freddo al sole.
|
|
Questo è il Teatro degli Artigianelli,
|
quale lo vide il poeta nel mille
|
novecentoquarantaquattro, un giorno
|
di Settembre, che a tratti
|
rombava ancora il canone, e Firenze
|
taceva, assorta nelle sue rovine.
|
|
(Dal Canzoniere, cit.)
|
|
|
Il torrente
|
|
Tu così avventuroso nel mio mito,
|
così povero sei fra le tue sponde.
|
Non hai, ch'io veda, margine fiorito.
|
Dove ristagni scopri cose immonde.
|
|
Pur, se ti guardo, il cor d'ansia mi stringi,
|
o torrentello.
|
Tutto il tuo corso è quello
|
del mio pensiero, che tu risospingi
|
alle origini, a tutto il fronte e il bello
|
che in te ammiravo; e se ripenso i grossi
|
fiumi, l'incontro con l'avverso mare,
|
quest'acqua onde tu appena i piedi arrossi
|
nudi a una lavandaia,
|
la più pericolosa e la più gaia,
|
con isole e cascate, ancor m'appare;
|
e il poggio da cui scendi è una montagna.
|
|
Sulla tua sponda lastricata l'erba
|
cresceva, e cresce nel ricordo sempre;
|
sempre è d'intorno a te sabato sera;
|
sempre ad un bimbo la sua madre austera
|
rammenta che quest'acqua è fuggitiva,
|
che non ritrova più la sua sorgente,
|
né la sua riva; sempre l'ancor bella
|
donna si attrista, e cerca la sua mano
|
il fanciulletto, che ascoltò uno strano
|
confronto tra la vita nostra e quella
|
della corrente.
Umberto Saba
Titolo della poesia:
Teatro degli Artigianelli
Frasi di Umberto Saba
Fino a pochi anni fa, il bar era luogo di sedentari, la cui unica attività fisica era il sollevamento di
bicchieri
, boccette o mazzi di carte. Ma soprattutto negli ultimi anni, è diventato il centro di smistamento di tutta una serie di attività sportive contrassegnate dall'abbigliamento specializzato e da un'assoluta dedizione. Ecco alcuni dei più comuni atleti da bar.
Stefano Benni
Cit. da
Bar Sport Duemila
Frasi di Stefano Benni
Ah! Allora, lo vedo, la regina Mab è venuta a trovarti.
Essa è la levatrice delle fate, e viene,
in forma non più grande di un'agata
all'indice di un dignitario,
tirata da una muta di piccoli atomi,
lungo il naso degli uomini, mentre sono addormentati.
Con esili zampe di ragno son fatti i raggi delle ruote del suo carro;
ali di cavallette per mantice,
la ragnatela la più sottile per tirelle;
brina di raggi di luna per pettorali,
osso di grillo per manico della frusta, un filamento sottilissimo per sferza;
un moscerino di grigia livrea è il cocchiere,
grosso appena metà di un piccolo verme tondo,
estratto con uno spillo dal pigro dito di una fanciulla.
Un guscio di nocciola per cocchio,
scavato dallo scoiattolo falegname o da una vecchia larva,
da tempo immemorabile son essi i carrozzieri delle fate.
Così messa Mab cavalca notte dopo notte,
attraversa la mente degli innamorati facendoli, così, sognar l'amore;
o anche le rotule dei cortigiani che nel sogno si inchinano in salamelecchi;
o sulle dita degli avvocati perché sognino laute parcelle;
talvolta sulle labbra delle dame così che sognino d'esser baciate,
e spesso, quando irritata dai loro aliti guasti per i troppi dolci, Mab vi lascia delle pustole.
Talvolta galoppa lungo il naso di un cortigiano,
così che senta, in sogno, l'odore d'una petizione a pagamento;
talaltra solletica il naso di un prevosto col crine d'un porcello della decima,
inducendolo a sognare un altro benefizio parrocchiale.
A volte le capita di passare lungo il collo di un soldato,
e quindi il sogno è tutto un tagliare forestieri gargarozzi,
di brecce, di imboscate, di lame spagnole, e di brindisi con enormi, colmi,
bicchieri
;
poi, all'improvviso, un tamburo rulla nell'orecchio si sveglia e salta su di botto,
e dopo avere smoccolato per la paura una bestemmia o due,
riprende a dormire morto di sonno. Questa è la vera Mab
che nella notte intreccia le criniere dei cavalli
e fa con i loro crini dei nodi magici
che portano sventura a chi li prova a districare.
