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Aforismi Matti - parte 6
Frasi trovate
:
1.570
Narratore
: Ed eccoci alla notte del 30 agosto 1997, quando si verifica l'avvenimento che sconvolgerà la vita di Amélie.
Telecronista
: Signore e signori, buongiorno. La principessa del Galles, Lady D., è morta questa notte in un incidente automobilistico. Era in compagnia del suo fidanzato, il noto miliardario Dodi Al Fayed, anch'egli deceduto. Anche l'autista della macchina ha perso la vita. La guardia del corpo di Lady D. ha riportato gravissime ferite. Lady D. e Dodi Al Fayed erano arrivati ieri a Parigi. Usciti dal Ritz, albergo di proprietà del padre di Al Fayed, i due, su una Mercedes nera, sono stati inseguiti da un gruppo di paparazzi. L'incidente ha avuto luogo nel sottopasso dell'Alma. Ancora ignote le cause dell'incidente. Le uniche notizie finora filtrate attraverso il riserbo degli inquirenti sono che Al Fayed è deceduto sul colpo, mentre la Principessa quattro ore più tardi all'Ospedale della Pitie. Per ulteriori dettagli sulla tragedia ci colleghiamo adesso con Pascal Du Rupé.
Pascal Du Rupe
: Siamo qui nelle vicinanze del sottopasso dell'Alma, dove poche ore fa è accaduta la tragedia. Il posto è pieno di poliziotti, e autorità, che non permettono a nessuno...
Narratore
: Solo il primo uomo penetrato all'interno della tomba di Tutankhamon potrebbe capire l'emozione di Amélie mentre apre la scatola di tesori che un bambino ha assicurato di nascondere una quarantina di anni fa. Il 31 agosto, alle 4 del
matti
no, a un tratto Amélie ha un'idea luminosa: Ritroverà dovunque sia il proprietario della scatola dei ricordi e gli restituirà il suo tesoro. Se la cosa lo colpisce, lei ha deciso: comincerà ad occuparsi della vita degli altri. Altrimenti, tanto peggio.
Dal film:
Il favoloso mondo di Amélie
Scheda film e trama
Frasi del film
Narratore
: Il 3 settembre 1973, alle 18, 28 minuti e 32 secondi, una mosca della famiglia dei Calliphoridi, capace di 14.670 battiti d'ali al minuto, plana su rue Saint-Vincent, a Montmartre.
Nello stesso momento, in un ristorante all'aperto a due passi dal Moulin de la Galette, il vento si insinua magicamente sotto una tovaglia facendo ballare i bicchieri senza che nessuno se ne accorga.
In quell'istante, al quinto piano del 28 dell'Avenue Trudaine, IX Arrondissement, Eugène Koler, di ritorno dal funerale del suo migliore amico, Emile Maginot, ne cancella il nome dalla sua rubrica.
Sempre nello stesso momento, uno spermatozoo con il cromosoma X del signor Raphaël Poulain, si stacca dal plotone per raggiungere un ovulo della signora Poulain, nata Amandine Fouet. Nove mesi più tardi, nasce Amélie Poulain. Il padre di Amélie, ex-medico militare, lavora presso la Stazione termale di Enghien-les-Bains. A Raphaël Poulain non piace
: fare pipì accanto a qualcuno; sorprendere uno sguardo di disprezzo sui suoi sandali; uscire dall'acqua e sentirsi il costume appiccicato addosso. A Raphaël Poulain piace: strappare enormi pezzi di carta da parati; mettere in fila le sue scarpe e lucidarle con cura; svuotare la scatola degli attrezzi, pulirla bene, e riporre tutto, alla fine. La madre di Amélie, Amandine Fouet, maestra originaria di Gueugnon, è sempre stata una persona instabile e nervosa. Ad Amandine Poulain non piace: avere le dita lessate quando fa il bagno; essere - da qualcuno che non le va - sfiorata con la mano; avere il segno del cuscino stampato sulla guancia la
matti
na. Ad Amandine Poulain piace: il costume dei pattinatori artistici in tv; far brillare il parquet con le pattine; svuotare la borsetta, pulirla bene, e riporre tutto, alla fine.
Amélie ha 6 anni. Come tutte le bambine, vorrebbe che suo padre l'abbracciasse ogni tanto, ma... lui ha un contatto fisico con lei solo durante il controllo medico mensile. La piccola, sconvolta da tanta intimità eccezionale, non riesce a contenere il batticuore, perciò, il padre la crede affetta da un'anomalia cardiaca. A causa di questa malattia fittizia la piccina non va a scuola. È sua madre che le fa da maestra.
Amandine Poulain
: Le... galline... covano... sovente... in... convento.
Amelie Poulain
: Le galline... covano...
Amandine
: Bravissima.
Amelie:... sov-in-conv.
Amandine
: No!
Narratore
: Senza contatto con gli altri bambini, sballottata tra lo stato febbrile di sua madre e la glacialità di suo padre, Amélie si rifugia in un mondo da lei inventato. In questo mondo i dischi di vinile sono preparati come delle crêpes, e la moglie del vicino, in coma da mesi, in realtà ha scelto di esaurire in una volta tutte le sue ore di sonno.
Donna In Coma
: Così potrò rimanere sveglia giorno e notte per il resto della mia vita.
Narratore
: Il solo amico di Amélie si chiama "il Capodoglio". Ma l'ambiente familiare ha reso il pesciolino nevrastenico e incline al suicidio.
Amelie
: Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!
Narratore
: I tentativi suicidi di Capodoglio non fanno che aumentare lo stress materno. Si impone una decisione.
Amandine
: Oddio!
Narratore
: Per consolare Amélie, la madre le regala una Kodak Instamatic di occasione.
Vicino
: Bambina! Ma che cos'hai combinato! Lo vedi che cosa è successo? È colpa tua! Del tuo apparecchio!
Narratore
: Un vicino approfitta dell'ingenuità di Amélie per farle credere che il suo apparecchio è difettoso: provoca incidenti. Avendo scattato foto tutto il pomeriggio, la sera l'assale un atroce dubbio. Sprofonda davanti alla TV, sopraffatta dalla responsabilità di un gigantesco incendio, due deragliamenti e un disastro aereo. Qualche giorno dopo, capisce che il vicino l'ha presa in giro, e decide di vendicarsi.
Telecronista
: ... la palla va a finire a Fontebet
[?]
, che si trova proprio di fronte alla porta difesa da Jean Paul Bertrand-Demanes. Susic, Zaremba...
Vicino
: Ma che succede?
Telecronista
: ... e gol!
Vicino
: Porca puttana! Oh! Oh, oh!
Telecronista
: ... fantastico di Susic! Un tiro fulminante, azione splendida! Al quarto minuto di gioco!
Vicino
: Non fare scherzi!
Telecronista
: La squadra avversaria si trova sùbito in difficoltà. Susic oggi è in gran forma, sembra imprendibile...
Vicino
: Sì!
Telecronista
: ... ha ritrovato lo spa...
Vicino
: No! Proprio adesso! Guarda che se continui così io ti sfascio!
Telecronista
: ... di gol così se ne vedono pochi...
Vicino
: No, miseriaccia, no!
Telecronista
: ... una partita così non si vedeva da anni!
Dal film:
Il favoloso mondo di Amélie
Scheda film e trama
Frasi del film
Centurione
: Largo! Fate largo!
Uomo
: Maledetti Romani!
Centurione
: Attento a te! C'è rimasta ancora qualche croce!
Parvus
: Eccoti bello e sistemato, Nasone!
Nasone
: Questa me la paghi caro, brutto bastardo!
Parvus
: Ah, sì?
Nasone
: Ah, ci puoi giurare! Io non la dimentico mai una faccia!
Parvus
: Ah, no?
Nasone
: Ti avverto: ti faccio sputare tutti i denti, testa di ferro che non sei altro!
Parvus
: Ma piantala, sterco di Giudeo!
Nasone
: A chi hai detto Giudeo? Io non sono Giudeo, sono un Samaritano!
Gregory
: Un Samaritano? Guarda che questo è il settore Giudeo.
Parvus
: Ma che ve ne frega! Tanto sarete tutti secchi, tra un giorno o due.
Gregory
: Non sarà importante per te, Romano, ma lo è certamente per noi. Non è così, cara?
Mrs. Gregory
: Ca va sans dir.
Gregory
: Secondo la legge abbiamo diritto ad essere crocifissi in una zona riservata esclusivamente ai Giudei.
Pharisee
: I Farisei separati dai Sadducei.
Cerese
: E gli Svedesi separati dai Ceresi.
Vittime
: Giusto! È così!
Parvus
: Va bene, va bene, ho capito. Sistemiamo subito la faccenda. Alzino la mano destra quelli che non vogliono essere crocifissi qui. Mozione respinta. Un altro!
Passante
: Ah, senta, questa croce non è mia.
Parvus
: Come?
Passante
: Ehm, non è la mia croce. La stavo tenendo a un poverino che mi sembrava stanco e...
Parvus
: Mettiti giù, che non ho tempo da perdere.
Passante
: No, capisco, e non vorrei dare fastidi, però...
Parvus
: Senti, questa è una giornataccia. Siete in centoquaranta da tirare su.
Gregory
: Senta, lui è Giudeo?
Parvus
: La vuoi fare finita?
Gregory
: Non vogliamo altri Samaritani in questa zona.
Parvus
: Ma va' a mori' ammazzato!
Passante
: Scusi, mi tirerete giù se quello torna?
Parvus
: Sì, sì, ti tireremo giù. Un altro!
Brian
: Ma perché lo fate? Voi non siete costretti a prendere ordini.
Parvus
: Io adoro gli ordini.
Sfacciato
: Non è mica male, una volta su. Ti vengono a salvare, vero?
Brian
: È un po' tardi ormai, non ti pare?
Sfacciato
: Oh, no, no. Staremo qui due o tre giorni, c'è tutto il tempo. Quasi tutti vengono salvati.
Brian
: Eh?
Sfacciato
: Ah, sì. Mio fratello viene sempre a salvarmi, se riesce a non scopare per più di venti minuti.
Brian
: Eh?
Sfacciato
: Quello è un assatanato, sai? S'è ripassato tutte le donne dell'Impero. Eh, eh, eh! Che ti dicevo? È arrivata la tua famiglia.
Brian
: Reg!
Reg
: Salve, fratello Brian.
Brian
: Grazie a Dio siete venuti.
Reg
: Ah, sì. Ma credo di doverti precisarti, in tutta onestà, che non siamo qui come Comitato di Salvataggio. Comunque, mi è stato chiesto di leggerti la seguente dichiarazione a nome del Movimento. "Noi del Fronte Popolare di Giudea, tra parentesi Comitato Direttivo, abbiamo l'onore di portare i nostri sentimenti di fraternità e sorellanza a te, Brian, in questa che è l'occasione del tuo martirio".
Brian
: Cosa?
Reg
: "La tua morte resterà una pietra miliare nella lotta per liberare la madrepatria, o padremàdria, dalla stretta degli aggressori imperialisti Romani, ovviamente esclusi quelli che si occupano di fogne, medicina, strade, edilizia, istruzione, viticultura, nonché ogni altro Romano che contribuisce al benessere dei Giudei di entrambi i sessi e degli ermafroditi. Firmato, a nome del F.P.G., eccetera, eccetera". E vorrei aggiungere una mia nota personale di ammirazione per ciò che stai facendo per noi, in quello che tutto sommato dev'essere per te un momento molto difficile.
Brian
: Reg! Ma che intendete fare? Io...
Reg
: Addio, Brian, e grazie.
Francis
: Addio, Brian. In bocca al lupo, eh?
Loretta
: Ottimo lavoro, Brian.
Brian
: No...
Reg
: Ai voti. Unanimità. E...
F.P.G.
: Perché è un bravo ragazzo / Perché è un bravo ragazzo / Perché è un bravo ragazzo / E nessuno lo può negar...
Loretta
: Nessuno lo può negar...
Brian
: Bastardi! Bastardi!
Centurione
: Dov'è Brian di Nazareth?!
Brian
: Brutti bigotti bastardi!
Centurione
: Ho l'ordine di liberarlo!
Brian
: Stupidi, brutti e bastardi!
Sfacciato
: Eh, sono io Brian di Nazareth.
Brian
: Cosa?
Sfacciato
: Sì, sono Brian di Nazareth.
Centurione
: Tiratelo giù!
Brian
: Sono io Brian di Nazareth!
I Vittima
: Io sono Brian!
Nasone
: Sono io Brian!
II Vittima
: Io sono Brian di Nazareth!
III Vittima
: Sentilo, anch'io sono Brian!
Brian
: Sono io Brian!
Vittime
: Io sono Brian!
Gregory
: Io sono Brian, e anche mia moglie!
Vittime
: Sono io Brian! Sono io Brian di Nazareth!
Brian
: Sono io Brian di Nazareth!
Centurione
: Così. Liberatelo senza pietà.
Sfacciato
: No, stavo solo scherzando. Non è vero che sono Brian. No, non sono Brian. Forza, rimettetemi a posto. Vi stavo solo prendendo in giro! È solo uno scherzo! Non sono lui, vi volevo solo prendere in giro! Rimettetemi in croce! Maledetti Romani! Mai che capiscano uno scherzo!
Lavoratore
: Oddio! Il Fronte Popolare Giudaico!
Parvus
: Mammamia! Gambe, gambe!
Otto
: All'attaccooo!
Lavoratori
: Il Fronte Popolare Giudaico! Il Fronte Popolare Giudaico! Il Fronte Popolare Giudaico!...
Otto
: Noi siamo il Fronte Popolare Giudaico, Squadra Suicida Scelta. Squadrone! Moner... Così imparano? Oh.
Brian
: Che razza di stronzi...
Judith
: Brian! Brian! Brian! Brian!
Brian
: Judith!
Judith
: Fantastico! Eccezionale! Reg mi ha spiegato tutto, è... grandioso quello che fai. Grazie, Brian. Io... io non ti dimenticherò mai.
Mandy
: Ah, ecco dov'eri! Avrei dovuto saperlo che saresti finito così. Se penso a tutto l'amore e l'affetto che ho sprecato per te. Beh, se è così che tratti la tua povera e vecchia madre, nell'autunno della sua vita, posso dirti soltanto: fai pure, fatti crocifiggere! Chissenefrega! Ah, chi l'avesse mai detto? Ai giovani d'oggi interessa soltanto quello...
Brian
: Mamma!
Mandy
: ...io vorrei sapere ma...
Brian
: Mamma!
Mandy
: di questo passo non c'è più religione, è inutile...
