PDF GRATIS
Accedi
OK
Non ancora registrato?
Registrati
DOWNLOAD PDF
:
Registrati
e scarica le frasi degli autori in formato PDF. Il servizio è gratuito.
Toggle navigation
Sezioni
Temi
Frasi sul Natale
Frasi sui regali
Frasi sui doni
Frasi sulle sorprese
Frasi sul perbenismo
Frasi sulla gentilezza
Frasi sull'appartenenza
Frasi sulla nascita
Frasi sulle stelle
Frasi sulla neve
Indice dei temi
Tutti i temi (1334)
Frasi
Commenti alle frasi
Frasi belle
Frasi divertenti
Frasi bellissime
Frasi celebri
Frasi famose
La frase di oggi
Newsletter
Incipit
Epitaffi
Proverbi
Meme
Le frasi più lette
Le immagini più viste
I temi più visitati
Le frasi più lette ieri
Gli autori più letti
Le storie più lette
Le poesie più lette
I proverbi più letti
I film più visti
Le frasi dei film più lette
Frasi con immagini
Frasi belle con immagini
Frasi da condividere
Immagini per le storie Instagram
Immagini di copertina per Facebook
Frasi dei film
Le migliori di sempre
Frasi promozionali dei film
Elenco di tutti i film
Elenco film per genere
Elenco di tutti i registi
Incipit dei film
Frase film della settimana
Storie
La laurea della figlia e l'auto d'epoca
L'asino, la tigre e il colore dell'erba
Il destino e la Morte (Leggenda di Samarcanda)
Il cavaliere pentito
Perché quando si è arrabbiati si alza la voce
Correre attraverso la pioggia
Il lupo nero e il lupo bianco (leggenda Cherokee)
Il vaso di vetro, i sassi, la birra e le priorità della vita
Tutte le storie
Poesie
Autori
Arte
Cinema
Economia
Letteratura
Moda
Musica
Politica
Religione
Scienze
Sport
Storia
TV
Varie
Indice degli autori
Aforismi Magari - parte 4
Frasi trovate
:
998
La gente dovrebbe smettere di preoccuparsene
[sulla possibilità di non prendere sul serio la sua musica]
. Perché pensano per categorie, questo è serio, questo fa ridere, questo è sacro, questo è profano, ma non è più così. Un esempio è Pop X. O i Camillas, perché hanno partecipato a Italia's Got Talent. Tanti pensano siano demenziali, ma non è così. Dentro c'è tutto, la risata e la depressione. Non è che uno deve essere preso male per essere serio.
Magari
negli anni Sessanta funzionava così. Come gli Squallor. Anche se poi anche loro hanno detto un sacco di cose più serie di... boh, Gino Paoli. Perché una cosa divertente non può farti piangere? Guarda Woody Allen. O Troisi.
Edoardo D'Erme (Calcutta)
Cit. da
repubblica.it, intervista, 23 novembre 2015
Frasi di Edoardo D'Erme (Calcutta)
[Sulla gente che lo ferma per strada]
Può succedere che mi trovino un po' girato, e lì, allora, mi dicono che me la tiro. Ma se non mi va, che vuoi? Però, più che altro, il problema è quando ti chiedono una foto e se ne vanno senza dire niente. Lì penso: ma scusa, non ti presenti?; la vita funziona così, secondo te? Un po' mi girano. Almeno le buone maniere, altrimenti diventa un «ciao», «ciao», e basta: è disumanizzante.
Magari
lo fanno per timidezza, ma li esorterei a dire qualcosa.
Edoardo D'Erme (Calcutta)
Cit. da
iodonna.it, intervista, 25 maggio 2018
Frasi di Edoardo D'Erme (Calcutta)
Ho pensato di smettere, certo, è capitato, capiterà. Ma non credo avrò mai il coraggio di scappare. A volte ci penso, però: è un'immagine nel cervello che ogni tanto mi fa bene, mi calma. Perché mi dico che comunque quella possibilità c'è, di uscire dall'ingranaggio, di andarmene via da tutto senza dire niente a nessuno.
Magari
in qualche Paese senza estradizione. Mi dico: a mali estremi ho un estremo rimedio.
Edoardo D'Erme (Calcutta)
Cit. da
iodonna.it, intervista, 25 maggio 2018
Frasi di Edoardo D'Erme (Calcutta)
Le persone che vengono ai miei concerti vanno via sempre con dei grandi sorrisoni,
magari
con il mascara un po' colato. Ma c'è sempre un superamento del dolore. Tutti quelli che stanno male sono in empatia con me, e io con loro. Sanno che io sono il loro compagno ideale, in qualche modo si sentono riconosciuti e raccontati. Senza compatimento. Le cose brutte sono successe a tutti. Vedono in me il superamento del dolore.
Niccolò Fabi
Cit. da
vanityfair.it, intervista, 12 ottobre 2017
Frasi di Niccolò Fabi
Agente
: Temo che lei stia cercando il classico ago nel pagliaio. L'esplosione è stata talmente violenta che finora non siamo riusciti a mettere insieme granché.
Mulder
: Mi interessa qualsiasi cosa esuli dalla normalità.
Magari
proveniente dai locali del NFGE dove c'erano i corpi.
Agente
: Beh, non ci aspettavamo di trovare cadaveri, tra le macerie. Ora sono a Washington.
Mulder
: C'è altro rinvenuto in quei locali che Washington sta ancora aspettando?
Agente
: Dei frammenti ossei, sono usciti dal setaccio stamattina. Abbiamo pensato a un'altra vittima, ma poi si è saputo che provenivano da un sito archeologico nei dintorni.
Mulder
: Li avete esaminati?
Agente
: No, sono solo fossili, a quanto ci risulta.
Mulder
: Vorrei che li vedesse quella collega, se non le dispiace.
Agente
: Se sono a portata di mano, l'accontento volentieri.
Mulder
: Hai detto che non saresti venuta.
Scully
: Non era previsto. Oltretutto stanotte ho passato più di mezz'ora in una cella frigorifera. Ma ho studiato i campioni di sangue e di tessuto prelevati dal corpo del pompiere.
Mulder
: Cos'hai scoperto?
Scully
: Qualcosa che non potrei mostrare a nessuno. Non senza suscitare quel genere di attenzione che al momento tendo a evitare. Comunque, ciò che ha infettato le vittime è rivestito di uno strato proteinico che finora non avevo mai visto. La sua azione su di loro è stata estremamente rapida.
Mulder
: Com'è avvenuta l'infezione?
Scully
: Questo non lo so, ma a meno che non risponda ai trattamenti convenzionali potrebbe costituire una seria minaccia
Agente
: Sono solo fossili, come le ho detto. Erano lontani dall'epicentro dell'esplosione, non ne ricaverete granché.
Mulder
: La ringrazio. Ti spiacerebbe dare un'occhiata a questo reperto? Da quale località ha detto che provengono?
Agente
: Glielo faccio vedere sulla carta.
Bronschweig
: Voglio che tutte le regolazioni siano verificate e ricalibrate. Voglio una temperatura costante di due gradi sotto zero, quando trasferiremo il soggetto dopo la somministrazione del vaccino. È uscito!
Tecnico
: Come?
Bronschweig
: Ha abbandonato l'ospite. L'incubazione è terminata.
Tecnico
: Cosa c'è?
Bronschweig
: Aspetta. Lo vedo. Oh! Bontà divina.
Tecnico
: Lo vede ancora?
Bronschweig
: Sì. Altro che piccoli omini verdi. Ho bisogno di voi, quaggiù! Presto! Ho bisogno di aiuto! Ma cosa fate? Cosa fate? Oh, mio dio! Oh...
Dal film:
X-Files
Scheda film e trama
Frasi del film
Militare
: Documenti e nome del paziente.
Mulder
: Andiamo giù all'obitorio.
Militare
: È zona interdetta, al momento, salvo che per i sanitari autorizzati.
Mulder
: Su ordine di chi?
Militare
: Del generale McAddie.
Mulder
: Ha richiesto lui la nostra presenza. Siamo stati svegliati alle tre. Ci è stato detto di venire sùbito qui.
Militare
: A me non risulta niente.
Mulder
: Beh, chiama il generale.
Militare
: Ma non ho il numero.
Mulder
: Chiama il centralino e fattelo passare. Gesù, non sai neanche il numero del centralino?
Militare
: Cerco l'ufficiale di servizio.
Mulder
: Giovanotto, non abbiamo il tempo di cazzeggiare mentre tu fai sfoggio della tua ignoranza in materia di gerarchia. È un ordine del generale McAddie. Chiamalo. Mentre ti fai confermare l'autorizzazione, noi ci mettiamo al lavoro.
Militare
: Va bene,
magari
cominciate a scendere, io intanto chiedo conferma al generale.
Mulder
: Grazie. Da quando in qua i generali interdicono l'accesso agli obitori?
Scully
: Questo è uno dei pompieri che sono morti a Dallas?
Mulder
: Stando alla targhetta.
Scully
: E tu cosa vorresti scoprire?
Mulder
: Causa del decesso.
Scully
: Te lo posso dire io, senza neanche guardarlo. Lesioni multiple degli organi interni imputabili a deflagrazione a distanza ravvicinata. Mulder, gliel'hanno già fatta l'autopsia. Si vede benissimo da com'è stato impacchettato.
Mulder
: Corrisponde alla descrizione che hai letto?
Scully
: Oh, mio dio. Questo poveraccio ha i tessuti ridotti...
Mulder
: ... a gelatina.
Scully
: Si direbbe una disgregazione cellulare. Oh, ma è completamente edematoso. Qui non è stata eseguita nessun'autopsia. Non c'è incisione a Y, è chiaro che non l'hanno aperto.
Mulder
: In altre parole, quello che dice il referto è falso? Non è morto per una deflagrazione a distanza ravvicinata.
Scully
: Io non ti so dire che cosa ha ucciso quest'uomo, ma penso che nessuno te lo saprebbe dire. Mulder, tu sapevi già da prima che non è morto sul luogo dell'attentato.
Mulder
: Così mi è stato detto.
Scully
: Quindi secondo te è una copertura? Ma di che cosa?
Mulder
: Non ne ho idea. Ma ho il sospetto che quello che scoprirai si presti poco a essere catalogato o facilmente codificato.
Scully
: Mulder, aspetta. Un'autopsia richiede tempo, e prima o poi qualcuno si accorgerà che qui dentro non ci dovremmo stare, in teoria.
Mulder
: Ci accusano della morte di quest'uomo. Io gradirei sapere di cosa è morto. A te non interessa?
Radio
: Fermata alla Quindici in tre minuti.
Mulder
: Dovrebbe essere lì.
Radio
: 157 Capitol Avenue. 157 Capitol Avenue.
Detective
: Controlla bene. Puoi scommettere che quel porco tiene nascosto la sua riserva speciale in qualche doppio fondo. Smontate armadi, cassettiere, librerie. Non tralasciate niente. Scusi, lei. Desidera?
Mulder
: Abita qui il dottor Kurtzweil?
Detective
: Se vuole saperlo, ci sarà un motivo.
Mulder
: Sì, lo sto cercando.
Detective
: Se lo cerca, ci sarà un motivo.
Agente
: Anche qui è pieno di cassette.
Detective
: Lo stanno cercando anche i Federali. Bel commercio ha messo su, eh?
Mulder
: Cioè?
Detective
: Vendeva porno foto di bambini via internet. Lo cerca per qualche altra ragione?
Mulder
: Sì. Sì, avevo appuntamento per un'ecografia dell'utero. Hm.
Detective
: Ah, ah, ah, ah! Le faccio un colpo se prendiamo Kurtzweil?
Mulder
: No, non si disturbi.
Kurtzweil
: Ha visto che commedia? Qualcuno sa che ho parlato con lei.
Mulder
: No, almeno a sentire la polizia.
Kurtzweil
: Cos'è stavolta? Ancora pedofilia? Molestie sessuali a una paziente?
Mulder
: La vogliono screditare, perché?
Kurtzweil
: Perché sono pericoloso. Perché io conosco troppo bene la verità.
Mulder
: Ah, sì, quella spazzatura millenaristica che si diverte a scrivere.
Kurtzweil
: Conosce i miei saggi? Su Dallas avevo ragione, però.
Mulder
: Come faceva a saperlo?
Kurtzweil
: Sa dell'esistenza di un virus chiamato Hanta?
Mulder
: Sì, è un virus mortale diffuso parecchi anni fa dai topi selvatici negli Stati Uniti sudoccidentali.
Kurtzweil
: Secondo i giornali, il còmpito di impedire il diffondersi di un'epidemia venne affidato al NFGE, Nucleo Federale Gestione Emergenze. Lei ha idea di quali sono i suoi effettivi poteri? In caso di emergenza nazionale, l'NFGE autorizza la Casa Bianca a sospendere le garanzie costituzionali. Rifletta. Perché un organismo dotato di un potere pressoché assoluto si mobilita per combattere una modesta epidemia nelle campagne texane?
Mulder
: L'epidemia in realtà non era così modesta?
Kurtzweil
: No. Non si trattava di un'epidemia di virus Hanta.
Mulder
: Di che si trattava? Di che si trattava?
Kurtzweil
: In gioventù, quando eravamo ancora militari, io e suo padre venimmo reclutati per un progetto, finalizzato alla guerra biologica, ci dissero. Un virus.
Mulder
: Che cosa ha ucciso quegli uomini?
Kurtzweil
: Qualcosa a cui non crederebbero neanche i miei lettori. Qualcosa che sfugge a ogni umana comprensione. Qualcosa che quando si scatenerà avrà conseguenze oggi inimmaginabili.
Mulder
: Una pestilenza.
Kurtzweil
: La pestilenza che porrà fine a tutte le pestilenze. L'arma silenziosa di una guerra silenziosa. La sistematica inoculazione di un organismo incontrollabile, che non lascia scampo agli uomini che ne sono i portatori. Ci hanno lavorato sopra per cinquant'anni! Mentre il resto del mondo combatteva asiatici e comunisti, quella gente ha negoziato in tutta segretezza un'apocalisse preordinata!
Mulder
: E con chi l'avrebbe negoziata?
Kurtzweil
: Ci può arrivare anche da solo, no? La data è già stabilita. Un giorno festivo. La popolazione sarà lontana dalle proprie case. Il Presidente dichiarerà lo stato di emergenza, da quel momento tutti i ministeri e gli enti governativi passeranno sotto il controllo del Nucleo Federale Gestione Emergenze. Si insedierà il governo ombra.
Mulder
: E poi danno a me del paranoico.
Kurtzweil
: Torni sùbito a Dallas, agente Mulder, e indaghi. O scopriremo la verità insieme al resto degli Americani, quando sarà tardi.
Mulder
: Scully, sono io.
Scully
: Sì.
Mulder
: Perché bisbigli?
Scully
: Mulder, adesso non posso parlare.
Mulder
: Cos'hai trovato?
Scully
: Tracce evidenti di una massiccia infezione.
Mulder
: Che tipo di infezione?
Scully
: Non lo so.
Mulder
: Okay, sta' a sentire: ora vado a casa e prenoto un posto per Dallas. Prendo un biglietto anche per te.
Scully
: Mulder...
Mulder
: Ti prego. Ho bisogno di te, mi serve la tua consulenza.
Scully
: Domattina ho un'altra udienza a Washington.
Mulder
: Ti ci porterò in tempo, sta' tranquilla, e forse con delle prove che faranno scalpore.
Scully
: Non posso, non insistere! Mi sono già spinta molto al di là del ragionevole.
Mulder
: In questa storia di ragionevole c'è ben poco. Scully? Sei ancora lì? Scully! Scully!
Dal film:
X-Files
Scheda film e trama
Frasi del film
Da piccolo io andavo a catechismo, frequentavo l'oratorio, facevo lo scout e la domenica andavo a messa. Incontravo più volte gli stessi adulti e gli stessi bambini, con cui condividevo dubbi e curiosità. Oggi invece molti vanno a catechismo un'ora a settimana e tutto finisce lì. E io mi chiedo: se è considerato normale far fare sport a un bambino anche tre volte a settimana per irrobustire il suo fisico, perché non si dedica la stessa cura anche alla sua crescita spirituale? In palestra vedi i muscoli crescere, vedi i canestri che fai, ma se non alleni pure lo spirito è difficile che un bambino si soffermi a riflettere sul suo posto nel mondo e sul senso della vita. Per questo sono convinto che sia necessario andare a catechismo anche tre volte, coinvolgendo
magari
di più i genitori.
Massimiliano Ossini
Cit. da
famigliacristiana.it, intervista, 17 novembre 2017
Frasi di Massimiliano Ossini
Dobbiamo valorizzare il nostro patrimonio, dobbiamo tutelarlo, dobbiamo essere dei cani da guardia, e dobbiamo renderlo più fruibile. Il patrimonio è bello ma dev'essere anche vissuto, dev'essere conosciuto, a partire dalla scuola. Per me questa è una scommessa: dobbiamo iniziare a farlo il più presto possibile. Non esiste che i nostri ragazzi non sappiano cose fantastiche del posto in cui vivono,
magari
di una cosa che sta a tre chilometri da dove vivono e la scoprono quando hanno quarant'anni.
Alberto Bonisoli
Cit. da
finestresullarte.info, 3 giugno 2018
Frasi di Alberto Bonisoli
Mi impegno a dare ascolto alle esigenze di chi lavora in questo settore
[cultura]
. Fare delle leggi, e poi calarle dall'alto, spingere e
magari
non prendere in giro, ma trattare con estrema sufficienza coloro ai quali viene imposto un certo modo di lavorare, facendo capire che non è moderno, non è contemporaneo, non ha capito il cambiamento... mi dispiace, questo non funziona. Se vogliamo che le cose funzionino, noi dobbiamo chiamare le persone, coinvolgerle e farle lavorare insieme a noi.
Alberto Bonisoli
Cit. da
finestresullarte.info, 3 giugno 2018
Frasi di Alberto Bonisoli
Voglio capire, valutare ed eventualmente cambiare il modo in cui i soldi vengono spesi. Pianificando, e
magari
controllando come vengono spesi. Sembra una cosa banale, vi assicuro che non lo è e probabilmente in alcuni aspetti sarà anche qualcosa di rivoluzionario.
Alberto Bonisoli
Cit. da
finestresullarte.info, 3 giugno 2018
Frasi di Alberto Bonisoli
Passiamo troppo tempo a pensare ai "se", ai "ma", ai "chissà", ai "cosa farò", "farò bene", "farò male". Ai mille dubbi, paure, timori. E intanto la vita ci scivola dalle mani. Prova a buttarti prima che sia troppo tardi,
magari
scopri che invece di cadere, impari a volare.
Anonimo
Commenti:
1
Non sappiamo ancora cosa sarà questo reddito di cittadinanza e, quindi, le risorse richieste e l'ampiezza del pubblico dei beneficiari. Esso sembra oscillare tra una indennità di disoccupazione un poco rafforzata, (e tale da avvicinarla a sistemi già presenti in altri paesi europei, come ad esempio in Francia, certamente più generosa dell'Italia con chi perde il lavoro) e
magari
estesa a chi è in cerca di primo impiego, e un provvedimento, improbabile, tale da configurare una società in cui una parte della popolazione produce e l'altra consuma.
Giovanni Tria
Frasi di Giovanni Tria
Djokovic è straordinario. Le sue imitazioni erano divertentissime. Peccato che alcuni non abbiano gradito. Sai cosa mi disse Fiorello: "Questo può diventare più bravo di me".
Magari
finito di fare il tennista si divertirà a far l'attore. Poi il campione è anche attore, in fondo, almeno sul campo. C'è una componente di teatralità nel campione.
Gianni Clerici
Cit. da
Ubitennis.com, 4 maggio 2012
Frasi di Gianni Clerici
Le regole della New Haven Youth League prevedevano che ogni ragazzino entrasse in campo per almeno dieci minuti a partita. Erano ammesse eccezioni nel caso di giocatori che avessero saltato gli allenamenti o violato altre regole. Allora il coach poteva redigere un rapporto prepartita per informare il tavolo dei giudici che il Tal dei Tali avrebbe giocato poco, o
magari
per niente, a causa di qualche infrazione. Alla lega questo non piaceva granché, dopo tutto si tratta di un'attività ricreativa più che competitiva.
John Grisham
Cit. da
Il ricatto ‐ Incipit
Frasi di John Grisham
Billy Ray Cobb era il più giovane e il più piccolo dei due teppisti. A ventitré anni ne aveva già passati tre nel penitenziario di Parchman. Possesso di droga a scopo di spaccio. Era un piccolo punk, magro e ossuto, sopravvissuto in carcere grazie a un puntuale rifornimento di droghe da vendere o
magari
regalare ai negri e alle guardie in cambio di protezione. Nell'anno passato dal rilascio aveva continuato a prosperare, e il suo piccolo traffico di stupefacenti l'aveva innalzato alla posizione di uno dei malavitosi più ricchi della Ford County. Era un uomo d'affari, con dipendenti, impegni, accordi... tutto, tranne le tasse.
John Grisham
Cit. da
Il momento di uccidere ‐ Incipit
Frasi di John Grisham
Mark aveva undici anni e fumava saltuariamente già da due. Non cercava di smettere ma stava attento a non prendere il vizio. Preferiva le Kool, la marca del suo ex padre, ma sua madre fumava le Virginia Slim, due pacchetti al giorno, e in media Mark riusciva a fregarne dieci o dodici la settimana. Sua madre era una donna molto indaffarata e con molti problemi,
magari
un po' ingenua quando c'erano di mezzo i suoi figli, e non immaginava neppure lontanamente che il maggiore fumasse a undici anni.
John Grisham
Cit. da
Il cliente ‐ Incipit
Frasi di John Grisham
C'è un prezzo da pagare, quando si vuole sapere: infatti ciò può significare la perdita di certe illusioni.
[...]
E allora? Bisogna chiudersi gli occhi e le orecchie e non dire queste cose, solo perché sarebbe più bello che fossero vere?
Forse sì. Molte persone certamente pensano che è meglio conservare queste illusioni
[...]
.
Ci sono invece altre persone che vogliono sapere come stanno le cose, e che preferiscono
magari
perdere certe illusioni anziché essere tenute all'oscuro.
Anche perché considerano che lo stimolo della conoscenza è così forte che preferiscono rinunciare ai conforti delle credenze anziché rinunciare a esplorare questo meraviglioso mondo che esiste al di fuori e al di dentro di noi.
Coloro che possiedono questa curiosità intellettuale, questo desiderio di sapere, ritengono infatti che sarebbe sciocco farsi imbottigliare da miti e imbrogli, e soffocare così quello che è forse il dono più prezioso dell'uomo: la capacità di capire. Cioè quella capacità che ci ha permesso, attraverso l'evoluzione, di assumere la posizione eretta.
Piero Angela
Cit. da
Viaggio nel mondo del paranormale
Frasi di Piero Angela
L'amore, infatti, non ha nulla a che fare con la saggezza: è un tuffo in una dimensione nuova, bellissima, irresistibile, dove nient'altro importa. I conti si faranno
magari
più in là, quando sarà passata la febbre e rimarranno i postumi della "follia".
Piero Angela
Cit. da
Ti amerò per sempre
Frasi di Piero Angela
La posta in gioco è altissima. Infatti creare un'opinione pubblica matura e informata vuol dire creare un terreno più fertile per le trasformazioni.
Anche i politici, che sono spesso costretti a iper-semplificare i problemi e a titillare più le emozioni degli elettori che la loro razionalità, potrebbero così incontrare minori incomprensioni e resistenze nel proporre cambiamenti
magari
scomodi ma più adatti a una società moderna.
Un paese infatti è moderno non solo perché ha dei computer o dei robot, ma soprattutto perché ha un tessuto culturale che gli consente di fare delle scelte coerenti.
[Explicit]
Piero Angela
Cit. da
Quark Economia
Frasi di Piero Angela
Vi siete mai chiesti perché l'uomo e la donna possiedono ognuno soltanto una metà dell'organo di riproduzione? E debbono impegnare tanto tempo (e energie) per mettere insieme le loro due parti? La risposta, ovviamente, è che questa riproduzione a due ha permesso di rimescolare i cromosomi e quindi di ridistribuire le mutazioni favorevoli che altrimenti sarebbero rimaste separate in individui diversi.
Così ognuno di noi, attraverso i riti del corteggiamento e dell'accoppiamento (con tutto quello che ciò comporta: investimenti, stratagemmi, emozioni,
magari
anche poesie e musiche), diventa strumento inconsapevole di quell'esigenza fondamentale della natura che è la produzione di diversità.
Piero Angela
Cit. da
La macchina per pensare
Frasi di Piero Angela
Mi spiace, ha perso il segno. Non mi piace mettere il segno. Mi piace ritrovare il punto in cui ero arrivata ricordandomi la pagina e rileggendo
magari
qualche paragrafo prima.
Gianrico Carofiglio
Cit. da
Il bordo vertiginoso delle cose
Frasi di Gianrico Carofiglio
Non c'è nessuno che smetta di fumare.
Si sospende, al massimo. Per giorni. O per mesi; o per anni. Ma nessuno smette. La sigaretta è sempre lì, in agguato. Qualche volta salta fuori nel bel mezzo di un sogno,
magari
cinque, o dieci anni dopo aver «smesso».
Allora senti il contatto delle dita sulla carta; senti il leggero, sordo, rassicurante rumore che fa quando la batti sul piano della scrivania; senti il contatto delle labbra sul filtro ocra; senti lo scratch del fiammifero e vedi la fiamma gialla, con la base azzurra.
Senti addirittura la botta nei polmoni, e vedi il fumo che si diffonde fra le carte, i libri, la tazzina di caffè.
Gianrico Carofiglio
Cit. da
Ad occhi chiusi ‐ Incipit
Frasi di Gianrico Carofiglio
Amelie
: Guardi, eccolo di nuovo.
Raymond
: Oh, ma sì, è strano, eh?
Amelie
: E qui...
Raymond
: Sempre lui. Gare de Lyon.
Amelie
: E ancora qui. "5 marzo, Austerlitz".
Raymond
: Sempre con la stessa espressione, eh? Così neutra.
Amelie
: Dodici volte in tutto. Le ho contate. È un fatto strano. Perché farsi fotografie regolarmente ai quattro angoli della città... se poi sùbito dopo uno le butta via?
Raymond
: Soprattutto se sono in perfetto stato.
Amelie
: Si direbbe una specie di rituale.
Raymond
: Forse è talmente ossessionato dalla paura di invecchiare, che questa è la sola cosa che lo rassicura.