È questa la strega, che quando le pulzelle giacciono supine,
le pressa perché imparino a "portare"
così che imparino a essere donne di "buon portamento".
Questa è lei.
[Mercuzio: atto I, scena IV]
William Shakespeare
Cit. da
Romeo e Giulietta
Frasi di William Shakespeare
La strada
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si riempì di pomodori,
|
mezzogiorno,
|
estate,
|
la luce
|
si divide
|
in due
|
metà
|
di un pomodoro,
|
scorre
|
per le strade
|
il succo.
|
In dicembre
|
senza pausa
|
il pomodoro,
|
invade
|
le cucine,
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entra per i pranzi,
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si siede
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riposato
|
nelle credenze,
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tra i
bicchieri
,
|
le matequilleras
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la saliere azzurre.
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Emana
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una luce propria,
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maestà benigna.
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Dobbiamo, purtroppo,
|
assassinarlo:
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affonda
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il coltello
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nella sua polpa vivente,
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è una rossa
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viscera,
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un sole
|
fresco,
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profondo,
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inesauribile,
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riempie le insalate
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del Cile,
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si sposa allegramente
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con la chiara cipolla,
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e per festeggiare
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si lascia
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cadere
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l'olio,
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figlio
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essenziale dell'ulivo,
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sui suoi emisferi socchiusi,
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si aggiunge
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il pepe
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la sua fragranza,
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il sale il suo magnetismo:
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sono le nozze
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del giorno
|
il prezzemolo
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issa
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la bandiera,
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le patate
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bollono vigorosamente,
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l'arrosto
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colpisce
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con il suo aroma
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la porta,
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è ora!
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andiamo!
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e sopra
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il tavolo, nel mezzo
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dell'estate,
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il pomodoro,
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astro della terra,
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stella
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ricorrente
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e feconda,
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ci mostra
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le sue circonvoluzioni,
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i suoi canali,
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l'insigne pienezza
|
e l'abbondanza
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senza ossa,
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senza corazza,
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senza squame né spine,
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ci offre
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il dono
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del suo colore focoso
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e la totalità della sua freschezza.
Pablo Neruda
Titolo della poesia:
Ode al pomodoro
Frasi di Pablo Neruda
Il fenomeno twitter permette a certa gente, in fondo, di essere in contatto con gli altri, benché abbia una natura leggermente onanistica ed escluda la gente da tanti contatti faccia a faccia. Crea però da un lato un fenomeno anche positivo, pensiamo a cose che succedono in Cina o a Erdogan in Turchia. È stato anche un movimento di opinioni. Qualcuno ha detto se ci fosse stato internet ai tempi di Hitler, i campi di sterminio non sarebbero stati possibili perché la notizia si sarebbe diffusa viralmente. Ma d'altro canto
[...]
dà diritto di parola a legioni di imbecilli, i quali prima parlavano solo al bar dopo due o tre
bicchieri
di rosso e quindi non danneggiavano la società.
[...]
Sono della gente che di solito veniva messa a tacere dai compagni
[...]
e che adesso invece ha lo stesso diritto di parola di un premio Nobel.
[...]
Credo che dopo un poco si crei una sindrome di scetticismo, la gente non crederà più a quello che gli dice Twitter. All'inizio è tutto un grande entusiasmo, a poco poco a poco dice: chi l'ha detto? Twitter. Allora tutte balle.
Umberto Eco
Frasi di Umberto Eco
[Hitch è al bancone e guarda una bella donna - Sara Melas - seduta da sola ad uno dei tavolini. Nel locale le luci sono basse ma si capisce comunque che non deve essere una ragazza facile da avvicinare, molto avvenente ma imperscrutabile. Il cameriere gli dice cosa lei beve di solito, tuttavia quella sera ha preso qualcosa di più forte. Hitch va verso di lei con due
bicchieri
di Grey Goose ma un altro uomo avvenente con un bicchiere di Grey Goose si siede in fronte a lei, un istante prima che Hitch arrivi, e tenta di instaurare una conversazione con scarso successo]
Chip
: Salve. Ho visto che il tuo bicchiere scendeva di livello, mi sono preso la libertà di portarti un altro Martini alla mela.
Sara
: Grazie.
Chip
: Poi ho notato che tu assomigli un sacco alla mia prossima fidanzata.
[Lei sorride e appoggia il suo drink sul tavolo]
Sara
: Come ti chiami?
Chip
: Mi chiamano Chip.
Sara
: Ah! E non riesci a farli smettere?!