Mr. Frisbee III
: Allegria, Brian. Sai come si dice. Nella vita ci son fatti che ci fanno uscire
matti
. Altri ancora fan di tutto perché alfin tu sia distrutto. Ma chi affoga nella merda la pazienza mai non perda. Schiocca le dita, su! È la vita, e rose e fior vedrai che avrai. And... Always look on the bright side of life / Always look on the light side of life / If life seems jolly rotten, / There's something you've forgotten / And that's to laugh and smile and dance and sing / When you're feeling in the dumps / Don't be silly chumps / Just purse your lips and whistle. That's the thing / And... Always look on the bright side of life / Come on! / Always look on the right side of life / For life is quite absurd / And death's the final word / You must always face the curtain with a bow / Forget about your sin / Give the audience a grin / Enjoy it. It's your last chance, anyhow / So,... / Always look on the bright side of death / Just before you draw your terminal breath / Life's a piece of shit / When you look at it / Life's a laugh and death's a joke. It's true / You'll see it's all a show / Keep 'em laughing as you go / Just remember that the last laugh is on you / And... / Always look on the bright side of life / Always look on the right side of life / Come on, boy, cheer up! / Always look on the bright side of life / Always look on the bright side of life...
I Voce
: Ma... tutto qui?
II Voce
: E perché? C'è qualcosa che non va?
I Voce
: Ma... mica finirà così!
II Voce
: Ma sì! Non ti piace?
I Voce
: Veramente mi sembra un po' moscio.
II Voce
: Ma non è la vera fine! Questo è cinema! Poi ci sarà "Brian 2".
I Voce
: Ma... ma se muore il protagonista!
II Voce
: Ah... ah, sì, già, è... è vero, eh... allora vediamo, diciamo che... ecco: all'ultimo momento arriva in una biga dorata tirata da quattro cammelli una stupenda ereditiera egizia che lo scorge, si innamora, e lo tira giù dalla croce. Poi se lo porta al Cairo, lo fa diventare vice faraone e ritornare vincitor da una guerra che provoca il declino e la caduta dell'Impero Romano. Eh? Beh, che ne dici?
I Voce
: Scusa, e se invece lo lasciamo morire e poi, qualche giorno dopo, lo facciamo resuscitare?
II Voce
: No, no! Ma chi vuoi che ci creda?
Dal film:
Brian di Nazareth
Scheda film e trama
Frasi del film
Francis
: Giobbe.
Reg
: Giobbe.
Loretta
: Giobbe.
Francis
: Giosuè.
Reg
: Giosuè.
Loretta
: Giosuè.
Francis
: Non pervenuto.
Reg
: Non pervenuto.
Loretta
: Non pervenuto.
Francis
: Brian.
Reg
: Brian.
Loretta
: Brian.
Francis
: E basta.
Reg
: E basta.
Loretta
: E basta.
Reg
: Allora propongo che tutti questi nostri ex fratelli siano messi a verbale come martiri probatori della causa.
Loretta
: Mi associo, Reg.
Reg
: Grazie, Loretta. Mozione approvata. Consanguinei! Vi scongiuro, non facciamoci scoraggiare! Una... catastrofe totale come questa è solo l'inizio! La loro gloriosa morte ci vedrà ancora più uniti!
Matti
a
: Piove!
Reg
: Cosa?
Matti
a
: La madama!
Brian
: C'è nessuno?
Matti
a! Reg!
Reg
: Vai là, vai là!
Brian
: Reg, sono io, Brian!
Reg
: Sciò! Sciò!
Brian
: Stan!
Loretta
: Smamma, smamma!
Francis
: Sgomma, sgomma!
Commando
: Schioda, schioda!
Brian
: Ah! Siamo fregati!
Matti
a
: Arrivo!
Profeta Sangue E Tuoni
: ... è diventato un maiale, è diventato una scrofa, ed anche il verro! Il suino ed anche il porco...
Matti
a
: I miei occhi son velati, e vi vedo un po' appannati.
Centurione
: Sei tu
Matti
a?
Matti
a
: Sì.
Centurione
: Abbiamo il sospetto che tu nasconda un certo Brian di Nazareth, membro dell'organizzazione terroristica "Fronte Popolare di Giudea".
Matti
a
: Io? No. Io sono solo un povero vecchio. Non ho tempo per i fuorilegge. Le mie gambe non ci vedono, i miei occhi non ci sentono e le mie orecchie non si piegano.
Centurione
: Guzman! Rimbambito! Guardia! Perquisizione! Lo sai qual è la pena prevista dalla legge romana per chi dà rifugio a un noto criminale?
Matti
a
: No.
Centurione
: La crocifissione.
Matti
a
: Oh.
Centurione
: Crudele, eh?
Matti
a
: Hm. C'è di peggio.
Centurione
: Come sarebbe, c'è di peggio?
Matti
a
: Beh, si può essere pugnalati.
Centurione
: Pugnalati? Muori in un secondo. La crucifissione dura delle ore! È una morte lenta e terribile!
Matti
a
: Beh, se non altro si muore all'aria aperta.
Centurione
: Eh, già, sei rimbambito.
Sergente
: Non c'è anima viva, signore.
Centurione
: Vai! Ma non ti preoccupare! Ci rivedremo molto presto, rimbambito.
Matti
a
: Nasone!
Centurione
: Attento a te!
Matti
a
: È andata liscia.
Brian
: Mi dispiace, Reg.
Reg
: Oh, avete sentito, gli dispiace. Gli dispiace aver portato i Romani al nostro quartier generale. Beh, non ti preoccupare, Brian. Accomodati, bevi qualcosa. Fa' come a casa tua. Brutto stupido! Mentecatto! Imbecillone che non...
Matti
a
: Le mie gambe sono vecchie e miopi, le mie orecchie brizzolate. Dica.
Centurione
: C'è ancora un posto dove non abbiamo guardato. Guardie!
Matti
a
: Sono solo un povero vecchio. I miei occhi sono deboli, le mie gambe povere.
Centurione
: No, dico, ma tu hai mai visto qualcuno crocifisso?
Matti
a
: La crocifissione è una passeggiata.
Centurione
: Hai detto passeggiata?
Sergente
: Ho trovato questo cucchiaio.
Centurione
: Hm! Ottimo lavoro, Sergente! CI vediamo presto, rimbambito. Aprite!
Matti
a
: Non ci date neanche il tempo di nasconderci!
Brian
: Aaah!
Dal film:
Brian di Nazareth
Scheda film e trama
Frasi del film
Francis
: Dunque, entriamo qui dal sistema di riscaldamento sotterraneo, risaliamo qui attraverso il salone delle udienze. La stanza da letto della Moglie Di Pilato è qui. Una volta presa sua moglie, informiamo Pilato che è in nostra custodia, e seduta stanca gli facciamo presenti le nostre richieste. Nessuna domanda?
Xerxes
: Quali sono le nostre richieste?
Reg
: Diamo a Pilato due giorni per smantellare l'intero apparato dello Stato imperialista Romano. E, se non accetta, la giustiziamo subito.
Matti
a
: Le tagliamo la testa?
Francis
: Come inizio... la testa. E gli mandiamo un orecchio ogni ora e un quarto. Così capisce che non scherziamo.
Reg
: E naturalmente noi preciseremo che si deve prendere lui tutta la responsabilità se noi la facciamo a pezzi, e che noi non cederemo mai e poi mai a un vile ricatto!
Commandos
: No al vile ricatto!
Reg
: Ci succhiarunu u sangu, 'sti bastardi! Si preseru tuttu ciò che avevamo. E nun sulu a nuautri, ma ai nostri padri, e ai padri dei nostri padri!
Loretta
: E ai padri dei padri dei padri.
Reg
: Già.
Loretta
: E ai padri dei padri dei padri dei padri.
Reg
: Ci stai scassannu a minchia 'cu 'sta cosa. E in cambio che cosa ci hanno dato loro?
Xerxes
: L'acquedotto.
Reg
: Come?
Xerxes
: L'acquedotto.
Reg
: Ah. Sì, sì. Quello ce l'hanno fatto, è vero.
I Commando
: E anche le fognature.
Loretta
: Oh, sì, le fognature, Reg. Ti ricordi com'era la città prima?
Reg
: Sì, okay, vi concedo che l'acquedotto e le fognature sono due cose che hanno fatto.
Matti
a
: E anche le strade.
Francis
: E sì, e sì, vero.
Reg
: Beh, ovviamente, anche le strade. Non c'è neanche bisogno di dirlo, e dai! Ma a parte le fognature, l'acquedotto, e le strade...
II Commando
: L'irrigazione.
Loretta
: Ah...
Xerxes
: La medicina.
Commandos
: Sì. Già. È vero...
III Commando
: La scuola.
Commandos
: Ohh...
Reg
: Okay, okay, fin qui ci siamo.
I Commando
: E il vino.
Commandos
: Sì, è vero, è vero...
Loretta
: Sì!
Francis
: Sì! Quello ci mancherebbe sul serio se i Romani se ne andassero!
Commando
: I bagni pubblici.
Loretta
: E dirò di più: gli asini pubblici in orario. Si circola meglio.
Francis
: Eh, lo sanno mantenere, l'ordine. Solo loro potevano riuscirci, in un paese così.
Commandos
: Eh, eh, eh, eh, eh!
Reg
: Va bene, ma a parte le fognature, vino, medicina, istruzione, asini pubblici in orario, ordine pubblico, irrigazione, strade, spiagge libere non inquinate, bilancia dei pagamenti in attivo... che cosa hanno fatto i Romani per noi?
Xerxes
: Hanno portato la pace.
Reg
: Ah! Figurati! Chiudi il becco!
Matti
a
: Sono un povero vecchio. Le mie gambe sono stanche, le mie orecchie sono bianche...
Judith
: Siamo noi,
Matti
a.
Matti
a
: Via libera, ragazzi!
Judith
: E Reg dov'è?
Francis
: Ehm... Oh, Reg! Reg, c'è Judith.
Reg
: È andata storta?
Judith
: Il primo colpo è stato sferrato!
Reg
: Ha scritto la scritta?
Judith
: Sì, cento volte, e a lettere alte tre metri, su tutte le mura del palazzo!
Reg
: Ah, bene. Grandioso. Abbiamo bisogno di attivisti nel movimento, ma... prima di unirti a noi, sappilo: non ce n'è uno qui che non sarebbe felice di morire per liberare il paese dai Romani, una volta per tutte.
Commando
: Beh, uno c'è.
Reg
: Ah, uno c'è? Uno c'è. Ma per il resto, siamo compatti. Sei dei nostri?
Brian
: Sì!
Reg
: D'ora in poi ti chiamerai "Brian, meglio conosciuto come Brian". Digli dell'incursione nel palazzo di Pilato, Francis.
Francis
: Certo. Cospiratori, ecco il piano...
Dal film:
Brian di Nazareth
Scheda film e trama
Frasi del film
Brian
: Io ho il naso grosso, mamma?
Mandy
: Oh, smettila di pensare al sesso!
Brian
: Io veramente...
Mandy
: Che chiodo fisso!
Matti
na, pomeriggio e sera! "Alle ragazze piacerà questo? Alle ragazze piacerà quello? Ce l'ho troppo grande? Ce l'ho troppo piccolo?"...
I Lebbroso
: Fate la carità!
II Lebbroso
: Fate la carità!
Ex-Lebbroso
: Fate la carità, la carità! Viaggiano in asino e non mollano uno spicciolo. Pezzenti, ne', hai visto? Eccone altri due. Date un talento a un ex-lebbroso.
Mandy
: Levati di mezzo!
Ex-Lebbroso
: Date un talento a un ex-lebbroso.
Mandy
: Un talento? Oh, questo non lo guadagna in un mese!
Ex-Lebbroso
: Allora mezzo.
Mandy
: Ma va' all'inferno, vai!
Ex-Lebbroso
: Dai, Nasone, trattiamo.
Brian
: Come?
Ex-Lebbroso
: Okay, tagliamo corto. Diciamo che tu hai uno sciclo. Io parto da duemila e ci accordiamo per 1800.
Brian
: No!
Ex-Lebbroso
: 1700?
Mandy
: Vattene via, sciò!
Ex-Lebbroso
: 1600?
Mandy
: Insomma, lo lasci in pace?
Ex-Lebbroso
: Okay. Due scicli, solo due. Ci stai?
Mandy
: Senti, tanto non ti dà un bel niente. Quindi sparisci!
Ex-Lebbroso
: Ultima offerta! Mezzo sciclo! Mezzo sciclo per un ex-lebbroso!
Brian
: Ma che significa ex-lebbroso?
Ex-Lebbroso
: Significa che mi sono fatto dieci anni di lebbra, e ne vado fiero.
Brian
: E poi che è successo?
Ex-Lebbroso
: Sono stato guarito.
Brian
: E come?
Ex-Lebbroso
: Un vero miracolo, che Dio la benedica, signore.
Brian
: E chi ti ha guarito?
Ex-Lebbroso
: Gesù! Gesù è stato! Io me ne andavo a zonzo pensando ai fatti miei, e tutt'a un tratto arriva lui, mi mette le mani in fronte e mi guarisce. Prima avevo un mestiere nelle mani, e ora mi ritrovo senza lavoro. Ma dico, vuoi chiedere il permesso? "Sei guarito...". Filantropo del piciu!
Brian
: Beh, perché non vai da lui a dirgli che vuoi tornare ad essere un lebbroso?
Ex-Lebbroso
: E già, potrei anche farlo. Giusto. Perché no? V-v-veramente pensavo di chiedergli se potesse farmi zoppo da una gamba, questa settimana, sa, una cosa che faccio appena. Ma non la lebbra che francamente è una gran rottura di coglioni.
Mandy
: Brian! Vieni a mettere a posto la tua stanza!
Brian
: Ecco, tieni.
Ex-Lebbroso
: Ben gentile, signore. Ma come? Mi dai questa miseria per tutta la sceneggiata della mia vita?
Brian
: Certi non si accontentano mai.
Ex-Lebbroso
: Anche Gesù me l'ha detto, signore.
Dal film:
Brian di Nazareth
Scheda film e trama
Frasi del film
Donne
: A morte! Ammaziamolo! Forza! Lascatecelo! Ammazzatelo! Ammazzatelo! Andiamo, uccidetelo! Fateci cominciare! Sì!
Sacerdote
: Sei tu
Matti
a, sei tu il figlio di Gath?
Matti
a
: Devo dire sì?
Guardia
: Sì.
Matti
a
: Sì.
Sacerdote
: Sei stato giudicato colpevole dagli Anziani della città d'aver pronunciato invano il nome del Signor. E quindi, in quanto tu sei un blasfemo, devi essere lapidato a mo-o-orte.
Donne
: Ooh...