Amelie
: È un morto.
Raymond
: Un morto?
Amelie
: Ma sì, un morto che ha paura di cadere nell'oblìo. Perciò si serve delle foto tessere perché i vivi ricordino il suo volto. Un po' come... come se faxasse la sua immagine dall'aldilà.
Raymond
: Un morto che avrebbe paura di cadere nell'oblìo... Beh, loro, in ogni caso, ce l'hanno fatta. Sono morti da molto tempo ma non precipiteranno mai nell'oblìo.
Amelie
: La ragazza col bicchiere d'acqua...
Raymond
: Sì?
Amelie
: Se sta un po' di lato, è forse perché sta pensando a qualcuno.
Raymond
: Ah, qualcuno del quadro?
Amelie
: No. Piuttosto un ragazzo incontrato altrove. Ma... Lei ha l'impressione di essere un po' simile a lui.
Raymond
: Ah, in altri termini, preferisce immaginare un... un rapporto con qualcuno che non c'è piuttosto che creare un legame con quelli che sono lì con lei.
Amelie
:
Magari
è il contrario. Si fa in quattro per risolvere i pasticci della vita degli altri.
Raymond
: Sì, ma lei? Dei pasticci della sua vita chi è che se ne occupa?
Amelie
: Ma... è meglio consacrarsi agli altri che a un nano da giardino.
Dal film:
Il favoloso mondo di Amélie
Scheda film e trama
Frasi del film
Prigionieri
: Huo! Hoo hoo hoo! Oh!
Brian
: Ah!
Secondino
: Eh, eh, eh. Eh, eh, eh.
Brian
: Oooh!
Ben
: Certo che hai un gran culo, bastardo.
Brian
: Chi ha parlato?
Ben
: Tu hai proprio un gran culo, dai retta a uno scemo.
Brian
: Come?
Ben
: Sei il cocco del secondino, non è vero?
Brian
: Ma in che senso, scusa?
Ben
: Devi avergli rifilato qualche sciclo, eh?
Brian
: Rifilato qualche sciclo? Ma non hai visto che mi ha sputato in faccia?
Ben
: Ohh! Io chissà che darei per farmi sputare in faccia! Certe volte me ne sto qui di notte a sognare di farmi sputare in faccia!
Brian
: Beh, non è proprio il massimo, sai? Mi hanno anche messo le manette!
Ben
: Manette! Ooh, oooh, oh, oh. La mia idea di Paradiso è di poter essere messo in manette soltanto per qualche ora. Io sono sicuro che tu devi avere qualche tribuno in famiglia.
Brian
: Ah, lasciami in pace, che me la sono vista brutta!
Ben
: Tu te la sei vista brutta? Ah! Io sono qui da cinque anni, e mi hanno appeso dalla parte giusta soltanto ieri, quindi datti una regolata!
Brian
: Sì, sì, va bene.
Ben
: Ti avranno scambiato per qualche grandissimo pezzo da novanta.
Brian
: Che cosa mi faranno ora?
Ben
: Oh,
magari
te la cavi con una crocifissione.
Brian
: Crocifissione?
Ben
: Sì, se è la prima volta.
Brian
: Me la cavo con la crocifissione?
Ben
: È la cosa migliore che i Romani abbiano mai fatto.
Brian
: Cosa?
Ben
: Sì! Se non ci fosse la crocifissione, questo Paese sarebbe ridotto malissimo!
Brian
: Guardia!
Ben
: Inchiodateli, quei delinquenti!
Brian
: Guardia!
Ben
: Tanto capiscono solo a martellate!
Secondino
: Che cavolo vuoi?
Brian
: Voglio essere trasferito in un'altra cella.
Secondino
: Ha! Sput!
Brian
: Aah!
Ben
: Fatto! Hai visto? I soliti favoritismi!
Carceriere
: Chiudi il becco, tu!
Ben
: Scusa!
Ben
: Tu prendi il mio caso. Mi hanno appeso qui cinque anni fa. Tutte le sere mi tirano giù per venti minuti, e poi mi riappendono, cosa che ritengo giustissima visto quello che ho fatto. E, se non altro, questo mi ha insegnato a rispettar i Romani, e mi ha insegnato anche che non si combina niente nella vita se non si è pronti a credere, obbedire e combattere come ai vecchi tempi!
Brian
: La fai finita?
Ben
: Uh...
Secondino
: Eccolo.
Centurione
: Pilato ti vuole vedere!
Brian
: A me?
Centurione
: Muoviti!
Brian
: Pilato? Ma perché vuole vedere proprio me?
Centurione
: Vuole sapere da che parte vuoi essere crocifisso.
Ben
: Oh, oh, oh, oh! Ah, ah, ah, ah! Carina, questa, Centurione. Non è male.
Centurione
: Chiudi il becco!
Ben
: Certo, certo. Che gran popolo, questi Romani. Che gran popolo.
Dal film:
Brian di Nazareth
Scheda film e trama
Frasi del film
Speaker
: Giudea, Anno Domini 33. Sabato pomeriggio. Grosso modo, all'ora del tè.
Predicatore
: Beati i poveri in spirito, perché sarà loro il regno dei cieli. Beati quelli che soffrono, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Mandy
: Voce!
Brian Cohen
: Shhh! Smettila, mamma.
Mandy
: Beh, non si sente un accidente! Facciamoci una bella lapidazione.
Mr. Nasone
: Shhh!
Brian
: Le lapidazioni ci sono tutti i giorni.
Mandy
: Oh, andiamo, Brian!
Nasone
: La dovete piantare!
Moglie Di Nasone
: E sempre con le dita nel naso!
Nasone
: Non è vero, mi stavo lisciando i baffi.
Moglie Di Nasone
: Sì, ti ho visto, sai, mentre parlavi con quella signora.
Nasone
: Non è vero!
Moglie Di Nasone
: E lascialo in pace, quel povero naso! Ma che t'ha fatto?
Mr. Sfacciato
: E piantatela! Non si sente una parola.
Moglie Di Nasone
: Guarda che tu a me "piantatela" non me lo dici! Io stavo parlando con mio marito, qua! Ma guarda questo!
Sfacciato
: Beh, vacci a parlare da un'altra parte! Non riesco a sentire niente!
Nasone
: Non alzare la voce con mia moglie!
Sfacciato
: Le ho solo chiesto di stare zitta, così sentiamo qualcosa, nasone!
Moglie Di Nasone
: Non permetterti più di chiamare "nasone" mio marito!
Sfacciato
: Non lo chiamerò più così, basta.
Mr. Gregory
: Volete far silenzio, per favore? Che cosa ha detto?
Sfacciato
: Non lo so, ero occupato a parlare con Nasone.
I Spettatore
: Mi pare che ha detto "beati i panificatori".
Moglie Di Gregory
: Beh, e che hanno di speciale, i panificatori?
Gregory
: Non va interpretato in senso letterale. Si riferisce a tutti coloro che operano nel settore cereali.
Sfacciato
: Se non chiacchieravi tanto lo sentivamo, Nasone.
Nasone
: Ehi, dillo un'altra volta e ti spacco la faccia, scemo!
Sfacciato
: Perché non lo ascolti?
Magari
adesso dice anche "beati i nasoni"!
Brian
: E dai, lascialo in pace.
Sfacciato
: Ah, anche tu mica scherzi, in quanto a naso. Ma da dove venite tutti quanti? Da Nasonia?
Nasone
: Tu prova a ripeterlo, e giuro che ti faccio un culo così!
Moglie Di Nasone
: Non essere volgare! E quelle dita mettitele in tasca, che è meglio!
Nasone
: Io le dita le metto dove mi pare, e quello lo gonfio!
II Spettatore
: Sentito? Beati i puri di cuori!
Gregory
: I puri di cuori?
II Spettatore
: Hmmm... Sì, perché si berranno Dio.
Gregory
: Qualcuno sa come si chiama?
Moglie Di Nasone
: Tu non gonfi proprio nessuno!
Nasone
: Lo gonfio eccome, se mi richiama "nasone"!
Sfacciato
: E quanto rompi, Nasone!
Nasone
: Ah-ha! Va bene, l'hai voluto! Lo vedi questo? Sapessi quanto fa male...
Moglie Di Nasone
: ... E pure i mansueti! Beati siano i mansueti! Oh, meno male, sono proprio contenta che qualcosa tocchi anche a loro. Sono proprio contenta, poveracci.
Sfacciato
: Senti, io dico solo la verità. Tu ce l'hai grosso, il naso!
Nasone
: Ehi! Il tuo, di naso, sarà diventato come un pallone, quando ti avrò sistemato, chiaro?
Spettatori
: Shhh!
Sfacciato
: Al tuo chi ci ha pensato, il fratello di Golia?
Nasone
: Ehi! D'accordo, ti ho avvertito!
Moglie Di Gregory
: Oh, ma la pianti di rompere? Ah!
Nasone
: Io lo ammazzo! L'ammazzo! Lasciami! Lasciatemi!
Mandy
: Oh, andiamocene alla lapidazione.
Brian
: D'accordo.
Nasone
: Lasciami!
Francis
: Ma è chiaro come il sole: la religione è sostenuta da tutti quelli che hanno interesse a mantenere lo status quo.
Reg
: Giusto, e quello che Gesù non riesce a valutare è che sono proprio i mansueti, il problema.
Judith
: Sì, questo è verissimo, Reg, sì, è proprio così.
Mandy
: Datti una mossa, Brian, se no arriviamo che l'hanno già lapidato.
Brian
: Vengo.
Moglie Di Gregory
: Aaah! Aaah!
Gregory
: Tu sei solo un maleducato!
Sfacciato
: ... è un pecoraio!
Gregory
: È mia moglie, questa signora!
Moglie Di Gregory
: Ma guarda che modi!
Dal film:
Brian di Nazareth
Scheda film e trama
Frasi del film
[3. Ruby]
Ruby
: Auggie, sali in macchina. Voglio farti vedere una cosa.
Auggie
: Non ti arrendi, eh?
Ruby
: Sali in macchina e falla finita. Non ti sto chiedendo di fare niente. Ho solo bisogno che m'accompagni.
Auggie
: Dove?
Ruby
: Cavolo, Auggie, non fare tante domande! Muoviti, piuttosto! Sali! Le ho detto che stava per incontrare suo padre.
Auggie
: Le hai detto...?
Ruby
: Non avevo scelta! Se no non avrebbe voluto vedere neanche me.
Auggie
: Senti, credo sia meglio che fermi la macchina e...
Ruby
: Dai, dai, dai, rilàssati. Fammi il favore, rilàssati. Non devi fare nulla. Vieni lì e fai un po' la parte. Non morirai se mi fai un piccolo favore, e poi potresti imparare qualcosa.
Auggie
: Sì, che cosa?
Ruby
:
Magari
potresti scoprire che non ti ho detto stronzate, dolcezza. Scoprire che stavo dicendo la verità.
Auggie
: Sia chiaro: non ti ho detto che non hai una figlia. Ho solo detto che non è mia figlia.
Ruby
: No. Aspetta di vederla, Auggie.
Auggie
: Che vorresti dire?
Ruby
: È il tuo ritratto.
Auggie
: Ma piantala!
Ruby
: No, no. No, no. Fammi parlare. Anzi, voglio dirti anche un'altra cosa: quando l'ho vista...
Auggie
: Sta' zitta, fammi il piacere.
Ruby
: ... e le ho detto che avrebbe incontrato suo padre, lei proprio... lei stava per sciogliersi. Non mi aveva più parlato da quando è andata via di casa. Non vede l'ora di incontrarti, Auggie.
Auggie
: Eh, sì. Mi hai portato in un bel quartierino, pieno di gente felice e prosperosa.
Ruby
: Tesoro? Felicity? Allora?
Felicity
: Allora cosa?
Ruby
: Non dici niente?
Felicity
: Che cosa dovrei dire?
Ruby
: Non lo so. Ciao mamma, ciao papà... Cose di questo genere.
Felicity
: Non ho un padre, chiaro? Sono nata l'altra settimana, quando un cane ti si è scopata.
Auggie
: Dio mio. Mi mancava solo questo.
Ruby
: Hai detto che volevi vederlo. Beh, eccolo.
Felicity
: Sì, può darsi che è andata così. Chico mi ha detto di dargli un'occhiata, vedere se potevo spillargli qualche dollaro. Ora l'ho visto, e non mi ha colpito per niente. Sei ricco, signore?
Auggie
: Come no, sono miliardario. Vado vestito in incognito solo perché mi vergogno di tutti i miei soldi.
Ruby
: Tesoro, dai, tesoro, non fare così, ti prego.
Felicity
: Stammi lontana!
Ruby
: Stiamo cercando di aiutarti.
Felicity
: Non mi serve il tuo aiuto, ho un uomo che occupa di me. Non si può dire altrettanto di te, occhio di falco.
Auggie
: Oh, oh! Non parlare in questo modo a tua madre!
Felicity
: Ma veramente vuoi farmi credere che sei andata a letto con questo tipo? Che hai permesso che ti scopasse?
Ruby
: Puoi fare quello che vuoi della tua vita. Noi siamo qui per il bambino. Ora perché non ti dai una ripulita per tuo figlio, eh? Prima che sia troppo tardi.
Felicity
: Quale bambino?
Ruby
: Il tuo bambino. Il bambino che porti dentro di te.
Felicity
: Non porto più nessun bambino, chiaro? Non ho niente, dentro.
Ruby
: Ma che stai dicendo?
Felicity
: Un aborto, stupida. Sono andata ad abortire l'altro ieri. Non c'è più nessun bambino. Ora non mi devi più rompere con queste stronzate! Ciao ciao, bella.
Auggie
: Dai, andiamo via di qui, ragazza.
Felicity
: Sì, giusto. Fate bene, andatevene. Chico tornerà da un momento all'altro. Io non credo che il tuo fidanzato voglia avere a che fare con Chico. Chico è un vero uomo. Non un minuscolo testa di cazzo che ti sei rimorchiata tra la mondezza. Hai sentito cosa ho detto? Signor papà, ti farà a pezzetti piccoli piccoli. È una promessa. Ti farà sputare il sangue.
Dal film:
Smoke
Scheda film e trama
Frasi del film
Auggie
: È uno scrittore. Abita da queste parti.
Tommy
: Scrittore o più che altro sottoscrittore?
Auggie
: Ma che divertente! Qualche volta penso che dovresti farti vedere da un dottore. Sai, una bella terapia, qualcosa per riempire i buchi che hai in testa.
Jerry
: Oh, oh, oh, oh!
Tommy
: Era una battuta, Auggie.
Auggie
: È un romanziere. Paul Benjamin. Mai sentito? Ah, già, domanda stupida. L'unica cosa che leggete sono i risultati delle corse e le pagine sportive del Post. Ha pubblicato quattro libri. Ultimamente però niente.
Dennis
: E come mai? Gli son volate via le idee?
Auggie
: Gli è volata via la fortuna. Vi ricordate la rapina qui, nella Settima Strada?
Tommy
: Sì.
Dennis
: Qualche anno fa.
Jerry
: Quella alla banca, no? Quando spararono in strada all'impazzata.
Auggie
: Morirono quattro persone, e una di quelle era la moglie di Paul.
Jerry
: Oh, cavolo!
Tommy
: Accidenti.
Auggie
: Quel poveraccio non è più stato lo stesso. Combinazione, lei era passata di qui poco prima, per comprargli i soliti sigari. Una gran brava signora. Era incinta di quattro o cinque mesi, il che vuol dire che con lei uccisero anche il bambino.
Jerry
: Oooh...
Tommy
: Eh, una bella giornata da cancellare.
Auggie
: Da cancellare, sì. Sapete, a volte penso che se quel giorno non mi avesse dato i soldi contati, o se
magari
il negozio fosse stato un po' più pieno, forse ci avrebbe messo di più ad uscire di qui, e non sarebbe andata incontro a quella pallottola. Sarebbe ancora viva, e il bambino sarebbe nato. Ehi! Che diavolo stai facendo, ragazzino? Brutto figlio...
Jimmy Rose
: Eh, eh, eh!
Dal film:
Smoke
Scheda film e trama
Frasi del film
Una donna attraversa la strada fuori dalle strisce. Un'auto la prende in pieno. La donna muore. Una disgrazia, ma talmente frequente da essere ormai metabolizzata. Dopo averla letta, nessuno rinuncerebbe a uscire di casa. Ma ecco il particolare che cambia la percezione del pericolo: l'auto era senza guidatore.
È successo a Tempe, in Arizona, dove quel genere di vetture può già circolare liberamente. Uber ha subito sospeso il progetto. C'era un tecnico, a bordo, ma non ha fatto in tempo a prendere i comandi. È probabile che, con lui al volante, l'incidente si sarebbe verificato lo stesso. Ma di sicuro adesso saremmo meno inquieti nel commentarlo.
Magari
furiosi, se costui si fosse rivelato un pirata della strada. Ma meno spaventati. Perché hai voglia a dire che l'auto senza pilota non si ubriaca, non si agita e non digita messaggi sul telefonino. Hai voglia a sciorinare le statistiche che ne fanno un mezzo più sicuro di quelli affidati agli umani. La macchina che guida la macchina è una paura che aggredisce direttamente il nostro subconscio. Un uomo che perde il controllo della sua auto rimane una tragedia gestibile, se non altro sotto il profilo della responsabilità. Ma chi controllerà un'auto che perde il controllo di se stessa? Chi ne sarà responsabile? Il proprietario, certo. Se però ha rispettato tutti i protocolli? E se anche il costruttore del computer di bordo li ha rispettati? In attesa di trovare risposte che per ora non esistono, meglio rallentare.
Massimo Gramellini
Cit. da
Fuori controllo, 'Il caffè', Corriere.it, 20 marzo 2018
Frasi di Massimo Gramellini
"Allora cosa cerchi?" "Non lo so. Forse niente, forse tutto.
Magari
adesso più che cercare, voglio vivere quello che mi capita"
Fabio Volo
Cit. da
Il giorno in più
Frasi di Fabio Volo
Sei morta un sabato mattina. E ti ho fatto mettere qui, sotto il nostro albero. E ho preso la casa di tuo padre e l'ho fatta abbattere. Mamma diceva sempre che morire fa parte della vita.
Magari
non fosse così. Il piccolo Forrest se la cava benissimo, sì. Presto ricomincerà la scuola. Gli preparo colazione, pranzo e cena, ogni giorno. Sto molto attento: lui si pettina i capelli e si lava i denti ogni giorno. Gli insegno a giocare a ping-pong. Okay, ora... Forrest, tocca a te. È molto bravo. Peschiamo tanto. Ogni sera leggiamo un libro. Com'è intelligente, Jenny! Saresti fiera di lui. Io lo sono. Sai, ti... ti ha scritto una lettera. Dice che non posso leggerla. Non devo farlo, perciò la... la lascio qui per te. Jenny... Non lo so se mamma aveva ragione, o se... se ce l'ha il Tenente Dan... non lo so... se abbiamo ognuno il suo destino o se siamo tutti trasportati in giro per caso come da una brezza... ma io... io credo... Può darsi le due cose. Forse le due cose càpitano nello stesso momento. Mi manchi tanto, Jenny! Se hai bisogno di qualcosa non sarò molto lontano.
Forrest Gump
Dal film:
Forrest Gump
Scheda film e trama
Frasi del film
Forrest
: Quel giorno, non so proprio perché, decisi di andare a correre un po', perciò corsi fino alla fine della strada, e una volta lì pensai di correre fino alla fine della città.
Giornalista
: Il presidente Carter, per un collasso, è svenuto fra le braccia degli agenti alla sicurezza...
Forrest
: E una volta lì pensai di correre attraverso la contea di Greenbow. Poi mi dissi: visto che sono arrivato fino a qui tanto vale correre attraverso il bellissimo stato dell'Alabama, e cosi feci. Corsi attraverso tutta l'Alabama, e non so proprio perché continuai a andare. Corsi fino all'oceano, e una volta lì mi dissi: visto che sono arrivato fino a qui tanto vale girarmi e continuare a correre. Quando arrivai a un altro oceano, mi dissi: visto che sono arrivato fino a qui, tanto vale girarmi di nuovo e continuare a correre. Quando ero stanco dormivo, quando avevo fame mangiavo, quando dovevo fare ... insomma, la facevo!
Signora
: E così, lei ha corso e basta.
Forrest
: Già. Pensavo tanto a mamma, a Bubba e al tenente Dan. Ma soprattutto pensavo a Jenny. Pensavo tanto a lei.
Annunciatrice
: Da più di due anni, ormai, un uomo di nome Forrest Gump, un giardiniere di Greenbow, in Alabama, fermandosi solo per dormire, corre attraverso l'America. Il servizio è di Charles Cooper.
Charles Cooper
: Per la quarta volta nel suo viaggio attraverso l'America, Forrest Gump, un giardiniere di Greenbow, in Alabama, oggi sta per attraversare di nuovo il fiume Mississippi.
Jenny
: Che mi venga un colpo! Forrest!
Cooper
: Signore, perchè corre?
I Reporter
: Perché corre?
II Reporter
: Lo fa per la pace nel mondo?
III Reporter
: Lo fa per i senza tetto?
II Reporter
: Corre per i diritti delle donne?
Cooper
: Oppure per l'ambiente?
I Reporter
: O per gli animali?
III Reporter
: Contro le armi nucleari?
Forrest
: Non riuscivano a credere che uno poteva correre tanto senza una ragione particolare.
II Reporter
: Ma perchè fa questo?
Forrest
: Avevo voglia di correre. Avevo voglia di correre.
Corridore
: È lei. Non ci posso credere, è lei!
Forrest
: Ora, non so perché, quello che facevo sembrava avere un senso per le persone.
Corridore
: È come se in testa mi sia suonata una sveglia. Mi sono detto: "Ecco uno che ha raggiunto un equilibrio. Ecco uno che ha giù chiaro tutto quanto. Ecco uno che ha la risposta". La seguirò dovunque, signor Gump.
Forrest
: E così ebbi compagnia. E poco dopo, ebbi ancora più compagnia. E poi, si unì ancora altra gente. Qualcuno più tardi disse che avevo dato una speranza alle persone. Naaa... No, io non sono un pozzo di scienza, ma qualcuna di quelle persone mi chiese se potevo aiutarla.
Hippie
: Ehi amico! Ehi, senti, chissà se puoi aiutarmi, eh? Senti, mi occupo di adesivi per automobili, e sto cercando di trovare un bello slogan, e visto che sei stato di così grande ispirazione per la gente di qui, pensavo che
magari
potevi aiutarmi a farmi venire... Wow! Amico, hai visto? Hai appena pestato una grossa merda di cane!
Forrest
: Capita.
Hippie
: Cosa, la merda?
Forrest
: Qualche volta. Qualche anno dopo sentii che quel tizio riuscì a trovare uno slogan per un adesivo per automobili e ci fece un sacco di soldi. Un'altra volta, stavo correndo, e uno che aveva perso tutti i suoi soldi nel commercio delle magliette voleva mettere la mia faccia su una maglietta, ma non sapeva disegnare bene, e non aveva una macchina fotografica.
Uomo
: Tenga, usi questa. Tanto quel colore non piace a nessuno.
Forrest
: Sorridi alla vita! Qualche anno dopo, scoprii che quel tale riuscì a trovare un'idea per una maglietta. E ci fece un sacco di soldi. Comunque, come dicevo, avevo tanta compagnia. Mamma diceva sempre: "Devi gettare il passato dietro di te prima di andare avanti". E col fatto che correvo c'entrava questo, credo. Avevo corso per tre anni, due mesi, 14 giorni e 16 ore.
Corridore
: Zitti! Zitti! Sta per dire qualcosa!
Forrest
: Sono un po' stanchino. Credo che tornerò a casa ora.
Corridore
: E adesso noi che cosa facciamo?
Forrest
: E tutt'a un tratto, finirono i miei giorni di corridore.
Dal film:
Forrest Gump
Scheda film e trama
Frasi del film
Dan
: Ho il presentimento che se ci dirigiamo a est, troveremo i gamberi. Perciò gira a sinistra. Gira a sinistra!
Forrest
: Da che parte?
Dan
: Laggù! Sono da quella parte! Mettiti al timone e gira a sinistra!
Forrest
: Okay!
Dan
: Gump, ma che fai? Gira a sinistra! A sinistra! È laggiù che troveremo quei gamberi, ragazzo mio! Ah, ah, ah! È laggiù che li troveremo.
Forrest
: Ancora niente gamberi, tenente Dan.
Dan
: E va bene, mi sono sbagliato.
Forrest
: Ma come faremo a trovare i gamberi?
Dan
: Beh,
magari
ti conviene andare a pregare Dio.
Forrest
: Così andai in chiesa tutte le domeniche. A volte veniva anche il tenente Dan, anche se lasciava a me le preghiere, credo. Niente gamberi.
Dan
: Dove diavolo sta questo tuo Dio?
Forrest
: Strano! Mentre il tenente Dan diceva così, proprio allora Dio si fece vivo.
Dan
: Non affonderai mai questa barca! Ah, ah, ah, ah! Uuuh!
Forrest
: Ora, io ero spaventato, ma il tenente Dan era impazzito!
Dan
: Fatti sotto! E questa la chiami una tempesta? Soffia, brutto figlio di puttana! Soffia! Ora siamo arrivati alla resa dei conti! Tu e io! Guarda, sono qui! Vieni a prendermi! Ah, ah, ah, ah! Non affonderai mai questa barca! Ah, ah, ah, ah!
Dal film:
Forrest Gump
Scheda film e trama
Frasi del film
Cronista
: La squadra di ping-pong ha incontrato il presidente Nixon oggi in una cerimonia nella Sala Ovale.
Forrest
: E chi se l'aspettava? Qualche mese dopo, invitarono me con la mia squadra a visitare la Casa Bianca. E così ci andai, di nuovo. E incontrai il presidente degli Stati Uniti, di nuovo. Solo che, questa volta, non ci dettero una stanza in un albergo di lusso.
Richard Nixon
: Si diverte nella capitale della nostra nazione, giovanotto?
Forrest
: Sì, signore.
Nixon
: Bene, e dove alloggia?
Forrest
: Si chiama l'albergo Ebbott.
Nixon
: Oh, no, no, no. Conosco un albergo molto più carino. E' nuovissimo. Molto moderno. Dirò ai miei di organizzarle il tutto.
Frank Wills
: Sorveglianza, Frank Wills.