[Hitch che si è seduto di spalle a poca distanza, ascolta e ride]
Chip
: Sei spiritosa.
Sara
: Senti Chip, lo so quanto coraggio richiede attraversare un locale simile e stabilire un rapporto basato sul niente, quindi non prenderla come un fatto personale.
Chip
: Lo sai che hai dei fantastici occhi?
[Hitch, sempre di spalle, abbassa le palpebre come a criticare le banalità del tentativo di approccio di Chip]
Sara
: Grazie, cerca di ascoltare. Io non ho niente contro di te, solo che non sono interessata. Però grazie, è un complimento che tu ci abbia provato.
Chip
: Ah. Figurati. Ti piace la cucina cubana?
Sara
: Chip, sul serio, il sottinteso non era "vorrei che continuassi così".
Chip
: Ma tu sei sempre così timorosa e chiusa che l'uomo giusto possa farti sentire...
[Hitch iterviene e appoggia la mano sulla spalla di Chip]
Hitch
: ...Sentire una vera donna? Scusa il ritardo, amore. Non trovavo un taxi. Com'è andata la riunione?
Sara
: Oh, beh. C'è stato un inizio, uno svolgimento e una fine. E' stato un piacere, Chip.
[Chip guarda prima Hitch, poi Sara. Offeso e infastidito risponde]
Chip
: Altrettanto.
Hitch
: Da un certo punto di vista è molto difficile per un uomo anche solo pensare di avvicinarsi a una donna come lei, ma perché la cosa deve crearle un problema?
Sara
: Cioè la vita è dura per tutti quanti?
Hitch
: Beh, non se si fa attenzione.
[Hitch prende il bicchiere vuoto e lo posa sul vassoio della cameriera, poi si siede vicino a lei]
Hitch
: Cioè lei ha tutti i segnali giusti: niente orecchini, tacchi quasi spianati, capelli tirati indietro, porta occhiali da lettura ma non ha un libro e beve un Grey Goose, il che vuol dire che ha avuto una settimana dura e una birra non poteva bastare. E se non fosse ancora chiaro basta il "vaffanculo" che porta stampato in fronte.
[Lei ride]
Hitch
: Perché chi può credere che esista un uomo in grado di sedersi accanto ad una donna che non conosce e seriamente interessarsi a chi è, che cosa fa senza nessun secondo fine?
Sara
: Io non riesco nemmeno a immaginarmi com'è. E che cosa direbbe un tipo del genere?
Hitch
: Beh, direbbe: mi chiamo Alex Hitchens e sono un consulente. Ma a lei non interesserebbe perché probabilmente non vede l'ora che lui si tolga dai piedi.
Sara
: Ritenendo che pure lui è come tutti gli altri.
Hitch
: Il che, come la vita le ha insegnato, è una virtuale certezza. Ma poi lui le chiederebbe come si chiama e cosa fa per vivere e lei potrebbe mandarlo al diavolo o potrebbe dire...
[Lei è titubante, ma poi risponde]
Sara
: Mi chiamo Sara Melas, tengo la rubrica pettegolezzi sullo Standard.
[Si sporge verso di lui cambiando tono]
Sara
: E allora lui farebbe tante domande intelligenti perché è seriamente ancorché insolitamente interessato.
Hitch
: No.
Sara
: No?
Hitch
: Sarebbe interessato...
Sara
: Aaah...
Hitch
: Ma capirebbe che non c'è nessun modo al mondo di poterla convincere che fa sul serio.
Sara
: Beh potrebbe essere spiritoso, affascinante, piacevolmente originale.
Hitch
: Non aiuterebbe.
Sara
: Non è odioso quando succede così?
Hitch
: Non direi. Probabilmente i due continuerebbero a vivere la loro vita come la vivevano prima e penso anche che se la caverebbero. E' stato un piacere conoscerti Sara Melas.
[Lui se ne va. Arriva subito la cameriera]
Cameriera
: Un Grey Goose da parte del signore che è appena uscito.
Dal film:
Hitch - Lui si che capisce le donne
Scheda film e trama
Frasi del film
Il professore della Facoltà di Psicologia fa il suo ingresso in aula. Il suo corso è uno dei più frequentati. Prima che inizi la lezione c'è un gran vociare tra gli studenti che, riuniti a piccoli gruppi, parlano tra loro.
Il professore tiene in mano un bicchiere d'acqua. Nessuno nota questo dettaglio finché il professore, sempre con il bicchiere d'acqua in mano, inizia a girovagare tra i banchi dell'aula. Il professore cammina, incrocia gli sguardi dei ragazzi, ma rimane in silenzio.