Matti
a
: Senti, avevo appena finito di cenare, e ho solo detto a mia moglie: "Questo pezzo di baccalà è degno di Geova".
Donne
: Oooh!
Matti
a
: Solo questo ho detto!
Sacerdote
: Bestemmia! L'ha detto di nuovo!
Donne
: Sì! Sì!
Sacerdote
: Sì! L'avete sentito?
Donne
: Sì! Sì!
Donna
: Sentito!
Sacerdote
: Ci sono per caso delle donne?
Donne
: Uh... ooh... no...
Sacerdote
: Molto bene. In virtù dell'autorità di cui sono investito...
Matti
a
: Ehi, aoh! La piantate? Non abbiamo ancora incominciato!
Sacerdote
: Avanti! Chi l'ha tirata? Chi ha tirato la prima pietra?
Donne
: È stata lei! È stata lei! Lui! È stato lui! Lui! Lui! Lui! Lui!
I Donna
: Scusa, eh... credevo avessimo incominciato.
Sacerdote
: In ginocchio! In fondo!
I Donna
: Oh, accidenti!
Sacerdote
: E tutti i giorni ce n'è una! Dov'eravamo rimasti?
Matti
a
: Senti, io non credo che sia una bestemmia dire soltanto "Geova".
Donne
: Aaah! L'ha detto! L'ha detto!
Sacerdote
: Guarda che così peggiori la tua situazione!
Matti
a
: E che vuoi che peggiori? Peggio di così! Geova! Geova! Geova! Geova!
Sacerdote
: Io ti avverto! Se ti azzardi a dire Geova un'altra volta... Ahi! Avanti! Chi è stato! Chi l'ha tirata?
Matti
a
: Ah, ah, ah, ah!
Sacerdote
: Avanti! Voglio saperlo!
Donne
: È stata lei! È stata lei! Lui! Lui! Sì, lui! È stato lui!
Sacerdote
: Sei stato tu?
II Donna
: Sì.
Sacerdote
: Guarda che...
II Donna
: Lui ha detto Geova!
Donne
: Aaah! Aaah!
Sacerdote
: La volete smettere? Fermi! Fatela finita! Basta! State a sentire: nessuno deve lapidare nessuno finché non suonerò questo fischietto! Mi sono spiegato? Neppure, e voglio che questo sia molto chiaro, neppure se uno dicesse "Geova"!
Donne
: Aaah!
Sacerdote
: Aaargh!
III Donna
: Strike!
Dal film:
Brian di Nazareth
Scheda film e trama
Frasi del film
Paul
: Allora. Sei pronto?
Auggie
: Pronto. Quando vuoi.
Paul
: Sono tutt'orecchie.
Auggie
: Mi ricordo quella volta che mi hai chiesto come ho iniziato a fare le foto. Beh, questa è la storia della mia prima macchina fotografica. Veramente, prima e unica. Mi segui fin qui?
Paul
: Parola per parola.
Auggie
: Dunque. Ecco come sono andate le cose. Okay. Era l'estate del '76, all'epoca del mio primo lavoro per Vinnie, l'estate del Bicentenario. Una
matti
na al negozio un ragazzo cominciò a rubare delle cose. Stava giù, alla scansia dei tascabili, e si infilava le riviste porno sotto la maglietta. Non l'ho visto sùbito, c'era gente intorno al bancone, ma come me ne sono accorto, ho iniziato a strillare. Lui è scappato come un coniglio, shhh! E quando sono uscito fuori dal bancone, aveva già le chiappe sulla Settima Strada. L'ho rincorso per circa un isolato, poi ho lasciato stare. Gli era caduta qualcosa mentre scappava. E... dato che non me la sentivo più di correre, l'ho raccolta, per vedere cosa fosse. Era il suo portafogli. Non c'erano soldi dentro, ma c'era la sua patente, e altre tre o quattro fotografie. Avrei potuto farlo arrestare, certo, c'era nome e indirizzo sulla patente, ma sai, mi dispiaceva. Era solo un teppistello. E una volta viste quelle foto nel portafogli, non ce l'ho più fatta ad essere veramente arrabbiato con lui. Roger Goodwin. Si chiamava così. In una di quelle foto, mi ricordo, stava in braccio alla madre.
In un'altra aveva un trofeo in mano, della scuola, e rideva, felice, come se avesse vinto alla lotteria. Proprio non me la sentivo. Un povero ragazzo di Brooklin. Non era una cosa grave. Tanto chi se ne importa di un paio di giornaletti porno? E così, mi sono tenuto il portafogli. Ehm... ogni volta che sentivo il bisogno di riportarglielo, io rimandavo, e non l'ho mai fatto. Finché arriva Natale, e io non ho niente da fare. Vinnie voleva invitarmi, ma la madre si era ammalata, e lui e la moglie erano corsi a Miami, all'ultimo minuto. Quindi me ne stavo a casa mia, quella
matti
na. Mi sentivo un po' solo. Quando l'occhio va sul portafogli di Roger Goodwin. Mi sono detto
: "che diavolo, perché non faccio qualcosa di buono? Mi infilo il cappotto e gli riporto il portafogli". Abitava dalle parti di Boerum Hill, nelle case popolari. Mi ricordo che faceva un freddo cane, quel giorno. Mi sono perso molte volte prima di trovarlo. Le case sono tutte uguali, laggiù. Giri nello stesso punto e credi di stare da un'altra parte.
Comunque, alla fine arrivo al palazzo che cercavo, alla casa che cercavo, e suono il campanello. Non succede niente. Penso che non ci sia nessuno. Suono di nuovo, per esserne sicuro. Ormai sto per andarmene; aspetto un altro po', e sento trafficare dietro la porta. E una voce di vecchia chiede
: "Chi è?". E io dico: "Sto cercando Roger Goodwin". "Sei tu, Roger?", mi dice. E dà quindici mandate per aprire la porta. Avrà avuto almeno 80 anni, se non addirittura 90! E la prima cosa che noto di lei è che è cieca. "Lo sapevo che saresti venuto, Roger", dice. "Lo sapevo che non avresti dimenticato nonna Ethel a Natale". E poi apre le braccia, e mi si avvicina per abbracciarmi. Non ho tempo per riflettere, capisci? Devo dire qualcosa in fretta. E prima che realizzo ciò che sta accadendo, le parole mi escono dalla bocca. "Proprio così, nonna Ethel", dissi, "sono tornato a trovarti per Natale". Non mi chiedere perché l'ho detto. Non ne ho la minima idea. Mi è uscito così.
D'improvviso la signora comincia ad abbracciarmi, davanti alla porta, e anch'io l'abbraccio. Era come se tutti e due avessimo deciso di giocare questo gioco senza doverne stabilire le regole. Sapeva benissimo che non ero il nipote. Era vecchia e debole, ma non così andata da non saper distinguere un perfetto sconosciuto ad uno di famiglia. Fu felice di fare come se fosse vero. E dato che non avevo di meglio da fare, fui contento di assecondarla. Insomma, entrammo in casa e passammo la giornata insieme, e quando mi chiedeva quello che facevo, io le mentivo. Le raccontai che avevo trovato lavoro in una tabaccheria, le dissi che stavo per sposarmi, inventai centinaia di storie, e lei faceva finta di credere a ogni cosa. "Ma bene, Roger", diceva, muovendo il capo e sorridendo, "ho sempre saputo che ti sarebbe andata bene". Mah. Dopo un po', cominciai ad avere fame, e siccome in casa non c'era niente da mangiare, andai a cercare un negozio lì vicino, e tornai su carico di roba. Pollo arrosto, zuppa di verdure, patate bollite, insomma un mucchio di roba.
Nonna Ethel aveva un paio di bottiglie nascoste in camera da letto, eh, eh, eh! E così fra tutti e due riuscimmo a mettere su una discreta cena di Natale. Eravamo tutti e due un po' brilli, mi ricordo, e dopo pranzo andammo a metterci di là, nel soggiorno, dove si stava seduti più comodi. Dovevo fare pipì, così a un certo punto ho chiesto scusa e sono andato al bagno, in fondo al corridoio. E qui la cosa prende un'altra piega. Era già stato stravagante giocare al nipote di nonna Ethel, ma quello che feci poi fu decisamente folle, e non me lo sono mai perdonato da allora. Entro nel bagno, e accatastate contro il muro vicino alla doccia, vedo una pila di sei o sette macchine fotografiche, del tutto nuove.
Macchinette trentacinque millimetri, ancora nella scatola. Non avevo mai scattato una foto in vita mia, e tantomeno avevo mai rubato. Ma come vidi quella pila di macchinette abbandonate nel bagno, decisi che ne volevo una tutta per me. Una come quelle. E senza pensarci un istante, ne prendo una, me la metto sotto il braccio, apro la porta del bagno e torno nel soggiorno. Non ci ho messo più di tre minuti, ma nel frattempo nonna Ethel si era addormentata. Troppo Chianti, immagino. Andai in cucina, a lavare i piatti, e in mezzo a quel fracasso lei dormiva come una bambina. Non c'era motivo di disturbarla, quindi decisi di andarmene. Non potei lasciarle neanche un biglietto di saluto, dato che era cieca. Me ne andai e basta. Misi il portafogli del nipote sul tavolo. Ripresi la macchinetta e lasciai l'appartamento. Fine della storia.
Paul
: L'hai più rivista? Sei mai tornato a trovarla?
Auggie
: Una volta, tre o quattro mesi dopo. Io stavo malissimo per il furto della macchinetta, non l'avevo neanche usata. Finalmente decisi di riportarla, ma nonna Ethel lì non c'era più. Qualcun altro viveva in quell'appartamento, e non sapeva dove fosse finita.
Paul
: Probabilmente era morta.
Auggie
: Sì, probabilmente.
Paul
: Il che vuol dire che ha passato il suo ultimo Natale con te.
Auggie
: Forse sì. Non ci avevo mai pensato.
Paul
: È stata una buona azione, Auggie. Hai fatto una bella cosa per lei.
Auggie
: Le ho mentito, le ho rubato un oggetto, e tu la chiami una buona azione?
Paul
: Beh, l'hai fatta felice. La macchinetta era sicuramente... rubata, non l'hai tolta al... al proprietario.
Auggie
: Qualsiasi cosa nel nome dell'arte, eh?
Paul
: No, non è proprio così. In fondo ne hai fatto un buon uso.
Auggie
: E tu ora hai la tua storia di Natale, no?
Paul
: Sì, immagino di sì. Il raccontare è un vero talento, Auggie. Per fare una bella storia devi sapere quali bottoni spingere. Tu sei al pari dei maestri.
Auggie
: Che vuoi dire?
Paul
: Voglio dire che è una bella storia.
Auggie
: Cazzo, se non confidi i tuoi segreti agli amici, allora che amico sei?
Paul
: Giusto. Non varrebbe la pena di vivere altrimenti, no? "Il racconto di Natale di Auggie Wren", scritto da Paul Benjamin.
Dal film:
Smoke
Scheda film e trama
Frasi del film
Charles "Rettile" Clemm
: È lei il signor Benjamin? Signor Benjamin, suppongo.
Roger Goodwin
: C'è un problema di sicurezza in questo palazzo, lo sai? La serratura della porta di sotto è rotta.
Rettile
: Non è una buona idea, di questi tempi. Non si sa mai che razza di gentaccia gira per strada. Bisogna essere prudenti.
Paul
: Farò in modo che do
matti
na il padrone di casa la controlli.
Goodwin
: Eh, sì, fallo, perché non vuoi qualche spiacevole sorpresa, giusto?
Paul
: Con chi ho il piacere di parlare, adesso?
Rettile
: Eh, eh, eh! Piacere? No, piacere no, non lo chiamerei proprio "piacere", spiritoso. Questa qui è una cosa di affari.
Paul
: Non importa. Comunque so chi sei.
Rettile
: Oh.
Paul
: Tu sei il Rettile, vero?
Rettile
: Il cosa?
Goodwin
: Nessuno! Nessuno! Nessuno si permette di chiamare Charles così! Mi hai capito?
Paul
: Ho capito.
Rettile
: Ora tu ci aiuterai a cercare una certa persona, eh? Ci aiuterai! Tu ce lo farai trovare! Dov'è Tommy?
Paul
: Chi?
Rettile
: Tommy, amico. Tommy Cole.
Paul
: Tommy non è qui.
Dal film:
Smoke
Scheda film e trama
Frasi del film
Paul
: Auggie!
Violet Sanchez De Jalapeno
: Ehi!
Auggie
: Ehi! Amico! Mi fa piacere vederti!
Paul
: Auggie, April Lee. April Lee, saluta Auggie Wren.
Auggie
: Molto lieto, April Lee.
April
: Molto piacere.
Auggie
: Lietissimo di fare la sua conoscenza.
April
: Anch'io.
Auggie
: E questa bella signorina è Violet Sanchez de Jalapeno!
Violet
: Aaah, ah, ah, ah!
Auggie
: Il peperoncino più piccante di tutto Rio Grande!
Violet
: Ciao, Violet.
Auggie
: Tutto bene, tesoro?
Violet
: Altro che, Augusto! Anche tu però a fuoco non scherzi, eh? È timido, diventa rosso, eh, eh!
Auggie
: Che ci fate voialtri in una bettola come questa?
Paul
: È il compleanno di Rashid, oggi, e pensavamo di fare un po' di baldoria.
Auggie
: Quanti anni hai, ragazzo?
Rashid
: Diciassette.
Violet
: Ah!
Auggie
: Diciassette? Oh, oh, oh!
Violet
: Ah, ah, ah, ah, ah!
Auggie
: Mi ricordo quando avevo diciassette anni. Bla bla bla, bla bla bla.
Violet
: Ah, ah, ah!
Auggie
: Cristo, io mi ricordo. Quando avevo... quando io avevo diciassette anni, ero un vero figlio di puttana.
Violet
: È tutto matto!
Auggie
: Sei così, figliolo? Sei un ragazzo tutto matto?
Rashid
: Irrimediabile. Direi che ci hai preso in pieno.
Auggie
: Bene! Continua così! Forse un giorno diventerai un grand'uomo come me!
Violet
: Eh, sì, sì, sì! Che ragazzaccio! Ciao.
Paul
: Auggie, stavo pensando: ti servirà un aiuto in negozio, per l'estate, ora che Vinnie se n'è andato.
Auggie
: Aiuto? Cos'hai in mente?
Paul
: Stavo pensando al ragazzo. Sono sicuro che funzionerebbe.
Auggie
: Ehi, ragazzo! Ti va di lavorare? La tua agenzia di collocamento ha detto che stai cercando lavoro nella vendita al dettaglio.
Rashid
: Un lavoro? Decisamente non volterei le spalle a un lavoro.