Forrest
: Sì. Signore... Forse è meglio che manda qualcuno a vedere nell'ufficio di fronte. Non c'è luce, staranno cercando la scatola delle valvole, perchè quelle torce mi tengono sveglio.
Wills
: Bene, signore. Controllo subito.
Forrest
: Grazie.
Wills
: Si figuri.
Forrest
: Buonanotte.
Wills
: Buonanotte.
Nixon
: Pertanto, mi dimetterò dal mio incarico di Presidente a mezzogiorno di domani alla stessa ora. Il vicepresidente Ford si insedierà come presidente in questo ufficio. Mentre rammento le grandi speranze per l'America per le quali abbiamo...
Ufficiale
: Sergente Gump.
Forrest
: Sì, signore!
Ufficiale
: Riposo. Ho qui il tuo congedo, figliolo. Il tuo servizio è terminato.
Forrest
: Vuol dire che non posso giocare a ping-pong mai più?
Ufficiale
: Per l'esercito no.
Forrest
: E tutt'a un tratto, il mio servizio nell'esercito degli Stati Uniti era finito. Così tornai a casa. Sono tornato, mamma.
Signora Gump
: Lo so. Lo so. Louise, è qui! Avete sentito? È arrivato! Vieni dentro. Abbiamo avuto ogni genere di visitatori, Forrest. Vogliono che usi il loro materiale da ping-pong. Un tale ti ha anche lasciato un assegno di 25mila dollari se tu accetti di dire che ti piace usare la loro racchetta.
Forrest
: Oh, mamma, a me piace usare solo la mia racchetta. Salve, signora Louise.
Louise
: Ciao, Forrest.
Signora Gump
: Questo lo so, questo lo so, ma sono... sono 25mila dollari, Forrest.
Magari
potevi tenerla un po' in mano, vedi se ti sconfinfera la cosa.
Forrest
: Quella mamma, come aveva ragione! È strano come le cose si arrangiano. Non rimasi molto a casa, perché avevo fatto una promessa a Bubba, e io mantengo sempre le promesse, così andai a Bayou La Batre per incontrare la famiglia di Bubba e fare la loro presentazione.
Dal film:
Forrest Gump
Scheda film e trama
Frasi del film
Forrest Gump
: 'Giorno. Mi chiamo Forrest. Forrest Gump. Vuole un cioccolatino? Potrei mangiarne una tonnellata di questi qui. Mamma diceva sempre: "la vita è uguale a una scatola di cioccolatini. Non sai mai quello che ti capita". Quelle scarpe devono essere comode. Scommetto che con quelle ci cammina tutto il giorno e non sente niente.
Magari
ce l'avessi così anch'io.
Infermiera
: Mi fanno male i piedi.
Forrest
: Mamma diceva sempre che dalle scarpe di una persona si capiscono tante cose. Dove va, dove è stata... Quante scarpe che ho messo io. Scommetto che se mi sforzo tanto, riesco poi a ricordare il primo paio. Mamma disse che quelle mi portavano dovunque. Disse che erano le mie scarpe magiche.
Dal film:
Forrest Gump
Scheda film e trama
Frasi del film
Bersaglio minimo, minimo errore. Miri ad un bottone e sbagli di cinque centimetri. Se è una camicia
magari
sbagli di mezzo metro.
Sergente
Dal film:
American Sniper
Scheda film e trama
Frasi del film
C'era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di avere il cuore più bello del mondo, o quantomeno della vallata. Tutti quanti glielo ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun difetto.
Erano tutti concordi nell'ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s'insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso.
All'improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergendo dalla folla disse:
‐ "
Beh, a dire il vero... il tuo cuore è molto meno bello del mio.
"
Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla, e del ragazzo.
Certo, il cuore del vecchio batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C'erano zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene. Così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta, era pieno di grossi buchi dove mancavano interi pezzi. Così tutti quanti osservavano il vecchio, colmi di perplessità, domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse bello.
Il giovane guardò com'era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere:
‐ "
Starai scherzando?!
" ‐ disse. "
Confronta il tuo cuore con il mio: il mio è perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime.
"
‐ "
E' vero!
" ‐ ammise il vecchio. ‐ "
Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai cambio col mio. Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel'ho dato, e spesso ne ho ricevuto in cambio un pezzo del loro cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. Ma, certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi e così ho qualche bitorzolo, a cui però sono affezionato: ciascuno mi ricorda l'amore che ho condiviso.
Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini. Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l'amore che ho provato anche per queste persone...e chissà? Forse un giorno ritorneranno, e
magari
colmeranno lo spazio che ho riservato per loro.
Comprendi, adesso, che cosa sia il vero amore?
"
Il giovane rimase senza parole. Lacrime copiose iniziarono a rigargli il volto. Prese allora un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio, e gliel'offrì con le mani che tremavano. Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore. Poi il vecchio prese un pezzo del suo cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane.
Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo. Poi il vecchio aggiunse:
‐ "
Se la nota musicale dicesse: Non è la nota che fa la musica... Non ci sarebbero le sinfonie.
Se la parola dicesse: Non è una parola che può fare una pagina... Non ci sarebbero i libri.
Se la pietra dicesse: Non è una pietra che può alzare un muro... Non ci sarebbero case.
Se la goccia d'acqua dicesse: Non è una goccia d'acqua che può fare un fiume... Non ci sarebbero gli oceani.
Se l'uomo dicesse: Non è un gesto d'amore che può rendere felici e cambiare il destino del mondo... Non ci sarebbero mai né giustizia, né pace, né felicità sulla terra degli uomini
".
Dopo aver ascoltato, il giovane guardò il suo cuore, che non era più
il cuore più bello del mondo
, eppure lo trovava più meraviglioso che mai: perché l'amore del vecchio ora scorreva dentro di lui.
Come la sinfonia ha bisogno di ogni nota; come il libro ha bisogno di ogni parola; come la casa ha bisogno di ogni pietra; come l'oceano ha bisogno di ogni goccia d'acqua; così il mondo ha bisogno di te, ha bisogno del tuo amore, perché sei unico ed insostituibile.
Da:
Il cuore più bello del mondo
Marge
: Salve, come va?
Receptionist
: Oh, molto bene. Lei, signora, come sta?
Marge
: Io sto benissimo, la ringrazio. Sono la signora Gunderson. Ho una prenotazione?
Receptionist
: Sì, certamente, signora Gunderson.
Marge
: C'è un telefono nei dintorni?
Sibert
: Polizia.
Marge
: Detective Sibert?
Sibert
: Sì, sono io.
Marge
: Ah, sono Marge Gunderson, della polizia di Brainerd, si ricorda?
Sibert
: Oh, sì, come va a Brainerd?
Marge
: Beh, veramente mi trovo qui in città adesso. Avevo un paio di cosette da sbrigare a Minneapolis, e così ho pensato di chiederle di quella indagine federale su Shep Proudfoot.
Sibert
: Ah, sì. Sappiamo dove lavora.
Marge
: Ah, sì?
Sibert
: Alla concessionaria Gustafson.
Marge
:
Magari
vado a fargli una visita se riesco a trovare...
Sibert
: L'accompagno io, non c'è problema.
Marge
: No, posso trovarlo da sola.
Sibert
: Come vuole, per me...
Marge
: La ringrazio moltissimo. Ah, senta, senta... Non è che mi può indicare un buon ristorantino nelle vicinanze del centro?
Sibert
: Può andare al Radisson.
Marge
: Il Radisson.
Sibert
: Sì, è un bel locale.
Marge
: Ah, sì? Prezzi ragionevoli?
Parcheggiatore
: Salve.
Carl
: Ho deciso di non parcheggiare.
Parcheggiatore
: Come sarebbe? Ha deciso di non parcheggiare?
Carl
: Sì, sono appena entrato, ma ho cambiato idea, perciò...
Parcheggiatore
: Ah.. Eh, mi dispiace molto, signore, però lei...
Carl
: Sì, ma ho deciso di non... ehm... insomma, capisce? Non... Ho cambiato idea, e quindi adesso non...
Parcheggiatore
: Ho capito, ma dovrà lo stesso pagare i quattro dollari.
Carl
: Sono appena entrato. Sono appena entrato, cazzo.
Parcheggiatore
: Sì, ho capito, ma la tariffa minima è di quattro dollari l'ora, e la sosta più lunga ha la tariffa giornaliera.
Carl
: Ti senti, come dire, una specie di autorità lì dentro, eh? Con quella uniforme del cazzo. Il re dei parcheggi, ma chi cazzo sei? Stronzo. Questi sono i limiti della tua vita, la tua piccola sbarra del cazzo. Eccoti i quattro dollari, patetico pezzo di merda.
Jerry
: Dov'è Shep?
Meccanico
: È di là con uno sbirro.
Jerry
: Uno sbirro?
Meccanico
: Ha detto che è della polizia.
Marge
: Ricorda di aver ricevuto una telefonata mercoledì sera?
Shep
: Non mi pare.
Marge
: Lei risiede al 1425 di Fremont Terrace, giusto?
Shep
: Sì.
Marge
: Ci abita qualcun altro per caso?
Shep
: No.
Marge
: Ma signor Proudfoot, le è arrivata una telefonata alle tre del mattino! Mi è difficile pensare che non rammenti chi l'ha chiamata. Vede, signor Proudfoot, so che lei ha avuto dei problemi con la narcotici e altri impicci vari, e che ora è in liberta vigilata.
Shep
: Allora?
Marge
: Beh, la connivenza con dei criminali, se è con lei che hanno parlato, sarebbe già un reato, e basterebbe questo per riportarla dietro le sbarre, a Stillwater. Ho letto cose non idilliache nei suoi precedenti, però niente che somigli all'omicidio. Non vorrà mica essere complice di un reato del genere? Allora, pensa di poter rammentare chi le ha fatto quella telefonata? Il signor Lundegaard?
Jerry
: Ah, sì.
Marge
: Le rubo solo un minuto del suo tempo.
Jerry
: Ma... ma a che proposito?
Marge
: Ah, le dispiace se mi siedo? Ho un bel peso da portare. Lei qui è il proprietario, signor Lundegaard?
Jerry
: No, sono il responsabile delle vendite.
Marge
: Allora può aiutarmi: sono Marge Gunderson.
Jerry
: Il proprietario è mio suocero.
Marge
: Ah! Ecco, io appartengo al corpo di polizia di Brainerd. Sto investigando su un crimine. Vorrei sapere se per caso non ha subìto il furto di automobili nuove nelle ultime due settimane, in particolare una Ciera di colore ambra. Signor Lundegaard?
Jerry
: Brainerd?
Marge
: Sì, sì. Il paese di Paul Bunyan e Babe il Bue Blu.
Jerry
: Babe il Bue Blu?
Marge
: Già.
Jerry
: Ah, ah!
Marge
: Ah, ah, ah! Già, c'è anche una grande statua in paese. Allora non le è stata rubata nessuna macchina?
Jerry
: No, nessuna.
Marge
: Molto bene, grazie mille. La lascio alle sue pratiche allora.
Jerry
: Ah...
Meccanico
: Officina.
Jerry
: Sì, passami Shep.
Meccanico
: Non c'è, non l'ho visto.
Jerry
: Come sarebbe?
Meccanico
: Che non è qui.
Jerry
: Beh, e dov'è andato? Io...
Meccanico
: Le passo Bill?
Jerry
: No, no, non mi serve un meccanico. Mi serve un... un...
Meccanico
: Cosa?
Jerry
: Ah, beh... accidenti! È solo che devo parlare con un suo ami... E allora mi... mi serviva...
Meccanico
: Cosa?
Jerry
: Oh... Oh, Signore!
Barista
: Sono per te le tre birre e l'acqua tonica?
Cameriera
: Sì. È pronto?
Barista
: È pronto.
Cameriera
: Grazie.
Marge
: Mike? Ah!
Mike
: Marge! Ah, ah!
Marge
: Ah, ah!
Mike
: Guarda! Sei uno splendore!
Marge
: Grazie!
Mike
: Eh, sì!
Marge
: Anche tu stai bene. Attento, fa' piano. Piano, piano! Attento! Che piacere vederti! Scusa, ma sono incinta.
Mike
: Oh, me ne sono accorto, è fantastico! Che cosa bevi?
Marge
: Una bevanda non alcolica, per favore.
Mike
: Okay.
Cameriera
: Va bene, signora.
Marge
: Questo è un gran bel posto.
Mike
: Ah, sì, il Radisson è uno dei migliori ristoranti. Già.
Marge
: Allora, abiti a Edina, giusto?
Mike
: Oh, sì, sì, da un paio di anni ormai. Veramente sono a Eden Prarie, a voler essere precisi. Oh, il Capo Gunderson!
Marge
: Eh...
Mike
: Allora hai poi sposato quel mascalzone di Gunderson!
Marge
: Ah, sì, tanto tempo fa.
Mike
: Ah, bene, bene. Dunque, ah... qual buon vento ti po... Ah, è vero, sei qui per quell'omicidio, sempre che... che tu possa, come dire, discuterne?
Marge
: Ah, sì, sì, ma non è che ci sia un granché da discutere, sai?
Mike
: Oh... Ah, ah, ah!
Marge
: Invece dimmi di te: sei sposato? Hai dei figli?
Mike
: Sì, sì, sono stato... Sono stato sposato. Ero sposato con... Posso sedermi vicino a te, Marge? Ah, ero sposato con Linda Cooksey.
Marge
: No, perché non resti seduto là? Lo preferisco.
Mike
: Eh? Oh... ah... okay. Ah, ah! Scusami, non intendevo...
Marge
: Oh, no, no, è solo per guardarti in faccia senza girare il collo.
Mike
: Certo, certo, capisco benissimo, sai... Io non volevo proprio... Non volevo...
Marge
: No, no. Non c'è nessun problema.
Mike
: Sì, scusa, scusa. Ah, ti dicevo: ero sposato con Linda Cooksey, te la ricordi Linda? Era un anno dietro a noi.
Marge
: Sì, certo, credo di ricordarmela. Sì. Oh, sì! E così non ha funzionato, vero?
Mike
: Sì poi... e poi lavoro alla Honeywell da un paio d'anni.
Marge
: Ah, è una buona azienda.
Mike
: Sì, ci sono ingegneri che se la passano molto peggio, sai... Però non è... granché, non è niente in confronto a quello che hai fatto tu.
Marge
: A me sembra che le cose ti vadano bene.
Mike
: Non è che le cose... Non è che le cose non abbiano funzionato. È che... Linda aveva la leucemia, capisci? E questo male me l'ha portata via.
Marge
: No!
Mike
: Sì, sì, è stata dura.
Marge
: Grazie.
Cameriera
: Prego, signora.
Mike
: È stata lunga, e... Ha combattuto con tutte le sue forze. Ma d'altronde... Beh, che cosa si può dire? Oh! A tempi migliori! Eh, eh!
Marge
: A tempi migliori!
Mike
: E a un tratto ti ho vista in tv, e mi sei sùbito tornata in mente, lo sai che mi sei sempre piaciuta.
Marge
: Anche tu mi sei sempre piaciuto, Mike.
Mike
: Mi sei sempre piaciuta moltissimo. Eh, eh, eh!
Marge
: Allora, Mike, è stato un piacere, ci vediamo un'altra volta.
Mike
: No! Io non... Scusami, io non... Ecco, non avrei dovuto farlo, non avrei dovuto. Non avrei dovuto. Pensavo che ci saremmo divertiti un mondo, e...
Marge
: Non fa niente, Mike.
Mike
: Tu eri una donna veramente super! E poi... mi sento così solo!
Marge
: Càlmati, Mike.
Dal film:
Fargo
Scheda film e trama
Frasi del film
Ringo
: Nessuno si muova, questa è una rapina!
Yolanda
: E se per caso qualcuno di voi si azzarda a muoversi, io vi faccio secchi tutti fino all'ultimo, brutti figli di puttana! Avete capito? Restate seduti! Non vi muovete!
Ringo
: I camerieri si gettino a terra, i clienti restino seduti! A terra, ho detto! Ho detto a terra, cazzo!
Yolanda
: Tu, vieni fuori di lì, sei troppo nascosto! Porta le tue signore a quel tavolo, quello là! Conto fino a dieci!
Ringo
: I messicani fuori dalla cucina! State giù! Giù!
Yolanda
: Tre, quattro, cinque, sei, sette, otto...
Ringo
: E tu che cazzo vuoi fare? Mettiti a terra, stronzo! Mettiti a terra, non ti muovere!
Astante
: Sì! Sì, sì, sì!
Yolanda
: Ehi, tu, tirami quei sacchetti!
Ringo
: Muovetevi! Muovetevi! Che cazzo fate? Uscite dalla cucina! Fuori! Fuori! Muovetevi! Gettatevi a terra, cazzo! A terra! E tu stai fermo! Non ti muovere! Non ti muovere!
Yolanda
: Ehi, tu, nonnetto! A terra! Giù!
Direttore
: Sono il direttore di questo posto, e non c'è nessun problema. Non c'è nessun problema.
Ringo
: Vuoi creare problemi? Per caso vuoi crearmi qualche problema?
Direttore
: No, signore, niente affatto, non voglio creare problemi.
Ringo
: Vuoi crearmi qualche problema? Giù! Giù! Abbiamo un eroe qui, coniglietta.
Yolanda
: E allora che aspetti? Ammazzalo!
Direttore
: Ma guardate che io non ho nessuna voglia di fare l'eroe.
Ringo
: Resta giù, stronzo!
Yolanda
: State giù!
Direttore
: Sono soltanto il direttore del locale.
Yolanda
: Il ristorante è nostro!
Direttore
: Per favore! Avanti, prendete quello che volete.
Ringo
: Va bene, allora parla con i clienti.
Direttore
: Sì.
Ringo
: Se non stanno calmi, li faccio fuori.
Direttore
: Sì.
Ringo
: E presto sarà tutto finito.
Direttore
: Sì.
Ringo
: Mi hai capito bene?
Direttore
: Sì. Statemi a sentire! Restate calmi. Collaborate! E tutta questa storia sarà finita tra un minuto.
Ringo
: E ora a terra! Ben fatto. Aprite bene le orecchie! Ora passo a ritirare i vostri portafogli. Non dite nemmeno una parola! Metteteli in questo sacco. È tutto chiaro? Ho detto: è tutto chiaro, cazzo? Bene, ora fuori i portafogli. Stai giù, dammi il portafogli.
Astante
: Sì.
Ringo
: Nel sacco. Nel sacco. Nel sacco! Nel sacco. E tu che aspetti? Buttalo nel sacco. Laura? Laura? Le mance, nel sacco. È un cellulare quello?
Astante
: Sì.
Ringo
: Bravo, nel sacco. Mettilo nel sacco.
Astante
: Ti do tutto.
Ringo
: Così. Così. Ora sdraiati per terra. Per terra, cazzo! Nel sacco. Nel sacco. Nel sacco. Nella valigetta?
Jules
: Il bucato sporco del mio capo.
Ringo
: Il tuo capo ti fa lavare il bucato?
Jules
: Quando lo vuole pulito.
Ringo
: Sembra un lavoro di merda.
Jules
: Strano, stavo pensando la stessa cosa.
Ringo
: Aprila.
Jules
: Ho paura di non potere.
Ringo
: Non ho sentito.
Jules
: Sì invece.
Yolanda
: Che cosa succede?
Ringo
: A quanto pare abbiamo tra noi un vigilante.
Yolanda
: Sparagli in faccia!
Jules
: Non voglio disilluderti, ma non è la prima volta che mi puntano addosso una pistola.
Ringo
: Se non togli la mano da quella valigetta, sarà l'ultima.
Direttore
: La smetta di creare problemi! Ci farà ammazzare tutti! Gli dia quello che vuole, così se ne vanno!
Jules
: Chiudi quella cazzo di bocca, non sono affari tuoi, palla di merda!
Yolanda
: Fermi!
Ringo
: Buona. Stai calma, coniglietta. Nessun problema, è tutto sotto controllo. Ora conterò fino a tre. Se non apri quella valigetta, se non la apri, ti spappolo la faccia. È chiaro? Uno... due... tre.
Jules
: D'accordo, Ringo, hai vinto. È tutta tua.
Ringo
: Aprila.
Yolanda
: Allora? Che cos'è? Che cos'è?
Ringo
: È quello che penso che sia?
Jules
: Hm-hm.
Ringo
: È bellissimo.
Yolanda
: Accidenti, dimmi, che cos'è? Lascialo andare! Lascialo andare sùbito! Lascialo andare, ho detto!
Jules
: La puttana stia quieta!
Yolanda
: Guarda che ti ammazzo! Ti faccio secco!
Jules
: Di' "puttana sta' quieta"!
Ringo
: Stai quieta!
Jules
: Di' "puttana sta' quieta"!
Ringo
: Stai quieta!
Jules
: Dì a quella puttana di merda di tacere!
Ringo
: Taci, coniglietta!
Jules
: Dì a quella puttana di merda di calmarsi!
Ringo
: Sta' calma, coniglietta!
Yolanda
: Ti ho avvertito!
Jules
: Falla finita!
Ringo
: Falla finita, coniglietta!
Jules
: Bene. Ora dille che andrà tutto a posto.
Ringo
: Andrà tutto a posto.
Jules
: Promettilo!
Ringo
: Lo prometto!
Jules
: Dille di stare zitta.
Ringo
: Sta' zitta, coniglietta.
Jules
: Bene. Dimmi come si chiama.
Ringo
: Yolanda.
Jules
: Bene. Yolanda, non ti metterai a fare la stupida, vero?
Yolanda
: Non devi fargli del male.
Jules
: Se ce ne stiamo quieti, nessuno si farà del male. Saremo tutti come tre piccoli Fonzie, noi qui. Com'è Fonzie, lo sai? Avanti, Yolanda, lo sai com'è Fonzie? Come?
Yolanda
: Quieto.
Jules
: Brava! Hai vinto un mappamondo! Ed è esattamente quello che saremo. Noi saremo quieti. Ora, Ringo, conterò fino a tre. E quando arrivo a tre, voglio che molli sùbito la pistola, piazzi le mani aperte sul tavolo e metti quel tuo culo a sedere. Ma quando lo fai, lo fai zitto e quieto. Sei pronto? Uno... due... tre.
Yolanda
: D'accordo, adesso lascialo andare!
Jules
: Yolanda, credevo che saresti stata quieta. E invece tu alzi la voce e mi rendi nervoso. E quando divento nervoso mi spavento, e quando un figlio di puttana si spaventa, càpita che gli altri figli di puttana vengano ammazzati.
Yolanda
: Giuro che se gli fai del male, tu muori.
Jules
: Beh, pare proprio questa la situazione. Ma io questo non lo voglio, tu questo non lo vuoi, e Ringo, qui, sicuramente questo non lo vuole. Perciò vediamo che cosa si può fare. Dunque. Esaminiamo la situazione. Normalmente le vostre budella si ritroverebbero sparpagliate nel locale. Ma per caso mi avete trovato in un periodo di transizione, perciò non voglio uccidervi. Voglio aiutarvi. Ma questa valigetta non ve la posso dare, perché non appartiene a me. Non solo: ho passato troppi casini per questa valigetta stamattina per poi consegnarla a voi deficienti. Vincent! Stai calmo. Yolanda, tutto a posto, piccola, tutto a posto.
Yolanda
: Ti ammazzo!
Jules
: Stiamo ancora solo parando. Dai, punta la pistola su di me. Punta la pistola su di me! Ecco, così. Ehi, Vincent, tu fatti da parte. Non fare un cazzo di niente. Dille che va tutto liscio.
Vincent
: Va bene.
Ringo
: Va tutto liscio, coniglietta.
Jules
: Come stai, piccola?
Yolanda
: Devo fare pipì. Voglio andare a casa mia.
Jules
: Tieni duro, piccola, sei grande, sono fiero di te. Anche Ringo è fiero di te. È quasi finita. Dille che sei fiero di lei.
Ringo
: Sono fiero di te, coniglietta.
Yolanda
: Ti amo.
Ringo
: Anch'io ti amo, coniglietta.
Jules
: Adesso voglio che tu guardi in quel sacco e trovi il mio portafogli.
Ringo
: E qual è?
Jules
: Quello con la scritta "brutto figlio di puttana". Eccolo, quello è il mio, "brutto figlio di puttana". Aprilo, tira fuori i soldi. Contali. Quanti sono?
Ringo
: Circa 1.500 dollari.
Jules
: Bene, mettiteli in tasca, è roba tua, con tutti gli altri portafogli e la cassa. Mi sembra che abbia avuto successo, il colpetto.
Vincent
: Jules, se regali 1.500 dollari a quel coglione, io gli sparo per principio.
Jules
: No! Yolanda, Yolanda, lui non farà un accidente di niente, quel figlio di puttana. E sta' zitto, Vincent! Cazzo!
Yolanda
: Sta' zitto!
Jules
: Su, Yolanda, non ti distrarre, piccola. Non glieli sto regalando, Vincent. Compro qualcosa con i miei soldi. Vuoi sapere che cosa sto comprando, Ringo?
Ringo
: Cosa?
Jules
: La tua vita. Ti sto dando dei soldi perché non mi va di farti saltare il culo. Tu la leggi la Bibbia?
Ringo
: No. Di regola no.
Jules
: Beh, c'è un passo che conosco a memoria. Ezechiele, 25:17. "Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà su di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te". Ora, sono anni che dico questa cazzata. E se la sentivi, significava che eri fatto. Non mi sono mai chiesto cosa volesse dire. Pensavo che fosse una stronzata da dire a sangue freddo a un figlio di puttana prima di sparargli. Ma stamattina ho visto una cosa che mi ha fatto riflettere. Vedi, adesso penso:
magari
vuol dire che tu sei l'uomo malvagio e io sono l'uomo timorato. E il signor Nove Millimetri, qui, lui è il pastore che protegge il mio timorato sedere nella valle delle tenebre. O può voler dire che tu sei l'uomo timorato, e io sono il pastore. Ed è il il mondo ad essere malvagio ed egoista, forse. Questo mi piacerebbe, ma questa cosa non è la verità. La verità è che tu sei il debole e io sono la tirannia degli uomini malvagi. Ma ci sto provando, Ringo, ci sto provando, con grande fatica, a diventare il pastore. Vattene.
Vincent
: Secondo me ora è meglio andarsene.
Jules
: Sì, mi pare una buona idea.
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
Marsellus
: Beh, diciamo che torna a casa. Cosa pensi che farà? Non mi dire "cazzo avrà una crisi", questa non è una risposta. Insomma tu la conosci, io no. Una crisi grossa o piccola?