Gli studenti si scambiano sguardi divertiti, ma non sono sorpresi. Qualcuno pensa che il gesto serva a introdurre una lezione sull'ottimismo e sul classico esempio del bicchiere mezzo pieno, o mezzo vuoto.
Il professore, invece, si ferma, e domanda ai suoi studenti:
- "
Secondo voi quanto pesa questo bicchiere d'acqua?
"
Gli studenti sembrano un po' spiazzati dalla domanda, ma in molti rispondono ipotizzando un peso compreso tra i 200 e i 300 grammi.
- "
Il peso assoluto del bicchiere d'acqua è irrilevante
" - risponde il professore - "
Ciò che conta davvero, è per quanto tempo lo tenete sollevato!
"
Felice di aver catturato l'attenzione dei suoi studenti, il professore continua:
- "
Sollevatelo per un minuto, e non avrete problemi!
Sollevatelo per un'ora, e vi ritroverete un braccio dolorante...
Sollevatelo per un'intera giornata, e vi ritroverete un braccio paralizzato!
"
Gli studenti continuano ad ascoltare attentamente il loro professore di psicologia:
- "
In ognuno di questi tre casi il peso del bicchiere non è cambiato!
Eppure, più il tempo passa, più il bicchiere sembra diventare pesante...
Lo stress e le preoccupazioni, sono come questo bicchiere d'acqua.
Piccole o grandi che siano, ciò che conta è quanto tempo dedichiamo loro.
Se dedichiamo ad esse il tempo minimo indispensabile, la nostra mente non ne risente.
Se iniziamo a pensarci più volte durante la giornata, la nostra mente inizia ad essere stanca e nervosa.
Se pensiamo continuamente alle nostre preoccupazioni, la nostra mente si paralizza!
"
Il professore capisce, di avere la completa attenzione dei suoi studenti, e decide di concludere il suo ragionamento:
- "
Per ritrovare la serenità, dovete imparare a lasciare andare lo stress e le preoccupazioni.
Dovete imparare a dedicare loro il minor tempo possibile, focalizzando la vostra attenzione su ciò che volete, e non su ciò che non volete!
Dovete imparare a mettere giù il bicchiere d'acqua!
"
Morale: Non affannatevi, dunque, per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno, basta la sua pena!
[dal vangelo di Matteo 6,34]
Da:
Il peso di un bicchiere d'acqua
Contemporaneamente i militari hanno proibito i capelli lunghi, le minigonne, Sofocle, Tolstoj, Mark Twain, Euripide, spezzare i
bicchieri
alla russa, Aragon, Trotskij, scioperare, la libertà sindacale, Lurcat, Eschilo, Aristofane, Ionesco, Sartre, i Beatles, Albee, Pinter, dire che Socrate era omosessuale, l'ordine degli avvocati, imparare il russo, imparare il bulgaro, la libertà di stampa, l'enciclopedia internazionale, la sociologia, Beckett, Dostojevskij, Cechov, Gorki e tutti i russi, il "chi è?", la musica moderna, la musica popolare, la matematica moderna, i movimenti della pace, e la lettera "Ζ" che vuol dire "è vivo" in greco antico.
[explicit]
Voce narrante
Dal film:
Z - L'orgia del potere
Scheda film e trama
Frasi del film
Siamo negli anni Sessanta: siamo in piena rivoluzione sessuale... Dai! E poi che cosa è successo? Capita... no? La luna, la spiaggia... e un
bicchieri
no di troppo... ma sì, perché capisco anche quello, un
bicchieri
no di troppo. Ueh, cosa c'è di strano? Quello che conta sono i sentimenti, l'affetto, le cose che contano. Eh, dai, tre anni di sentimenti e di affetto ‐ cosa fai? ‐ li butti via per una str... ata simile? Nooo! Son cose che vanno capite, capite e superate... Eh! E io... io sono uno che capisce... Io capisco e... supero!
[prima di tentare il suicidio, buttandosi in mare con un grosso masso legato al collo, dopo il tradimento di Selvaggia con Fulvio]
Gianni
Dal film:
Sapore di mare 2 - Un anno dopo
Scheda film e trama
Frasi del film
Billo
: Ciao Felice.
Barista
: Ciao.
Billo
: Dammi una birra va... Com'è che diceva Don Backy? "Ancora una volta abbiamo rimasti soli"?