Auggie
: Fai un salto al negozio di sigari domani
matti
na. Vieni alle dieci e ne parliamo, okay? Vedremo cosa si può fare.
Rashid
: Domani
matti
na alle dieci.
Violet
: Bravo! E a me che mi dai?
Paul
: Ti sono debitore.
Violet
: Andiamo!
Paul
: Non dimenticare.
Violet
: Ciao!
Dal film:
Smoke
Scheda film e trama
Frasi del film
Paul
: È chiuso?
Auggie
: Hai finito gli Schimmelpennincks?
Paul
: Ne potrei comprare un paio prima che te ne vada?
Auggie
: Ma certo! Non devo andare all'opera o al club.
Paul
: Qualcuno ha dimenticato la macchina fotografica.
Auggie
: Sì, io.
Paul
: È tua?
Auggie
: Sì, proprio mia. Ce l'ho da un sacco di tempo, questa scatoletta.
Paul
: Non sapevo che eri un fotografo.
Auggie
: Oddio, diciamo che è un hobby. Appena cinque minuti al giorno, ma... lo faccio ogni giorno. Con il sole e con la pioggia. Un po' come il postino, eh, eh!
Paul
: Allora non sei soltanto uno che mette i soldi in cassa.
Auggie
: Beh, la gente mi vede così, ma... non è detto che io sia così.
Paul
: Sono tutte uguali.
Auggie
: È vero. Quattromila fotografie dello stesso posto, l'angolo tra la Terza e la Settima, alle otto di
matti
na. Quattromila giorni con tutti i tipi di clima possibili. È per questo che non vado in vacanza, devo stare qui ogni
matti
na, alla stessa ora. Ogni
matti
na nello stesso posto alla stessa ora.
Paul
: Non ho mai visto niente del genere.
Auggie
: È il mio progetto, quello che puoi chiamare il lavoro della mia vita.
Paul
: Pazzesco! Non sono sicuro di aver capito: insomma, come ti è venuta questa idea di fare questo progetto?
Auggie
: Non lo so, mi è venuta. È il mio angolo, dopotutto. Sì, insomma, è una piccola parte del mondo, ma anche qui succedono delle cose, come in qualunque altra parte. È la documentazione del mio angolo.
Paul
: È un po' ossessivo. Ah, ah!
Auggie
: Non capirai mai se non vai più piano, amico mio.
Paul
: Cosa vuoi dire?
Auggie
: Voglio dire che vai troppo veloce, non guardi neanche le foto.
Paul
: Ma... ma sono tutte uguali.
Auggie
: Sono tutte uguali, ma ognuna è differente dall'altra. Ci sono delle
matti
ne di sole, delle
matti
ne buie, ci sono luci estive e luci autunnali. Giorni feriali e fine settimana. C'è gente con l'impermeabile e le galosce, e gente con la maglietta e i pantaloncini. Qualche volta la stessa gente, qualche volta differente. Qualche volta quelli differenti diventano uguali, e la stessa gente scompare. La Terra gira intorno al sole, e ogni giorno la luce del sole colpisce la Terra da un'angolazione differente.
Paul
: Più piano, eh?
Auggie
: È quello che consiglio. Lo sai com'è: domani, domani, domani... Il tempo mantiene sempre il suo ritmo.
Paul
: Oddio. Guarda. È Ellen.
Auggie
: Sì, è proprio lei. Ce ne sono parecchie con lei di quell'anno. Probabilmente andava al lavoro.
Paul
: È Ellen. Guarda. Il mio amore adorato.
Dal film:
Smoke
Scheda film e trama
Frasi del film
Paul
: Sono tutte uguali!
Augustus
: È vero. Quattromila fotografie dello stesso posto, l'angolo tra la Terza e la Settima, alle otto di
matti
na. Quattromila giorni con tutti i tipi di clima possibile. È per questo che non vado in vacanza, devo stare qui ogni
matti
na, alla stessa ora. Ogni
matti
na nello stesso posto alla stessa ora.
Paul
: Non ho mai visto niente del genere.
Augustus
: È il mio progetto, quello che puoi chiamare il lavoro della mia vita.
Paul
: Pazzesco. Non sono sicuro di aver capito: insomma... come ti è venuta quest'idea, di fare... questo progetto?
Augustus
: Non lo so, mi è venuta. È il mio angolo dopo tutto. Sì insomma, è una piccola parte del mondo ma.. anche qui succedono delle cose, come in qualunque altra parte. È la documentazione del mio angolo.
Paul
:
[sfogliando velocemente]
È un po' ossessivo.
Augustus
: Non capirai mai se non vai più piano, amico mio.
Paul
: Cosa vuoi dire?
Augustus
: Voglio dire che vai troppo veloce, non guardi neanche le foto.
Paul
: Ma... sono tutte uguali!
Augustus
: Sono tutte uguali, ma ognuna è differente dall'altra. Ci sono delle
matti
ne di sole, delle
matti
ne buie; ci sono luci estive e luci autunnali; giorni feriali e fine settimana; c'è gente con l'impermeabile e le galosce e gente.. con la maglietta e i pantaloncini; qualche volta la stessa gente, e qualche volta differente; qualche volta quelli differenti diventano uguali, e la stessa gente scompare. La Terra gira intorno al Sole, e ogni giorno la luce del Sole colpisce la Terra da un'angolazione differente.
Paul
: Più piano, eh?
Augustus
: È quello che consiglio. Lo sai com'è: domani, domani, domani.. il tempo mantiene sempre il suo ritmo.
[Augustus che racconta a Paul il suo hobby]
Dal film:
Smoke
Scheda film e trama
Frasi del film
Che freddo. Sono raffreddato. Del resto lo sapevo.
Si è fermata da me per la notte, e ho voluto dormire nudo, perché mettere la maglietta mi sembrava poco macho. Pensare che lo so che se non mi metto la magliettina poi prendo freddo. Ma a volte mi piace fare il figo, mi piace fingere di essere quello che non sono. Faccio il duro a torso nudo e la
matti
na dico: «Babba bia che freddo». Ma mi sa che questa è stata l'ultima volta.
Qualcosa è cambiato.
Mi sa che l'amo. Mi sa che per la prima volta sono innamorato. Intendo dire innamorato veramente.
Fabio Volo
Cit. da
È una vita che ti aspetto ‐ Incipit
Frasi di Fabio Volo
Tu ti nascondi dietro il nome di una religione perché devi curarti delle patologie.
[Rivolto a Mario Adinolfi]
Fabio Volo
Cit. da
il Volo del
Matti
no, Radio Deejay, 15 marzo 2016
Frasi di Fabio Volo
La luce del giorno iniziava a farsi vedere. Il cielo era spettacolare. Le ombre create dai lampioni iniziavano a ritirarsi per lasciare spazio alle cose, alle forme, ai contorni chiari. Per qualche minuto da una parte il cielo era ancora buio e si vedevano le stelle, dall'altra spuntava un risveglio azzurro. Mi sentivo coinvolto emotivamente da quello sbadiglio del
matti
no.
Fabio Volo
Cit. da
Il tempo che vorrei
Frasi di Fabio Volo
Erano le undici di una domenica
matti
na. Mi ero svegliato tardi e stavo bevendo un caffè guardando fuori dalla finestra. Mi piace soffiare nella tazza osservando la città: le regalo piccole nuvole mentre cerco di accendere tutti i miei sensi. La musica che ascolto la domenica
matti
na è quasi sempre la stessa.
Fabio Volo
Cit. da
Il tempo che vorrei
Frasi di Fabio Volo
Sei morta un sabato
matti
na. E ti ho fatto mettere qui, sotto il nostro albero. E ho preso la casa di tuo padre e l'ho fatta abbattere. Mamma diceva sempre che morire fa parte della vita. Magari non fosse così. Il piccolo Forrest se la cava benissimo, sì. Presto ricomincerà la scuola. Gli preparo colazione, pranzo e cena, ogni giorno. Sto molto attento: lui si pettina i capelli e si lava i denti ogni giorno. Gli insegno a giocare a ping-pong. Okay, ora... Forrest, tocca a te. È molto bravo. Peschiamo tanto. Ogni sera leggiamo un libro. Com'è intelligente, Jenny! Saresti fiera di lui. Io lo sono. Sai, ti... ti ha scritto una lettera. Dice che non posso leggerla. Non devo farlo, perciò la... la lascio qui per te. Jenny... Non lo so se mamma aveva ragione, o se... se ce l'ha il Tenente Dan... non lo so... se abbiamo ognuno il suo destino o se siamo tutti trasportati in giro per caso come da una brezza... ma io... io credo... Può darsi le due cose. Forse le due cose càpitano nello stesso momento. Mi manchi tanto, Jenny! Se hai bisogno di qualcosa non sarò molto lontano.
Forrest Gump
Dal film:
Forrest Gump
Scheda film e trama
Frasi del film
Marge
: Salve, come va?
Receptionist
: Oh, molto bene. Lei, signora, come sta?
Marge
: Io sto benissimo, la ringrazio. Sono la signora Gunderson. Ho una prenotazione?
Receptionist
: Sì, certamente, signora Gunderson.
Marge
: C'è un telefono nei dintorni?
Sibert
: Polizia.
Marge
: Detective Sibert?
Sibert
: Sì, sono io.
Marge
: Ah, sono Marge Gunderson, della polizia di Brainerd, si ricorda?
Sibert
: Oh, sì, come va a Brainerd?
Marge
: Beh, veramente mi trovo qui in città adesso. Avevo un paio di cosette da sbrigare a Minneapolis, e così ho pensato di chiederle di quella indagine federale su Shep Proudfoot.
Sibert
: Ah, sì. Sappiamo dove lavora.
Marge
: Ah, sì?
Sibert
: Alla concessionaria Gustafson.
Marge
: Magari vado a fargli una visita se riesco a trovare...
Sibert
: L'accompagno io, non c'è problema.
Marge
: No, posso trovarlo da sola.
Sibert
: Come vuole, per me...
Marge
: La ringrazio moltissimo. Ah, senta, senta... Non è che mi può indicare un buon ristorantino nelle vicinanze del centro?
Sibert
: Può andare al Radisson.
Marge
: Il Radisson.
Sibert
: Sì, è un bel locale.
Marge
: Ah, sì? Prezzi ragionevoli?
Parcheggiatore
: Salve.
Carl
: Ho deciso di non parcheggiare.
Parcheggiatore
: Come sarebbe? Ha deciso di non parcheggiare?
Carl
: Sì, sono appena entrato, ma ho cambiato idea, perciò...
Parcheggiatore
: Ah.. Eh, mi dispiace molto, signore, però lei...
Carl
: Sì, ma ho deciso di non... ehm... insomma, capisce? Non... Ho cambiato idea, e quindi adesso non...
Parcheggiatore
: Ho capito, ma dovrà lo stesso pagare i quattro dollari.
Carl
: Sono appena entrato. Sono appena entrato, cazzo.
Parcheggiatore
: Sì, ho capito, ma la tariffa minima è di quattro dollari l'ora, e la sosta più lunga ha la tariffa giornaliera.
Carl
: Ti senti, come dire, una specie di autorità lì dentro, eh? Con quella uniforme del cazzo. Il re dei parcheggi, ma chi cazzo sei? Stronzo. Questi sono i limiti della tua vita, la tua piccola sbarra del cazzo. Eccoti i quattro dollari, patetico pezzo di merda.
Jerry
: Dov'è Shep?
Meccanico
: È di là con uno sbirro.
Jerry
: Uno sbirro?
Meccanico
: Ha detto che è della polizia.
Marge
: Ricorda di aver ricevuto una telefonata mercoledì sera?
Shep
: Non mi pare.
Marge
: Lei risiede al 1425 di Fremont Terrace, giusto?
Shep
: Sì.
Marge
: Ci abita qualcun altro per caso?
Shep
: No.
Marge
: Ma signor Proudfoot, le è arrivata una telefonata alle tre del
matti
no! Mi è difficile pensare che non rammenti chi l'ha chiamata. Vede, signor Proudfoot, so che lei ha avuto dei problemi con la narcotici e altri impicci vari, e che ora è in liberta vigilata.
Shep
: Allora?
Marge
: Beh, la connivenza con dei criminali, se è con lei che hanno parlato, sarebbe già un reato, e basterebbe questo per riportarla dietro le sbarre, a Stillwater. Ho letto cose non idilliache nei suoi precedenti, però niente che somigli all'omicidio. Non vorrà mica essere complice di un reato del genere? Allora, pensa di poter rammentare chi le ha fatto quella telefonata? Il signor Lundegaard?
Jerry
: Ah, sì.
Marge
: Le rubo solo un minuto del suo tempo.
Jerry
: Ma... ma a che proposito?
Marge
: Ah, le dispiace se mi siedo? Ho un bel peso da portare. Lei qui è il proprietario, signor Lundegaard?
Jerry
: No, sono il responsabile delle vendite.
Marge
: Allora può aiutarmi: sono Marge Gunderson.
Jerry
: Il proprietario è mio suocero.
Marge
: Ah! Ecco, io appartengo al corpo di polizia di Brainerd. Sto investigando su un crimine. Vorrei sapere se per caso non ha subìto il furto di automobili nuove nelle ultime due settimane, in particolare una Ciera di colore ambra. Signor Lundegaard?
Jerry
: Brainerd?
Marge
: Sì, sì. Il paese di Paul Bunyan e Babe il Bue Blu.
Jerry
: Babe il Bue Blu?
Marge
: Già.
Jerry
: Ah, ah!
Marge
: Ah, ah, ah! Già, c'è anche una grande statua in paese. Allora non le è stata rubata nessuna macchina?
Jerry
: No, nessuna.
Marge
: Molto bene, grazie mille. La lascio alle sue pratiche allora.
Jerry
: Ah...
Meccanico
: Officina.
Jerry
: Sì, passami Shep.
Meccanico
: Non c'è, non l'ho visto.
Jerry
: Come sarebbe?
Meccanico
: Che non è qui.
Jerry
: Beh, e dov'è andato? Io...
Meccanico
: Le passo Bill?
Jerry
: No, no, non mi serve un meccanico. Mi serve un... un...
Meccanico
: Cosa?
Jerry
: Ah, beh... accidenti! È solo che devo parlare con un suo ami... E allora mi... mi serviva...
Meccanico
: Cosa?
Jerry
: Oh... Oh, Signore!
Barista
: Sono per te le tre birre e l'acqua tonica?
Cameriera
: Sì. È pronto?
Barista
: È pronto.
Cameriera
: Grazie.
Marge
: Mike? Ah!
Mike
: Marge! Ah, ah!
Marge
: Ah, ah!
Mike
: Guarda! Sei uno splendore!
Marge
: Grazie!