Jules
: Ti conviene valutare l'elemento esplosivo rappresentato da Bonnie e la sua situazione. Voglio dire, se torna a casa dopo una dura nottata di lavoro e trova in cucina dei gangster, che fanno cose da gangster, eh... chi può dire cos'è capace di fare?
Marsellus
: Questo l'ho afferrato, Jules, sto soltanto esaminando i se.
Jules
: Non voglio sentire nessun cazzo di "se"! La sola cosa che ti deve uscire dal culo è "non ci sono problemi Jules, penso io a questa puttanata. Torna là dentro, rassicura i ragazzi e aspetta la cavalleria, che dovrebbe arrivare per direttissima"!
Marsellus
: Non ci sono problemi Jules. Penso io a questa puttanata, torna là dentro e rassicura i ragazzi. E aspetta Wolf che arriverà per direttissima.
Jules
: Vuoi mandare Wolf?
Marsellus
: Ti senti meglio, figlio di puttana?
Jules
: Sì, grande capo, certo, non dovevi dire altro!
Winston "The Wolf" Wolfe
: È un tipo isterico? A che ora è prevista? Hm-hm. Ripetimi i nomi dei presenti. Jules, nero. Hm-hm. Vincent, bianco. Jimmie, bianco. Bonnie, nera. Hm-hm. Un corpo senza testa. Ci vogliono trenta minuti. Ce ne metterò dieci.
[9 MINUTI E 37 SECONDI DOPO...]
Wolf
: Tu sei Jimmie, giusto? È casa tua?
Jimmie
: Sì, proprio così.
Wolf
: Sono il signor Wolf, risolvo problemi.
Jimmie
: Ah, bene. Ne abbiamo uno.
Wolf
: Me l'hanno detto. Posso accomodarmi?
Jimmie
: Ma sì, la prego. Entri.
Wolf
: Tu devi essere Jules, perciò tu sei Vincent. Veniamo subito al sodo, signori. Se sono stato informato correttamente, le lancette volano.
Jimmie
: Al 100%.
Wolf
: Tua moglie Bonnie torna a casa alle nove e mezza del mattino, è esatto?
Jimmie
: Hm-hm.
Wolf
: Mi è stato fatto capire che se dovesse tornare e ci trovasse qui non ne sarebbe troppo soddisfatta.
Jimmie
: Per niente.
Wolf
: Bene, questo ci dà quaranta minuti per toglierci dalle palle. Che se fate quello che vi dico e quando ve lo dico, sono sufficienti. Allora, in garage avete una macchina con un cadavere a cui manca la testa. Portatemici. Jimmie.
Jimmie
: Ah-ah?
Wolf
: Fammi un favore, ti dispiace? Ho sentito un buon odore di caffè. Me ne dai una tazza?
Jimmie
: Sì, sùbito. Ah... Come lo prende?
Wolf
: Molta panna, molto zucchero. Riguardo alla macchina, c'è qualcosa che devo sapere? Si ingolfa, fa fumo, è molto rumorosa, c'è benzina... qualsiasi cosa.
Jules
: A parte l'aspetto la macchina è a posto.
Wolf
: Sicuro? Non voglio uscire per strada e
magari
gli stop non funzionano.
Jules
: Ehi, amico, per quanto ne so io questa figlia di puttana è perfetta.
Wolf
: Meglio così. Torniamo in cucina.
Jimmie
: Ecco, signor Wolf.
Wolf
: Grazie, Jimmie. Hm...
Jimmie
: Eh, eh!
Wolf
: Allora, prima cosa, voi due: prendete il corpo e mettetelo nel portabagagli. Jimmie, la tua sembra una casa ben curata. Questo mi fa pensare che nel garage, o sotto il lavandino, ci sono molti prodotti: detersivi...
Jimmie
: Sì, sì, sotto il lavandino.
Wolf
: Bene. Quello che voi due dovete fare è prendere questi detersivi e pulire l'interno della macchina. Intendo dire presto, presto, presto. Dovete andare sul sedile posteriore e raccogliere tutti quei pezzettini di cervello e di cranio, e toglierli da lì. Pulite la tappezzeria. Riguardo alla tappezzeria, non è necessario che sia immacolata, non dobbiamo farci un banchetto. Dategli solo una buona strofinata. Quello di cui dovete occuparvi sono le parti ridotte veramente male, quelle pozze di sangue che si sono formate, quella schifezza, bisogna asciugarla. Ora, Jimmie, dobbiamo saccheggiare la tua biancheria. Mi servono coperte, trapunte imbottite e copriletti. Più sono pesanti e scure, meglio è. Niente roba bianca. Non possiamo usarla.
Jimmie
: Ah, no.
Wolf
: Dobbiamo camuffare l'interno della macchina. Copriremo il sedile anteriore, quello posteriore e i tappetini con trapunte e coperte. Certo, se un poliziotto ci ferma e infila il suo grugno nella macchina, lo stratagemma non funzionerà. Ma a una prima occhiata l'auto sembrerà normale. Jimmie, fai strada. Voi due al lavoro!
Vincent
: Un "per favore" sarebbe carino.
Wolf
: Che hai detto, scusa?
Vincent
: Ho detto che un "per favore" sarebbe carino.
Wolf
: Chiariamoci, campione, non sono qui per dire "per favore". Sono qui per dirti cosa fare. E se un istinto di conservazione ancora lo possiedi, sarà meglio che tu lo faccia, e sùbito, anche. Sono qui per dare una mano. E se il mio aiuto non è apprezzato, tanti auguri, signori miei.
Jules
: No, no, no, signor Wolf, le cose non stanno così. Il suo aiuto è sicuramente apprezzato.
Vincent
: Mister Wolf, ascolti. La mia non è mancanza di rispetto, chiaro? Io la rispetto. Solo che non mi piace che la gente mi abbai gli ordini, tutto qua.
Wolf
: Sono brusco con voi solo perché il tempo è a sfavore. Penso in fretta, quindi parlo in fretta. E voi dovete agire in fretta se volete cavarvela. Perciò vi prego, per piacere, pulite quella cazzo di macchina.
Vincent
: Non cominciare a guardarmi così, va bene? Conosco quello sguardo.
Wolf
: È una Chevrolet del 1974. Verde. Niente, tranne il casino all'interno. Ah, circa venti minuti. Uno di cui non sentiremo la mancanza. Sei un brav'uomo, Joe. Grazie mille. Come andiamo, Jimmie?
Jimmie
: Piuttosto bene. È tutto qui. Ma... signor Wolf, lei deve capire una cosa...
Wolf
: Winston. Jimmie, per favore, Winston.
Jimmie
: D'accordo. Devi capire una cosa, Winston. Ah... No, grazie. Questa è la nostra biancheria migliore. Ed è... È stato... è stato un regalo di nozze di mio zio Conrad e mia zia Ginny. Loro ormai non ci sono più. Io desidero aiutarti, eccome...
Wolf
: Voglio farti una domanda, Jimmie, se non ti dispiace.
Jimmie
: No, no, no, fa' pure.
Wolf
: Lo zio Conrad e la zia Ginny erano miliardari?
Jimmie
: No, no.
Wolf
: Bene, lo zio Marsellus invece sì. E sono sicurissimo che se lo zio Conrad e la zia...
Jimmie
: Ginny.
Wolf
: ... Ginny fossero qui, vi regalerebbero volentieri un'intera camera da letto. Cosa che lo zio Marsellus sarebbe felicissimo di fare. A me piacciono i mobili di rovere. Ce li ho nella mia camera da letto. Tu che ne pensi, Jimmie? Ti piace il rovere?
Jimmie
: Il rovere è bello.
Jules
: Oh, merda... Non ti perdonerò mai per la stronzata che hai fatto. Questa roba fa schifo. Schifo.
Vincent
: Conosci quella filosofia, secondo cui quando un uomo ammette di avere sbagliato gli vengono immediatamente perdonati tutti i suoi errori? L'hai mai sentito dire?
Jules
: Sparisci dalla mia vista con queste cagate. Il figlio di puttana che l'ha detto non ha mai dovuto raccogliere pezzettini di cranio per colpa della tua stupidità!
Vincent
: C'è un limite, Jules, c'è un limite preciso alle offese che posso accettare! In questo momento sono una macchina da corsa e tu mi spingi al massimo! Ti sto soltanto dicendo che è pericolosissimo spingere al massimo una macchina da corsa, tutto qua. Potrei esplodere.
Jules
: Oh! Stai per esplodere?
Vincent
: Sì! Sto per esplodere!
Jules
: E io sono un fungo atomico sterminatore, figlio di puttana! Figlio di puttana, ogni volta che le mie dita toccano cervelli divento Superfly TNT, divento "I cannoni di Navarone"! Infatti!" Ma che cazzo ci sto a fare io qui dietro? Sei tu che devi pensare al cervello! Scambiamoci il posto! Io pulisco i finestrini e tu raccogli il cranio di questo stronzo!
Wolf
: Ottimo lavoro, signori. Forse possiamo cavarcela.
Jimmie
: Incredibile, non sembra la stessa macchina!
Wolf
: Beh, non è ancora il momento di cominciare a farci i pompini a vicenda. La prima fase è completata, pulire la macchina. Il che ci porta alla seconda fase, pulire voi due. Spogliatevi.
Vincent
: Completamente?
Wolf
: A culo nudo. Svelti, signori miei. Abbiamo circa quindici minuti prima che la dolce metà di Jimmie imbocchi il viale.
Jules
: Ah, l'aria della mattina è fredda, cazzo!
Vincent
: Sicuro che sia assolutamente necessario?
Wolf
: Sapete voi due che sembrate?
Vincent
: Cosa?
Wolf
: Due che hanno fatto appena esplodere la testa di un uomo. Togliersi quegli stracci insanguinati è assolutamente necessario. Metteteli nel sacco della spazzatura.
Jules
: Oh! Non fare la stupidaggine di lasciare questa roba davanti a casa tua per il netturbino.
Wolf
: Non preoccuparti, la portiamo con noi. Jimmie, il sapone.
Jimmie
: Ecco.
Wolf
: Benissimo, signori, siete già stati in carcere entrambi, ne sono sicuro. Attenzione, arriva!
Jules
: Porca troia, è gelata!
Wolf
: Meglio a voi che a me, signori. Non abbiate paura del sapone. Lavatevi bene.
Jimmie
: Bagnagli bene la testa.
Jules
: Sui capelli! Mandami l'acqua sui capelli! Avanti, cazzo! Eh!
Wolf
: Asciugamani. Sono asciutti, non perdiamo tempo. Dagli i vestiti. Ah, ah, ah! Perfetto! Perfetto, non avremmo potuto fare di meglio. Ragazzi, ora sembrate... Cosa ti sembrano, Jimmie?
Jimmie
: Eh... Due cazzoni!
Wolf
: Ah, ah, ah, ah!
Jimmie
: Sì, sembrano un paio di cazzoni!
Wolf
: Ah, ah, ah, ah!
Jules
: Ah, ah! Sono i tuoi vestiti, stronzo!
Wolf
: Forza, signori miei. Se restiamo a ridere finiamo in prigione. Non fatevi pregare. Benissimo, signori, chiariamo le regole da seguire sulla strada. Andiamo in un posto chiamato "Lo sfasciacarrozze del mostro Joe". Ora, Mostro Joe e sua figlia Raquel finiranno di risolvere il nostro problema. Il posto è a North Hollywood. Perciò, tranne qualche deviazione, andremo dritti per la Hollywood Way. Allora, io guido la macchina incriminata. Jules, tu vieni con me.
Jules
: Hm-hm.
Wolf
: Vincent, tu ci segui con la mia Acura. Ora, se dovessimo imbatterci in qualche tutore della legge, nessuno fa un cazzo di niente finché io non faccio qualcosa.
Vincent
: Capito.
Wolf
: Che cosa ho detto?
Jules
: Non fare un cazzo, a meno che...
Wolf
: A meno che?
Jules
: Non lo faccia lei per primo.
Wolf
: Sei davvero un bambino prodigio. Riguardo a te, cowboy, sei capace di non giocare a "Mezzogiorno di fuoco"?
Vincent
: Signor Wolf, senta, il colpo mi è partito non so come. Sono lucido, glielo garantisco.
Wolf
: Tanto basta. Al volante sono una scheggia, perciò stammi dietro. E se quando riprendo la mia macchina è diversa da come te l'ho data, Mostro Joe dovrà sbarazzarsi di due cadaveri. Va' via, Rex!
Jules
: Allora?
Wolf
: Mai successo niente.
Vincent
: Bene.
Wolf
: Ragazzi, vi presento Raquel. Un giorno tutto questo sarà suo.
Raquel
: Ciao. Ma come vi siete vestiti, ragazzi? Andate a una partita di volley?
Wolf
: Ah, ah, ah! Io vado con la signorina a fare colazione. Forse posso darvi un passaggio. Dove abitate?
Vincent
: A Redondo.
Jules
: Englewood.
Wolf
: Shh! Vedo... nel vostro futuro. Vedo... una corsa in taxi! Dovete uscire dai ghetti, ragazzi! Di' buonanotte, Raquel.
Raquel
: Buonanotte, Raquel.
Wolf
: Noi ci rivedremo in giro. E state lontano dai guai, pazzerelli!
Jules
: Signor Wolf. Volevo solo dirle che è stato un vero piacere vederla al lavoro.
Vincent
: Sì, è così, e grazie infinite, signor Wolf.
Wolf
: Chiamatemi Winston. Hai visto, signorina? Rispetto. Mi rispettano tutti, perché io ho carattere.
Raquel
: Anch'io ho carattere!
Wolf
: No, tu hai un caratteraccio! Non vuol dire che tu abbia carattere.
Jules
: Prendiamo un taxi.
Vincent
: Mi è venuta un po' di fame. Ti va di fare colazione con me?
Jules
: Ci sto.
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
Esmeralda
: Quarantacinque dollari e sessanta.
Butch
: Ecco. E... qualcosina in più per il servizio. Allora, se per caso qualcuno ti chiede chi hai portato stasera, che dici?
Esmeralda
: La verità. Tre messicani elegantissimi e un po' bevuti.
Butch
: Bonsoir, Esmeralda Villalobos.
Esmeralda
: Buenas noches, Butch.
Fabienne
: Spegni la luce.
Butch
: Va meglio così?
Fabienne
: Oui. Giornata pesante al lavoro?
Butch
: Abbastanza. Ho fatto a pugni.
Fabienne
: Povero piccolo! Ci facciamo le coccole?
Butch
: Pensavo di farmi una doccia, puzzo peggio di un cane rognoso.
Fabienne
: No, mi piace il tuo odore.
Butch
: Mi tolgo il giubbotto.
Fabienne
: Oggi mi sono guardata allo specchio.
Butch
: Ah.
Fabienne
: Volevo la pancetta.
Butch
: Lo specchio ti ha fatto venire voglia di mangiare la pancetta?
Fabienne
: Che hai capito? La pancia in fuori, le pancette sono sexy.
Butch
: Beh, dovresti essere contenta, perché ce l'hai.
Fabienne
: Ma sta' zitto, ciccione! Io non ho la pancetta. Ho solo un po' di pancino, come Madonna quando ha cantato "Lucky Star". Non è la stessa cosa.
Butch
: Non sapevo che ci fosse una grande differenza tra "pancetta" e "pancino".
Fabienne
: C'è una differenza grossissima.
Butch
: Ti piacerebbe se avessi la pancetta?
Fabienne
: No. Gli uomini con la pancetta sembrano melanzane, o sembrano gorilla. Ma su una donna la pancetta è molto sexy. Tutto il resto è normale: normale la faccia, normali le gambe, normali i fianchi, normale il sedere, ma con una pancetta perfettamente rotonda come i bambini. Se l'avessi, mi metterei una maglietta due taglie più piccola per accentuarla.
Butch
: Credi che gli uomini la troverebbero attraente?
Fabienne
: Me ne frego di quello che gli uomini trovano attraente! Peccato che quello che troviamo piacevole al tatto e piacevole alla vista coincidano raramente.
Butch
: Se tu avessi la pancetta, ti darei un pugno proprio lì.
Fabienne
: Mi daresti un pugno sulla pancia?
Butch
: Dritto sulla pancia.
Fabienne
: Ah, ah, ah! E io ti soffocherei! Te la schiaccerei forte sulla faccia fino a non farti respirare!
Butch
: Faresti questo?
Fabienne
: Sì.
Butch
: Davvero?
Fabienne
: Sì.
Butch
: Hai preso tutto?
Fabienne
: Sì, tutto.
Butch
: Sei stata brava, zuccherino.
Fabienne
: È andato tutto come previsto?
Butch
: Non l'hai seguito alla... Oh! Non l'hai seguito alla radio?
Fabienne
: Non li seguo mai i tuoi incontri. Hai vinto tu?
Butch
: Ho vinto. Sì.
Fabienne
: Vuoi ancora ritirarti?
Butch
: Sì, certamente.
Fabienne
: Ha funzionato tutto alla fine.
Butch
: Non siamo ancora alla fine, bambina.
Fabienne
: Siamo in un grosso pericolo, non è così? Se ci trovano, ci ammazzano, di' la verità. Ma io credo che non ci troveranno mai. Vuoi ancora che io venga via con te? Non voglio esserti di peso o d'intralcio, io... Dillo.
Butch
: Fabienne, voglio che tu stia insieme a me.
Fabienne
: Per sempre?
Butch
: Per sempre insieme.
Fabienne
: Tu mi ami?
Butch
: Ti amo moltissimo.
Fabienne
: Allora...
Butch
: Sì?
Fabienne
: Voglio che mi baci come hai fatto l'altro giorno.
Butch
: Fallo prima tu.
Fabienne
: Sì, ma prima tu.
Butch
: Va bene.
Fabienne
: Va bene. Butch, amore mio, l'avventura è cominciata.
Butch
: Devo essermi incrinato una costola.
Fabienne
: Quando mi hai fatto godere con la bocca?
Butch
: No, ritardata, nell'incontro.
Fabienne
: Non chiamarmi ritardata.
Butch
: Mi chiamo Fabienne! Mi chiamo Fabienne!
Fabienne
: Smettila.
Butch
: Mi chiamo Fabienne!
Fabienne
: Smettila! E sta' zitto, non fare lo stronzo! Odio questa voce da mongoloide!
Butch
: Va bene. Va bene, scusa, scusa, scusa. Mi rimangio tutto. Mi passeresti un asciugamano asciutto, mio bellissimo tulipano?
Fabienne
: Oh, questo mi piace. Mi piace essere chiamata tulipano. Tulipano è molto meglio di mongoloide.
Butch
: Non ti ho chiamata mongoloide. Ti ho chiamato ritardata, ma me lo sono rimangiato.
Fabienne
: Butch.
Butch
: Sì, crostatina mia.
Fabienne
: Dov'è che stiamo andando?
Butch
: Non lo so ancora. Dovunque vorrai. Questa cosa ci darà un sacco di soldi. Non sarà un pozzo senza fondo. Non potremo vivere per sempre in una cuccia dorata. Pensavo
magari
di andare da qualche parte nel sud del Pacifico. Con tutti i soldi che ci becchiamo, laggiù possiamo tirare avanti per un bel pezzo.
Fabienne
: Volendo potremmo vivere a Bora Bora.
Butch
: Ah, ci puoi scommettere. E se dopo un po' ti sei stufata, andiamo in qualche altro posto, forse a Tahiti, o in Messico.
Fabienne
: Ma io non so parlare lo spagnolo.
Butch
: Beh, se è per questo non parli neanche il Bora Bora. E poi il messicano è facile. Donde està el zapateria?
Fabienne
: Che cosa vuol dire?
Butch
: Dove sta il negozio di scarpe.
Fabienne
: Donde està...
Butch
: Sputa, prima.
Fabienne
: Donde està el zapateria?
Butch
: Hai una pronuncia meravigliosa. In un lampo sarai la mia piccola mamacita. Qué hora es?
Fabienne
: Qué hora es?
Butch
: Eh?
Fabienne
: Qué hora es?
Butch
: È l'ora della nanna. Sogni d'oro, tesoro.
Fabienne
: Butch? Fa niente.
Butch
: Aaah!
Fabienne
: Oddio! Mi hai fatto paura. Hai fatto un brutto sogno?
Butch
: Che cosa è che stai vedendo?
Fabienne
: Un film con le motociclette, non lo so il titolo.
Butch
: E lo stai vedendo?
Fabienne
: In un certo senso.
Butch
: È un po' presto la mattina per le esplosioni e le bombe.
Fabienne
: Perché non me lo racconti?
Butch
: Che ne so, Fabienne, sei tu che lo stai vedendo.
Fabienne
: Ma no, stupidino, perché non mi racconti il tuo sogno?
Butch
: Non posso, non me lo ricordo. Non mi ricordo mai quello che sogno. Mai.
Fabienne
: Ma guardàtelo come brontola la mattina! Perché non ti alzi e facciamo colazione?
Butch
: Un altro bacio e mi alzo.
Fabienne
: Soddisfatto?
Butch
: Sì.
Fabienne
: E allora àlzati, razza di pigrone!
Butch
: Che ore sono?
Fabienne
: Sono quasi le 9:00. Ma noi a che ora abbiamo il treno?
Butch
: Alle 11:00.
Fabienne
: Sai cosa voglio mangiare a colazione?
Butch
: Cosa, crostatina?
Fabienne
: Voglio mangiare un bel piattone di frittelle di mirtilli con tanto sciroppo di acero sopra, uova strapazzate e anche cinque salsicce.
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
[L'OROLOGIO D'ORO]
I Cronista
: È ufficiale. È ufficiale. Wilson è morto.
II Cronista
: Beh, Dan, è stato l'incontro più brutale e sanguinoso a cui questa città abbia mai assistito. Coolidge è corso via. Mai visto un pugile vincere e andarsene così in fretta. Secondo te sapeva che Wilson era morto?
I Cronista
: Ah, secondo me sì, Richard. Dal mio posto ho visto sparire dai suoi occhi la furia per lasciare il passo alla consapevolezza di quanto stava facendo. Chiunque avrebbe lasciato di corsa il ring.
II Cronista
: Dan, pensi che questa tragedia avrà ripercussioni sul mondo della boxe?
I Cronista
: Oh, Richard, una tragedia simile non può non scuotere il mondo della boxe dalle fondamenta. Ma l'effetto più clamoroso sarà nelle tristi settimane a venire: gli occhi della BBA rimarranno...
Allenatore
: È andato via di corsa. Non ho potuto trattenerlo.
Paul
: Marsellus.
Allenatore
: Giuro, non è colpa mia! Non è colpa mia!
Vincent
: Mia. Come stai?
Mia
: Bene. Non ti ho mai ringraziato per la cena.
Marsellus
: Che hai scoperto?
Paul
: Si è dato.
Marsellus
: Il suo allenatore?
Paul
: Giura che non ne sa niente. Io gli credo. Penso che sia rimasto sorpreso almeno quanto...
Marsellus
: No! Non dovete pensare, dovete sapere. Portatelo al canile, datelo in pasto ai cani, così sapremo di sicuro quello che sa e quello che non sa.
Paul
: Per trovare Butch come ci muoviamo?
Marsellus
: Rivolterò il mondo per trovarlo! E anche se andasse in Indocina, uno dei nostri starà nascosto in una ciotola di riso pronto a sparargli nel culo!
Paul
: Ci penso io, capo. Sarà un piacere.
Esmeralda Villalobos
: Signore. Ehi, signore.
Butch
: Che c'è?
Esmeralda
: Lei era al combattimento? Quello della radio. È lei il pugile?
Butch
: Come ti è venuta quest'idea?
Esmeralda
: No, su, avanti! È lei il pugile. Lo so che è lei! Mi dica che è lei, quello.
Butch
: Sì, sono quello.
Esmeralda
: Ha ammazzato l'altro pugile.
Butch
: È morto?
Esmeralda
: La radio ha detto che è morto.
Butch
: Mi dispiace tanto, Floyd.
Esmeralda
: E che cosa si prova?
Butch
: Che cosa si prova a fare che?
Esmeralda
: A uccidere un uomo. Pestare un altro uomo a morte usando solamente le mani!
Butch
: Sei sciroccata?
Esmeralda
: No, per me è un argomento molto interessante. Lei è la prima persona che incontro che ha ammazzato qualcuno, lo sa? Allora? Che sensazione si prova a uccidere un uomo?
Butch
: Facciamo così: tu mi dai una di quelle sigarette che hai lì e io ti racconto tutto. Allora, Esmeralda... Villalobos. Sei messicana?
Esmeralda
: Il nome è spagnolo, però io di origine sono colombiana.
Butch
: Niente male come nome, tesoro.
Esmeralda
: Grazie. E lei come si chiama?
Butch
: Butch.
Esmeralda
: Butch. Che cosa vuol dire?
Butch
: Sono americano. I nostri nomi non significano un cazzo. Dunque, torniamo a noi, Esmeralda. Che vuoi sapere?
Esmeralda
: Voglio sapere che sensazione si prova a uccidere un uomo.
Butch
: Non te lo so dire. Non sapevo che fosse morto finché non me l'hai detto tu. E adesso che so che è morto vuoi sapere che cosa provo? Non mi sento in colpa nemmeno un po'. Che ti avevo detto, eh? Quando si è saputo dell'incontro combinato, la mia quota ha preso il volo. Lo so, lo so, è incredibile. Ah, cazzi suoi! Se fosse stato un pugile migliore, sarebbe ancora vivo. Se non si fosse mai allacciato i guantoni, cosa che non avrebbe mai dovuto fare nella sua vita, sarebbe ancora vivo. Sì, beh. Chi se ne frega! Ormai è finita. Sì, ma ora basta col povero e sfortunato signor Floyd. Parliamo piuttosto del ricco e prospero signor Butch. Da quanti allibratori l'hai piazzato? Tutti e otto? Quanto ci vorrà per incassare? Avrai tutto entro domani sera. No, capisco, a parte qualche ritardatario. Oh, cazzo, Scotty, è una buona notizia, davvero fantastica. Sì. No, io e Fabienne ce ne andiamo domani.
Magari
ci vorranno un paio di giorni per arrivare a Knoxville. D'accordo, bello mio. Ah, ah, ah! Hai ragione! Accidenti, se hai ragione! Ti saluto, Scotty. La prossima volta che ci vedremo sarà nel Tennessee. Stammi bene.