Barista
: Eh sì, quando partono i clienti c'è sempre un po' di malinconia, come quando finisce una festa e restano solo i
bicchieri
da lavare. Varda là: adesso comincia anca a nevegar!
Dal film:
Vacanze di Natale
Scheda film e trama
Frasi del film
Felix
: Sapete che fanno i
bicchieri
bagnati.
Oscar
: Lasciano dei piccoli cerchi sul tavolo.
Felix
: Eh, dei piccoli cerchi sul tavolo.
Oscar
: E noi non vogliamo i cerchi sul tavolo.
Dal film:
La strana coppia
Scheda film e trama
Frasi del film
Django "Freeman"
: Ma che dentista siete?
Dr. King Schultz
:
[Ride]
Nonostante il carro, non esercito l'odontoiatria da cinque anni. In questo periodo esercito una nuova professione: cacciatore di taglie. Sai cos'è un cacciatore di taglie?
Django "Freeman"
: No.
Dr. King Schultz
: Ebbene. Come il traffico degli schiavi commercia in vite umane per denaro, un cacciatore di taglie commercia in cadaveri ...Cappello
[Django toglie il capello dal tavolo]
Prouf!
[Alzano i
bicchieri
]
Lo Stato piazza una taglia sulla testa di uomo, io cerco quell'uomo, trovo quell'uomo, uccido quell'uomo e dopo che l'ho ucciso trasporto il cadavere di quell'uomo fino alle autorità. Il che a volte è più facile a dirsi che a farsi. Espongo il cadavere alle autorità, come prova che ebbene sì l'ho realmente ucciso e a quel punto le autorità mi pagano la taglia. Quindi come lo schiavismo è un commercio: carne per contanti.
Django "Freeman"
: Cos'è una taglia?
Dr. King Schultz
: E' come una ricompensa.
Django "Freeman"
: Uccidi uomini e ti ricompensano pure?
Dr. King Schultz
: Oh certi uomini, sì.
Django "Freeman"
: Uomini cattivi?
Dr. King Schultz
: Ah-ah! Più sono cattivi e più mi ricompensano. Il che mi conduce da te; e devo ammettere che mi si pone un dilemma quando si arriva a te. Da un lato io disprezzo la schiavitù, ma dall'altro lato mi serve il tuo aiuto e se non sei nella posizione di rifiutare, tanto meglio. Quindi permetterò che questa pagliacciata della schiavitù vada a mio beneficio; però chiarito questo, mi sento in colpa. Quindi mi piacerebbe che trovassimo un accordo tra gentiluomini.
Dal film:
Django Unchained
Scheda film e trama
Frasi del film
Ci sono strade segrete in America, strade occulte.
[...]
È nel modo in cui i
bicchieri
ni di plastica e i pacchetti di sigarette accartocciati corrono sull'asfalto spinti dal vento che precede l'alba. È nell'adolescente dall'altra parte della strada, seduto sul gradino di una veranda alle quattro e mezzo di notte con la testa posata sulle braccia, una silenziosa immagine di dolore. Le strade segrete sono vicine e vi parlano sussurrando. "Vieni amico", dicono. "Qui è dove puoi dimenticare ogni cosa, anche il nome che ti hanno affibbiato quando non eri che un bebè nudo e urlante ancora sporco del sangue di tua madre. Ti hanno affibbiato un nome come si lega un barattolo alla coda di un cane, vero? Ma qui non c'è bisogno che te lo trascini dietro. Vieni. Avanti."
Stephen King
Cit. da
I lupi del Calla
Frasi di Stephen King
Falce martello e la stella d'Italia
|
ornano nuovi la sala. Ma quanto
|
dolore per quel segno su quel muro!
|
|
Esce, sorretto dalle grucce, il Prologo.
|
Saluta al pugno; dice sue parole
|
perché le donne ridano e i fanciulli
|
che affollano la povera platea.
|
Dice, timido ancora, dell'idea
|
che gli animi affratella; chiude: "E adesso
|
faccio come i tedeschi: mi ritiro".
|
Tra un atto e l'altro, alla Cantina, in giro
|
rosseggia parco ai
bicchieri
l'amico
|
dell'uomo, cui rimargina ferite,
|
gli chiude solchi dolorosi; alcuno
|
venuto qui da spaventosi esigli,
|
si scalda a lui come chi ha freddo al sole.
|
|
Questo è il Teatro degli Artigianelli,
|
quale lo vide il poeta nel mille
|
novecentoquarantaquattro, un giorno
|
di Settembre, che a tratti
|
rombava ancora il canone, e Firenze
|
taceva, assorta nelle sue rovine.