Mike
: Eh, sì!
Marge
: Anche tu stai bene. Attento, fa' piano. Piano, piano! Attento! Che piacere vederti! Scusa, ma sono incinta.
Mike
: Oh, me ne sono accorto, è fantastico! Che cosa bevi?
Marge
: Una bevanda non alcolica, per favore.
Mike
: Okay.
Cameriera
: Va bene, signora.
Marge
: Questo è un gran bel posto.
Mike
: Ah, sì, il Radisson è uno dei migliori ristoranti. Già.
Marge
: Allora, abiti a Edina, giusto?
Mike
: Oh, sì, sì, da un paio di anni ormai. Veramente sono a Eden Prarie, a voler essere precisi. Oh, il Capo Gunderson!
Marge
: Eh...
Mike
: Allora hai poi sposato quel mascalzone di Gunderson!
Marge
: Ah, sì, tanto tempo fa.
Mike
: Ah, bene, bene. Dunque, ah... qual buon vento ti po... Ah, è vero, sei qui per quell'omicidio, sempre che... che tu possa, come dire, discuterne?
Marge
: Ah, sì, sì, ma non è che ci sia un granché da discutere, sai?
Mike
: Oh... Ah, ah, ah!
Marge
: Invece dimmi di te: sei sposato? Hai dei figli?
Mike
: Sì, sì, sono stato... Sono stato sposato. Ero sposato con... Posso sedermi vicino a te, Marge? Ah, ero sposato con Linda Cooksey.
Marge
: No, perché non resti seduto là? Lo preferisco.
Mike
: Eh? Oh... ah... okay. Ah, ah! Scusami, non intendevo...
Marge
: Oh, no, no, è solo per guardarti in faccia senza girare il collo.
Mike
: Certo, certo, capisco benissimo, sai... Io non volevo proprio... Non volevo...
Marge
: No, no. Non c'è nessun problema.
Mike
: Sì, scusa, scusa. Ah, ti dicevo: ero sposato con Linda Cooksey, te la ricordi Linda? Era un anno dietro a noi.
Marge
: Sì, certo, credo di ricordarmela. Sì. Oh, sì! E così non ha funzionato, vero?
Mike
: Sì poi... e poi lavoro alla Honeywell da un paio d'anni.
Marge
: Ah, è una buona azienda.
Mike
: Sì, ci sono ingegneri che se la passano molto peggio, sai... Però non è... granché, non è niente in confronto a quello che hai fatto tu.
Marge
: A me sembra che le cose ti vadano bene.
Mike
: Non è che le cose... Non è che le cose non abbiano funzionato. È che... Linda aveva la leucemia, capisci? E questo male me l'ha portata via.
Marge
: No!
Mike
: Sì, sì, è stata dura.
Marge
: Grazie.
Cameriera
: Prego, signora.
Mike
: È stata lunga, e... Ha combattuto con tutte le sue forze. Ma d'altronde... Beh, che cosa si può dire? Oh! A tempi migliori! Eh, eh!
Marge
: A tempi migliori!
Mike
: E a un tratto ti ho vista in tv, e mi sei sùbito tornata in mente, lo sai che mi sei sempre piaciuta.
Marge
: Anche tu mi sei sempre piaciuto, Mike.
Mike
: Mi sei sempre piaciuta moltissimo. Eh, eh, eh!
Marge
: Allora, Mike, è stato un piacere, ci vediamo un'altra volta.
Mike
: No! Io non... Scusami, io non... Ecco, non avrei dovuto farlo, non avrei dovuto. Non avrei dovuto. Pensavo che ci saremmo divertiti un mondo, e...
Marge
: Non fa niente, Mike.
Mike
: Tu eri una donna veramente super! E poi... mi sento così solo!
Marge
: Càlmati, Mike.
Dal film:
Fargo
Scheda film e trama
Frasi del film
Carl
: Cazzo, apri almeno il finestrino! Sai che è provato che il fumo passivo è cancre... Eh... fa venire il cancro. Guarda, ecco Minneapolis. Vedi quel grattacielo pieno di vetrate? È il più alto in tutto il Midwest, dopo, ehm, Sears, ehm, di Chicago, o il John Hancock, credo. Sei mai stato a Minneapolis?
Gaear
: No, mai.
Carl
: Non è che muori se dici qualcosa.
Gaear
: L'ho detta.
Carl
: No. È la prima parola che hai detto da quattro ore in qua. È un... è un torrente di parole in piena, un vulcano in eruzione. Porca puttana, sta' un po' zitto, eh. Cazzo. Quant'è che sto seduto al volante? Non ho mai smesso di guidare da quando abbiamo lasciato Brainerd, cerco solo di scambiare due parole, cazzo, per tenere su il morale, combattere la noia della strada e tu non sai nemmeno fare un po' di conversazione. Ma vaffanculo, allora smetto di parlare. Se ti piace così. Per carità, in silenzio. Dobbiamo giocare a questo gioco? Va bene. Poi vediamo come va a finire. Assoluto silenzio. Ah!
Reilly Diefenbach
: Signor Lundegaard? Reilly Diefenbach, della finanziaria GMAC. Come vanno le cose?
Jerry
: Molto bene, lei come sta?
Diefenbach
: Benone, signor Lundegaard. È un'impresa riuscire a parlarle.
Jerry
: Già, abbiamo molto da fare, ma non ci dispiace affatto.
Diefenbach
: Ah, ne sono sicuro. La chiamo perché su queste ultime pratiche di finanziamento che ha inviato
non si riesce a leggere il numero di matricola dei veicoli.
Jerry
: Sì, ma ho già ricevuto... è tutto a posto, i finanziamenti sono stati erogati. Ho ricevuto i...
Diefenbach
: Sì, i 320mila dollari li abbiamo mandati il mese scorso.
Jerry
: Esatto, è tutto sistemato.
Diefenbach
: Sì, però non siamo in grado di identificare i veicoli che le abbiamo finanziato, perché i numeri di matricola sui moduli sono illeggibili. Lei dovrebbe semplicemente...
Jerry
: Ma le pratiche sono già archiviate, ho avuto gli importi.
Diefenbach
: Sì, ma noi abbiamo dei revisori in ufficio, e dobbiamo assicurarci che i veicoli che abbiamo finanziato esistano davvero.
Jerry
: Beh, certo, è chiaro che esistono.
Diefenbach
: Ah, beh, non lo metto in dubbio. Però non abbiamo i numeri di matricola, quindi se lei volesse dettarmeli adesso...
Jerry
: Come no, certo... Eh, bene... Vede, non li ho a portata di mano. Posso mandarle le copie per fax?
Diefenbach
: No. No, no, no, no, il fax non va bene, perché ce li ho già sul fax, non si legge un'acca.
Jerry
: Sì, dirò alla mia segretaria di spedirle le copie.
Diefenbach
: Ecco, per posta è meglio. Sa, se non possiamo fare riscontro con le matricole, dovremo revocare il finanziamento erogato.
Jerry
: Sì, quant'era la cifra?
Diefenbach
: 320mila dollari. Devo allegare le singole somme ai relativi veicoli, capisce?
Jerry
: Sì. D'accordo, nessun problema, le mando i moduli per fax.
Diefenbach
: No, no, no, no, no, non per fax!
Jerry
: Volevo dire per posta, glieli faccio inviare subito.
Diefenbach
: D'accordo, allora siamo intesi.
Jerry
: Okay, molto bene.
Dale
: Siamo ancora qui con Katie Carlson.
Katie Carlson
: Salve.
Dale
: Ma prima di proseguire voremmo ricordare al nostro pubblico che questo mese di marzo, per il secondo anno di fila, in collaborazione con la Twin City Travel, organizzeremo una crociera di due settimane lungo il Nilo. È un viaggio bellissimo, come già sapete, e vorremmo che tutti voi vi partecipaste. E lo diciamo sul serio. Molto bene, allora, per chi si fosse messo in ascolto in questo momento, diciamo che questa
matti
na Katie ci insegnerà come preparare in casa le uova Holidazzle. Katie, devo ammettere che...
Katie
: Cosa?
Dale
: ... che sono rimasto sorpreso quando ho preso in mano questo.
Katie
: Perché?
Dale
: Questo è un guscio vuoto.
Katie
: Esattamente, Dale.
Dale
: Beh, come hai fatto a svuotarlo? C'era un uovo qui dentro, no?
Katie
: Certo.
Dale
: Ecco, appunto, non capisco come fai. Non mi dirai che hai una gallina vuota da qualche parte che fa le uova vuote?
Katie
: Ah, ah!
Jean
: Aaah!
Gaear
: Mi ci vuole una pomata.
Carl
: Eh?
Gaear
: Mi ci vuole una pomata. Allora hai fatto?
Carl
: Merda.
Jean
: Aaah!
Jerry
: Ah. Come va, Stan? Tutto bene, Wade?
Stan Grossman
: Piacere di rivederti, Jerry. Se i numeri sono giusti, l'affare non è niente male.
Jerry
: Oh, i numeri sono giusti, anzi, giustissimi.
Wade
: La cosa è fattibile.
Stan
: Congratulazioni, Jerry.
Jerry
: Ti ringrazio, Stan. È stato...
Wade
: Beh, che percentuale vorresti per aver ideato l'affare?
Jerry
: Eh?
Stan
: L'analisi finanziaria è dettagliata. Dobbiamo solo conoscere il tuo compenso.
Jerry
: Il mio compenso? Wade, ma di che diavolo sta parlando?
Wade
: Stan e io siamo d'accordo.
Jerry
: Sì.
Wade
: Investiremo.
Jerry
: Sì.
Wade
: Ma dobbiamo parlare del tuo compenso per averci proposto l'affare.
Jerry
: No, aspetta, io ti ho proposto l'affare perché tu mi prestassi il capitale necessario. Quest'affare lo voglio fare io.
Stan
: Jerry, tu ci stai proponendo un investimento.
Jerry
: Sì, esatto.
Stan
: E tu vuoi dire... Che cosa vuoi dire?
Wade
: Vuoi dire che noi mettiamo i soldi e tu riscuoti quando arrivano i profitti?
Stan
: Eh, eh, eh, eh!
Jerry
: No... No, sapete, io... io restituisco il capitale e... e pago tutti gli interessi. Anche un punto in più del tasso bancario.
Stan
: Noi non siamo una banca.
Wade
: Se volessi avere solo gli interessi di banca andrei alla MidWest Federal, dal vecchio Bill Diehl.
Stan
: Non è alla Norstar?
Wade
: No, è sempre...
Jerry
: No, no. A me... a me non serve una percentuale, mi ci vuole... La percentuale a quanto ammonta? Un 10%? Non mi risolve il problema. Io ho bisogno del capitale.
Stan
: Non ci passa neanche per la testa di darti 750mila dollari.
Wade
: Ma che cosa pensavi? Voglio complete garanzie se devo avere solo interessi di banca, copertura totale. E non mi sembra sia il tuo caso.
Jerry
: Sì, però io... io... Vi garantisco che vi restituirò fino all'ultimo centesimo.
Wade
: Non sto parlando della tua dannata parola, Jerry. Cristo! Ma che cavolo?
Stan
: Non siamo una banca, Jerry.
Wade
: Senti, non voglio tagliarti fuori dall'affare. Accetta, è conveniente. Siamo intesi che qualora tu non fossi interessato, non ti opporrai a che noi ci si muova autonomamente.
Dal film:
Fargo
Scheda film e trama
Frasi del film
Ringo
: Nessuno si muova, questa è una rapina!
Yolanda
: E se per caso qualcuno di voi si azzarda a muoversi, io vi faccio secchi tutti fino all'ultimo, brutti figli di puttana! Avete capito? Restate seduti! Non vi muovete!
Ringo
: I camerieri si gettino a terra, i clienti restino seduti! A terra, ho detto! Ho detto a terra, cazzo!
Yolanda
: Tu, vieni fuori di lì, sei troppo nascosto! Porta le tue signore a quel tavolo, quello là! Conto fino a dieci!
Ringo
: I messicani fuori dalla cucina! State giù! Giù!
Yolanda
: Tre, quattro, cinque, sei, sette, otto...
Ringo
: E tu che cazzo vuoi fare? Mettiti a terra, stronzo! Mettiti a terra, non ti muovere!
Astante
: Sì! Sì, sì, sì!
Yolanda
: Ehi, tu, tirami quei sacchetti!
Ringo
: Muovetevi! Muovetevi! Che cazzo fate? Uscite dalla cucina! Fuori! Fuori! Muovetevi! Gettatevi a terra, cazzo! A terra! E tu stai fermo! Non ti muovere! Non ti muovere!
Yolanda
: Ehi, tu, nonnetto! A terra! Giù!
Direttore
: Sono il direttore di questo posto, e non c'è nessun problema. Non c'è nessun problema.
Ringo
: Vuoi creare problemi? Per caso vuoi crearmi qualche problema?
Direttore
: No, signore, niente affatto, non voglio creare problemi.
Ringo
: Vuoi crearmi qualche problema? Giù! Giù! Abbiamo un eroe qui, coniglietta.
Yolanda
: E allora che aspetti? Ammazzalo!
Direttore
: Ma guardate che io non ho nessuna voglia di fare l'eroe.
Ringo
: Resta giù, stronzo!
Yolanda
: State giù!
Direttore
: Sono soltanto il direttore del locale.
Yolanda
: Il ristorante è nostro!
Direttore
: Per favore! Avanti, prendete quello che volete.
Ringo
: Va bene, allora parla con i clienti.
Direttore
: Sì.
Ringo
: Se non stanno calmi, li faccio fuori.
Direttore
: Sì.
Ringo
: E presto sarà tutto finito.
Direttore
: Sì.
Ringo
: Mi hai capito bene?
Direttore
: Sì. Statemi a sentire! Restate calmi. Collaborate! E tutta questa storia sarà finita tra un minuto.
Ringo
: E ora a terra! Ben fatto. Aprite bene le orecchie! Ora passo a ritirare i vostri portafogli. Non dite nemmeno una parola! Metteteli in questo sacco. È tutto chiaro? Ho detto: è tutto chiaro, cazzo? Bene, ora fuori i portafogli. Stai giù, dammi il portafogli.
Astante
: Sì.
Ringo
: Nel sacco. Nel sacco. Nel sacco! Nel sacco. E tu che aspetti? Buttalo nel sacco. Laura? Laura? Le mance, nel sacco. È un cellulare quello?
Astante
: Sì.
Ringo
: Bravo, nel sacco. Mettilo nel sacco.
Astante
: Ti do tutto.
Ringo
: Così. Così. Ora sdraiati per terra. Per terra, cazzo! Nel sacco. Nel sacco. Nel sacco. Nella valigetta?