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
Mia Wallace
: Ciao, Vincent. Mi sto vestendo. La porta è aperta. Entra e preparati da bere. Mia.
Vincent
: C'è nessuno?
Mia
: Vincent. Vincent, sono all'interfono.
Vincent
: Dov... dov'è l'interfono?
Mia
: Sulla parete, vicino alle due statuette africane. Alla tua destra. Fuochino... fuochino. Trovato.
Vincent
: Ciao.
Mia
: Spingi il pulsante se vuoi parlare.
Vincent
: Ciao.
Mia
: Preparati qualche cosa da bere, io verrò giù tra due secondi, accomodati. Il bar è vicino al caminetto.
Vincent
: Va bene.
Mia
: Andiamo.
Vincent
: Ma che cazzo è questo posto?
Mia
: Questo è il Jackrabbit Slim's. A un Elvis-maniaco dovrebbe piacere.
Vincent
: Ah, dai, Mia, andiamo a farci una bistecca.
Mia
: La bistecca la puoi trovare qui, paparino. Non fare il... Hm?
Vincent
: Dopo di te, gattina.
I Motociclista
: Ehi! Ma come guidi? Vaffanculo!
II Motociclista
: Sei tu che cammini senza guardare!
Maitre
: Buonasera, signore e signori. In che cosa posso esservi utile?
Mia
: C'è una prenotazione a nome Wallace.
Maitre
: Wallace?
Mia
: Abbiamo prenotato una macchina.
Maitre
: Ah, una macchina. Bene. Accompagna i signori alla Chrysler.
Ricky Nelson
: ... throw a nickel in the jukebox, then we start to rock / My school gal baby, gonna tell ya some news / You sure look good in them baby-doll shoes / Well, it's a-one, two, a-pull off my shoes / Three, four, get out on the floor / Five, six, come get your kicks / Down on the corner of Lincoln and a-forty-six / Yeah! / All right / I've been a-waitin' in school all day long / a-waitin' on the bell to ring so I could go home / Throw my books on the table, pick up the telephone...
Marylin Monroe
: Salve.
Ricky Nelson
: ... Hello, baby, let's get somethin' goin' / Headin' down to the drugstore to get a soda pop / Throw a nickel in the jukebox, then we start to rock / My school gal baby, gonna tell ya some news / You sure look good in them baby-doll shoes / Listen, it's a-one, two, a-pull off my shoes / Three, four, get out on the floor / Five, six, come get your kicks / Down on the corner of Lincoln and a-forty-six / ... Down on the corner of Lincoln and a-forty-six
Presentatore
: Un bell'applauso per Ricky Nelson! Davvero fantastico, Ricky!
Ricky Nelson
: Grazie infinite.
Mia
: Vincent!
Presentatore
: Voglio solo annunciarvi che Ricky sarà di nuovo con noi nella seconda parte dello spettacolo. Ci auguriamo che gustiate la vostra cena qui al Jackrabbit Slim's. Grazie.
Inserviente
: Chiedete tutti le Philip Morris!
Mia
: Cosa te ne pare?
Vincent
: Se non li sentissi parlare, sembrerebbe il museo delle cere!
Buddy
: Salve, sono Buddy. Che vi porto?
Vincent
: Ah... Vediamo, bistecca, bistecca, bistecca, bist... Oh, sì, bistecca Douglas Sirk, ecco. Prendo questa.
Buddy
: E come la vuoi? Ben cotta, media o grondante sangue?
Vincent
: Grondante sangue. Oh, sì, anche questa: coca alla vaniglia.
Buddy
: E tu, Peggy Sue?
Mia
: Io voglio un... Durwood Kirby hamburger. Lo prendo al sangue. E un frappè da cinque dollari.
Buddy
: E come lo vuoi? "Martin e Lewis" o "Amos e Andy"?
Mia
: "Martin e Lewis".
Vincent
: Hai ordinato un frappè da cinque dollari?
Mia
: Hm-hm.
Vincent
: Il frappè è latte e gelato insieme?
Mia
: A quanto ne so...
Vincent
: E sta a cinque dollari? Non ci metti bourbon o qualcos'altro?
Buddy
: No.
Vincent
: Controllavo.
Buddy
: Torno subito con le bevande.
Mia
: Potresti arrotolarmi una di quelle, cowboy?
Vincent
: Ti posso dare questa qui, cowgirl.
Mia
: Grazie.
Vincent
: Sciocchezze, non c'è di che.
Mia
: Sai, Marsellus ha detto che sei appena tornato da Amsterdam.
Vincent
: Verissimo.
Mia
: Quanto ci sei stato?
Vincent
: Poco più di tre anni.
Mia
: Io ci vado una volta l'anno, mi rilasso per un mese.
Vincent
: Veramente? Non lo sapevo.
Mia
: E perché dovevi?
Vincent
: Ho sentito che hai girato un pilota.
Mia
: Sono stati i miei quindici minuti di gloria.
Vincent
: E che cos'era?
Mia
: Era un programma su una squadra di donne agenti segreti chiamato "Volpi Forza Cinque".
Vincent
: Come?
Mia
: "Volpi Forza Cinque". "Volpi", perché eravamo in gamba, astute e carine. "Forza", perché eravamo una forza con cui fare i conti. E "Cinque", perché eravamo una-due-tre-quattro-cinque di numero. C'era una bionda, Sommerset O'Neal, lei era il capo. La volpina giapponese era una maestra di arti marziali. Alla ragazza nera toccavano le demolizioni, era un'esperta. La volpina francese aveva una specialità, il sesso.
Vincent
: Qual era la tua specialità?
Mia
: Lame affilate. Il mio personaggio, Raven McCoy, aveva una storia: era... era venuta su cresciuta da artisti del circo. Secondo il copione, era la donna più pericolosa del mondo con un coltello. E... e conosceva un'infinità di vecchie barzellette che il suo caro nonnetto, un attore del Vaudeville, le aveva insegnato. E nell'eventualità che ci avessero confermato, avrebbero trovato il modo per cui in ogni episodio io avrei raccontato un'altra barzelletta.
Vincent
: Chissà quante barzellette conosci.
Mia
: Beh, ho potuto raccontarne solo una. Abbiamo girato solo un episodio.
Vincent
: Sentiamo.
Mia
: È una cavolata.
Vincent
: Ma non fare così, sentiamo.
Mia
: No, non ti piacerebbe. Mi sentirei in imbarazzo.
Vincent
: In imbarazzo? L'hai raccontata a cinquanta milioni di persone e non puoi raccontarla a me? Prometto di non ridere.
Mia
: È proprio di questo che ho paura, Vince.
Vincent
: Ah, non è quello che intendevo dire, lo sai.
Mia
: Adesso di sicuro non te la racconto, perché ci abbiamo ricamato troppo sopra.
Vincent
: Che fregatura!
Buddy
: "Martin e Lewis". Coca alla vaniglia.
Mia
: Hm. È buono.
Vincent
: Me ne faresti provare un sorso?
Mia
: Fai pure, assaggia.
Vincent
: Voglio sapere di che sa un frappè da cinque dollari.
Mia
: Puoi usare la mia cannuccia, non ho i bacilli.
Vincent
: Sì, ma
magari
ce lo ho io.
Mia
: So badare ai bacilli.
Vincent
: E va bene. Accidenti, è davvero buono questo frullato.
Mia
: Te l'avevo detto.
Vincent
: Non so se vale cinque dollari, ma cazzo è veramente buono.
Mia
: Non odi tutto questo?
Vincent
: Odio cosa?
Mia
: I silenzi che mettono a disagio. Perché sentiamo la necessità di chiacchierare di puttanate per sentirci più a nostro agio?
Vincent
: Non lo so, è un'ottima domanda.
Mia
: È solo allora che sai di aver trovato qualcuno davvero speciale: quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace.
Vincent
: Beh, non credo che siamo già arrivati a questo, ma non te la prendere, ci conosciamo appena.
Mia
: Facciamo una cosa: io adesso vado in bagno a incipriarmi il naso, tu resti seduto e pensi a qualcosa da dire.
Vincent
: Sarà fatto!
Mia
: Bene.
Marylin
: Quando metto questo vestito si alza il ventaccio!
Avventore
: Mettilo più spesso!
Mia
: Ho detto "cazzo, che botta"! Che botta, cazzo. Cazzo, che botta! Hm... Non lo trovi piacevole tornare dal bagno e vedere che la tua cena è lì che ti aspetta?
Vincent
: Siamo fortunati se ci hanno servito qualcosa. Non credo che Buddy Holly sia un bravo cameriere. Forse dovevamo sederci nel settore di Marilyn Monroe.
Mia
: Quale? Ce ne sono due di Monroe.
Vincent
: Ma che dici? Quella è Marilyn Monroe. Quella è Mamie Van Doren.
Mamie Van Doren
: Desidera ancora qualcosa?
Vincent
: Però non vedo Jayne Mansfield, si sarà presa una sera di riposo.
Mia
: Sei molto in gamba.
Vincent
: Sì, sono momenti.
Mia
: Hai pensato a qualcosa da dire?
Vincent
: In effetti sì. Comunque... Tu sembri una persona molto simpatica e io non voglio offenderti.
Mia
: Uh! Questa non ha l'aria di essere la solita frasetta noiosa lanciata là per fare due chiacchiere. Sembra che tu abbia davvero qualcosa da dire.
Vincent
: Beh, è così. È così. Però tu devi promettermi di non offenderti.
Mia
: No. No, no, no. Non si può promettere una cosa del genere. Io non ho idea di che cosa stai per chiedermi; tu vai avanti e chiedimi quello che stai per chiedermi. La mia reazione spontanea potrebbe essere quella di sentirmi offesa, e senza colpa da parte mia non avrei mantenuto la promessa.
Vincent
: Ti prego, lascia perdere.
Mia
: Ora pretendi l'impossibile. Lasciar perdere una cosa così intrigante come questa sarebbe un tentativo futile.
Vincent
: Ne sei convinta?
Mia
: E poi non è più eccitante quando non si ha il permesso?
Vincent
: Va bene, va bene. Allora, ecco qua. Ah... che ne pensi di quello che è capitato ad Antwan?
Mia
: Chi è Antwan?
Vincent
: Tony Rocky Horror. Lo conosci.
Mia
: È caduto da una finestra.
Vincent
: Hm-hm, hm-hm, hm! Questo è un modo per dirlo, sì. Un altro modo sarebbe che è stato buttato fuori. Un altro ancora sarebbe che è stato buttato fuori da Marsellus, e ancora un altro modo dire che è stato buttato fuori da una finestra da Marsellus per causa tua.
Mia
: Ne sei convinto?
Vincent
: No, non ne sono convinto, è solo quello che ho sentito, quello che ho sentito.
Mia
: Chi te l'ha detto?
Vincent
: Loro.
Mia
: Loro parlano tanto, non credi?
Vincent
: Parlano, parlano. Parlano eccome!
Mia
: Non fare il timido, Vincent, che altro hanno detto?
Vincent
: Beh, io non sono timido. Ehm...
Mia
: Per caso c'entra con la parola scopare?
Vincent
: No. No, no, no, no, no. Hanno solo detto che Antwan ti ha fatto un massaggio ai piedi.
Mia
: E allora?
Vincent
: E allora? Allora niente, tutto qui.
Mia
: Ti hanno detto che Marsellus ha buttato Tony Rocky Horror fuori da una finestra perché mi ha fatto un massaggio ai piedi?
Vincent
: Hm-hm.
Mia
: E pensi che sia vero?
Vincent
: Beh, insomma, quando me l'hanno detto mi è sembrato ragionevole.
Mia
: Marsellus che gettava Tony fuori da una finestra dal quarto piano perché mi ha fatto un massaggio ai piedi ti è sembrato ragionevole?
Vincent
: No, mi è sembrato eccessivo, ma non vuol dire che non sia successo. A quanto dicono, Marsellus è molto... protettivo nei tuoi confronti.
Mia
: Un marito che è protettivo nei confronti di sua moglie è una cosa, un marito che quasi uccide un altro uomo perché ha toccato i piedi di sua moglie è un'altra.
Vincent
: Ma è successo? Dimmi.
Mia
: La sola cosa che Antwan ha toccato di mio è stata la mano quando me l'ha stretta al mio matrimonio.
Vincent
: Davvero?
Mia
: Nessuno ha mai saputo perché Marsellus ha buttato Tony fuori da una finestra del quarto piano, tranne Marsellus e Tony. Quando voi maschiacci vi riunite siete peggio di un circolo di cucito.
Presentatore
: Signore e signori, è arrivato il momento che tutti aspettavate, la gara più famosa del Jackrabbit Slim's: il twist, signore e signori. Ed è così che una coppia fortunata vincerà questo splendido trofeo che la nostra Marilyn ha in mano. Allora, chi saranno i nostri primi concorrenti?
Mia
: Eccoci qui. Ho voglia di ballare.
Vincent
: Oh, No, no, no, no, no!
Mia
: No, no, no, no, no... Se non sbaglio, Marsellus, mio marito, il tuo capo, ti ha detto di portarmi a spasso e di fare tutto quello che voglio. E io voglio ballare, voglio vincere, e voglio quel trofeo.
Vincent
: D'accordo.
Mia
: Perciò balla bene.
Vincent
: Perfetto. L'hai voluto tu.
Presentatore
: Un bell'applauso per i nostri primi concorrenti. E conosciamo i nostri primi due concorrenti di questa sera. Signorina, lei come si chiama?
Mia
: Signora Mia Wallace.
Presentatore
: E come si chiama il suo compagno?
Mia
: Vincent Vega.
Presentatore
: Bene, vediamo che cosa sapete fare. Via con la musica!
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
Jody
: ... È come se trasformasse ogni parte del tuo corpo nella punta di un pene.
Trudi
: Accidenti!
Jody
: Te lo presto, è un libro fantastico sul piercing.
Trudi
: Ma la pistola che usano per bucarti le orecchie, non la useranno anche per bucarti i capezzoli?
Jody
: Lascia perdere! Ti assicuro che quell'affare va contro qualsiasi idea alla base del piercing. Tutti i miei fori, in diciotto parti del mio corpo, ognuno di loro è stato fatto con un ago. Cinque in ogni orecchio, uno nel capezzolo del seno sinistro, due nella narice destra, uno nel sopracciglio sinistro, uno sulla pancia, uno sul labbro, uno sul grilletto. E sulla lingua ho anche una borchia.
Vincent
: Scusami, è solo una curiosità. A che serve una borchia sulla lingua?
Jody
: È sensuale. Aiuta la fellatio.
Lance
: Vincent. Vieni nel mio ufficio. Forza. Questa è "Panda". Viene dal Messico, è di prima qualità. Questa qui è "Bava". Diversa, ma altrettanto buona. E quella è "Choco", viene dai monti Hartz della Germania. Ora, le prime due costano lo stesso, 300 al grammo. Sono prezzi da amico. Ma questa qui è un pochino più cara. Viene 500 al grammo. Quando te la "spari", sai dove sono andati a finire quei soldi in più. Niente da ridire sulle altre due, è roba veramente... veramente buona. Ma questa qui è una bomba atomica.
Vincent
: Guarda che sono appena tornato da Amsterdam.
Lance
: Sono un negro? Siamo a Englewood? No. Sei a casa mia. I bianchi che sanno la differenza tra roba buona e roba di merda è in questa casa che vengono. Con la mia roba sono prontissimo a sfidare la robaccia di Amsterdam in un giorno qualunque della settimana.
Vincent
: Questa è un'affermazione azzardata.
Lance
: Qui non siamo ad Amsterdam, Vince, qui sono i venditori che decidono. La coca è bella che morta da... da un pezzo. L'eroina sta rimontando in modo pazzesco.
Vincent
: Hm? D'accordo. Dammi tre grammi della bomba atomica, e...
Lance
: Bene.
Vincent
: ... se è buona come dici tornerò a comprarne altri mille dollari.
Lance
: Ah, beh, spero solo che ce ne sia rimasta un po' per te. Ah... te ne darò un po' dalla mia scorta privata - è fantastica - per dimostrarti che sono gentile. Ehi, ho finito le bustine, un sacchetto ti va bene?
Vincent
: Sì, sì, perfetto.
Lance
: D'accordo. Te lo prendo sùbito. Tesoro, mi porti dei sacchetti e dei legacci dalla cucina?
Jody
: Sì, volo.
Lance
: Ehi, che ne pensi di Trudi? Non ha l'amico, hai voglia di... andare su di giri con lei?
Vincent
: Qual è Trudi? Quella con le schifezze in faccia?
Lance
: No, quella è Jody. Quella è mia moglie.
Vincent
: Eh, eh, eh, eh, eh! L'ho detta grossa, vero?
Lance
: No, figurati.
Vincent
: No, non posso, devo andare in un posto.
Lance
: Ah, non c'è nessun problema.
Vincent
: Alla prossima occasione.
Jody
: Grazie, Jody.
Lance
: Ce l'hai ancora la Malibu?
Vincent
: Ah, amico, sai cosa mi ha fatto uno stronzo ieri?
Lance
: Cosa?
Vincent
: L'ha graffiata con una chiave.
Lance
: Ah, mi dispiace. Che pezzo di merda!
Vincent
: Non dirlo a me. L'ho tenuta in deposito per tre anni. L'avevo ritirata da cinque giorni, e un cazzone merdoso qualsiasi me l'ha graffiata.
Lance
: Quelli così li dovrebbero ammazzare. Niente processo, niente giuria. Giustiziati.
Vincent
:
Magari
avessi potuto beccarlo mentre lo faceva. Avrei dato qualsiasi cosa per beccare quel rotto in culo. Allora sì che valeva la pena che lo facesse, così lo potevo beccare!
Lance
: Che schifoso.
Vincent
: Sei un vigliacco cacasotto se fai lo stronzo con la macchina di un altro! Insomma, non si fa lo stronzo con la macchina degli altri!
Lance
: Non si fa.
Vincent
: È contro ogni regola!
Lance
: Grazie.
Vincent
: Grazie a te. Ti secca se me la sparo qui?
Lance
: Ehi! Mi casa su casa.
Vincent
: Muchas gracias.
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
Yolanda
: Dici sempre così, ogni volta la stessa storia: "Ho chiuso, mai più, è troppo pericoloso...".
Ringo
: Lo so che lo dico sempre, ho anche ragione.
Yolanda
: Ma tendi a dimenticartene dopo un giorno o due.
Ringo
: Ma i giorni in cui dimentico sono finiti. Stanno per cominciare i giorni in cui ricordo.
Yolanda
: Lo sai cosa sembri quando attacchi con questa menata?
Ringo
: Un fottuto uomo pieno di buonsenso. Ecco cosa sembro.
Yolanda
: Sei tale e quale a un'anatra. Qua, qua, qua, qua, qua!
Ringo
: Tira il fiato, perché l'anatra non la sentirai più. Visto che non lo farò mai più, non mi sentirai più fare quack dicendo che non lo farò più.
Yolanda
: Dopo stasera?
Ringo
: Esatto, ho tutta la sera per fare quack.
Cameriera
: Desiderate ancora un po' di caffè?
Yolanda
: Oh, sì. Grazie tante.
Cameriera
: Prego.
Ringo
: Come stanno le cose adesso, c'è lo stesso rischio di una rapina in banca. Anzi, più di un rischio: le banche sono più facili. Quelle federali non debbono fermarti in nessun modo durante una rapina. Sono assicurate, non gliene frega un cazzo. Vai senza pistola in una banca federale. Ho sentito di uno che è entrato in una banca con un telefono portatile. Da' il telefono al cassiere. Una voce dall'altro capo del telefono dice: "Abbiamo la figlioletta di quest'uomo, se non gli date tutti i vostri soldi la uccideremo".
Yolanda
: Ha funzionato?
Ringo
: Ha funzionato sì, è questo che voglio dire. Un coglione entra in una banca solo con un telefono. Non con una pistola, non con un fucile, ma con un cazzo di telefono. Li ripulisce e quelli non alzano nemmeno un dito, tutto qua.
Yolanda
: La bambina è rimasta ferita?
Ringo
: Non lo so, probabilmente quella bambina non è mai esistita, ma... qui la faccenda non è la bambina, qui la faccenda è: una rapina in banca con un telefono.
Yolanda
: Vuoi rapinare le banche?
Ringo
: Non dico rapiniamo le banche. Ti sto solo illustrando che sarebbe più facile di quello che facciamo.
Yolanda
: Niente più negozi di liquori?
Ringo
: Non senti quando parlo? Sì, niente più negozi di liquori! E poi non c'è più lo sfizio di una volta, ormai sono in mano a troppi stranieri: vietnamiti, coreani... non parlano neanche la tua
lingua. Gli dici :"svuota il registratore di cassa", non sanno di che cazzo parli. Ne fanno un fatto personale. Uno di questi musi gialli ci costringerà ad ammazzarlo, vedrai, tu. Vedrai.
Yolanda
: Ma io non voglio ammazzare nessuno.
Ringo
: Perché, credi che io voglia ammazzare qualcuno? Ma
magari
ci mettono in una situazione in cui o noi o loro. E se non saranno i musi gialli saranno quei fottuti ebrei che posseggono il negozio da quindici fottute generazioni. Troveremo nonno Irving seduto dietro... dietro il bancone con la sua stronza Magnum in mano! Entra in questi posti armato solo di un telefono, e vedrai che fine fai! Fanculo, scordatene! Basta, chiuso.
Yolanda
: Ma che vuoi fare? Vuoi cercare un impiego?
Ringo
: Non in questa vita.
Yolanda
: E allora cosa?
Ringo
: Garçon, caffè! Questo posto.
Cameriera
: "Garçon" vuol dire ragazzo.
Yolanda
: Questo locale qua? Una caffetteria pidocchiosa?
Ringo
: Che c'è di male? Nessuno rapina mai i ristoranti. Perché no? Bar, negozi di liquori, distributori di benzina ti spiaccicano la testa se ne assalti uno. I ristoranti, invece, cara, li becchi con le braghe calate. Non si aspettano di essere rapinati. O se lo aspettano meno degli altri.
Yolanda
: Mangiano, bevono e ruttano. E non è sicuramente pieno di eroi un posto come questo.
Ringo
: Proprio così! Esattamente come le banche, questi posti sono assicurati. Al direttore non gliene frega un cazzo, vuole solo farti uscire prima che cominci a sforacchiare i clienti. Le cameriere fanno finta di niente, non stanno lì a beccarsi una pallottola per la cassa. Ma agli inservienti, mettiamo messicani, che prendono un dollaro e cinquanta l'ora, non gliene può fregare un cazzo se tu gli derubi il padrone. I clienti, con la bocca piena, non capiscono che succede. Sono lì che mangiano un'omelette Denver e si ritrovano una pistola puntata in faccia. Vedi, l'idea mi è venuta nell'ultimo negozio rapinato, te lo ricordi?
Yolanda
: Hm.
Ringo
: Tutti quei clienti che entravano?
Yolanda
: Sì.
Ringo
: E tu hai avuto l'idea di prendergli i portafogli,
Yolanda
: Hm-hm.
Ringo
: Ora, quella era una buona idea.
Yolanda
: Grazie.
Ringo
: C'erano più soldi nei portafogli che nella cassa.
Yolanda
: Sì, è vero.
Ringo
: Un sacco di persone va al ristorante.
Yolanda
: Un sacco di portafogli.
Ringo
: Mica male, eh?
Yolanda
: Mica male, certo!
Ringo
: Eh...
Yolanda
: Sono pronta. Facciamolo, in questo momento. Sì, qui. Forza.
Ringo
: D'accordo. Come l'ultima volta, ti ricordi bene? Tu pensi ai clienti, io mi occupo del personale.
Yolanda
: Ti amo, zucchino mio.
Ringo
: Ti amo, coniglietta mia. Nessuno si muova! Questa è una rapina!
Yolanda
: E se per caso qualcuno di voi coglioni si azzarda a muoversi, io vi faccio secchi, brutti figli di puttana! Tutti, fino all'ultimo!
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
Tanto tempo fa, nel regno sotterraneo. Dove la bugia, il dolore, non hanno significato, viveva una principessa che sognava il mondo degli umani. Sognava il cielo azzurro, la brezza lieve e la lucentezza del sole. Un giorno, traendo in inganno i suoi guardiani, fuggì. Ma appena fuori, i raggi del sole la accecarono, cancellando così la sua memoria. La principessa dimenticò chi fosse e da dove provenisse. Il suo corpo patì il freddo, la malattia, il dolore, e dopo qualche anno morì. Nonostante tutto, il Re fu certo che l'anima della principessa avrebbe, un giorno, fatto ritorno,
magari
in un altro corpo, in un altro luogo, in un altro tempo. L'avrebbe aspettata, fino al suo ultimo respiro. Fino a che il mondo non avesse smesso di girare.
Dal film:
Il labirinto del fauno
Scheda film e trama
Frasi del film
Mi vuoi dentro casa, mi devo mettere seduto sul divano, davanti alla TV a scolare birre fino a crollare ubriaco e
magari
andare avanti così ad oltranza anche domani e il giorno dopo e il giorno dopo e il giorno dopo e il giorno dopo e il giorno dopo e il giorno dopo... finché... finché non mi viene un accidente e addio!? Maggie, questa è la cosa più importante che mi sia mai capitata, capisci? È la cosa... più importante che... che io possa fare in tutta la vita! In tutta la mia squallida vita e tu vuoi che mi fermi?! No! No, io non mi fermo! Io non mi voglio fermare! E neanche tu mi fermerai!
[urlando istericamente dopo aver scavato per tutto il guardino sul retro della propria casa]
Tom Witzky
Dal film:
Echi mortali
Scheda film e trama
Frasi del film
In Italia ai giovani non viene data l'opportunità di sbagliare, all'estero non succede questo. C'è un investimento, se c'è un programma nei confronti di un giovane viene portato avanti nonostante sbagli alcune partite. In Italia purtroppo non c'è il coraggio,
magari
dopo un pareggio e una sconfitta, di rimettere in campo un giovane. Bisogna avere il coraggio di schierarli.
[31 luglio 2014]
Luigi Di Biagio
Frasi di Luigi Di Biagio
[Sui giovani che scelgono di non trasferirsi in grandi squadre]
Sono scelte da persone grandi, che capiscono che andando in un altro club rischierebbero
magari
di non giocare, invece così hanno più possibilità di affermarsi. Io sono contento di questo, perché i ragazzi migliorano soprattutto se giocano.
