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King Kong

Frasi del film

Nel nostro database ci sono 7 frasi relative al film King Kong. Leggile tutte.
Frasi di King Kong

Riassunto e trama del film King Kong

[da Wikipedia]

New York, 1933. Agli inizi della Grande Depressione, un arrogante regista di successo noto per i suoi documentari, Carl Denham (Robert Armstrong) (chiamato Carlo nel doppiaggio italiano), è sull'orlo della bancarotta e, per risollevare le sue sorti, cerca disperatamente una protagonista per il suo nuovo film. All'ennesimo fallimento del suo agente, Charles Weston (Sam Hardy), decide di cercare tra la gente comune la sua attrice; casualmente si imbatte in Ann Darrow (Fay Wray) (chiamata Anna nel doppiaggio italiano), bellissima, bionda e in gravi difficoltà economiche a cui propone una scrittura. Ann accetta e si imbarca verso la sospirata e promessa gloria su un'isola misteriosa, denominata Isola del Teschio, non segnata sulle carte. Nella ciurma ci sono il primo ufficiale Jack Driscoll (Bruce Cabot) (Jack Jò nel doppiaggio italiano), il Capitano Englehorn, il secondo ufficiale Briggs e il bombardiere Jimmy.

Dopo una lunga navigazione, la troupe giunge all'isola e vi sbarca proprio mentre degli indigeni stanno celebrando uno strano rituale tribale; gli stranieri non sono accolti al meglio e decidono di ritornare sulla nave. Durante la notte, gli indigeni, colpiti dalla capigliatura bionda di Ann, rapiscono la ragazza per offrirla in sacrificio al loro dio Kong, un gigantesco gorilla che vive al di là di una colossale muraglia.

Kong viene richiamato dal rullo dei tamburi e dal clangore dei gong e si mostra alla spaventatissima Ann in tutta la sua orribile e gigantesca statura; ma il gorilla, invece di uccidere la ragazza, la raccoglie delicatamente e la porta con sé nella foresta. Englehorn organizza un gruppo di uomini, formato da Jack, Jimmy, Carl e undici marinai, che cercheranno di raggiungere e liberare la ragazza, scontrandosi contro uno Stegosaurus, che viene tramortito. Giunti a una palude decidono di imbarcarsi su una zattera per attraversarla. Ma un Brontosaurus capovolge la zattera uccidendo tre marinai, mentre Denham, Jack e gli altri fuggono: uno dei marinai rimane però indietro rimanendo anch'egli ucciso dal dinosauro.

Denham, in coda alla fila, si ferisce e rimane indietro, impigliandosi tra i rami, mentre gli altri arrivano ad un precipizio che dovranno superare camminando su un tronco gigantesco, ma interviene il gorilla che uccide tutti i marinai, Jimmy compreso. Gli unici sopravvissuti sono Jack e Carl. Il gorilla tenta di uccidere anche Jack, che si era nascosto, ma in quel momento dal profondo della fossa esce un'iguana con solo due arti, aggrappata ad una liana che Jack riesce a tagliare facendo precipitare l'animale. Kong lo individua e tenta nuovamente di ucciderlo, quando Ann grida: un T. rex ha appena aggredito la ragazza, che viene prontamente salvata dallo scimmione che uccide il dinosauro.

Nel frattempo Jack, uscito dal suo nascondiglio, e Denham, liberatosi dai rami, prendono strade diverse: il regista, ferito, torna indietro mentre Driscoll, innamorato di Anna, segue il mostro fino alla sua tana. Proprio qui, Kong salva nuovamente Ann, questa volta da un serpentiforme Elasmosauro. In seguito lo scimmione spoglia Ann, incuriosito dalla carnagione chiara e dalla capigliatura bionda. In quel frangente Jack viene quasi scoperto ma, grazie all'intervento di uno Pterandonte, Kong viene distratto, salvando per l'ennesima volta Ann, che viene portata via da Jack. Ann e Jack vengono inseguiti da Kong infuriato, che sfonda la palizzata e travolge il villaggio, facendo strage di indigeni. Il gorilla viene però attirato dove il regista aveva fatto predisporre una trappola.

Lo scimmione, stordito dai gas lacrimogeni e imprigionato con pesanti catene, viene trasportato a New York e, qualche mese dopo, esibito in un teatro di Broadway come l'ottava meraviglia del mondo. Nel corso della presentazione, però, lo scimmione, infuriato dai lampi dei flash dei fotografi, riesce a fuggire e vaga alla ricerca della "sua amata" Ann, seminando panico, distruzione e morte nella città. Rapita nuovamente la ragazza, Kong raggiunge il punto più alto della città, l'Empire State Building, dove viene attaccato da una pattuglia di aerei biplani dell'aviazione. Colpito a morte, Kong riesce a deporre delicatamente Ann su un cornicione del grattacielo e ad abbattere uno dei biplani prima di precipitare nel vuoto, morendo.

Alla vista del cadavere dell'enorme scimmione la stampa inneggia alla "vittoria" dell'aviazione, simbolo della potenza americana, ma il regista Denham controbatte, dicendo quasi sconvolto e un po' rattristato "Oh no! Non sono stati loro... È stata la bellezza che ha sconfitto la Bestia."