Jules
: Il bucato sporco del mio capo.
Ringo
: Il tuo capo ti fa lavare il bucato?
Jules
: Quando lo vuole pulito.
Ringo
: Sembra un lavoro di merda.
Jules
: Strano, stavo pensando la stessa cosa.
Ringo
: Aprila.
Jules
: Ho paura di non potere.
Ringo
: Non ho sentito.
Jules
: Sì invece.
Yolanda
: Che cosa succede?
Ringo
: A quanto pare abbiamo tra noi un vigilante.
Yolanda
: Sparagli in faccia!
Jules
: Non voglio disilluderti, ma non è la prima volta che mi puntano addosso una pistola.
Ringo
: Se non togli la mano da quella valigetta, sarà l'ultima.
Direttore
: La smetta di creare problemi! Ci farà ammazzare tutti! Gli dia quello che vuole, così se ne vanno!
Jules
: Chiudi quella cazzo di bocca, non sono affari tuoi, palla di merda!
Yolanda
: Fermi!
Ringo
: Buona. Stai calma, coniglietta. Nessun problema, è tutto sotto controllo. Ora conterò fino a tre. Se non apri quella valigetta, se non la apri, ti spappolo la faccia. È chiaro? Uno... due... tre.
Jules
: D'accordo, Ringo, hai vinto. È tutta tua.
Ringo
: Aprila.
Yolanda
: Allora? Che cos'è? Che cos'è?
Ringo
: È quello che penso che sia?
Jules
: Hm-hm.
Ringo
: È bellissimo.
Yolanda
: Accidenti, dimmi, che cos'è? Lascialo andare! Lascialo andare sùbito! Lascialo andare, ho detto!
Jules
: La puttana stia quieta!
Yolanda
: Guarda che ti ammazzo! Ti faccio secco!
Jules
: Di' "puttana sta' quieta"!
Ringo
: Stai quieta!
Jules
: Di' "puttana sta' quieta"!
Ringo
: Stai quieta!
Jules
: Dì a quella puttana di merda di tacere!
Ringo
: Taci, coniglietta!
Jules
: Dì a quella puttana di merda di calmarsi!
Ringo
: Sta' calma, coniglietta!
Yolanda
: Ti ho avvertito!
Jules
: Falla finita!
Ringo
: Falla finita, coniglietta!
Jules
: Bene. Ora dille che andrà tutto a posto.
Ringo
: Andrà tutto a posto.
Jules
: Promettilo!
Ringo
: Lo prometto!
Jules
: Dille di stare zitta.
Ringo
: Sta' zitta, coniglietta.
Jules
: Bene. Dimmi come si chiama.
Ringo
: Yolanda.
Jules
: Bene. Yolanda, non ti metterai a fare la stupida, vero?
Yolanda
: Non devi fargli del male.
Jules
: Se ce ne stiamo quieti, nessuno si farà del male. Saremo tutti come tre piccoli Fonzie, noi qui. Com'è Fonzie, lo sai? Avanti, Yolanda, lo sai com'è Fonzie? Come?
Yolanda
: Quieto.
Jules
: Brava! Hai vinto un mappamondo! Ed è esattamente quello che saremo. Noi saremo quieti. Ora, Ringo, conterò fino a tre. E quando arrivo a tre, voglio che molli sùbito la pistola, piazzi le mani aperte sul tavolo e metti quel tuo culo a sedere. Ma quando lo fai, lo fai zitto e quieto. Sei pronto? Uno... due... tre.
Yolanda
: D'accordo, adesso lascialo andare!
Jules
: Yolanda, credevo che saresti stata quieta. E invece tu alzi la voce e mi rendi nervoso. E quando divento nervoso mi spavento, e quando un figlio di puttana si spaventa, càpita che gli altri figli di puttana vengano ammazzati.
Yolanda
: Giuro che se gli fai del male, tu muori.
Jules
: Beh, pare proprio questa la situazione. Ma io questo non lo voglio, tu questo non lo vuoi, e Ringo, qui, sicuramente questo non lo vuole. Perciò vediamo che cosa si può fare. Dunque. Esaminiamo la situazione. Normalmente le vostre budella si ritroverebbero sparpagliate nel locale. Ma per caso mi avete trovato in un periodo di transizione, perciò non voglio uccidervi. Voglio aiutarvi. Ma questa valigetta non ve la posso dare, perché non appartiene a me. Non solo: ho passato troppi casini per questa valigetta sta
matti
na per poi consegnarla a voi deficienti. Vincent! Stai calmo. Yolanda, tutto a posto, piccola, tutto a posto.
Yolanda
: Ti ammazzo!
Jules
: Stiamo ancora solo parando. Dai, punta la pistola su di me. Punta la pistola su di me! Ecco, così. Ehi, Vincent, tu fatti da parte. Non fare un cazzo di niente. Dille che va tutto liscio.
Vincent
: Va bene.
Ringo
: Va tutto liscio, coniglietta.
Jules
: Come stai, piccola?
Yolanda
: Devo fare pipì. Voglio andare a casa mia.
Jules
: Tieni duro, piccola, sei grande, sono fiero di te. Anche Ringo è fiero di te. È quasi finita. Dille che sei fiero di lei.
Ringo
: Sono fiero di te, coniglietta.
Yolanda
: Ti amo.
Ringo
: Anch'io ti amo, coniglietta.
Jules
: Adesso voglio che tu guardi in quel sacco e trovi il mio portafogli.
Ringo
: E qual è?
Jules
: Quello con la scritta "brutto figlio di puttana". Eccolo, quello è il mio, "brutto figlio di puttana". Aprilo, tira fuori i soldi. Contali. Quanti sono?
Ringo
: Circa 1.500 dollari.
Jules
: Bene, mettiteli in tasca, è roba tua, con tutti gli altri portafogli e la cassa. Mi sembra che abbia avuto successo, il colpetto.
Vincent
: Jules, se regali 1.500 dollari a quel coglione, io gli sparo per principio.
Jules
: No! Yolanda, Yolanda, lui non farà un accidente di niente, quel figlio di puttana. E sta' zitto, Vincent! Cazzo!
Yolanda
: Sta' zitto!
Jules
: Su, Yolanda, non ti distrarre, piccola. Non glieli sto regalando, Vincent. Compro qualcosa con i miei soldi. Vuoi sapere che cosa sto comprando, Ringo?
Ringo
: Cosa?
Jules
: La tua vita. Ti sto dando dei soldi perché non mi va di farti saltare il culo. Tu la leggi la Bibbia?
Ringo
: No. Di regola no.
Jules
: Beh, c'è un passo che conosco a memoria. Ezechiele, 25:17. "Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà su di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te". Ora, sono anni che dico questa cazzata. E se la sentivi, significava che eri fatto. Non mi sono mai chiesto cosa volesse dire. Pensavo che fosse una stronzata da dire a sangue freddo a un figlio di puttana prima di sparargli. Ma sta
matti
na ho visto una cosa che mi ha fatto riflettere. Vedi, adesso penso: magari vuol dire che tu sei l'uomo malvagio e io sono l'uomo timorato. E il signor Nove Millimetri, qui, lui è il pastore che protegge il mio timorato sedere nella valle delle tenebre. O può voler dire che tu sei l'uomo timorato, e io sono il pastore. Ed è il il mondo ad essere malvagio ed egoista, forse. Questo mi piacerebbe, ma questa cosa non è la verità. La verità è che tu sei il debole e io sono la tirannia degli uomini malvagi. Ma ci sto provando, Ringo, ci sto provando, con grande fatica, a diventare il pastore. Vattene.
Vincent
: Secondo me ora è meglio andarsene.
Jules
: Sì, mi pare una buona idea.
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
Vincent
: Non so perché, ma lo facevo europeo o di quelle parti.
Jules
: Sì, come no? Quello è europeo come le cascate del Niagara.
Vincent
: Sì, adesso lo so, ma prima...
Jules
: Ma è stato forte o no?
Vincent
: Grazie.
Jules
: Fortissimo!
Vincent
: Fortissimo.
Jules
: Un vero duro! Nervi d'acciaio! Ma lo sai... lo sai... lo sai che non si è neanche incazzato quando gli ho rotto i coglioni?
Vincent
: Vuoi un po' di pancetta?
Jules
: No, grazie, io non mangio maiale.
Vincent
: Perché, sei ebreo?
Jules
: No, non sono ebreo. Non mi va la carne suina, tutto qui.
Vincent
: E perché no?
Jules
: I maiali sono animali schifosi. Io non mangio animali schifosi.
Vincent
: Sì, ma la pancetta ha un buon sapore.
Jules
: Ehi, un topo avrà anche il sapore di torta alla zucca, ma non lo saprò mai perché non lo mangio, quel figlio di puttana. I maiali dormono e grufolano nella merda, cioè sono animali schifosi. E io non lo mangio un animale che si mangia le sue feci.
Vincent
: E il cane allora? Il cane si mangia le sue feci.
Jules
: E perché, io mangio i cani?
Vincent
: Sì, ma tu consideri il cane un animale schifoso?
Jules
: Non arriverei al punto di definire un cane schifoso, ma è sicuramente sporco. Ma un cane ha personalità. È la personalità che cambia le cose.
Vincent
: Allora in base a questa logica, se un maiale avesse maggiore personalità, non sarebbe più un animale schifoso. È così?
Jules
: Beh, dovrebbe trattarsi di una maialina super affascinante! Insomma, dovrebbe essere dieci volte più affascinante di Piggy dei Muppets, mi sono spiegato?
Vincent
: Ah, ah, ah, ah, ah! Oh, meno male. Bene. Meno male, cominci a rilassarti. Te ne stavi lì seduto tutto serio...
Jules
: Sì, stavo qui a pensare.
Vincent
: A cosa?
Jules
: Al miracolo a cui abbiamo assistito.
Vincent
: Al miracolo a cui tu hai assistito. Io ho assistito a un avvenimento strano.
Jules
: Che è un miracolo, Vincent?
Vincent
: Un atto di Dio!
Jules
: E che è un atto di Dio?
Vincent
: Quando Dio rende possibile l'impossibile. Ma sta
matti
na non era uno di questi casi.
Jules
: Ah, Vincent, non vedi che queste stronzate non contano? Perché giudichi la cosa in modo sbagliato. Ammettiamo che Dio abbia fermato quei proiettili, o trasformato la Coca in Pepsi, o trovato le chiavi della mia macchina. Non si giudicano cose del genere sulla base dell'utilità. Ora, se questo fatto che ci è capitato sia stato o no, secondo tutte le regole, un miracolo, è insignificante. Ma quello che ha significato, è che io ho sentito il tocco di Dio! Dio c'era coinvolto.
Vincent
: Per quale motivo?
Jules
: È questo che mi fotte il cervello. Non lo so, ma non posso far finta di niente.
Vincent
: Dici sul serio? Pensi veramente di mollare?
Jules
: Questa vita?
Vincent
: Sì.
Jules
: Certamente.
Vincent
: Fanculo! E poi che cosa farai?
Jules
: È questo che stavo considerando, in effetti. Per prima cosa consegnerò questa valigetta a Marsellus. E poi praticamente mi metterò a fare l'asceta.
Vincent
: Che cazzo significa fare l'asceta?
Jules
: Come Carradine in "Kung Fu". Vagare da posto a posto. Conoscere gente, vivere avventure.
Vincent
: E per quanto hai intenzione di fare l'asceta?
Jules
: Finché Dio non mi piazza dove vuole mettermi.
Vincent
: E se Lui non lo facesse?
Jules
: Se ci vorrà un'eternità, vagherò per l'eternità.
Vincent
: Così hai deciso di fare il barbone.
Jules
: Sarò solamente Jules, Vincent. Niente di più, niente di meno.
Vincent
: No, Jules, tu hai deciso di fare il barbone, come quei pezzi di merda là fuori che chiedono uno spicciolo, dormono nei cassonetti e mangiano quello che butto via io. C'è un nome per questi, Jules, si chiamano "barboni". Se non avrai un lavoro e poi una residenza, dei soldi in tasca, è questo che diventerai. Diventerai una merda di barbone!
Jules
: Lo vedi, amico mio, è proprio qui che io e te siamo diversi.
Ringo
: Gar'on! Caffè!
Vincent
: Jules, ascolta: quello che è successo sta
matti
na, beh, sono d'accordo, è stato particolare.
Cameriera
: "Gar'on" vuol dire ragazzo.
Vincent
: Ma l'acqua in vino, io...
Jules
: Ci sono vari tipi di miracoli, Vincent.
Vincent
: Non parlarmi così, cazzo. Non te lo permetto.
Jules
: Se le mie risposte ti spaventano, Vincent, allora lascia stare le domande che atterriscono.
Ringo
: Nessuno che fa i ristoranti.
Vincent
: Ora devo andare al cesso. Voglio chiederti una cosa: quando hai preso la decisione? Mentre stavi seduto a mangiare la focaccina?
Jules
: Sì. Stavo seduto a mangiarmi la focaccina e a bermi il caffè e a ripassare l'accaduto nella mia mente, quando ho avuto quello che gli alcolisti definiscono "il momento di lucidità".
Vincent
: Cazzo! Questa la continuiamo.
Yolanda
: Ti amo, zucchino mio.
Ringo
: Ti amo, coniglietta mia.
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
Marsellus
: Beh, diciamo che torna a casa. Cosa pensi che farà? Non mi dire "cazzo avrà una crisi", questa non è una risposta. Insomma tu la conosci, io no. Una crisi grossa o piccola?
Jules
: Ti conviene valutare l'elemento esplosivo rappresentato da Bonnie e la sua situazione. Voglio dire, se torna a casa dopo una dura nottata di lavoro e trova in cucina dei gangster, che fanno cose da gangster, eh... chi può dire cos'è capace di fare?
Marsellus
: Questo l'ho afferrato, Jules, sto soltanto esaminando i se.
Jules
: Non voglio sentire nessun cazzo di "se"! La sola cosa che ti deve uscire dal culo è "non ci sono problemi Jules, penso io a questa puttanata. Torna là dentro, rassicura i ragazzi e aspetta la cavalleria, che dovrebbe arrivare per direttissima"!
Marsellus
: Non ci sono problemi Jules. Penso io a questa puttanata, torna là dentro e rassicura i ragazzi. E aspetta Wolf che arriverà per direttissima.
Jules
: Vuoi mandare Wolf?
Marsellus
: Ti senti meglio, figlio di puttana?
Jules
: Sì, grande capo, certo, non dovevi dire altro!
Winston "The Wolf" Wolfe
: È un tipo isterico? A che ora è prevista? Hm-hm. Ripetimi i nomi dei presenti. Jules, nero. Hm-hm. Vincent, bianco. Jimmie, bianco. Bonnie, nera. Hm-hm. Un corpo senza testa. Ci vogliono trenta minuti. Ce ne metterò dieci.