[31 luglio 2014]
Luigi Di Biagio
Frasi di Luigi Di Biagio
A Monza fu un'esperienza importante, era una società seria, imparai molto. Ebbi anche degli allenatori tanto bravi quanto
magari
ingiustamente dimenticati: Frosio, Varrella, Trainini.
Luigi Di Biagio
Cit. da
corrieredellosport.it, intervista, 10 settembre 2016
Frasi di Luigi Di Biagio
Il testo fa la canzone, dà al brano un abbrivio decisivo, e così nasce un contatto forte con il pubblico che altrimenti non ci sarebbe, ma a volte accade anche il contrario, certe musiche entrano nell'anima e nel cuore della gente, a dispetto del testo, anche se molte volte i concetti vengono travisati; la gente fa proprie le canzoni e trova significati diversi rispetto alle vere intenzioni dell'autore, e mi è capitato innumerevoli volte di trovare variazioni rispetto ai miei intenti -
magari
un brano che presenta la fine di un amore viene utilizzato per un matrimonio!. Giustamente la gente fa del nostro lavoro quello che gli pare, visto che noi lo rendiamo pubblico.
Amedeo Minghi
Cit. da
faremusic.it, intervista, 18 febbraio 2017
Frasi di Amedeo Minghi
Poiché anche l'esperimento delle Amazzoni non ha dato alcun frutto, bisognerà pure imparare a convivere con la nostra mezza mela anche se la si trova un po' sbocconcellata e
magari
con un vermino (purché sia piccolo) dentro.
Cesarina Vighy
Cesarina Vighy
Cit. da
Scendo. Buon proseguimento
Ti svelerò che la malattia, che ti toglie quasi tutto, ti regala anche qualche cosa: per esempio una maggior comprensione dell'altro, empatia e pietas, regali che però chiunque restituirebbe volentieri in cambio della salute
magari
un po' stolida di prima.
Cesarina Vighy
Cesarina Vighy
Cit. da
Scendo. Buon proseguimento
Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche,
trascinarsi per strade di negri all'alba in cerca di droga rabbiosa,
hipsters dal capo d'angelo ardenti per l'antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte,
che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su partiti a fumare nel buio soprannaturale di soffitte a acqua fredda fluttuando sulle cime delle città contemplando jazz,
che mostravano il cervello al Cielo sotto la Elevated e vedevano angeli Maomettani illuminati barcollanti su tetti di casermette
che passavano per le università con freddi occhi radiosi allucinati di Arkansas e tragedie blakiane fra gli eruditi della guerra,
che venivano espulsi dalle accademie come pazzi & per aver pubblicato odi oscene sulle finestre del teschio,
che si accucciavano in mutande in stanze non sbarbate, bruciando denaro nella spazzatura e ascoltando il Terrore attraverso il muro,
che erano arrestati nelle loro barbe pubiche ritornando da Laredo con una cintura di marijuana per New York,
che mangiavano fuoco in alberghi vernice o bevevano trementina nella Paradise Alley, morte, o notte dopo notte si purgatoratizzavano il torso
con sogni, droghe, incubi di risveglio, alcool e uccello e sbronze a non finire,
incomparabili strade cieche di nebbia tremante e folgore mentale in balzi verso i poli di Canada & Paterson, illuminando tutto il mondo immobile del Tempo in mezzo,
solidità Peyota di corridoi, albe cimiteri alberi verdi retro cortili, sbronze di vino sopra i tetti, rioni di botteghe in gioiose corse drogate neon balenio di semafori, vibrazioni di sole e luna e alberi nei rombanti crepuscoli invernali di Brooklyn, fracasso di pattumiere e dolce regale luce della mente,
che si incatenavano ai subways in corse interminabili dal Battery al santo Bronx pieni di simpamina finché lo strepito di ruote e bambini li faceva scendere tremanti a bocca pesta e scassati stremati nella mente svuotata di fantasia nella luce desolata dello Zoo,
che affondavano tutta la notte nella luce sottomarina di Bickford fluttuavano fuori e passavano un pomeriggio di birra svanita nel desolato Fugazzi ascoltando lo spacco del destino al jukebox all'idrogeno,
che parlavano settanta ore di seguito dal parco alla stanza al bar a Bellevue9 al museo al ponte di Brooklyn,
schiera perduta di conversatori platonici precipiti dai gradini d'ingresso dalle scale di sicurezza dai
davanzali dall'Empire State giù dalla luna, farfugliando strillando vomitando sussurrando fatti
e ricordi e aneddoti e sensazioni ottiche e shocks di ospedali e carceri e guerre, interi intelletti rigurgitati in un richiamo totale per
sette giorni e notti con occhi brillanti, carne
da Sinagoga sbattuta per terra, che svanivano nel nulla Zen New Jersey lasciando
una scia di ambigue cartoline del Municipio di Atlantic City, straziati da sudori Orientali e scricchiolii d'ossa
Tangerini e emicranie Cinesi nel rientro dalla streppa in una squallida stanza mobiliata di
Newark23, che giravano e giravano a mezzanotte tra i binari
morti chiedendosi dove andare, e andavano, senza lasciare cuori spezzati, che accendevano sigarette in carri merci carri merci
carri merci strepitanti nella neve verso fattorie
solitarie nella notte dei nonni, che studiavano Piotino Poe San Giovanni della Croce
telepatia e cabala del bop perché il cosmo vibrava istintivamente ai loro piedi nel Kansas, che stavano soli per le strade dello Idaho in cerca di
visionari angeli indiani che erano visionari angeli
indiani, che credevano di essere soltanto matti quando Baltimore luccicava in un'estasi soprannaturale, che sobbalzavano in limousine col Cinese dell'Oklahoma sotto l'impulso di inverno mezzanotte luce stradale provincia pioggia,
che indugiavano affamati e soli a Houston in cerca di jazz o sesso o minestra, e seguivano il brillante Spagnolo per chiacchierare sull'America e l'Eternità, causa persa, e cosi si imbarcavano per l'Africa,
che scomparivano nei vulcani del Messico non lasciando che l'ombra dei jeans e la lava e ceneri di poesia sparse nella Chicago caminetto,
che riapparivano sulla West Coast indagando sul f.b.i. barbuti e in calzoncini con grandi occhi pacifisti sexy nella pelle scura distribuendo volantini incomprensibili,
che si bucavano le braccia con sigarette protestando contro la nebbia di tabacco narcotico del Capitalismo,
che diffondevano manifesti Supercomunisti in Union Square piangendo e spogliandosi mentre le sirene di Los Alamos li zittivano col loro grido, e gridavano giù per Wall e anche il ferry di Staten Island gridava,
che crollavano piangendo in palestre bianche nudi e tremanti davanti al macchinario di altri scheletri,
che mordevano i poliziotti nel collo e strillavano di felicità nelle camionette per non aver commesso altro delitto che la loro intossicazione e pederastia pazza tra amici,
che urlavano in ginocchio nel subway e venivano trascinati dal tetto sventolando genitali e manoscritti,
che si lasciavano inculare da motociclisti beati, e strillavano di gioia,
che si scambiavano pompini con quei serafini umani, i marinai, carezze di amore Atlantico e Caribbeo,
che scopavano la mattina la sera in giardini di rose e sull'erba di parchi pubblici e cimiteri spargendo il loro seme liberamente su chiunque venisse,
che gli veniva un singhiozzo interminabile cercando di ridacchiare ma finivano con un singhiozzo dietro un tramezzo dei Bagni Turchi quando l'angelo biondo & nudo veniva a trafiggerli con una spada,
che perdevano i loro ragazzi d'amore per le tre vecchie streghe del fato la strega guercia del dollaro eterosessuale la strega guercia che strizza l'occhio dal grembo e la strega guercia che sta li piantata sul culo a spezzare i fili d'oro intellettuali del telaio artigianale,
che copulavano estatici e insaziati con una bottiglia di birra un amante un pacchetto di sigarette una candela e cadevano dal letto, e continuavano sul pavimento e giù per il corridoio e finivano svenuti contro il muro con una visione di fica suprema e sperma eludendo l'ultima sbora della coscienza,
che addolcivano le fiche di milioni di ragazze tremanti al tramonto, e avevano gli occhi rossi la mattina ma pronti ad addolcire la fica dell'alba, natiche lampeggianti sotto i granai e nude nel lago,
che andavano a puttane nel Colorado in miriadi di macchine notturne rubate, N.C., eroe segreto di queste poesie, mandrillo e Adone di Denver gioia alla memoria delle sue innumerevoli scopate di ragazze in terreni abbandonati & retrocortili di ristoranti per camionisti, in poltrone traili
ballanti di vecchi cinema, su cime di montagna in caverne o con cameriere secche in strade familiari sottane solitarie alzate & solipsismi particolarmente segreti nei cessi dei distributori di benzina, &
magari
nei vicoli intorno a casa,
che dissolvevano in grandi cinema luridi, si spostavano in sogno, si svegliavano su una Manhattan improvvisa, e si tiravano su da incubi di cantine ubriachi di Tokay spietato e da orrori di sogni di ferro della Terza Strada & inciampavano verso l'Ufficio Assistenza,
che camminavano tutta la notte con le scarpe piene di sangue su moli coperti di neve aspettando che una porta sullo East River si aprisse su una stanza piena di vapore caldo e di oppio,
che creavano grandi drammi suicidi in appartamenti a picco sullo Hudson sotto azzurri fasci antiaerei di luce lunare & le loro teste saranno incoronate di alloro nell'oblio,
che mangiavano stufato d'agnello dell'immaginazione o ingoiavano rospi nel fondo fangoso dei fiumi di Bowery,
che piangevano sulle strade romantiche coi carretti pieni di cipolle e musica scassata,
che sedevano in casse respirando al buio sotto il ponte, e si alzavano per fare clavicembali nelle loro soffitte,
che tossivano al sesto piano di Harlem incoronati di fiamme sotto il cielo tubercolare circondati da teologia in cassette da frutta,
che scarabocchiavano tutta la notte in un rock and roll su incantesimi da soffitta destinati a diventare nella mattina giallastra strofe di assurdo,
che cuocevano animali marci polmoni cuori code zampe borsht & tortillas sognando il puro reame vegetale,
che si buttavano sotto furgoni di carne in cerca di un uovo, .
che buttavano orologi dal tetto per gettare il loro voto all'Eternità fuori del Tempo, & per un decennio dopo le sveglie cadevano ogni giorno sul loro capo,
che si tagliavano i polsi tre volte di seguito senza seguito, rinunciavano ed erano costretti ad aprire negozi di antiquariato dove credevano di invecchiare e piangevano,
che venivano arsi vivi nei loro innocenti vestiti di flanella sulla Madison Avenue tra esplosioni di versi di piombo e il frastuono artificiale dei ferrei reggimenti della moda & gli strilli alla nitroglicerina dei finocchi della pubblicità & l'iprite di sinistri redattori intelligenti, o venivano investiti dai taxi ubriachi della Realtà Assoluta,
che si buttavano dal ponte di Brookiyn questo è successo davvero e se ne andavano sconosciuti e dimenticati tra la foschia spettrale di Chinatown minestra vicoli & autopompe, neanche una birra gratis,
che cantavano disperati dalle finestre, cadevano dal finestrino del subway, si buttavano nello sporco Passaic, saltavano su negri, piangevano lungo tutta la strada, ballavano scalzi su bicchieri rotti spaccavano nostalgici dischi Europei di jazz tedesco del 30 finivano il whisky e vomitavano rantolando nel cesso insanguinato, nelle loro orecchie gemiti e l'esplosione di colossali sirene,
che rotolavano giù per le autostrade del passato andando l'un l'altro verso l'hotrod-Golgotha di veglia solitudine-prigione o l'incarnazione del jazz di Birmingham,
che guidavano est ‐ ovest settantadue ore per sapere se io avevo una visione o tu avevi una visione o lui aveva una visione per scoprire l'Eternità,
che andavano a Denver, che morivano a Denver, che ritornavano a Denver & aspettavano invano, che vegliavano a Denver & meditavano senza compagni a Denver e infine se ne andavano per scoprire il Tempo, & ora Denver ha nostalgia dei suoi eroi,
che cadevano in ginocchio in cattedrali senza speranze pregando per l'un l'altro salvezza e luce e seni, finché l'anima si illuminava i capelli per un attimo,
che si sfondavano il cervello in prigione aspettando criminali impossibili dalla testa bionda e il fascino della realtà nei loro cuori che cantavano dolci blues a Alcatraz,
che si ritiravano in Messico per conservarsi alla droga, o a Rocky Mount per il tenero Buddha o a Tangeri a ragazzini o alla Southern Pacific per la locomotiva nera o a Harvard o a Narciso o a Woodlawn alle orge o la fossa,
che chiedevano prove di infermità mentale accusando la radio di ipnotismo & venivano lasciati con la loro pazzia & le loro mani &. una giuria incerta,
che al ccny buttavano patate in insalata ai conferenzieri sul Dadaismo e poi si presentavano sui gradini di pietra del manicomio con teste rapate e discorsi arlecchineschi di suicidio, chiedendo un'immediata lobotomia,
e invece venivano sottoposti al vuoto concreto o insulina metrasol elettricità idroterapia psicoterapia terapia educativa ping pong e amnesia,
che in malinconica protesta rovesciavano un unico simbolico tavolo da ping pong, riposando un poco in catatonia,
ritornando anni dopo proprio calvi eccetto una parrucca di sangue, e lacrime e dita, al visibile destino da pazzo delle corsie delle città-manico-mio dell'Est,
fetidi corridoi di Pilgrim State Rockland e Greystone, litigando con gli echi dell'anima, rockrollando nella mezzanotte solitudine-panca dolmen-rea-mi dell'amore, sogno della vita un incubo, corpi ridotti pietra pesanti come la luna,
con mamma finalmente ..., e l'ultimo libro fantastico scaraventato dalla finestra, e l'ultima porta chiusa alle 4 del mattino e l'ultimo telefono sbattuto in risposta contro il muro e l'ultima stanza ammobiliata svuotata fino all'ultimo pezzo di mobilia mentale, una rosa di carta gialla attorcigliata su una gruccia di fil di ferro nell'armadio, e perfino essa immaginaria, nient'altro che un pezzetto di speranza nell'allucinazione ‐
ah, Carl, mentre tu non sei al sicuro io non sono al sicuro, e ora sei davvero nel totale brodo animale del tempo ‐ e che dunque correvano per le strade gelate ossessionati da un lampo improvviso dell'alchimia dell'uso dell'ellisse il catalogo il metro & i piani vibranti,
che sognavano e facevano abissi incarnati nel Tempo & lo Spazio mediante immagini contrapposte, e
intrappolavano l'arcangelo dell'anima tra 2 immagini visive e univano i verbi demenziali e sistemavano insieme il sostantivo e il trattino della coscienza sobbalzando alla sensazione del Pater Omnipotens Aeterni Deus
per ricreare la sintassi e la misura della povera prosa umana e fermarvisi di fronte muti e intelligenti e tremanti di vergogna, ripudiati ma con anima confessa per conformarsi al ritmo del pensiero nella sua testa nuda e infinita,
il pazzo vagabondo e angelo battuto nel Tempo, sconosciuto, ma dicendo qui ciò che si potrebbe lasciar da dire nel tempo dopo la morte,
e si alzavano reincarnati nei vestiti spettrali del jazz all'ombra tromba d'oro della banda e suonavano la sofferenza per amore della nuda mente d'America in un urlo di sassofono elai elai lamma lamma sabacthani che faceva tremare le città fino all'ultima radio
col cuore assoluto della poesia della vita macellato dai loro corpi buono da mangiare per mille anni.
Allen Ginsberg
Cit. da
Urlo
Commenti:
1
Frasi di Allen Ginsberg
Custode dei Semi
: Aspetti un bambino?
Dag
: Giá... "Comandante Jr". Sarà bruttissimo...
Custode dei Semi
:
Magari
è femmina.
Dal film:
Mad Max Fury Road
Scheda film e trama
Frasi del film
Eva
: Rocco se lo ingoierebbe
[il telefono]
piuttosto, eh amore?
Rocco
: Ma non è vero, dai prendilo. Ce sta qualche tetta, qualche culo ma è robba de lavoro, no?!
Eva
: Quindi voi mi state dicendo che nessuno di noi ha segreti. Mmm? Oh, a parte Diego, qua tutti santi!
Cosimo
: Ma Eva... che segreti ce voi avé?
Lele
: Ma
magari
,
magari
! Ce conosciamo tutti a memoria.
Peppe
: Infatti, speriamo che ci sia ancora qualche segreto, sennò sai che palle!
Dal film:
Perfetti sconosciuti
Scheda film e trama
Frasi del film
A inizio concerto prepariamo il pubblico: faccio parlare il lettore automatico di Google che con una voce robotizzata racconta cosa ci sarà nello show. Tipo: Potrete sentire del pop, del funk, qualcosa che
magari
considerate merda, ma che per noi vuol dire tanto.
Stash
Cit. da
Rolling Stone, intervista del 6 ottobre 2015
Frasi di Stash
Quando c'è di mezzo l'amore le persone a volte si comportano in modo stupido.
Magari
sbagliano strada, ma comunque ci stanno provando... Ti devi preoccupare quando chi ti ama non ti ferisce più, perché vuol dire che ha smesso di provarci o che tu hai smesso di tenerci.
Alessandro D'Avenia
Cit. da
Bianca come il latte, rossa come il sangue
Frasi di Alessandro D'Avenia
Le persone sono un po' simili alle stelle:
magari
brillano lontane, ma brillano, e hanno sempre qualcosa di interessante da raccontare... però ci vuole tempo, a volte tanto tempo, perché le storie arrivino al nostro cuore, come la luce agli occhi. (Silvia)
Alessandro D'Avenia
Cit. da
Bianca come il latte, rossa come il sangue
Frasi di Alessandro D'Avenia
I sogni veri si costruiscono con gli ostacoli. Altrimenti non si trasformano in progetti, ma restano sogni. La differenza fra un sogno e un progetto è proprio questa: le bastonate, come nella storia di mio nonno. I sogni non sono già, si rivelano a poco a poco,
magari
in modo diverso da come li avevamo sognati...
Alessandro D'Avenia
Cit. da
Bianca come il latte, rossa come il sangue
Frasi di Alessandro D'Avenia
L'Italia è l'unico paese del mondo dove esiste la quattordicesima,
magari
esistesse anche in altri paesi. Però devi anche considerare che se lavoro 100 giorni, 70 vanno in tasse per lo stato! È strano questo paese, perché sulla carta non dovrebbe nemmeno esistere, cadono a pezzi palazzi, le strade si aprono e la gente muore, nessuno riesce a pagare, tu non vieni pagato, la legge non ti protegge, eppure funziona! Per qualche strano motivo funziona! Io che vengo dall'Inghilterra dove tutto funziona alla perfezione e non c'è tutta questa burocrazia, quando ti rendi conto che ci sono tutte queste difficoltà nel vivere la vita quotidiana, tutte queste cose ti danno un sacco di fastidio, diventa invivibile!
Filippo Nardi
Frasi di Filippo Nardi
La rivista scientifica Lancet annuncia la scoperta del secolo: l'adolescenza copre un periodo sempre più lungo dell'esistenza umana. Ci si addentra ad appena dieci anni e se ne esce, quando se ne esce, a ventiquattro. Pare dipenda da alimentazione e stili di vita. Sta di fatto che l'elastico di Peter Pan si è disteso all'inverosimile. Le mestruazioni in prima media e i denti del giudizio dopo la laurea, al punto che gli scienziati di Lancet si chiedono se non si debba spostare la maggiore età verso la trentina.
Alla luce della clamorosa rivelazione, le scelte della società italiana assumono tutt'altro significato. Quei figli aggrappati alla gonna materna fino alle rughe. Quei ragazzoni protetti dai genitori contro qualunque insidia attenti alla loro spiccata sensibilità. Quelle università ridotte a parcheggi senza uscita. Quei lavoretti precari e sottopagati che, rendendo impossibile l'indipendenza, strappano le ali al desiderio di formare una famiglia propria e di sfornare nuovi adolescenti infiniti.
Magari
pensavate che tutto questo fosse il frutto di scelte dissennate. Invece era preveggenza. I nostri leader sapevano. E si sono adeguati in anticipo al verdetto della scienza. Anzi, poiché da noi il precariato e l'inconcludenza esistenziale si protraggono ormai ben oltre i quaranta, significa che ci stiamo già attrezzando per il prossimo annuncio di Lancet: l'adolescenza sfocia direttamente nella vecchiaia. Quel giorno saremo un Paese a pezzi, ma vinceremo il Nobel.
Massimo Gramellini
Cit. da
Un adolescente è per sempre, 'Il caffè', Corriere.it, 20 gennaio 2018
Frasi di Massimo Gramellini
Tra poco fa giorno, | la festa è finita, si torna alla vita | ti chiamerò un giorno d'estate o
magari
mai più.
Cesare Cremonini
Cit. da
GreyGoose
Frasi di Cesare Cremonini
Francesco Campo
: Senti René, io preferisco dirlo alle persone con cui lavoro, anche per correttezza, insomma... Io, la sera, mi faccio.
René
: Cioè ti fai...
Francesco Campo
: Mi faccio, faccio uso di eroina per dirla burocraticamente, ma solo la sera, mai sul lavoro. No, te lo dico perché
magari
la sera mi chiami e io è facile che non ti rispondo, insomma.
René
: No, ma figurati. Guarda, anch'io la sera spesso non rispondo al telefono.
Dal film:
Boris - Il film
Scheda film e trama
Frasi del film
[Al telefono]
Stanis
: Renato, è una settimana che non rispondi. L'irreperibilità è una cosa che non ti puoi permettere, Renato, io posso essere irreperibile, tu no.
René
: Dimmi Stanis.
Stanis
: Ma cioè, come, tu fai un film per il cinema e non me lo dici?
René
: No... ma t'avrei chiamato. Guarda che non è manco sicuro che si faccia sto film, capito? Non c'è neanche ancora una sceneggiatura, figurati, eh?
Stanis
: Fammi fare Fini.
René
: Eh?
Stanis
: Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, te lo faccio io.
René
: Ma non c'è Fini nel mio film, Stanis.
Stanis
: È un errore, è un errore. Tu vuoi fare un film sull'Italia senza Gianfranco Fini, Renato?
René
: Senti Stanis, abbi pazienza, io c'ho tanti cazzi, va bene? Quando facciamo il cast
magari
ti richiamo, va bene? Rimaniamo così.
Stanis
: Renato se mi tradisci, io m'ammazzo però. Te lo devo dire... Ti devo dire la verità... M'ammazzo, lo sai che lo faccio.Mi tolgo la vita, Renato.
René
: D'accordo. D'accordo. Ciao Stanis.
Dal film:
Boris - Il film
Scheda film e trama
Frasi del film
Te lo dirò solo una volta. Vincerai Wimbledon.
Magari
non quest'anno ma è solo questione di tempo. Diventerai numero uno, ne sono certo.
[...]
Ma non ti ricorderanno come uno dei più grandi e sai perché? John, guardami! Perché non piaci a nessuno! Nessun ragazzino sogna di diventare come McEnroe da grande.
[...]
Tra vent'anni l'unica cosa che diranno di te sarà: "Come si chiamava quel pazzoide che urlava sempre contro il giudice di sedia?" Mi hai rubato la partita, ma ti sono amico.
[dopo i quarti di finale in cui si erano sfidati]
Peter Fleming
Dal film:
Borg McEnroe
Scheda film e trama
Frasi del film
Qualcuno vede il mondo alla fine del mondo. Invece attraverso la musica e il mio lavoro ho visto una parte di mondo che per quanto si muova in modo manieristico,
magari
vivendo su Facebook o guardando i talent show, continua a leggere e a comprare dischi.
Enzo Avitabile
Frasi di Enzo Avitabile
Trovo illuminante la decisione della scuola milanese «Italo Calvino» di chiamare la festa di Natale «grande festa delle Buone Feste» per non urtare la sensibilità di chi non festeggia il Natale. Ispirandomi a questo fulgido esempio di apertura, smetterò di festeggiare il mio compleanno perché mangiare una fetta della mia torta preferita in presenza di altre persone sarebbe un'ingiuria nei confronti di quelle che non sono nate il mio stesso giorno: la maggioranza, temo. «Grande festa delle Buone Feste» è un primo passo, ma ancora non basta. Intanto la parola «grande» discrimina con ogni evidenza le altre feste. Si è calcolato quale enorme danno può produrre nella psiche di un bambino la decisione arrogante, tipica della mentalità competitiva occidentale, di stabilire una gerarchia tra feste presunte «grandi» e feste medie, medio-piccole, festicciole e, non sia mai, festini? Ma è la parola «festa» in sé a suonare irrispettosa verso chi non ha niente da festeggiare. Si pretende di imporre anche a costui una festa, anzi «la grande festa», anzi «la grande festa delle Buone Feste». E perché mai dovrebbero essere «buone», di grazia? Se uno volesse delle feste «cattive» dovrebbe sentirsi escluso,
magari
additato come un diverso?
Esiste un modo infallibile di non offendere la sensibilità degli altri ed è smettere di averne una propria. Ci stiamo arrivando. Nel mondo slavato dei non luoghi e delle non identità, l'unica soluzione possibile è la negazione perpetua. Non auguri di non buone feste di non Natale a tutti (e non).
Massimo Gramellini
Cit. da
Non buon non Natale, 'Il caffè', Corriere.it, 14 dicembre 2017
Frasi di Massimo Gramellini
Non credo che il sessismo esista solo a Hollywood: semplicemente il nostro è un ambiente molto esposto, quindi
magari
c'è più attenzione su quello che succede. Il sessismo è ovunque e a volte è inconsapevole: una volta parlando con un collega ho capito che per lui no era una risposta, mentre per me era l'inizio di una conversazione. È quello che cerco di insegnare a mia figlia: per abbattere il sessismo bisogna puntare sulla comunicazione e sul rispetto per gli altri.
Amy Adams
Cit. da
movieplayer.it, 20 luglio 2017
Frasi di Amy Adams
A volte anche se agli altri sembra che tu abbia successo
magari
per te non è così. L'importante è preservare la propria passione e continuare a fare ciò che si ama.
Amy Adams
Cit. da
movieplayer.it, 20 luglio 2017
Frasi di Amy Adams
Vicki
: Warren... ti dispiace se faccio un'osservazione?
Warren
: Cioè?
Vicki
: Be', non hai per niente perso il buonumore nonostante tutto quello che hai passato di recente e lo so che ti ho appena conosciuto però io ho un certo istinto per le persone... e quello che tu mi comunichi è che, a dispetto della tua allegria e del tuo bell'atteggiamento positivo... dentro di te... sei triste, amareggiato.
