Io speriamo che me la cavo
Frasi del film
Frasi di Io speriamo che me la cavo
Riassunto e trama del film Io speriamo che me la cavo
Il maestro Marco Tullio Sperelli (Paolo Villaggio) è stato trasferito per errore alla scuola di Corzano quando sarebbe dovuto andare a Corsano. Durante il suo primo giorno di insegnamento nota che a scuola manca disciplina: i bambini dicono volgarità, sono quasi tutti poveri, la preside non sa gestire la scuola e il custode non rispetta il suo ruolo. Inoltre il sindaco permette il lavoro minorile ed il maestro è costretto a raccogliere i bambini direttamente sul luogo di lavoro, ad uno ad uno.
Mentre con grande fatica cerca di svolgere il suo mestiere, un giorno in classe entra un bambino con l'aspetto da camorrista, Raffaele (Ciro Esposito), che aggredisce verbalmente il maestro, che a sua volta si arrabbia tirandogli uno schiaffo. Dopo questo il maestro si pente e decide di non tornare a scuola fino al suo trasferimento. La sera stessa la madre di Raffaele va a parlare al maestro dicendogli di tornare a scuola e togliere il figlio dalla strada. Il maestro decide di mandare una lettera al ministero per revocare la richiesta di trasferimento e restare in quella scuola perché ha preso confidenza coi bambini e si è lasciato convincere del fatto che poteva aiutare i ragazzi a risolvere le loro difficili situazioni.
Prima delle vacanze di Pasqua il maestro decide di portare i suoi alunni in gita alla Reggia di Caserta; la sera tornati a scuola il maestro riceve una lettera nella quale è scritto che è stato trasferito di nuovo al Nord. Disgraziatamente quella notte la madre di Raffaele ha una colica renale, ma gli ospedali pretendono cifre altissime per l'ambulanza e il maestro ha la macchina rotta quindi un contrabbandiere amico di Raffaele accompagna la donna all'ospedale.
Lì trovano molta gente ammassata nelle stanze e nei corridoi e gli infermieri che non ne vogliono sapere di lavorare, quindi il maestro è costretto a spaventare una suora infermiera per costringerla a fare l'iniezione alla madre di Raffaele. Il maestro quindi parte: alla stazione la classe lo saluta e Raffaele gli consegna un tema sulla sua parabola preferita che il maestro leggerà in viaggio e che finisce con la frase "Io speriamo che me la cavo".
Produzione
A differenza del libro omonimo, il film non è ambientato ad Arzano, per ragioni di diritti d'autore, ma a Corzano, paese che nella realtà si trova in provincia di Brescia e non vicino a Napoli, così come Corsano, il luogo dove Sperelli aveva fatto domanda di trasferimento, in realtà si trova in provincia di Lecce e non in Liguria (in realtà, in un curioso rovesciamento di ruoli, esiste anche un Corsano, frazione di Tramonti, in provincia di Salerno), e un altro Corsano è la stazione ferroviaria che si trova nella valle del Miscano tra le province di Avellino e Benevento e che prende il nome dalla Contrada omonima: c.da Corsano.
Inizialmente Lina Wertmüller aveva scelto Napoli come location del film, ma appena la troupe arrivò nel capoluogo campano fu avvicinata da alcuni personaggi vicini agli ambienti della malavita che pretesero il 10% del budget del film per permetterle di girare, la regista non accettò giudicando i prezzi troppo esosi[1] e spostò il set da Napoli a Taranto, nel Borgo Antico ambienta la città di Napoli; Paolo Villaggio nel film si affaccia sul panorama di una Taranto vecchia povera e decadente (nel titolo d'apertura la fabbrica dell'ILVA appare ripresa da corso Vittorio Emanuele II), e per alcune riprese anche a Tivoli, San Giorgio a Cremano (Napoli) e nella Reggia di Caserta.
L'aver girato in Puglia ha permesso alla regista di inserire il mare nel film, cosa non presente nel libro, visto che Arzano è situato nell'entroterra a nord di Napoli. Le altre location in cui è stato girato il film sono i comuni pugliesi di Altamura e Corato.
Data di uscita
venerdì 9 ottobre 1992
Poster e locandina
Attori del film Io speriamo che me la cavo
Paolo Villaggio | nel ruolo di Marco Tullio Sperelli |
Paolo Bonacelli | nel ruolo di Ludovico Mazzullo |
Isa Danieli | nel ruolo di Preside |
Gigio Morra | nel ruolo di Custode |
Sergio Solli | nel ruolo di Cartonaio |
Esterina Carloni | nel ruolo di zia Esterina |
Mario Porfito | nel ruolo di Sindaco Antonio Ruoppolo |
Filomena Lieto | nel ruolo di Cecchina |
Alessandra Detora | nel ruolo di Angeluccia |
Raffaele Gioia | nel ruolo di Autista |
Adriano Pantaleo | nel ruolo di Vincenzino |
Ciro Esposito | nel ruolo di Raffaele |
Luigi Lastorina | nel ruolo di Totò |
Maria Esposito | nel ruolo di Rosinella |
Mario Bianco | nel ruolo di Nicola |
Dario Esposito | nel ruolo di Gennarino |
Carmela Pecoraro | nel ruolo di Tommasina |
Pierfrancesco Borruto | nel ruolo di Peppiniello |
Ilaria Troncone | nel ruolo di Flora |
Anna Rita D'Auria | nel ruolo di Lucietta |
Ivano Salazaro | nel ruolo di Giovanni |
Salvatore Terracciano | nel ruolo di Salvatore |
Antonio Scotto di Frega | nel ruolo di Mimmuccio |
Marco Troncone | nel ruolo di Giustino |
Roberta Galli | nel ruolo di Sorella di Totò |
Giuliano Amatucci | nel ruolo di Mezzarecchia |
Pietro Bertone | nel ruolo di Dott. Nicolella |
Pietro Bontempo | nel ruolo di Padre di Totò |
Biografie correlate al film Io speriamo che me la cavo
Sceneggiatura
Alessandro Bencivenni, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Domenico Saverni, Lina Wertmüller, Andrej Longo
Soggetto
Alessandro Bencivenni, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Domenico Saverni, Lina Wertmüller, Andrej Longo; liberamente ispirato all'omonimo libro di Marcello D'Orta
Musiche
Carlo D'Angiò