Umberto Saba
Titolo della poesia:
Teatro degli Artigianelli
Frasi di Umberto Saba
I
bicchieri
: 5 calici sfasati sulla sinistra, altri 5 sfasati sulla destra: da quale parte bere?
Voce Narrante
Dal film:
Il secondo tragico Fantozzi
Scheda film e trama
Frasi del film
Per cinquantamila lire comperò nell'ordine: una forchettina di plastica, un coltellino di plastica, stuzzicadenti di plastica, un
bicchieri
no di plastica, un'ala di pollo... di plastica, ... e una mela bacata.
[Fantozzi durante il viaggio in treno verso Ortisei]
Voce Narrante
Dal film:
Fantozzi contro tutti
Scheda film e trama
Frasi del film
Nessuno, come gli italiani, sa organizzare così bene le tempeste dentro ai
bicchieri
d'acqua.
Paolo Sorrentino
Cit. da
Hanno tutti ragione
Frasi di Paolo Sorrentino
[Nella macchina di Lowry]
Det. Mike Lowry
: Fa' attenzione a non far cadere quello schifo, ok?
Det. Marcus Burnett
: Ehi, senti, d-dove sono i poggia
bicchieri
?
Det. Mike Lowry
: Non ci sono.
Det. Marcus Burnett
: C-che vuol dire che non ci sono? 80mila dollari per una macchina senza poggia
bicchieri
?
Det. Mike Lowry
: Ne costa 105mila di dollari e si da il caso che sia una delle macchine di serie più veloci del pianeta. Va da 0 a 100 in 4 secondi, tesoro. È una serie limitata.
Det. Marcus Burnett
: Puoi dirlo forte che è limitata! Niente poggia
bicchieri
, niente sedili posteriori. È un cazzo metallizzato a 2 posti. E tu e io siamo i coglioni che se lo trascinano dietro!
Dal film:
Bad Boys
Scheda film e trama
Frasi del film
Era stata una brutta serata e quando cercò di tornare a casa ebbe un diverbio terribile con la sua auto. "Signora Garden, lei non è in condizione di guidare. Prego, inserisca l'auto-autopilota e si distenda sul sedile posteriore." Pete Garden restò seduto al posto di guida e disse con tutta la chiarezza di cui era capace: "Senti, posso guidare. Un
bicchieri
no, anzi due o tre, mi rendono più vigile. Perciò piantala con queste fesserie." Premette il bottone dello starter, ma non accadde nulla. "E parti, per la miseria!"
Philip K. Dick
Cit. da
I giocatori di Titano ‐ Incipit
Frasi di Philip K. Dick
Watson
: Beve un liquido
[formaldeide]
per l'imbalsamazione?
Holmes
: Sì! Ne vuole un
bicchieri
no?
Watson
: Lei sembra alquanto...
Holmes
: Eccitato?
Watson
: Frenetico.
Holmes
: Lo sono!
Watson
: Direi quasi...
Holmes
: Estatico?
Watson
: Psicotico. Dovrei darle un sedativo.
Dal film:
Sherlock Holmes - Gioco di ombre
Scheda film e trama
Frasi del film
Adesso so perché i travestiti bevono in
bicchieri
tanto grandi: così le loro mani sembrano più piccole.
Marion
Dal film:
Priscilla, la regina del deserto
Scheda film e trama
Frasi del film
In compagnia di un buon amico mille
bicchieri
di vino e mille parole non bastano, ma davanti a un nemico mezza frase è fin troppo.
Proverbio cinese
Proverbi cinesi
Ognuno deve credere in qualcosa: io credo che mi berrò un altro
bicchieri
no.
[Filosofia di Steele]
Arthur Bloch
Frasi di Arthur Bloch
Leonard
[trovando Teddy nella sua macchina, gli mette le mani addosso]
: Chi c. sei?!?
Teddy
: Teddy! Il tuo amico!
Leonard
: Provalo!
Teddy
: Sammy, ti ricordi di Sammy, mi hai parlato di Sammy!
[Leonard lo lascia]
Oh, Cristo.
Leonard
: Che c. ci fai nella mia macchina??
Teddy
: Persa la memoria, perso il senso dell'umorismo, eh? Almeno lo sai perché sei qui?
Leonard
: Devo finire un lavoro.
Teddy
: Lenny, cerca di ascoltarmi. Qui non hai più nessun lavoro da finire, credimi. Sei ancora qui per Natalie.