Warren
: Be', occorre un certo riassestamento quando si perde una moglie.
Vicki
: Sì, ma c'è qualcosa di più... io avverto qualcosa che va oltre il dolore e il lutto, qualcosa di più profondo.
Warren
: Cioè cosa? Non so...
Vicki
: Io ti conosco appena però... credo che sia rabbia. Eh, sì, rabbia e non lo so, forse... paura, solitudine.
Warren
: Be', la sento la solitudine.
Vicki
: Vedi, io l'ho capito.
Warren
: Te la posso dire una cosa?
Vicki
: Ti ascolto!
Warren
: Io ti conosco da appena un'ora circa eppure sento che tu riesci a capirmi meglio di quanto mia moglie Helen abbia mai fatto, nemmeno dopo quarantadue anni di matrimonio. Quarantadue anni...
Magari
se avessi conosciuto prima una donna come te...
Vicki
: Oh, che tristezza mi fai! Che tristezza in quello che hai appena detto, Warren!
Dal film:
A proposito di Schmidt
Scheda film e trama
Frasi del film
A un bambino come te chissà come sembrerà vecchio uno di sessantasei anni, a dire il vero sembra parecchio vecchio anche a me, perché quando mi guardo allo specchio e vedo le rughe intorno agli occhi e la pelle cascante sul collo, i peli nelle orecchie e i capillari scoppiati nelle caviglie, non riesco a credere che quello sono io. Quando ero bambino pensavo che forse ero speciale, che in qualche modo il destino mi avesse scelto per diventare un grand'uomo. Non dico come Henry Ford o Walt Disney o gente del genere, però... insomma... qualcuno di abbastanza importante. Ho preso una laurea in economia e statistica e avevo intenzione di farmi una mia azienda che sarebbe poi diventata una multinazionale, quotata in borsa, sai?
Magari
tra le prime cinquecento citate dalla rivista Fortune e io sarei diventato famoso. Però, non so perché, non è andata esattamente così.
[scrivendo una lettere a Ndugu]
Warren Schmidt
Dal film:
A proposito di Schmidt
Scheda film e trama
Frasi del film
[Ad una giornalista che chiedeva: «Lei è tacciato d'essere arrogante, mangia preti, insolente. La sua impertinenza suscita parecchia stizza in alcuni eppure è uno dei più accaniti sostenitori nella lotta contro l'irrazionalità dilagante senza la quale il mondo e la vita sarebbero migliori. Sembra quasi un paradosso. Come se lo spiega?»]
[...]
In realtà l'impertinenza è soltanto un modo di essere, è
magari
mettere il sale nelle cose che uno dice per cercare di provocare un pochino.
[...]
Io non sono particolarmente razionale o razionalista. Non penso che soltanto la ragione debba essere il metro di giudizio per tutte le cose che facciamo.
[...]
Penso che in moltissime attività della vita umana la razionalità sia, se non superflua, almeno un po' contenuta, in altre no. In particolare, credo non si possa fare a meno della razionalità quando si parla della verità.
[tratto da Matematicamente.it Magazine, numero 4, Ottobre 2007]
Piergiorgio Odifreddi
Frasi di Piergiorgio Odifreddi
A Pressing mi vietavano di imparare qualcosa di calcio. Non potevo. Quando gli altri si riunivano per guardare il match del pomeriggio o della sera, io mi curavo le unghie o
magari
altro. Insomma, qualunque cosa ma niente pallone, altrimenti temevano per le mancate gag della diretta.
Antonella Elia
Frasi di Antonella Elia
Non siamo struzzi, e non possiamo credere che se non guarderemo, ciò che non vogliamo vedere non esisterà più. E tanto meno lo possiamo, quando ciò che non vogliamo vedere è quel che vogliamo mangiare. E soprattutto, se almeno fosse necessario tutto ciò! O
magari
non necessario, ma se non altro almeno utile a qualcosa. E invece? Niente, non è di nessuna utilità. (Coloro che ne dubitano leggano quei numerosi libri che sono stati scritti a questo proposito da scienziati e da medici, e nei quali viene appunto dimostrato che la carne non è affatto necessaria all'alimentazione umana. E non ascoltino invece quei medici veterotestamentari che difendono a spada tratta la necessità di far uso di carne solamente perché la carne è stata ritenuta necessaria per lungo tempo dai loro predecessori e poi anche da loro stessi; costoro la difendono caparbiamente, con malevolenza, così come si difende sempre quel che è vecchio e va ormai cadendo in disuso.) Serve soltanto a educare la gente ai sentimenti bestiali, a sviluppare la bramosia, la lussuria, l'ubriachezza. Il che trova perennemente conferma nel fatto che uomini giovani, buoni, non guastati ancora, e in particolar modo le donne e le fanciulle, sentono, pur senza saperlo, che così come da una cosa ne deriva un'altra, allo stesso modo la virtù non è compatibile con la bistecca, e non appena desiderano esser buoni, abbandonano appunto i cibi a base di carne.
Lev Tolstoj
Cit. da
Il primo gradino (1892) - Da: "Perché la gente si droga?" e altri saggi su società, politica e religione
Frasi di Lev Tolstoj
A un certo punto mi sono deciso di mettere fine alle umiliazioni e per questo ho cercato un'alternativa in questo locale
[il suo ristorante "I pirati"]
, per vivere dignitosamente: ormai ricevevo solo ruoli da ospite o proposte indecenti da piccole emittenti, quelle che poi
magari
non ti pagano.
Marco Predolin
Frasi di Marco Predolin
Fra Juve e Milan non sono mai partite spettacolari, non lo fu nemmeno la finale
[Champions League, 2003]
, ma contano tanto anche quando
magari
contano poco. Voglio dire che c'è sempre la tensione giusta e anche la tensione fa spettacolo. Credo che mai come in questo tipo di partite un attaccante debba saper lottare per trovare il suo spazio, quei centimetri che fanno la differenza.
[9 aprile 2016]
Andriy Shevchenko
Frasi di Andriy Shevchenko
Questa è la mia finestra sul mondo, ogni istante è uno spettacolo diverso. Io
magari
non lo capisco,
magari
non sono neanche d'accordo con questo mondo, ma sai una cosa? Lo accetto e continuo a a galleggiare.
Dal film:
Waking Life
Scheda film e trama
Frasi del film
Non mi piace quando giro con certe persone e mi accorgo che pensano che io non sia abbastanza fico, perché non c'è niente al mondo che mi impedisca di essere totalmente fico. Tutto ciò che faccio è innovativo,
magari
potete non capirlo subito, ma è fico. La famiglia è super fica. Andare a letto con una ragazza diversa ogni sera è super fico. Tutto ciò che faccio è fico.
Kanye West
Frasi di Kanye West
La vita è vita, ci sono gli alti e ci sono i bassi. È come un incidente in auto,
magari
stai guidando e qualcuno ti entra nella portiera da non si sa dove. Il senso della vita è fare le proprie cose ed essere felici.
Kanye West
Frasi di Kanye West
Professore
: Cominciamo?
Giada
: Alberti Carolina.
Carolina Alberti
: Presente.
Giada
: Caloria Lucio.
Lucio Caloria
: Presente.
Giada
: Porzio Livia.
Livia Porzio
: Presente.
Giada
: Zamponi Maria.
Maria Zamponi
: Presente.
Giada
: Croce Riccardo.
Riccardo
: Presente.
Giada
: Croce, la interrogo io. Così
magari
è più a suo agio. Le piace tanto la sociologia della comunicazione a quanto vedo. Addirittura biennalizza. Ha fatto male i suoi calcoli. La sua assistente preferita non c'è più.
Riccardo
: Vedo che si ricorda i dettagli. Allora non le ero così indifferente.
Giada
: Vedo che il tempo passa, ma lei rimane lo sbruffone di sempre.
Riccardo
: No, Giada, sono cambiato grazie a te, e vorrei che mi ascoltassi.
Giada
: Allora, Croce, parliamo di manipolazione. Hm? Cosa mi sa dire dei fattoidi?
Riccardo
: I fattoidi. Sono delle allucinazioni mediali. Si tratta di fatti mai accaduti che i mezzi di comunicazione presentano come reali. Questo aspetto però non riguarda soltanto i media. Può capitare a tutti di prendere un abbaglio.
Magari
innamorandosi di una persona che in realtà non è mai esistita.
Giada
: Anche la menzogna consiste nella creazione di notizie su eventi totalmente inventati.
Riccardo
: Io ho sbagliato a mentire, Giada, e ne sto pagando le conseguenze. Tu, invece? Mi sai dire chi sei veramente? Appena sei potuta salire sulla giostrina che tanto criticavi lo hai fatto, senza esitare un attimo.
Giada
: Evidentemente io non sono stata abituata a stare sulla giostrina da piccola, non avendo papà che mi pagava i giri. E adesso ci rimango quanto mi pare. Attieniti alle domande, o l'interrogazione finisce qui. Mi parli della manipolazione ai fini commerciali.
Riccardo
: Il concetto di base è che chi mostra vende. E per vendere un prodotto bisogna vendere l'idea più che la sostanza. Tu, per esempio, adesso che idea vendi?
Giada
: Le domande qui dentro le faccio io. Continuiamo o se ne vada. Che cos'è l'agenda-setting?
Riccardo
: L'ipotesi di agenda-setting sostiene che le persone tendono a considerare importanti e reali soltanto le cose di cui parlano i media, in particolare la televisione. Ciò che non viene mostrato non esiste. Soltanto adesso ho imparato a guardare, Giada, e ti vedo chiaramente. Tu, invece, ti vedi?
Giada
: Pure la morale. Proprio tu. Patetico. Si è preparato. Trenta. Vattene. Vattene!
Riccardo
: Giada, io ti amo.
Giada
: È un problema tuo. Mi parli di quello che vuole.
Studente
: Sì... ehm... la comunicazione... La comunicazione è una cosa molto importante. Ehm... Infatti sta diventando... ecco... proprio il centro... se andiamo a vede...
Dal film:
Come tu mi vuoi
Scheda film e trama
Frasi del film
Giuseppe
: ... e domani, appena apre, tu gli porti la tua offerta in busta chiusa. No, fìdati, fìdati. Oh, io non t'ho detto niente, eh? Va bene! Fammi sapere, ciao! È di Loris, tieni. Dice che a Ibiza c'è un topame. Ah ah! Certo che parlate buffo voi. "Topame", eh? E basta con 'sta depressione, Riccardo! Fai venire l'ansia! Io non sono mai stato in vacanza da ragazzo.
Riccardo
: Ma chi t'ha detto niente?
Giuseppe
: No, un po' di rispetto, eh? Che qui se c'è qualcuno che ha diritto di essere depresso, quello sono io.
Riccardo
: Perché mai dovresti essere depresso tu?
Giuseppe
: Lo sai. Perché a te di prendere in mano il lavoro per cui mi sono spaccato la schiena tutta la vita non te ne frega niente.
Riccardo
: Sì. Dai, papà, ricomincia con 'sta storia che sono un incapace! Sì, sono un incapace. Che t'aspettavi? Ma tu pensi di essere migliore? Tu, che venderesti tua madre per un Euro, che tocchi il culo alla segretaria. Ecco, a me essere così mi fa schifo. Scusa se cerco di essere diverso.
Fabiola
: Giuseppe, caro, ma tocchi il culo alla segretaria davanti al ragazzo?
Giuseppe
: Ehm... Fai anche finta di studiare adesso? Tanto non ci crede nessuno, lo sai? Tieni. Vattene in vacanza,basta che non ti vedo. Dopo tutto quello che hai avuto, bel ringraziamento. Poi anche quella cosa della se... davanti alla mamma, andiamo. Stai fuori, eh, Riccardo!
Riccardo
: Tristezza. Tu pensi di risolvere sempre tutto con questi? Ma per chi mi hai preso? Per un tuo dipendente? Non li voglio. E non voglio andare in vacanza. Possibile che non mi capisci mai?
Magari
ho un altro problema, no? Una cosa diversa. Non può essere? Ovvio, no. Ci sei soltanto tu e il tuo lavoro. Non te ne frega un cazzo degli altri, nemmeno di me, perciò vattene e fammi studiare.
Giuseppe
: Non è così, Riccardo. Mi interessa di te!
Riccardo
: Ah, sì, ti interessa? E da quando? Allora, visto che ti interessa, dimmi, per esempio: come sono le mie foto, eh? Quale ti piace di più? Non lo sai perché non le hai mai guardate. Eppure te le ho messe davanti tante di quelle volte, papà. E lo facevo perché le guardassi, perché mi guardassi!
Giuseppe
: Le tue foto, io... Non lo sapevo che ci tenessi tanto.
Riccardo
: Ecco, appunto, infatti. Tu non sai un cazzo di me. Non ti sei mai accorto che ho sempre cercato di fare qualcosa per piacerti. Ti accorgi soltanto quando sbaglio, quando ti mento sugli esami. E che fai? Mi dai addosso. E mi fai sentire sempre più coglione! Sì, sono un coglione! Ma ti sei mai chiesto perché l'ho fatto? Ti sei mai chiesto che vuol dire crescere e non sentirsi mai abbastanza, non sentirsi mai all'altezza?
Giuseppe
: Non è così, Riccardo.
Riccardo
: Ah, no?
Giuseppe
: No, non è così. Se io ho lavorato tanto, l'ho fatto anche per te, perché tu partissi dall'altezza, perché tu ti sentissi all'altezza, hai capito?
Riccardo
: E allora hai sbagliato anche tu. I soldi non bastano. Questi qui non fanno da padre.
Dal film:
Come tu mi vuoi
Scheda film e trama
Frasi del film
Sara
: Giada non c'è.
Riccardo
: Ah. E a che ora torna?
Sara
: È andata dai suoi. Ha detto che vi vedete lunedì all'esame.
Riccardo
: Cioè, non è proprio a Roma? Ma non m'ha detto niente!
Sara
: Eh, che ci vuoi fare? È fatta così. È in ritiro pre-esame. Però tu abbi fede, eh, che chi semina raccoglie. Ciao.
Riccardo
: Grazie.
Giada
: Mi scusi.
Riccardo
: Giada! Oh! Porca puttana.
Professore
: Silenzio! Cominciamo.
Riccardo
: Giada! Ecco!
Professore
: E consegna così, quattro sgorbi?
Riccardo
: Sì, buongiorno. Giada! Ehi! Ferma! Ma perché l'hai fatto?
Giada
: Vattene. Tu sei l'ultimo a cui devo delle spiegazioni.
Riccardo
: Ma che cazzo hai? Sei matta? Mi hai fatto bocciare!
Giada
: E questi metafisici gran cazzi non ce li metti? Ti bocciano? Sai perché? Non è per colpa mia, ma perché tu sei un idiota che non sa fare un cazzo!
Riccardo
: Giada, càlmati. Che è successo?
Giada
: L'hai sentito Robbie Williams qui? Vuole sapere che è successo. Te lo dobbiamo mimare?
Sara
: Va bene così? O ci mettiamo in mutande?
Giada
: E poi tuo padre è davvero una bella figa. Non c'è che dire. Carino il localino dove andate a cena.
Riccardo
: Ah, non dirmi che tu... giovedì?
Giada
: Vaffanculo!
Riccardo
: Senti, te l'avrei detto! Tu come l'hai saputo?
Giada
: Riccardo, vattene o ti prendo a calci nelle palle. Non sto scherzando.
Riccardo
: Senti, ti dico tutto. Ho sbagliato a non invitarti, mi dispiace, ma... sto bene quando ballo, mi piace. Non faccio niente di male.
Giada
: Hai sentito? Non fa niente di male.
Sara
: Ah! E noi che invece... maligne!
Giada
: Niente niente?
Riccardo
: Pure quello hai visto? Senti, Giada, ero ubriaco, quella non conta niente, capisci?
Giada
: Basta, sparisci! Tu mi fai schifo. Tu e il tuo mondo di buffoni. La tua vita è incolore, è insapore, inodore. Non esiste. Tu non esisti.
Riccardo
: Aspetta. Che stronzo! Vaffanculo!
Giada
: Via tutto! Via tutto! Non voglio più vederle, queste cose! Quella Giada è morta.
Sara
: Ma pure quelle? Ma alcune non sono così male! Guarda che poi
magari
ti penti.
Giada
: Quelle? Ma figurati, non se le prendono manco gli albanesi! Forse questo lo tengo.
Sara
: E no, se fai una scelta, allora coerenza.
Giada
: Giusto. Ma vaffanculo pure a nonna. Vaffanculo! Ma che si pensa, che muoio perlui? Che stavo giocando? Che ne sa uno così dei problemi delle persone normali? Eh? Che ne sa?
Sara
: E che lo chiedi a me? E che ti sembro una persona speciale?
Giada
: Ma io non ci torno nella merda, eh? No, io non ci torno. Io mi tiro fuori. Ecco, questo no, è pulito. No. Porca puttana. Porca troia! L'ho messo tre volte e già s'è scucito. Cazzo!
Sara
: A Giada, 'sti cazzi! È un vestito, si cuce, càlmati!
Giada
: Senti, io non ce l'ho i soldi per tornare da Hermes. Dove li trovo? Ho già speso tutto quello che avevo.
Sara
: Ho capito, ma càlmati! Falla finita co' 'sti vestiti! Che pure se non ti vesti da mignotta un giorno, mica muori?
Giada
: Oh, ma mica mi vesto da mignotta io, eh? Io gli do solo quello che vogliono, hai capito? Io posso smettere quando voglio.
Sara
: Vabbè, senti, io non ti posso vedere così. Capisco tutto, però me sa che quasi quasi... eri meglio prima.
Giada
: Vaffanculo.
Dal film:
Come tu mi vuoi
Scheda film e trama
Frasi del film
Riccardo
: Incredibile. Mi hai scioccato. Come hai fatto a mentirmi per tutto questo tempo? Insomma, tu eri questo!
Giada
: Questo e molto di più.
Riccardo
: Confessa, ora puoi aprirti. Era un trucco? Come nelle favole per testare i miei sentimenti? Poi
magari
sei anche una principessa!
Giada
: No, scemo!
Magari
. Guarda che io sono sempre io. Non è cambiato niente.
Riccardo
: Hm.
Giada
: È solo che così ti piaccio di più. Almeno spero.
Riccardo
: Ma che scherzi? Certo che sì! Ora sei davvero tu. E poi è pure passata la mezzanotte e ancora non te sei trasformata. Perciò siamo salvi.
Giada
: All'improvviso la gente ti vuole. Gli stessi che fino al giorno prima ti schifavano come se avessi la lebbra.
Franca
: Allora? E no, me devi dire di più, anima mia! Sta' a vedere che è ricco!
Giada
: Quello che sei dentro non c'entra. Non conta, nessuno lo vede né vuole saperlo.
Professore
: Signorina, lei ha un curriculum eccellente. Se vuole proseguire la sua carriera con la mia cattedra, non vedo impedimenti. A me serve proprio gente nuova e fresca come lei. Fresca come lei!
Giada
: La verità è che pensavo di essere migliore degli altri, solo perché non mi sentivo come loro.
Riccardo
: Mi sa che mi potrei innamorarmi di te. Hai tutto quello che mi piace, a letto e fuori dal letto.
Giada
: Non ho capito bene.
Riccardo
: A letto e fuori dal letto.
Giada
: Quella cosa l'ho capita. Quell'altra, di innamorare... Dici serio?
Riccardo
: Sì.
Giada
: Ora so che non c'è niente di intelligente ad essere infelici. Prima non lo sapevo, perché non ero mai stata felice.
Alessia
: Oh, mio Dio! No, non ce la posso fare.
Katia
: Cosa?
Alessia
: Quella bora ripulita. Pure qui me la devo ritrovare!
Katia
: Ammazza! Diventa sempre più carina, però.
Alessia
: Ma sei scema? Anche tu vuoi entrare a far parte del Giada fan club? Ma si può sapere che ci trovate tutti in quella... svoltafiletti?
Katia
: Ma perché ti scaldi tanto? Non hai niente da invidiarle. Mica ti frega che Riccardo preferisce lei, no?
Alessia
: Ma sai che me ne frega a me se lui ha tanto cattivo gusto!
Katia
: Infatti, che ti frega?
Alessia
: Eppure sono convinta che la nostra Giadina non sappia proprio tutto. Sicuramente non sa dei giovedì di Riccardo. Sennò perché non la porta?
Giada
: Al privé? No, non credo.
Magari
la prossima volta.
Alessia
: No! Non mi dire che tu e Ricky ci date buca!
Giada
: Dovrete fare a meno di noi. E Ricky cena con i suoi.
Alessia
: Ah, sì, capisco. Che noia! E allora vieni tu! Le donne di Riccardo sono anche nostre amiche. Puoi portare anche lei, la tua amica, se vuoi.
Sara
: E grazie, ma tanto a noi non ci fanno entrare.
Alessia
: E che problema c'è? Vi facciamo mettere in lista. Io!
Sara
: Perfetto! Andata!
Alessia
: Meraviglioso! Sono convinta che ci divertiremo un mondo. Allora andiamo. A stasera. Bacio, bacio, tesori! Andiamo, Kati?
Katia
: Bacio, bacio.
Sara
: Ciao.
Giada
: Mica lo so se mi va di andare con quelle iene.
Sara
: E no, eh! Non si può fare. Stai sempre a dire quanto ti diverti nel jet-set, e 'na volta che mi invitano pure a me, tu non vuoi andare? No, è proprio escluso.
Giada
: E va bene. Prepàrati. Stasera ti porto a vivere.
Dal film:
Come tu mi vuoi
Scheda film e trama
Frasi del film
Giada
: Sega.
Fiamma
: Pazienza. Non è fatto per restare su a lungo, comunque.
Giada
: E le scarpe fanno male.
Fiamma
: Più di quando lui si vergogna di te? Non così, ovviamente. Ti avvicini. Ti siedi. Lentamente. E scopri qui. Sennò è inutile. Okay. Allora. Socchiudi le palpebre come Marylin. Bocca così.
Giada
: Ah, ho capito. Serve a suggerire l'idea platonica di pompino?
Fiamma
: Bocca così. No. Meno. Meno. No, non ci siamo! Decisamente no. Ti muovi come un orsetto epilettico. Davvero, ma come fai? Non becchi mai il ritmo.
Giada
: È che ci penso troppo. Non riesco ad ascoltare la musica e a pensare ai passi. Non ce la farò mai.
Fiamma
: Ehi, guardami. Se non sai ballare, non seguire il ritmo.
Giada
: No.
Fiamma
: Muoviti lentamente... ma sensuale. Così, come se fossi intorpidita e ti stessi risvegliando. Muoviti così, come se stessi facendo l'amore. Dai, prova. Ricky, tesoro, come stai? Ti trovo in gran forma.
Giada
: Tutto qui?
Fiamma
: È il tono che conta, non quello che dici. Proviamo. Sono lui e ti dico: "Sei splendida! Ma che hai fatto?".
Giada
: Sto abbandonando le mie velleità integraliste per convertirmi alla massificazione.
Fiamma
: Che c'entra questa confessione ora? Non gliene frega a nessuno di queste seghe intellettuali. La cultura non ha ritmo. Se ti chiedono come stai, non vogliono saperlo veramente.
Giada
: Ah no?
Fiamma
: No! Vietato annoiare. Se ti chiedono: "Che combini?" e tu rispondi: "Giangi ha messo incinta una", va bene. È solo questione di ritmo. Come stai? Bene, tu? Che combini? Gran casini. Lascia stare. Bel vestito! Appena preso. Grande festa vodka tonic. Che casino, è morto Pino. È un po' sciattino. Chiaro, no?
Giada
: Fammi provare.
Fiamma
: Okay.
Fiamma
: Programmi serali?
Giada
: Grande festa.
Fiamma
: Mh, ma dai? Mi imbuchi? Attenta che hai mentito, non hai nessuna festa.
Giada
: Numero chiuso.
Fiamma
: Mh, e chi ti ha messo in lista?
Giada
: Amici di amici.
Fiamma
: Brava. Vedi, la metrica latina serve a qualcosa, tesoro. Domani c'è una festa. Secondo me possiamo provarci. E quando sorridi, soprattutto con lui, non così. Così. Brava.
Sara
: Esci?
Giada
: Sì, vado a una festa dove ci sarà Riccardo. Che dici, come sto?
Sara
: E lo chiedi a me?
Giada
: A chi dovrei chiederlo?
Sara
: E con chi vai?
Giada
: Amici di amici.
Sara
: Ah, non con quella tipa fighetta con cui t'ho vista ieri, con la quale
magari
sei stata tutti 'sti giorni. No, ma va bene, Giada. Va bene. Io però l'unica cosa che proprio non capisco è perché non me lo dici! Ma ti vergogni di me?
Giada
: Scusami. Sono stata una cretina. Io non mi vergognavo di te, ma di me. Avevo paura che mi giudicassi.
Sara
: Che ti giudic... E quando mai t'ho giudicata, Giada? È dall'asilo che non ti giudico! Se ti dovevo giudicare...
Giada
: Ho preso i tuoi soldi e ti ho mentito. Sono orrenda.
Sara
: E vabbè, mo' che fai, non rispondi? Dopo tutto 'sto casino...
Giada
: Ma tu mi vuoi ancora bene?
Sara
: Ma vaffanculo, va! Muoviti, esci. Guarda che quella ti lascia qui. Con me hai una vita per farti perdonare.
Fiamma
: Fai aspettare gli uomini, non me.
Giada
: Scusami. Come vado?
Fiamma
: Non male. Ma ricorda: non ammettere mai che sei lì per lui. Questa sera è one shot: o la va o la spacca. Ah, e un'ultima cosa. Quelli sono i miei amici, quindi non contare su di me. Io non ti conosco. Stasera sei sola, come sempre nella vita.
Giada
: Sì, certo. Fiamma, grazie. Ti devo tutto. Se non fosse stato per te...
Fiamma
: Non ringraziarmi. Non l'ho fatto per te. L'ho fatto perché mi annoio.
Dal film:
Come tu mi vuoi
Scheda film e trama
Frasi del film
Giada
: Quattro caffè... Tre? Limoncello?
Avventore
: Sì, tre limoncelli.
Giada
: Fanno 315.
Avventore
: Ecco. Tenga pure il resto, signorina.
Giada
: Grazie. Le porto la ricevuta.
Avventore
: No, non fa niente, abbiamo fretta, grazie.
