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Dialogo dal film Sbatti il mostro in prima pagina

Giancarlo Bizanti: Tu sai quante copie tira Il Giornale, è vero?

Roveda: Cinquecentomila.

Bizanti: Tutta l'opinione che conta nel paese. Sì, gente che magari legge anche altri giornali, di altro colore, ma che alla fin fine si rivolge a noi, al Giornale, per sentire dalla sua voce una parola pacata e definitiva. E questa voce, Roveda, dev'essere sempre la stessa, dalla prima riga dell'editoriale all'ultimo annuncio economico.

Roveda: Sì, sono d'accordo.

Bizanti: Chi è il nostro lettore? È un uomo tranquillo, onesto, amante dell'ordine, che lavora, produce, crea reddito. Ma è anche un uomo stanco, Roveda, scoglionato. I suoi figli, invece di andare a scuola, fanno la guerriglia per le strade di Milano. I suoi operai sono sempre più prepotenti, il Governo non c'è, il Paese è nel caos. Apre Il Giornale per trovare una parola serena, equilibrata, e che cosa ci trova? Il tuo pezzo, Roveda. Ho copiato parola per parola il tuo occhiello e il tuo titolo: "Disperato gesto di un disoccupato. Si brucia vivo padre di cinque figli". Ora, io non sono Umberto Eco e non voglio farti una lezione di semantica applicata all'informazione, ma mi pare evidente che la parola "disperato" è gonfia di valori polemici. Se poi me lo unisci alla parola "disoccupato", "disperato disoccupato", beh, allora ci troviamo di fronte a una vera e propria provocazione.

Roveda: Ma...

Bizanti: Compiuta la quale, tu prendi questo pover'uomo di lettore e gli sbatti in faccia cinque orfani e un cadavere carbonizzato. No, dico, cosa vogliamo farne di questo pover'uomo di lettore, un nevrotico? Gli ha forse dato fuoco lui? Vogliamo vedere di rifare insieme questo titolo? Può capitare a tutti di sbagliare, no? Scrivi:"Drammatico suicidio". "Drammatico suicidio", due parole. "Di..." Cos'è, un calabrese, il poveretto?

Roveda: Sì...

Bizanti: Ecco, "...di un immigrato". "Immigrato", una parola sola, che contiene implicitamente il "disoccupato" e il "padre di cinque figli", ma dà anche un'informazione in più.

Roveda: Certo...

Bizanti: Il succo della notizia, la sintesi: il lettore apre Il Giornale, guarda, se gli va legge se non gli va tira via, ma senza la sensazione che gli vogliamo rompere i coglioni. Senza sentirsi lui responsabile di tutti i morti che ci sono ogni giorno nel mondo. Comunque il pezzo è eccellente. Sì, magari c'è qualche parolina in più, qualche aggettivo da limare, per esempio quel "licenziato".

Roveda:"Rimasto senza lavoro"...?

Bizanti:"Rimasto senza lavoro", bravo. Dacci dentro Roveda, che la stoffa c'è. Adesso lo ricopi, e lo porti direttamente in composizione. Vai.

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Breve trama del film

[da Wikipedia]
Milano. Nel clima teso della contrapposizione politica degli anni di piombo, nella redazione del quotidiano borghese e di destra Il Giornale [non è un riferimento quotidiano il Giornale, che verrà fondato nella realtà da Indro Montanelli due anni dopo], il redattore capo Giancarlo Bizanti, su invito della proprietà, segue gli sviluppi di un omicidio a sfondo sessuale di cui è rimasta vittima una studentessa, allo scopo di incastrare un militante della sinistra extraparlamentare e strumentalizzare politicamente la vicenda.

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