Leonard
: Chi è Natalie?
Teddy
: Idiota, come "chi è Natalie"?! Sei appena uscito da casa sua!
[Leonard prende le sue foto]
Oh, da' un'occhiata alle foto, perfetto. Vedrai che la trovi la sua.
[sarcastico]
Ohh, che bella foto artistica. Scrivici un appunto: non fi darti di lei.
Leonard
: Ah si? E perché?
Teddy
: Perché ormai ti conosce, ha visto questo vestito, ha visto questa macchina, e sta cominciando a pensare a come sfruttare la situazione a suo vantaggio. È già riuscita a portarti a casa sua. Oh, Cristo Santo, te ne devi andare. Ti do l'indirizzo di un albergo. Per fortuna ci sono io. Quella significa rogne.
Leonard
: E perché significa rogne?
Teddy
: È roba di droga.
[prende i sotto
bicchieri
del bar dove lavora Natalie]
Ok, guarda questi, li vedi questi? Questo è il bar dove lei lavora. Il suo ragazzo è uno spacciatore; lei prende ordini da lui per gli abboccamenti, lui le scrive i messaggi sul retro di questi, e lei gli passa le risposte quando gli serve da bere.
Leonard
: E io che centro?
Teddy
: Perché scoppierà il casino prima o poi, e lei userà te per proteggersi.
Leonard
: Da chi?
Teddy
: Da quelli che vogliono sapere cos'è successo al suo ragazzo, da chi vorrà saperlo da lei. Qualcuno deve pagare, Lenny. Qualcuno paga sempre, e lei farà in modo che sia tu.
Leonard
: Ah si? Beh, forse potresti essere tu. È così? hai paura che mi metta contro di te?
Teddy
: No.
Leonard
: Perché no?
Teddy
: Perché lei non sa chi sono.
Leonard
: Perché mi segui sempre?
Teddy
: Forse ti voglio aiutare. Lei non sa niente della tua indagine, ok, Einstein? Allora scriviti questo: quando lei ti offrirà il suo aiuto lo farà solo per il suo interesse. Non ti sto mentendo. Prendi la mia penna e scrivi questa frase: "non ti fidare di lei".
Leonard
: ...Ecco. Sei contento ora?
Teddy
: Non lo sarò finché non lascerai la città.
Leonard
: Perché?
Teddy
: Secondo te quanto tempo ci vorrà prima che qualcuno cominci a fare domande?
Leonard
: Quali domande?
Teddy
: È semplice, le stesse che dovresti fare a te stesso...
Leonard
: Quali?!
Teddy
: Ad esempio, come hai avuto questa macchina?
Leonard
: L'ho comprata.
Teddy
: Con quali soldi?
Leonard
: Quelli dell'assicurazione. Mia moglie aveva un'assicurazione sulla vita.
Teddy
: Ohh, per consolarti hai annegato il tuo dolore da un rivenditore di Jaguar, vero? Non ci sei proprio, eh? Non sai nemmeno chi sei.
Leonard
: Sì, invece lo so. La mia non è amnesia. Mi ricordo tutto fino all'incidente. Sono Leonard Shelby, sono di San Francisco...
Teddy
: Questo è quello che eri. Tu non sai chi sei adesso. Chi sei diventato dopo l'incidente. Te ne vai in giro giocando a fare il detective, ma non sai nemmeno quanto tempo fai successo. Spiegami una cosa: portavi vestiti firmati quando vendevi polizze?
Leonard
: Io non vendevo polizze, facevo indagini.
Teddy
: Giusto, facevi indagini. Forse dovresti cominciare a indagare un po' su te stesso.
Leonard
[sarcasrtico]
: Oh, grazie per il consiglio.
Teddy
: Senti, fammi un favore, non tornare là dentro. Prova ad andare in questo albergo.
[Teddy gli dà il distintivo del Discount Inn Hotel]
È stato uno spasso, Lenny
[Esce dalla macchina]
Leonard
[guardando il retro delle foto di Natalie e Teddy]
: Non fidarti di lei. Non credere alle sue bugie.
[cancella la scritta "non fidarti di lei" e prende il distintivo dell'Hotel]
Fanculo, meglio stare da solo.
Dal film:
Memento
Scheda film e trama
Frasi del film
La signora O'Neil
: Digli se si vogliono bere qualcosa.
Tommy
: Un
bicchieri
no me lo sparerei.