Giada
: Arrivederci.
Peppe
: Ah, Gia'! Oh, mi raccomando, il tavolo giù in fondo, so' amici. Trattameli bene, eh? Capito?
Giada
: Sì, certo.
Peppe
: Ah, beh.
Giada
: Devi aiutarmi. Lo rivoglio. Avevi ragione, io... È il look!
Sara
: Ssst! Ci ho un mal di testa... Non è che ne possiamo parlare domani?
Giada
: No! 1.500 euro, è tutto quello che ho. 600 di ripetizioni e 900 da Peppe.
Sara
: Ammazza! Ma ti pagano tanto in trattoria!
Giada
: Ho lavorato un sacco questo mese. Poco di più e potrei cambiare vita.
Sara
: Quanto?
Giada
: Non lo so, 500?
Sara
: E va bene. Farò piangere mamma e papà, però se è per una giusta causa...
Giada
: Grazie!
Cliente
: Arrivederci.
Sara
: Guarda questo! Non è divino?
Giada
: Non so se è il genere di Riccardo.
Sara
: Okay... Trovato! Eh?
Giada
: Non lo so.
Sara
: E dammi retta! L'esperta sono io qui.
Giada
: Sai che è?
Magari
è meglio se prima mi faccio un giro da sola per farmi un'idea. Per dare un'occhiata. Poi andiamo insieme.
Sara
: Va bene. Come vuoi.
Giada
: Okay. Allora ci vediamo a casa?
Sara
: Sì.
Fiamma
: Giada! Che sorpresa trovarti qui.
Giada
: Stavo dando solo un'occhiata.
Fiamma
: Allora non è vero che non ti piacciono i bei vestiti.
Giada
: Beh, non me ne intendo molto, ma devo ammettere che sono belli.
Fiamma
: Eh già, le cose belle sono belle.
Giada
: Se solo non fossero così care!
Fiamma
: Il problema sono sempre i mezzi. Interessante. Ti va un Campari da Babbington's? Grazie.
Cameriera
: Prego.
Fiamma
: Oggi offro io.
Giada
: Grazie.
Fiamma
: Allora, come va con Riccardo?
Giada
: Insomma, ho capito che così come sono non gli piaccio.
Fiamma
: Certo. Questo è comprensibile. Per alcune non c'è nulla da fare. Ma tu hai una buona base, lavorandoci. E ricorda: gli uomini sono creature più elementari di quello che sembrano. Ti porto da uno che ha le chiavi del paradiso.
Giada
: Lui può aiutarmi davvero?
Fiamma
: Lui può guarirti.
Dal film:
Come tu mi vuoi
Scheda film e trama
Frasi del film
Giada
: Ti disturbo? Sono passata per un salutino.
Riccardo
: No, figurati. È che stavo uscendo...
Fiamma
: Ricky! Ho trovato il tipo per te!
Riccardo
: Con degli amici.
Fiamma
: Allora?
Riccardo
: Lei è Giada, sai, no... che... mi dà ripetizioni di economia politica... E lei è Fiamma.
Fiamma
: Mh, Giada. Sei proprio come ti immaginavo. Ma vieni di là.
Riccardo
: Mio cugino Loris lo... lo conosci già. E lei è Katia, e lei è Alessia.
Giada
: Giada.
Riccardo
: Sì. Bene. Presentazioni fatte. Beviamo qualcosa? Sì?
Alessia
: Come vanno le ripetizioni?
Giada
: Bene. Fa grossi progressi.
Loris
: Ma in che campo proprio, precisamente?
Riccardo
: Dai, fatela finita, eh?
Fiamma
: Ricky, che fai? Ti agiti? Non è da te.
Alessia
: Fiamma, lascia perdere.
Magari
c'è qualcosa che non sappiamo.
Riccardo
: Ho capito. È scattato l'angolino dell'umorismo, vero? Vabbè, usciamo?
Loris
: Ottima idea! Andiamo tutti a ballare?
Alessia
:
Magari
! Certo che non so se ci fanno entrare.
Katia
: Giada, giusto? Vuoi passare a casa a cambiarti?
Giada
: No, grazie. Tanto se andate in discoteca, io non vengo. Non mi piace molto.
Alessia
: Giura? Non l'avrei mai detto! E cosa fai di solito?
Katia
: Beh, shopping lo escluderei.
Alessia e Katia
: Ah, ah, ah, ah!
Loris
: Che iene, oh!
Giada
: Beh, c'è molto altro da fare in una vita che meriti di essere vissuta. Per esempio, io non ho bisogno del gommista per rifarmi il trucco.
Katia
: Ah, ah, ah!
Loris
: Oddio, che t'ha detto!
Alessia
: Ma sta parlando con me, 'sto scaldabagno?
Riccardo
: Alessia, adesso basta, eh?
Giada
: Chi è lo scaldabagno? Pensi di valere qualcosa per quei quattro stracci? Ma vai a lavorare un giorno e poi mi racconti!
Fiamma
: Va bene, ragazze, adesso basta. Si parla d'altro. Così ci annoiate.
Giada
: Perché, prima ci stavamo divertendo? Comunque io vado. Ero passata solo per un saluto.
Riccardo
: Giada, aspetta. Senti, mi dispiace. Alessia... è un po' stronza.
Giada
: Non fa niente. Non dovevo passare senza avvisarti, lo sapevo.
Riccardo
: Ma no, dai, fammi un sorriso. Non mi va che te ne vai così. Senti, ti chiamo in questi giorni, okay?
Loris
: Secondo me, invece, è una bella fica!
Katia
: Ma com'era vestita, poverella?
Alessia
: Li avrà presi alla Caritas?
Riccardo
: Allora? Usciamo?
Fiamma
: Intentabile!
Loris
: Ric, è ancora più cozza di come me la ricordassi.
Alessia
: Ricky, mica te lo scopi 'sto mostro, vero?
Riccardo
: Io? Scoparmela? State scherzando, spero. Eh? Ce la faccio credere un po', così, per non pagare, dai. Oh, ragazzi, ma vi pare?
Giada
: Pezzi di merda, bastardi. A me se... se io fossi al potere, saprei come risolverla, col Napalm! E i sopravvissuti nelle miniere a spalare, nei gulag!
Sara
: Ma lui che faceva?
Giada
: Si vergognava di me. Ma sembro così sfigata?
Sara
: Devo rispondere?
Giada
: Non essere cattiva con me.
Sara
: Ma non è cattiveria, però sei tu che, con ostinazione, difendi il tuo look.
Giada
: E che devo fare? Solo la parola "look" mi... mi fa venire voglia di vestirmi peggio.
Sara
: Difficile...
Giada
: Ma non lo capisci? Almeno tu! Io voglio essere amata per quella che sono.
Sara
: A Giada! La storia della bellezza interiore è 'na cazzata! Prendine atto. Nella vita, bello vuole bello. Come diceva Darwin! È la selezione naturale, no?
Dal film:
Come tu mi vuoi
Scheda film e trama
Frasi del film
Giada
: È successo!
Sara
: Voglio i dettagli.
Riccardo
: I dettagli? Quella è assatanata, Bro'.
Loris
: È porca.
Riccardo
: No, dico solo che pensavo peggio.
Loris
: Quindi t'è piaciuto.
Riccardo
: È stato passabile.
Sara
: E lui?
Giada
: Dolcissimo!
Sara
: E quando vi rivedete?
Giada
: Stasera non può. Il giovedì cena fisso col padre.
Sara
: Brutto segno.
Giada
: Dici? Io non penso che gli uomini debbano per forza essere tutti stronzi, eh.
Riccardo
: Alessia... Ehi, ehi, aspetta.
Alessia
: Ho già aspettato tanto.
Riccardo
: Siamo in ritardo. Dovevamo già essere lì, dai.
Alessia
: Facciamo aspettare loro, no? Dovrei offendermi. Ma ti rendi conto?
Katia
: Ma dai,
magari
non gli andava.
Alessia
: Non gli andava? Dico, tesoro, ma mi hai vista?
Katia
: In effetti... Poi con quello che t'è costato...
Alessia
: Guarda che di lui non me ne frega niente. È solo una questione di principio.
Loris
: A chi si fa il cappottino?
Katia
: A Ricky. Alessia dice che non gli si alza.
Loris
: Addirittura? Non credevo fino a questo punto.
Alessia
: Che cosa? Loris, sai qualcosa? Parla!
Loris
: Una femmina. Quasi.
Alessia
: Lo vedi? E chi è questa?
Loris
: Okay, non ci crederete! Oh, io non v'ho detto niente, eh? Ricky si è scopato un cesso terrificante. E gli è pure piaciuto! È un bidè coi capelli e tutte le manopole!
Riccardo
: Il costo medio A è associabile al costo totale B. E fino a qua... Cresce proporzionalmente alla quantità prodotta. Prodotta da chi? Dai, Giada!
Giada
: Scusami, non resisto.
Riccardo
: Capisco. Ma se continui così, finisce che mi bocciano.
Giada
: Sta' tranquillo, te lo passo io.
Riccardo
: Me lo passi tu?
Giada
: Sì.
Riccardo
: Ah. Okay. A proposito, oggi non ti ho ancora pagata, tieni.
Giada
: No, senti non posso più.
Riccardo
: Stai scherzando? A te servono.
Giada
: Ma no, figurati. Non ti preoccupare.
Riccardo
: Così ti toglierai il tempo per fare ripetizioni a un altro.
Giada
: A me va bene così.
Riccardo
: Sicura?
Giada
: Sì.
Riccardo
: Va bene. Però mi dispiace.
Giada
: Ormai ho deciso.
Riccardo
: Vieni qui. Questi... non te servono.
Giada
: Ti va se andiamo a fare due passi? O al cinema?
Riccardo
: Al cinema? E che usciamo a fare? Tutto quello che desidero è qui. Io e te. Non sei d'accordo?
Giada
: Sì, certo. È da un mese che lo facciamo e non siamo ancora usciti da una stanza.
Sara
: E ti lamenti pure?
Giada
: Sara, finché uno non ti porta fuori non puoi dire di starci insieme.
Sara
: Ma forse stai correndo troppo.
Magari
vi state solo divertendo.
Giada
: Forse. Però io sento che tra noi c'è qualcosa di speciale.
Sara
: Allora sii paziente. Non spingere sull'acceleratore. Se ti vuole, deve fare lui la mossa.
Giada
: Hai ragione.
Alessia
: Dai, ragazzi, avete rotto i coglioni. Che facciamo stasera, Ricky?
Riccardo
: Chi è?
Dal film:
Come tu mi vuoi
Scheda film e trama
Frasi del film
Giada
: ... l'etnocentrismo...
Riccardo
: Ehi, ma non ti annoi a studiare sempre?
Giada
: È necessario. E poi preferisco studiare che essere costretta a divertirmi.
Riccardo
: Tu vieni proprio da un altro pianeta, eh? Guarda là. Tutto in mostra. Poi ci parli e
magari
scopri che non hanno niente da dire. A quella sta bene farsi trattare come un oggetto. Si fanno mercificare. Tu invece... no.
Giada
: Riccardo...
Riccardo
: Sì.
Giada
: È un paio di giorni che cerco uno dei miei taccuini. Quello che non ti volevo dare. Per caso ce l'hai tu?
Riccardo
: Io?
Giada
: Sì, tu. O forse ce l'ha la ragazza che ama farsi mercificare. Pensi che sono cretina? Mi prendi pure per il culo?
Riccardo
: Va bene. Scusa.
Giada
: Sei un essere spregevole. Come ti sei permesso? È una violenza, lo capisci?
Riccardo
: E dai! Non esagerare adesso. Ho sbagliato. Ma non so come fare con te. Io volevo... solo cercare di capirti un po'.
Giada
: Ma che cazzo te ne frega di capirmi!
Riccardo
: Effettivamente non lo so! Però mi frega. Senti, ormai le ho lette le cose che hai scritto. E ci ho pure pensato, sul serio! Tu dici cose giuste, ma... ci hai troppa rabbia. Tu ci rosichi troppo. La vita può essere presa anche in un altro modo, sai? Giada, io non voglio insegnarti niente. Lo so che pensi che sono un coglione.
Giada
: Mh.
Riccardo
: E forse hai anche ragione.
Giada
: Mh.
Riccardo
: Ma almeno quando c'è il sole, io sorrido. Oggi c'è il sole, Giada. Te ne sei accorta?
Giada
: Sì, però non mi piace che tu...
Riccardo
: Lo so, ho sbagliato. E... Ti chiedo scusa. Dai, sai che facciamo? Oggi niente lezione. Ci sei mai salita sul tetto? No? Ti va? Così ci godiamo questo splendido sole.
Giada
: È proprio bello qui.
Riccardo
: Senti, ti va di venire a cena da me questa sera?
Giada
: Dici che ho fatto bene ad accettare subito?
Sara
: Minimo.
Giada
: Ho chiesto anche il permesso in trattoria. Non so, sono confusa. So solo che quando ci penso mi sento una stretta allo stomaco. Che significa?
Sara
: Che ti sto invidiando.
Giada
: Beh, non c'è molto da dire. Vengo da un paesello vicino a Roma. E ci torno poco per non sentire le lagne di mia madre. Mi faccio un gran culo per pagarmi gli studi. Fine. E tu?
Riccardo
: Neanche io ho molto da dire. Sempre stato qui. Con mio padre parlo poco, mia madre invece parla troppo. E nella vita non vorrei fare un cazzo, tranne divertirmi.
Giada
: Certo che noi due non abbiamo proprio niente in comune.
Riccardo
: Già. Eppure sei a cena qui. Curioso, no?
Giada
: Sì. Infatti è strano. Perché sono qui?
Riccardo
: Beh, perché
magari
ci sono cose che ancora non ci siamo detti. Forse.
Giada
: Cose tipo?
Riccardo
: Posso? Sei più bella così. Perché li porti?
Giada
: Perché non ci vedo. Senza mi sento persa.
Riccardo
: Forse è meglio. Non trovi?
Giada
: Non lo so. Dici?
Riccardo
: Non ti piace guardarci?
Giada
: Preferisco esserci.
Riccardo
: C'è qualcosa che non va?
Giada
: Non così.
Riccardo
: E come?
Giada
: Dolcemente.
Dal film:
Come tu mi vuoi
Scheda film e trama
Frasi del film
Loris
: Colpo di scena! La cozza si è chiusa nel suo guscio, eh? E dillo che ti rode.
Riccardo
: Falla finita.
Loris
: Strategico, cugino mio. Cosa può volere l'animale cozza dall'uomo? Questa è la domanda. Rassicurala. Scopri quello che pensa e... e assecondala. Falle credere che state sulla stessa linea d'onda.
Giada
: Ha fatto bene gli esercizi e dice che a Ibiza questa estate non ci va più. Quella di Ibiza è una cazzata per sembrare profondo. E gli esercizi se li sarà scaricati via Internet.
Sara
: Ma tu guarda le cose da un altro punto di vista. Se mente, mente per te. Ma non credo che non ne sei per niente lusingata.
Giada
: Tu ti fideresti di uno così?
Riccardo
: "Il male del mondo". Che è?
Giada
: Riflessioni.
Riccardo
: Riflessioni su cosa?
Giada
: Su come vedo il mondo.
Riccardo
: Ah, interessante. Posso leggerle?
Giada
: Non credo che ti interesserebbero.
Riccardo
: Perché no? La smetti di trattarmi come un minorato?
Giada
: Scusami. È che sono cose confuse, private. È il mio modo di guardare, ed è una cosa intima.
Riccardo
: Beh, mi interessano davvero. Prometto che non lo faccio leggere a nessuno.
Giada
: No. No, non siamo così in confidenza, no.
Riccardo
: Guarda che anche io ho la mia visione del mondo: le mie foto.
Giada
: Ah sì, le tue foto, è vero.
Riccardo
: Ah sì? Perché, cos'hanno?
Giada
: Niente. Non so se vuoi davvero sapere quello che penso.
Riccardo
: Perché non voglio? Avanti, dimmi.
Giada
: Penso che siano begli scatti. Sai abbinare con gusto i colori, sai usare Photoshop. Ma niente di più. Sono solo illustrazioni. Non c'è sguardo, non c'è personalità. Tu non sai guardare, questo penso.
Riccardo
: Ah, non so guardare?
Giada
: No.
Riccardo
: Tu sì, invece.
Giada
: Sì. Cambia capitolo.
Loris
: Aspetta, aspetta, no! Ce n'è un'altra! Fuggono i cervelli, restano le tette. Imbottite e strizzate per sembrare sempre più turgide e potenti! Il push-up è il simbolo della falsità imperante. La supremazia dell'apparenza sulla sostanza.
Ragazza
: E poi a che serve il push-up? Tanto la gomma adesso te la metti dentro, vero, Alessia? Loris: L'individuo contemporaneo crede che basti esserci per esistere. Vive ma non guarda, vede solo le forme e non la sostanza, ed è convinto che questa sia la sua missione. In realtà è solo una debole maschera che nasconde la tragedia di una vita vuota.
Katia
: Ma questa sta proprio fuori!
Fiamma
: Oddio, poverina. È chiaro che parla così perché è brutta e povera. No, Ricky?
Riccardo
: Eh, beh, sì, eh? Abbastanza.
Fiamma
: Per forza. Uno è interessato alla verità solo perché il resto non può permetterselo. È così ovvio. Dalle per qualche giorno la possibilità, e poi vedi.
Riccardo
: E se invece fossimo noi a non capire il suo punto di vista?
Magari
perché vediamo le cose da un'altra prospettiva.
Fiamma
: Fìdati, caro. Se una così potesse mettere le sue manine su ciò che disprezza tanto, nel giro di qualche istante te la ritroveresti a difenderlo con le unghie. Come se fosse sempre stato suo.
Riccardo
: Sì, infatti hai ragione. Però, forse, non sono tutti come noi, no?
Fiamma
: No, Ricky, è come dico io. L'essere umano è fatto così.
Loris
: Fine antropologa.
Dal film:
Come tu mi vuoi
Scheda film e trama
Frasi del film
Fu un vero raccoglimento il mio, uno di quegl'istanti rari che l'avara vita concede, di vera grande oggettività in cui si cessa finalmente di credersi e sentirsi vittima. In mezzo a quel verde rilevato tanto deliziosamente da quegli sprazzi di sole, seppi sorridere alla mia vita ed anche alla mia malattia. La donna vi ebbe un'importanza enorme.
Magari
a pezzi, i suoi piedini, la sua cintura, la sua bocca, riempirono i miei giorni. E rivedendo la mia vita e anche la mia malattia le amai, le intesi! Com'era stata più bella la mia vita che non quella dei cosidetti sani, coloro che picchiavano o avrebbero voluto picchiare la loro donna ogni giorno salvo in certi momenti. Io, invece, ero stato accompagnato sempre dall'amore. Quando non avevo pensato alla mia donna, vi avevo pensato ancora per farmi perdonare che pensavo anche alle altre. Gli altri abbandonavano la donna delusi e disperando della vita. Da me la vita non fu mai privata del desiderio e l'illusione rinacque subito intera dopo ogni naufragio, nel sogno di membra, di voci, di atteggiamenti più perfetti.
[Psico-analisi]
Italo Svevo
Cit. da
La coscienza di Zeno
Frasi di Italo Svevo
Grande, importante malattia quella di Basedow! Per me fu importantissimo di averla conosciuta. La studiai in varie monografie e credetti di scoprire appena allora il segreto essenziale del nostro organismo. Io credo che da molti come da me vi sieno dei periodi di tempo in cui certe idee occupino e ingombrino tutto il cervello chiudendolo a tutte le altre. Ma se anche alla collettività succede la stessa cosa! Vive di Darwin dopo di essere vissuta di Robespierre e di Napoleone eppoi di Liebig o
magari
di Leopardi quando su tutto il cosmo non troneggi Bismark.
Ma di Basedow vissi sol io! Mi parve ch'egli avesse portate alla luce le radici della vita la quale è fatta così: tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale ad un ritmo precipitoso, il battito di un cuore sfrenato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica, destinati a perire di una malattia che sembrerebbe di esaurimento ed è invece di poltronaggine. Il giusto medio fra le due malattie si trova al centro e viene designato impropriamente come la salute che non è che una sosta. E fra il centro ed un'estremità quella di Basedow stanno tutti coloro ch'esasperano e consumano la vita in grandi desiderii, ambizioni, godimenti e anche lavoro, dall'altra quelli che non gettano sul piatto della vita che delle briciole e risparmiano preparando quegli abietti longevi che appariscono quale un peso per la società. Pare che questo peso sia anch'esso necessario. La società procede perché i Basedowiani la sospingono, e non precipita perché gli altri la trattengono. Io sono convinto che volendo costituire una società, si poteva farlo più semplicemente, ma è fatta così, col gozzo ad uno dei suoi capi e l'edema all'altro, e non c'è rimedio. In mezzo stanno coloro che hanno incipiente o gozzo o edema e su tutta la linea, in tutta l'umanità, la salute assoluta manca.
[Storia di un'associazione commerciale]
Italo Svevo
Cit. da
La coscienza di Zeno
Frasi di Italo Svevo
[Su Wimbledon]
Adesso che viaggiamo come una troupe di cani ammaestrati, venti volte il giro del mondo in un anno, è una cosa incredibile ritornare per quindici giorni in un luogo in cui tutto funziona con amore. Darei un anno di vita,
magari
una mano, pur di farcela
[a vincere il torneo]
. È un posto incredibile, un posto dove tutti dovremmo vestirci puliti, di bianco, se già non ci fosse quella regola.
Arthur Ashe
Frasi di Arthur Ashe
Donna
[Parlando al telefono con un'amica dalla sua barca]
: Qui mi annoio da morire... Ci sono solo playboy e tennisti di professione. Ah,
magari
potessi trovare un vero uomo!
James Bond
[Appena paracadutatosi sulla barca della donna]
: Mi serve il telefono!
[Rivolto all'amica della donna]
Chiami più tardi!
Donna
: E lei chi è?
James Bond
: Bond. James Bond.
[Rivolto al telefono ai suoi superiori]
Controllo esercitazione. 007 rapporto fra un'ora.
Donna
: Vuole unirsi a me?
James Bond
[Rivolto al telefono ai suoi superiori]
: Facciamo fra due ore.
Dal film:
007 - Zona pericolo
Scheda film e trama
Frasi del film
[In occasione del suo ritorno]
Mi interessa scoprire se sono ancora competitivo. A tratti mi sento come se stessi giocando il match più importante della mia vita e poi mi chiedo se ha senso quello che sto facendo.
Magari
domani mi stufo e smetto di giocare.
Mats Wilander
Frasi di Mats Wilander
Blackbird si disse che beveva troppo perché il Silver Dollar era proprio a due passi dal suo hotel, bastava scendere le scale. Impossibile uscire di lì senza passarci davanti. Impossibile passare per Spadina Avenue, vedersi sparata dritta in viso quell'insegna del cazzo, lampadine a centinaia, e far finta di niente. Impossibile non entrare per qualche drink, prima di salire di nuovo in quella stanza col soffitto che sembrava una cartina stradale, da tutte le crepe che aveva. O
magari
a farlo bere troppo era la gente che c'era dentro, al Silver Dollar, e non la piantava di parlare dei Blue Jays. Ormai si era convinto che l'unico modo per darci un taglio ed evitare di sentirsi di merda al mattino era filarsela una volta per tutte da Toronto e dal Waverley Hotel. Seguire una di quelle crepe nel soffitto.
Elmore Leonard
Cit. da
Killshot ‐ Incipit
Frasi di Elmore Leonard
Orson Welles era come il vento: arrivava all'improvviso per poi scomparire con altrettanta velocità. Un giorno poteva girare per ore con incredibile intensità, ma il giorno dopo,
magari
, non si presentava sul set.
Jeanne Moreau
Frasi di Jeanne Moreau
[Sull'interpretazione dei suoi tanti ruoli cinematografici]
Devi essere vuota, pronta a farti invadere da un'altra persona. E devi essere pronta all'imprevisto.
Magari
quel giorno non si può girare la scena che credevi, se ne gira un'altra. Tu devi essere pronta. Come nella vita, del resto. Che è fatta di cose inattese. Proprio quelle che io attendo, sempre.
Jeanne Moreau
Frasi di Jeanne Moreau
Ho visto la gara, mi ha percorso un brivido lungo quanto una vasca. L'ultima. Federica Pellegrini ha fatto qualcosa di strabiliante. Qualcosa che a questo punto la incorona come leggenda dello sport italiano. Per me lei è anche un'amica, ci seguiamo su twitter, e devo dire che mi è sempre piaciuta. Perché è decisa, diretta, dice quello che pensa, anche a costo di sembrare antipatica. Lei ha sempre un obiettivo chiaro in testa e non si fa distrarre da nulla. Questo è il grande segreto che consente di arrivare a risultati strepitosi. Poi, oltre alle determinazione, servono le qualità e le sue sono naturalmente indiscutibili. Lei ha braccia e testa e sono certa che quando lascerà l'agonismo si porrà altri obiettivi e cercherà di raggiungerli con la stessa determinazione. Immagino un suo addio graduale e un futuro nel mondo dello sport. Ha detto che smetterà di gareggiare sui duecento. Bah, forse era solo stanca. Poi
magari
cambia idea, come ho fatto io.
[27 luglio 2017, dopo la vittoria di Federica Pellegrini nei 200 sl ai mondiali di nuoto di Budapest]
Francesca Piccinini
Frasi di Francesca Piccinini
Non avevo mai davvero creduto che diventare madre potesse cambiarmi, eppure è successo. Oggi voglio che i miei figli e i miei nipoti possano godere del mondo allo stesso modo in cui ne ho potuto godere io. Che possano respirare aria pulita, bere acqua pura. Se continuiamo così, però, non so che cosa succederà. Noi
magari
non ci saremo più, ci estingueremo come i dinosauri, mentre il pianeta troverà un modo per sopravviverci.
Gisele Bundchen
Frasi di Gisele Bündchen
Il procuratore
: Vorrei una cosa che non sia troppo appariscente e la metta a disagio. Non voglio regalarle un diamante che
magari
ha paura di indossare.
Commerciante di diamanti
:
Magari
è più coraggiosa di quanto lei immagini.
Dal film:
The Counselor
Scheda film e trama
Frasi del film
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Questa pagina è stata utile? Speriamo di sì.
Scrivi un commento. La tua opinione è importante!
Ricevi LE FRASI PIÙ BELLE via e-mail
E-mail
OK