Produzione

L'idea del film fu di Merian C. Cooper, cui venne parlando con l'esploratore scientifico del Museo americano di storia naturale W. Douglas Burden, che era rientrato da una piccola isola dell'Estremo Oriente dalla quale aveva portato il più grande rettile vivente mai trovato, il drago di Komodo.[7] Cooper adattò l'idea della spedizione rimpiazzando il rettile con un gorilla. Fece quindi vedere a David Selznick un lungometraggio non finito dal titolo Creation del 1931 dedicato alla vita nell'epoca dei dinosauri e il film Il mondo perduto (The Lost World, 1925), realizzati con la tecnica del passo uno, convincendo il produttore (insieme con Willis H. O'Brien) della bontà del loro progetto. Selznick acconsentì a realizzare una bobina di prova. Quando la bobina fu pronta si riunirono tutti gli azionisti della RKO e assistettero alla scena del rovesciamento del tronco di albero da parte di King Kong. Il regista e il produttore ottennero subito l'autorizzazione a procedere e il film entrò in lavorazione.

Alla sceneggiatura parteciparono il celebre romanziere Edgar Wallace, morto durante la lavorazione (da qui una controversia sul suo effettivo contributo), James Ashmore Creelman e Ruth Rose, moglie del regista Ernest B. Schoedsack.

La pellicola non solo è stata realizzata presso gli RKO Pictures, vennero sfruttati anche vari luoghi esterni fra Culver City e Los Angeles; in parte venne sfruttata anche New York, ma solo per le scene finali inerenti all'uccisione di King Kong sull'Empire State Building.

Effetti speciali

Lo scheletro snodabile del brontosauro usato nel film ed ancora oggi conservato al Museo dei Dinosauri a Blanding, Utah.
Nella realtà, Kong era un pupazzo articolato (non un uomo travestito da scimmia) alto circa 45 centimetri, con uno scheletro di acciaio ricoperto di lattice e pelliccia di coniglio.[2] Fu filmato, immagine per immagine, da Willis O'Brien e dalla sua équipe, su dei plastici rappresentanti la giungla e la città di New York, nelle cui riprese in tali ambientazioni furono usati dei pupazzi di Kong di diversa grandezza rispettiva di sei e otto metri.[8] La tecnica del passo uno era già utilizzata da più di un decennio, ma O'Brien e gli altri tecnici degli effetti speciali hanno saputo miscelarla per la prima volta con altre tecniche, come la retroproiezione e la proiezione miniaturizzata, per mettere gli attori in scene mai viste prima. Oltre a queste due tecniche, O'Brien ne utilizzò una terza, consistente nel filmare gli attori davanti ad uno schermo blu, che permetteva in seguito di inserirli in altre scene. Questa tecnica sarebbe stata utilizzata nella maggior parte dei film di questo genere, fino all'apparizione degli effetti digitali negli anni novanta.

Per le riprese in primo piano furono utilizzati anche numerosi accessori a grandezza naturale, come una mano articolata lunga 2,50 metri, un piede e una testa del mostro in grandezza naturale ricoperta da 40 pelli d'orso e manovrata da quattro (o, secondo altre fonti, sei) uomini all'interno, due busti di una cinquantina di centimetri ciascuno e uno anch'esso di grandezza naturale. Il ruggito di Kong fu ottenuto registrando quello di un leone, abbassato poi di un'ottava.

Durante la lavorazione fu girata anche una scena con degli insetti giganti, ma questa parte del film non fu inserita nella edizione finale, poiché intaccava troppo il ritmo del film.

Il successo di King Kong non è stato basato solo sulla tecnica. La storia del film è stata forte quanto gli effetti speciali, la cui qualità superò quella di tutti i film precedenti. Willis O' Brien ha saputo dare al mostro una personalità nella quale gli spettatori, almeno in parte, poterono identificarsi. L'amore che lega il gigante all'eroina dà al film un carattere tragico che ricorda la fiaba de La bella e la bestia.

Anno

1933 (91 anni fa)

Titolo originale

King Kong

Genere

Avventura, Fantastico

Durata

100 minuti (1 ora e 40 minuti)

Regia

Merian C. Cooper, Ernest B. Schoedsack

Film di Merian C. Cooper
Film di Ernest B. Schoedsack

Data di uscita

venerdì 13 ottobre 1933

Poster e locandina

Attori del film King Kong

Fay Wray nel ruolo di Ann Darrow
Robert Armstrong nel ruolo di Carl Denham
Bruce Cabot nel ruolo di Jack Driscoll
Frank Reicher nel ruolo di Cap. Englehorn
Sam Hardy nel ruolo di Charles Weston
Noble Johnson nel ruolo di Capo indigeno
Steve Clemente nel ruolo di Stregone
James Flavin nel ruolo di secondo ufficiale Briggs

Doppiatori italiani

Renata Marini nel ruolo di Ann Darrow
Gualtiero De Angelis nel ruolo di Carl Denham
Giorgio Capecchi nel ruolo di Jack Driscoll
Amilcare Quarra nel ruolo di Cap. Englehorn
Olinto Cristina nel ruolo di Charles Weston
Vinicio Sofia nel ruolo di secondo ufficiale Briggs

Sceneggiatura

James Ashmore Creelman, Ruth Rose

Soggetto

Merian C. Cooper, Edgar Wallace

Musiche

Max Steiner

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