[9 MINUTI E 37 SECONDI DOPO...]
Wolf
: Tu sei Jimmie, giusto? È casa tua?
Jimmie
: Sì, proprio così.
Wolf
: Sono il signor Wolf, risolvo problemi.
Jimmie
: Ah, bene. Ne abbiamo uno.
Wolf
: Me l'hanno detto. Posso accomodarmi?
Jimmie
: Ma sì, la prego. Entri.
Wolf
: Tu devi essere Jules, perciò tu sei Vincent. Veniamo subito al sodo, signori. Se sono stato informato correttamente, le lancette volano.
Jimmie
: Al 100%.
Wolf
: Tua moglie Bonnie torna a casa alle nove e mezza del
matti
no, è esatto?
Jimmie
: Hm-hm.
Wolf
: Mi è stato fatto capire che se dovesse tornare e ci trovasse qui non ne sarebbe troppo soddisfatta.
Jimmie
: Per niente.
Wolf
: Bene, questo ci dà quaranta minuti per toglierci dalle palle. Che se fate quello che vi dico e quando ve lo dico, sono sufficienti. Allora, in garage avete una macchina con un cadavere a cui manca la testa. Portatemici. Jimmie.
Jimmie
: Ah-ah?
Wolf
: Fammi un favore, ti dispiace? Ho sentito un buon odore di caffè. Me ne dai una tazza?
Jimmie
: Sì, sùbito. Ah... Come lo prende?
Wolf
: Molta panna, molto zucchero. Riguardo alla macchina, c'è qualcosa che devo sapere? Si ingolfa, fa fumo, è molto rumorosa, c'è benzina... qualsiasi cosa.
Jules
: A parte l'aspetto la macchina è a posto.
Wolf
: Sicuro? Non voglio uscire per strada e magari gli stop non funzionano.
Jules
: Ehi, amico, per quanto ne so io questa figlia di puttana è perfetta.
Wolf
: Meglio così. Torniamo in cucina.
Jimmie
: Ecco, signor Wolf.
Wolf
: Grazie, Jimmie. Hm...
Jimmie
: Eh, eh!
Wolf
: Allora, prima cosa, voi due: prendete il corpo e mettetelo nel portabagagli. Jimmie, la tua sembra una casa ben curata. Questo mi fa pensare che nel garage, o sotto il lavandino, ci sono molti prodotti: detersivi...
Jimmie
: Sì, sì, sotto il lavandino.
Wolf
: Bene. Quello che voi due dovete fare è prendere questi detersivi e pulire l'interno della macchina. Intendo dire presto, presto, presto. Dovete andare sul sedile posteriore e raccogliere tutti quei pezzettini di cervello e di cranio, e toglierli da lì. Pulite la tappezzeria. Riguardo alla tappezzeria, non è necessario che sia immacolata, non dobbiamo farci un banchetto. Dategli solo una buona strofinata. Quello di cui dovete occuparvi sono le parti ridotte veramente male, quelle pozze di sangue che si sono formate, quella schifezza, bisogna asciugarla. Ora, Jimmie, dobbiamo saccheggiare la tua biancheria. Mi servono coperte, trapunte imbottite e copriletti. Più sono pesanti e scure, meglio è. Niente roba bianca. Non possiamo usarla.
Jimmie
: Ah, no.
Wolf
: Dobbiamo camuffare l'interno della macchina. Copriremo il sedile anteriore, quello posteriore e i tappetini con trapunte e coperte. Certo, se un poliziotto ci ferma e infila il suo grugno nella macchina, lo stratagemma non funzionerà. Ma a una prima occhiata l'auto sembrerà normale. Jimmie, fai strada. Voi due al lavoro!
Vincent
: Un "per favore" sarebbe carino.
Wolf
: Che hai detto, scusa?
Vincent
: Ho detto che un "per favore" sarebbe carino.
Wolf
: Chiariamoci, campione, non sono qui per dire "per favore". Sono qui per dirti cosa fare. E se un istinto di conservazione ancora lo possiedi, sarà meglio che tu lo faccia, e sùbito, anche. Sono qui per dare una mano. E se il mio aiuto non è apprezzato, tanti auguri, signori miei.
Jules
: No, no, no, signor Wolf, le cose non stanno così. Il suo aiuto è sicuramente apprezzato.
Vincent
: Mister Wolf, ascolti. La mia non è mancanza di rispetto, chiaro? Io la rispetto. Solo che non mi piace che la gente mi abbai gli ordini, tutto qua.
Wolf
: Sono brusco con voi solo perché il tempo è a sfavore. Penso in fretta, quindi parlo in fretta. E voi dovete agire in fretta se volete cavarvela. Perciò vi prego, per piacere, pulite quella cazzo di macchina.
Vincent
: Non cominciare a guardarmi così, va bene? Conosco quello sguardo.
Wolf
: È una Chevrolet del 1974. Verde. Niente, tranne il casino all'interno. Ah, circa venti minuti. Uno di cui non sentiremo la mancanza. Sei un brav'uomo, Joe. Grazie mille. Come andiamo, Jimmie?
Jimmie
: Piuttosto bene. È tutto qui. Ma... signor Wolf, lei deve capire una cosa...
Wolf
: Winston. Jimmie, per favore, Winston.
Jimmie
: D'accordo. Devi capire una cosa, Winston. Ah... No, grazie. Questa è la nostra biancheria migliore. Ed è... È stato... è stato un regalo di nozze di mio zio Conrad e mia zia Ginny. Loro ormai non ci sono più. Io desidero aiutarti, eccome...
Wolf
: Voglio farti una domanda, Jimmie, se non ti dispiace.
Jimmie
: No, no, no, fa' pure.
Wolf
: Lo zio Conrad e la zia Ginny erano miliardari?
Jimmie
: No, no.
Wolf
: Bene, lo zio Marsellus invece sì. E sono sicurissimo che se lo zio Conrad e la zia...
Jimmie
: Ginny.
Wolf
: ... Ginny fossero qui, vi regalerebbero volentieri un'intera camera da letto. Cosa che lo zio Marsellus sarebbe felicissimo di fare. A me piacciono i mobili di rovere. Ce li ho nella mia camera da letto. Tu che ne pensi, Jimmie? Ti piace il rovere?
Jimmie
: Il rovere è bello.
Jules
: Oh, merda... Non ti perdonerò mai per la stronzata che hai fatto. Questa roba fa schifo. Schifo.
Vincent
: Conosci quella filosofia, secondo cui quando un uomo ammette di avere sbagliato gli vengono immediatamente perdonati tutti i suoi errori? L'hai mai sentito dire?
Jules
: Sparisci dalla mia vista con queste cagate. Il figlio di puttana che l'ha detto non ha mai dovuto raccogliere pezzettini di cranio per colpa della tua stupidità!
Vincent
: C'è un limite, Jules, c'è un limite preciso alle offese che posso accettare! In questo momento sono una macchina da corsa e tu mi spingi al massimo! Ti sto soltanto dicendo che è pericolosissimo spingere al massimo una macchina da corsa, tutto qua. Potrei esplodere.
Jules
: Oh! Stai per esplodere?
Vincent
: Sì! Sto per esplodere!
Jules
: E io sono un fungo atomico sterminatore, figlio di puttana! Figlio di puttana, ogni volta che le mie dita toccano cervelli divento Superfly TNT, divento "I cannoni di Navarone"! Infatti!" Ma che cazzo ci sto a fare io qui dietro? Sei tu che devi pensare al cervello! Scambiamoci il posto! Io pulisco i finestrini e tu raccogli il cranio di questo stronzo!
Wolf
: Ottimo lavoro, signori. Forse possiamo cavarcela.
Jimmie
: Incredibile, non sembra la stessa macchina!
Wolf
: Beh, non è ancora il momento di cominciare a farci i pompini a vicenda. La prima fase è completata, pulire la macchina. Il che ci porta alla seconda fase, pulire voi due. Spogliatevi.
Vincent
: Completamente?
Wolf
: A culo nudo. Svelti, signori miei. Abbiamo circa quindici minuti prima che la dolce metà di Jimmie imbocchi il viale.
Jules
: Ah, l'aria della
matti
na è fredda, cazzo!
Vincent
: Sicuro che sia assolutamente necessario?
Wolf
: Sapete voi due che sembrate?
Vincent
: Cosa?
Wolf
: Due che hanno fatto appena esplodere la testa di un uomo. Togliersi quegli stracci insanguinati è assolutamente necessario. Metteteli nel sacco della spazzatura.
Jules
: Oh! Non fare la stupidaggine di lasciare questa roba davanti a casa tua per il netturbino.
Wolf
: Non preoccuparti, la portiamo con noi. Jimmie, il sapone.
Jimmie
: Ecco.
Wolf
: Benissimo, signori, siete già stati in carcere entrambi, ne sono sicuro. Attenzione, arriva!
Jules
: Porca troia, è gelata!
Wolf
: Meglio a voi che a me, signori. Non abbiate paura del sapone. Lavatevi bene.
Jimmie
: Bagnagli bene la testa.
Jules
: Sui capelli! Mandami l'acqua sui capelli! Avanti, cazzo! Eh!
Wolf
: Asciugamani. Sono asciutti, non perdiamo tempo. Dagli i vestiti. Ah, ah, ah! Perfetto! Perfetto, non avremmo potuto fare di meglio. Ragazzi, ora sembrate... Cosa ti sembrano, Jimmie?
Jimmie
: Eh... Due cazzoni!
Wolf
: Ah, ah, ah, ah!
Jimmie
: Sì, sembrano un paio di cazzoni!
Wolf
: Ah, ah, ah, ah!
Jules
: Ah, ah! Sono i tuoi vestiti, stronzo!
Wolf
: Forza, signori miei. Se restiamo a ridere finiamo in prigione. Non fatevi pregare. Benissimo, signori, chiariamo le regole da seguire sulla strada. Andiamo in un posto chiamato "Lo sfasciacarrozze del mostro Joe". Ora, Mostro Joe e sua figlia Raquel finiranno di risolvere il nostro problema. Il posto è a North Hollywood. Perciò, tranne qualche deviazione, andremo dritti per la Hollywood Way. Allora, io guido la macchina incriminata. Jules, tu vieni con me.
Jules
: Hm-hm.
Wolf
: Vincent, tu ci segui con la mia Acura. Ora, se dovessimo imbatterci in qualche tutore della legge, nessuno fa un cazzo di niente finché io non faccio qualcosa.
Vincent
: Capito.
Wolf
: Che cosa ho detto?
Jules
: Non fare un cazzo, a meno che...
Wolf
: A meno che?
Jules
: Non lo faccia lei per primo.
Wolf
: Sei davvero un bambino prodigio. Riguardo a te, cowboy, sei capace di non giocare a "Mezzogiorno di fuoco"?
Vincent
: Signor Wolf, senta, il colpo mi è partito non so come. Sono lucido, glielo garantisco.
Wolf
: Tanto basta. Al volante sono una scheggia, perciò stammi dietro. E se quando riprendo la mia macchina è diversa da come te l'ho data, Mostro Joe dovrà sbarazzarsi di due cadaveri. Va' via, Rex!
Jules
: Allora?
Wolf
: Mai successo niente.
Vincent
: Bene.
Wolf
: Ragazzi, vi presento Raquel. Un giorno tutto questo sarà suo.
Raquel
: Ciao. Ma come vi siete vestiti, ragazzi? Andate a una partita di volley?
Wolf
: Ah, ah, ah! Io vado con la signorina a fare colazione. Forse posso darvi un passaggio. Dove abitate?
Vincent
: A Redondo.
Jules
: Englewood.
Wolf
: Shh! Vedo... nel vostro futuro. Vedo... una corsa in taxi! Dovete uscire dai ghetti, ragazzi! Di' buonanotte, Raquel.
Raquel
: Buonanotte, Raquel.
Wolf
: Noi ci rivedremo in giro. E state lontano dai guai, pazzerelli!
Jules
: Signor Wolf. Volevo solo dirle che è stato un vero piacere vederla al lavoro.
Vincent
: Sì, è così, e grazie infinite, signor Wolf.
Wolf
: Chiamatemi Winston. Hai visto, signorina? Rispetto. Mi rispettano tutti, perché io ho carattere.
Raquel
: Anch'io ho carattere!
Wolf
: No, tu hai un caratteraccio! Non vuol dire che tu abbia carattere.
Jules
: Prendiamo un taxi.
Vincent
: Mi è venuta un po' di fame. Ti va di fare colazione con me?
Jules
: Ci sto.
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
Vincent
: Ma devi esserti fatto un'opinione! Insomma, secondo te, a deviare il proiettile, è venuto Dio in persona? Porca puttana!
Jules
: Che cazzo è successo, si può sapere? Ah, che schifo!
Vincent
: Ho preso in piena faccia Marvin!
Jules
: Ma mi dici perché lo hai fatto?
Vincent
: Ma non volevo farlo! È stato un incidente.
Jules
: Senti, bello, ne ho viste di stronzate nella mia vita, ma questa...
Vincent
: Datti una calmata! È stato un incidente, probabilmente. Probabilmente hai preso una buca, ecco.
Jules
: La macchina non ha preso nessuna maledetta buca!
Vincent
: Ehi, senti, basta, non volevo, eh?, non volevo sparare a questo figlio di puttana, è partito un colpo, ecco.
Jules
: Ma guarda che casino hai combinato! Ci troviamo in una strada in città e in pieno giorno!
Vincent
: Non posso crederci...
Jules
: Ci puoi credere, figlio di puttana! Dobbiamo togliere la macchina dalla strada: gli sbirri tendono a notare cose tipo guidare una macchina inzuppata di sangue!
Vincent
: Portala in un posto di amici. Facciamo qualcosa. Facciamola lavare!
Jules
: Siamo nella Valley! Marsellus non ha nessun posto di amici nella Valley.
Vincent
: Ma porca vacca! Questa non è la mia città! Lo vuoi capire?
Jules
: Oh, cazzo!
Vincent
: Che stai facendo?
Jules
: Voglio chiamare un amico a Toluca Lake.
Vincent
: Dov'è Toluca Lake?
Jules
: Oltre quella collina, vicino a Burbank. Ci sono anche gli Studi. Se Jimmie non sta a casa, non so che cazzo dobbiamo fare, perché non ho nessun altro amico in questa zona. Jimmie, ehi, ehi! Come te la passi? Sono Jules. Ascolta, Jimmie, io e un mio carissimo amico ci troviamo nella merda. Siamo in macchina, e dobbiamo toglierci di mezzo al più presto. Ci servirebbe il tuo garage per un paio d'ore. Dobbiamo andarci molto delicati con Jimmie in questa situazione. Una parola sbagliata e ci sbatte fuori dalla porta a calci in culo.