La signora O'Neil
: Qui non si spara a nessuno! Te lo dico chiaro e tondo.
Dal film:
Snatch - Lo strappo
Scheda film e trama
Frasi del film
Win Garano posa due
bicchieri
di plastica su uno dei tavoli da picnic di fronte alla John F. Kennedy School of Government. È un soleggiato pomeriggio di metà maggio e Harvard Square è piena di gente. Win si siede a cavalcioni su una panchina, accaldato e sudato: ha un completo Armani nero e scarpe di Prada nere, che ha comprato usati. Ha avuto la sensazione che il precedente proprietario fosse morto, perché la commessa dell'Hand Me Ups gli ha proposto quell'abbinamento per novantanove dollari sostenendo che era "praticamente nuovo". E dopo gli ha fatto vedere un'altra serie di abiti, scarpe, cinture, cravatte e persino calzini. Tutti firmati: DKNY, Hugo Boss, Gucci, Hermès, Ralph Lauren.
Patricia Cornwell
Cit. da
Al buio ‐ Incipit
Frasi di Patricia Cornwell
Non so se sono stato mai poeta | e non mi importa niente di saperlo | riempirò i
bicchieri
del mio vino | non so com'è però vi invito a berlo | e le masturbazioni cerebrali | le lascio a chi è maturo al punto giusto | le mie canzoni voglio raccontarle | a chi sa masturbarsi per il gusto.
Pierangelo Bertoli
Frasi di Pierangelo Bertoli
Quando la tristezza vuol far capolino sul vostro orizzonte, bevete un
bicchieri
no di vino di più, fregatevi le mani e canticchiate a bassa voce questa giaculatoria: Oggi è il giorno più giovane che mi rimane a godere. E quanti vorrebbero giungere dov'io son giunto!
Paolo Mantegazza
Frasi di Paolo Mantegazza
Se già sotto l'ale | Del nero cappello | Nel vin Cromuello
[Oliver Cromwell]
| Cercava il signor, | Ne' colmi
bicchieri
| Ricerco pur io | Men fiero un iddio, | Ricerco l'amor.
Giosuè Carducci
Frasi di Giosuè Carducci
Il Viaggiatore nel Tempo (sarà opportuno chiamarlo così) era intento a illustrarci un argomento molto oscuro. Gli occhi grigi brillavano vivaci; il volto, generalmente pallido, era acceso e animato. Il fuoco brillava allegro; il tranquillo riverbero delle luci incandescenti nei gigli d'argento colpiva le bollicine che apparivano e scomparivano nei nostri
bicchieri
. Le poltrone, brevettate da lui, ci abbracciavano e accarezzavano, senza cedere al peso del corpo; dominava quella piacevole atmosfera postprandiale, quando il pensiero vaga amabilmente libero dalle pastoie della precisione. E mentre ce ne stavamo lì seduti, in pigra ammirazione davanti all'ardore con cui illustrava il nuovo paradosso (tale lo consideravamo) e davanti alla sua eloquenza, così lui parlò sottolineando i punti principali con l'indice magro.
Herbert George Wells
Frasi di Herbert George Wells
La prima cosa che il commissario notò sopra la scrivania di Pasquano,'n mezzo a carte e fotografie di morti ammazzati, fu una guantera di cannoli giganti con allato 'na buttiglia di passito di Pantelleria e un
bicchieri
. Era cosa cognita che Pasquano era licco cannaruto di dolci. Si calò a sciaurare i cannoli: erano freschissimi. Allura si versò tanticchia di passito nel bicchiere, affirò un cannolo e principiò a sbafarselo talianno il paesaggio dalla finestra aperta. Il sole addrumava i colori della vallata, li staccava nettamente dall'azzurro del mare lontano. Dio, o chi ne faciva le veci, qua si stava addimostrando un pittore naïf. A filo d'orizzonte, uno stormo di gabbiani che se la fissiavano a fare finta di scontrarsi tra loro, in un virivirì di piacchiate, virate, cabrate che parivano 'na stampa e 'na figura con una squatriglia aerea acrobatica. S'affatò a taliarne le evoluzioni. Finito il primo si pigliò un secondo cannolo.
Andrea Camilleri
Frasi di Andrea Camilleri
Quando stavo con i Black Sabbath gli assoli erano così lunghi che all'Hammersmith Odeon potevo scendere dal palco, andare al pub vicino, bermi tre
bicchieri
di birra e tornare in tempo per la fine dell'assolo.
Ozzy Osbourne
Frasi di Ozzy Osbourne
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