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Io speriamo che me la cavo

Frasi del film

Nel nostro database ci sono 3 frasi relative al film Io speriamo che me la cavo. Leggile tutte.
Frasi di Io speriamo che me la cavo

Riassunto e trama del film Io speriamo che me la cavo

[da Wikipedia]

Il maestro Marco Tullio Sperelli (Paolo Villaggio) è stato trasferito per errore alla scuola di Corzano quando sarebbe dovuto andare a Corsano. Durante il suo primo giorno di insegnamento nota che a scuola manca disciplina: i bambini dicono volgarità, sono quasi tutti poveri, la preside non sa gestire la scuola e il custode non rispetta il suo ruolo. Inoltre il sindaco permette il lavoro minorile ed il maestro è costretto a raccogliere i bambini direttamente sul luogo di lavoro, ad uno ad uno.

Mentre con grande fatica cerca di svolgere il suo mestiere, un giorno in classe entra un bambino con l'aspetto da camorrista, Raffaele (Ciro Esposito), che aggredisce verbalmente il maestro, che a sua volta si arrabbia tirandogli uno schiaffo. Dopo questo il maestro si pente e decide di non tornare a scuola fino al suo trasferimento. La sera stessa la madre di Raffaele va a parlare al maestro dicendogli di tornare a scuola e togliere il figlio dalla strada. Il maestro decide di mandare una lettera al ministero per revocare la richiesta di trasferimento e restare in quella scuola perché ha preso confidenza coi bambini e si è lasciato convincere del fatto che poteva aiutare i ragazzi a risolvere le loro difficili situazioni.

Prima delle vacanze di Pasqua il maestro decide di portare i suoi alunni in gita alla Reggia di Caserta; la sera tornati a scuola il maestro riceve una lettera nella quale è scritto che è stato trasferito di nuovo al Nord. Disgraziatamente quella notte la madre di Raffaele ha una colica renale, ma gli ospedali pretendono cifre altissime per l'ambulanza e il maestro ha la macchina rotta quindi un contrabbandiere amico di Raffaele accompagna la donna all'ospedale.

Lì trovano molta gente ammassata nelle stanze e nei corridoi e gli infermieri che non ne vogliono sapere di lavorare, quindi il maestro è costretto a spaventare una suora infermiera per costringerla a fare l'iniezione alla madre di Raffaele. Il maestro quindi parte: alla stazione la classe lo saluta e Raffaele gli consegna un tema sulla sua parabola preferita che il maestro leggerà in viaggio e che finisce con la frase "Io speriamo che me la cavo".

Produzione

A differenza del libro omonimo, il film non è ambientato ad Arzano, per ragioni di diritti d'autore, ma a Corzano, paese che nella realtà si trova in provincia di Brescia e non vicino a Napoli, così come Corsano, il luogo dove Sperelli aveva fatto domanda di trasferimento, in realtà si trova in provincia di Lecce e non in Liguria (in realtà, in un curioso rovesciamento di ruoli, esiste anche un Corsano, frazione di Tramonti, in provincia di Salerno), e un altro Corsano è la stazione ferroviaria che si trova nella valle del Miscano tra le province di Avellino e Benevento e che prende il nome dalla Contrada omonima: c.da Corsano.

Inizialmente Lina Wertmüller aveva scelto Napoli come location del film, ma appena la troupe arrivò nel capoluogo campano fu avvicinata da alcuni personaggi vicini agli ambienti della malavita che pretesero il 10% del budget del film per permetterle di girare, la regista non accettò giudicando i prezzi troppo esosi[1] e spostò il set da Napoli a Taranto, nel Borgo Antico ambienta la città di Napoli; Paolo Villaggio nel film si affaccia sul panorama di una Taranto vecchia povera e decadente (nel titolo d'apertura la fabbrica dell'ILVA appare ripresa da corso Vittorio Emanuele II), e per alcune riprese anche a Tivoli, San Giorgio a Cremano (Napoli) e nella Reggia di Caserta.

L'aver girato in Puglia ha permesso alla regista di inserire il mare nel film, cosa non presente nel libro, visto che Arzano è situato nell'entroterra a nord di Napoli. Le altre location in cui è stato girato il film sono i comuni pugliesi di Altamura e Corato.

Anno

1992 (32 anni fa)

Genere

Commedia, Drammatico

Durata

95 minuti (1 ora e 35 minuti)

Regia

Lina Wertmüller

Film di Lina Wertmüller

Data di uscita

venerdì 9 ottobre 1992

Poster e locandina

Attori del film Io speriamo che me la cavo

Paolo Villaggio nel ruolo di Marco Tullio Sperelli
Paolo Bonacelli nel ruolo di Ludovico Mazzullo
Isa Danieli nel ruolo di Preside
Gigio Morra nel ruolo di Custode
Sergio Solli nel ruolo di Cartonaio
Esterina Carloni nel ruolo di zia Esterina
Mario Porfito nel ruolo di Sindaco Antonio Ruoppolo
Filomena Lieto nel ruolo di Cecchina
Alessandra Detora nel ruolo di Angeluccia
Raffaele Gioia nel ruolo di Autista
Adriano Pantaleo nel ruolo di Vincenzino
Ciro Esposito nel ruolo di Raffaele
Luigi Lastorina nel ruolo di Totò
Maria Esposito nel ruolo di Rosinella
Mario Bianco nel ruolo di Nicola
Dario Esposito nel ruolo di Gennarino
Carmela Pecoraro nel ruolo di Tommasina
Pierfrancesco Borruto nel ruolo di Peppiniello
Ilaria Troncone nel ruolo di Flora
Anna Rita D'Auria nel ruolo di Lucietta
Ivano Salazaro nel ruolo di Giovanni
Salvatore Terracciano nel ruolo di Salvatore
Antonio Scotto di Frega nel ruolo di Mimmuccio
Marco Troncone nel ruolo di Giustino
Roberta Galli nel ruolo di Sorella di Totò
Giuliano Amatucci nel ruolo di Mezzarecchia
Pietro Bertone nel ruolo di Dott. Nicolella
Pietro Bontempo nel ruolo di Padre di Totò

Biografie correlate al film Io speriamo che me la cavo

Sceneggiatura

Alessandro Bencivenni, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Domenico Saverni, Lina Wertmüller, Andrej Longo

Soggetto

Alessandro Bencivenni, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Domenico Saverni, Lina Wertmüller, Andrej Longo; liberamente ispirato all'omonimo libro di Marcello D'Orta

Musiche

Carlo D'Angiò

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