Vincent
: E se lo fa, noi che facciamo?
Jules
: Beh, non ce ne andremo prima di aver fatto qualche telefonata, ma non voglio arrivare a questo punto. Insomma, Jimmie è un amico, non vai a casa di un amico e cominci a dirgli cosa deve fare.
Vincent
: Digli solo di non rompere troppo le palle. Voglio dire, si è messo a dare i numeri quando ha visto il nostro Marvin.
Jules
: Beh, prova a metterti nei suoi panni. Sono le otto del
matti
no, si era appena svegliato, non se l'aspettava questa cosa. In fondo, cazzo, dobbiamo ricordarci che è lui che sta facendo un favore a noi.
Vincent
: Ma se questo significa che devo essere trattato di merda può infilarselo dritto nel culo il favore, non mi interessa.
Jules
: Ma porca puttana! Che cazzo stai facendo con quest'asciugamano?
Vincent
: Mi stavo asciugando le mani.
Jules
: Beh, di solito uno se le lava, prima!
Vincent
: Hai visto che me le sono lavate!
Jules
: Ho visto che te le sei bagnate!
Vincent
: Le stavo lavando! Questa schifezza è difficile da togliere, se ci fosse della pietra pomice avrei fatto di meglio!
Jules
: Però io ho usato lo stesso sapone. Quando ho finito, l'asciugamani non somigliava a un maxi assorbente. E se ora entra e trova l'asciugamani conciato così, Vincent? Sono fesserie come questa che poi fanno finire una situazione in vacca, amico. Senti, io non ti sto minacciando, è chiaro? Lo sai che ti rispetto eccetera, ma non devi mettermi in questa condizione, chiaro?
Vincent
: Chiaro. D'accordo, d'accordo. Se me lo chiedi gentilmente, nessun problema. Occupati del tuo amico, vai, non m'interessa.
Jules
: Mmmh, porca puttana, Jimmie, questa qui è roba da leccarsi i baffi! Io e Vincent ci saremmo accontentati di un caffè solubile istantaneo, giusto? E invece lui ci tira fuori questa roba da buongustai, ma... ma come la fai questa meraviglia?
Jimmie Dimmick
: Piantala Jules.
Jules
: Che c'è?
Jimmie
: Non c'è bisogno che tu mi venga a dire che il mio caffè è buono, intesi? Sono io che lo compro, e so quanto è buono. Quando è Bonnie a fare la spesa compra delle cagate, io compro sempre roba costosa perché quando la bevo voglio gustarla. Ma lo sai che cosa ho in testa in questo momento? Non è il mio caffè nella mia cucina, ma il vostro negretto disintegrato nel mio garage.
Jules
: Oh, Jimmie, non devi preoccuparti...
Jimmie
: No, no, no, no, non dirmi di non preoccuparmi di niente. Voglio farti una domanda: quando sei arrivato qui hai visto per caso scritto davanti a casa mia "deposito di negri morti"?
Jules
: Jimmie, lo sai che non è questo...
Jimmie
: No, no, no, no, rispondi: hai visto per caso scritto davanti a casa mia "deposito di negri morti"?
Jules
: No, non l'ho visto.
Jimmie
: E sai perché non l'hai visto?
Jules
: Perché?
Jimmie
: Perché non c'è scritto "conservare i negri stecchiti", non è affatto il mio campo, è questo il motivo!
Jules
: Jimmie, noi non vogliamo depositare...
Jimmie
: No, no, no, no, ma non ti rendi conto, cazzo!, che se Bonnie torna ora e trova quel cadavere qui dentro mi tocca divorziare? Niente consulente matrimoniale, niente periodo di prova. Devo affrontare il divorzio, capito? E io non ho voglia di affrontare il divorzio! Ora, senti, ecco cazzo, io voglio darti una mano, ma non voglio perdere mia moglie per questo, è chiaro?
Jules
: Jimmie... Jimmie, lei non ti lascerà.
Jimmie
: E basta! Smettila di ripetermi Jimmie, Jules, chiaro? Non fai che ripetermi Jimmie, ma non esiste niente che tu possa dire che mi farà dimenticare che sono innamorato di mia moglie! Ora senti, insomma... Bonnie torna a casa dall'ospedale tra un'ora e un quarto, capisci? Ha fatto il turno di notte, all'ospedale. Devi fare qualche telefonata, sì? Devi chiamare qualche pezzo grosso? E allora chiama, e poi vattene da questa casa prima che lei arrivi!
Jules
: Ehi, tutto liscio, alla grande, noi non ti vogliamo lasciare nella merda, non farò altro che chiamare i miei e loro ci aiuteranno, sta' tranquillo.
Jimmie
: Non vuoi lasciarmi nella merda? Nella merda ci sono già! Sarò in una merda monumentale se Bonnie torna a casa ora. Perciò fammi un favore, va bene? il telefono è in camera da letto, ti
consiglio di andarci!
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
Esmeralda
: Quarantacinque dollari e sessanta.
Butch
: Ecco. E... qualcosina in più per il servizio. Allora, se per caso qualcuno ti chiede chi hai portato stasera, che dici?
Esmeralda
: La verità. Tre messicani elegantissimi e un po' bevuti.
Butch
: Bonsoir, Esmeralda Villalobos.
Esmeralda
: Buenas noches, Butch.
Fabienne
: Spegni la luce.
Butch
: Va meglio così?
Fabienne
: Oui. Giornata pesante al lavoro?
Butch
: Abbastanza. Ho fatto a pugni.
Fabienne
: Povero piccolo! Ci facciamo le coccole?
Butch
: Pensavo di farmi una doccia, puzzo peggio di un cane rognoso.
Fabienne
: No, mi piace il tuo odore.
Butch
: Mi tolgo il giubbotto.
Fabienne
: Oggi mi sono guardata allo specchio.
Butch
: Ah.
Fabienne
: Volevo la pancetta.
Butch
: Lo specchio ti ha fatto venire voglia di mangiare la pancetta?
Fabienne
: Che hai capito? La pancia in fuori, le pancette sono sexy.
Butch
: Beh, dovresti essere contenta, perché ce l'hai.
Fabienne
: Ma sta' zitto, ciccione! Io non ho la pancetta. Ho solo un po' di pancino, come Madonna quando ha cantato "Lucky Star". Non è la stessa cosa.
Butch
: Non sapevo che ci fosse una grande differenza tra "pancetta" e "pancino".
Fabienne
: C'è una differenza grossissima.
Butch
: Ti piacerebbe se avessi la pancetta?
Fabienne
: No. Gli uomini con la pancetta sembrano melanzane, o sembrano gorilla. Ma su una donna la pancetta è molto sexy. Tutto il resto è normale: normale la faccia, normali le gambe, normali i fianchi, normale il sedere, ma con una pancetta perfettamente rotonda come i bambini. Se l'avessi, mi metterei una maglietta due taglie più piccola per accentuarla.
Butch
: Credi che gli uomini la troverebbero attraente?
Fabienne
: Me ne frego di quello che gli uomini trovano attraente! Peccato che quello che troviamo piacevole al tatto e piacevole alla vista coincidano raramente.
Butch
: Se tu avessi la pancetta, ti darei un pugno proprio lì.
Fabienne
: Mi daresti un pugno sulla pancia?
Butch
: Dritto sulla pancia.
Fabienne
: Ah, ah, ah! E io ti soffocherei! Te la schiaccerei forte sulla faccia fino a non farti respirare!
Butch
: Faresti questo?
Fabienne
: Sì.
Butch
: Davvero?
Fabienne
: Sì.
Butch
: Hai preso tutto?
Fabienne
: Sì, tutto.
Butch
: Sei stata brava, zuccherino.
Fabienne
: È andato tutto come previsto?
Butch
: Non l'hai seguito alla... Oh! Non l'hai seguito alla radio?
Fabienne
: Non li seguo mai i tuoi incontri. Hai vinto tu?
Butch
: Ho vinto. Sì.
Fabienne
: Vuoi ancora ritirarti?
Butch
: Sì, certamente.
Fabienne
: Ha funzionato tutto alla fine.
Butch
: Non siamo ancora alla fine, bambina.
Fabienne
: Siamo in un grosso pericolo, non è così? Se ci trovano, ci ammazzano, di' la verità. Ma io credo che non ci troveranno mai. Vuoi ancora che io venga via con te? Non voglio esserti di peso o d'intralcio, io... Dillo.
Butch
: Fabienne, voglio che tu stia insieme a me.
Fabienne
: Per sempre?
Butch
: Per sempre insieme.
Fabienne
: Tu mi ami?
Butch
: Ti amo moltissimo.
Fabienne
: Allora...
Butch
: Sì?
Fabienne
: Voglio che mi baci come hai fatto l'altro giorno.
Butch
: Fallo prima tu.
Fabienne
: Sì, ma prima tu.
Butch
: Va bene.
Fabienne
: Va bene. Butch, amore mio, l'avventura è cominciata.
Butch
: Devo essermi incrinato una costola.
Fabienne
: Quando mi hai fatto godere con la bocca?
Butch
: No, ritardata, nell'incontro.
Fabienne
: Non chiamarmi ritardata.
Butch
: Mi chiamo Fabienne! Mi chiamo Fabienne!
Fabienne
: Smettila.
Butch
: Mi chiamo Fabienne!
Fabienne
: Smettila! E sta' zitto, non fare lo stronzo! Odio questa voce da mongoloide!
Butch
: Va bene. Va bene, scusa, scusa, scusa. Mi rimangio tutto. Mi passeresti un asciugamano asciutto, mio bellissimo tulipano?
Fabienne
: Oh, questo mi piace. Mi piace essere chiamata tulipano. Tulipano è molto meglio di mongoloide.
Butch
: Non ti ho chiamata mongoloide. Ti ho chiamato ritardata, ma me lo sono rimangiato.
Fabienne
: Butch.
Butch
: Sì, crostatina mia.
Fabienne
: Dov'è che stiamo andando?
Butch
: Non lo so ancora. Dovunque vorrai. Questa cosa ci darà un sacco di soldi. Non sarà un pozzo senza fondo. Non potremo vivere per sempre in una cuccia dorata. Pensavo magari di andare da qualche parte nel sud del Pacifico. Con tutti i soldi che ci becchiamo, laggiù possiamo tirare avanti per un bel pezzo.
Fabienne
: Volendo potremmo vivere a Bora Bora.
Butch
: Ah, ci puoi scommettere. E se dopo un po' ti sei stufata, andiamo in qualche altro posto, forse a Tahiti, o in Messico.
Fabienne
: Ma io non so parlare lo spagnolo.
Butch
: Beh, se è per questo non parli neanche il Bora Bora. E poi il messicano è facile. Donde està el zapateria?
Fabienne
: Che cosa vuol dire?
Butch
: Dove sta il negozio di scarpe.
Fabienne
: Donde està...
Butch
: Sputa, prima.
Fabienne
: Donde està el zapateria?
Butch
: Hai una pronuncia meravigliosa. In un lampo sarai la mia piccola mamacita. Qué hora es?
Fabienne
: Qué hora es?
Butch
: Eh?
Fabienne
: Qué hora es?
Butch
: È l'ora della nanna. Sogni d'oro, tesoro.
Fabienne
: Butch? Fa niente.
Butch
: Aaah!
Fabienne
: Oddio! Mi hai fatto paura. Hai fatto un brutto sogno?
Butch
: Che cosa è che stai vedendo?
Fabienne
: Un film con le motociclette, non lo so il titolo.
Butch
: E lo stai vedendo?
Fabienne
: In un certo senso.
Butch
: È un po' presto la
matti
na per le esplosioni e le bombe.
Fabienne
: Perché non me lo racconti?
Butch
: Che ne so, Fabienne, sei tu che lo stai vedendo.
Fabienne
: Ma no, stupidino, perché non mi racconti il tuo sogno?
Butch
: Non posso, non me lo ricordo. Non mi ricordo mai quello che sogno. Mai.
Fabienne
: Ma guardàtelo come brontola la
matti
na! Perché non ti alzi e facciamo colazione?
Butch
: Un altro bacio e mi alzo.
Fabienne
: Soddisfatto?
Butch
: Sì.
Fabienne
: E allora àlzati, razza di pigrone!
Butch
: Che ore sono?
Fabienne
: Sono quasi le 9:00. Ma noi a che ora abbiamo il treno?
Butch
: Alle 11:00.
Fabienne
: Sai cosa voglio mangiare a colazione?
Butch
: Cosa, crostatina?
Fabienne
: Voglio mangiare un bel piattone di frittelle di mirtilli con tanto sciroppo di acero sopra, uova strapazzate e anche cinque salsicce.
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
Johnny Firpo
: Ehi, hai mica visto un bestione che sembra un armadio con la barba?
Charlie Firpo
: Tutte le
matti
ne nello specchio.
Dal film:
Pari e dispari
Scheda film e trama
Frasi del film
Non adattarsi agli standard non è una cosa facile, ma sono sempre rimasto fedele a quello che volevo fare da Cronos fino a ora. Come regista sono fedele a me stesso da 25 anni. È una scelta che non rende facile promuovere e vendere i miei film, ma rende facile svegliarmi tutte le
matti
ne.
[Nel 2018]
Guillermo del Toro
Frasi di Guillermo del Toro
La paura e il cinismo sono molto persuasive, ma tutti noi dovremmo alzarci ogni
matti
na e credere sempre e comunque nell'amore.
Guillermo del Toro
Frasi di Guillermo del Toro
Ho iniziato anche io a giocare in un oratorio. Un oratorio romano, quello di Testaccio. Ci stavo dalla
matti
na alla sera, fin da quando avevo cinque anni. Giocavo a qualsiasi cosa, compreso a basket. Al calcio mi mettevano davanti perché avevo un bel tiro.
Luigi Di Biagio
Cit. da
corrieredellosport.it, intervista, 10 settembre 2016
Frasi di Luigi Di Biagio
Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche,
trascinarsi per strade di negri all'alba in cerca di droga rabbiosa,
hipsters dal capo d'angelo ardenti per l'antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte,
che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su partiti a fumare nel buio soprannaturale di soffitte a acqua fredda fluttuando sulle cime delle città contemplando jazz,
che mostravano il cervello al Cielo sotto la Elevated e vedevano angeli Maomettani illuminati barcollanti su tetti di casermette
che passavano per le università con freddi occhi radiosi allucinati di Arkansas e tragedie blakiane fra gli eruditi della guerra,
che venivano espulsi dalle accademie come pazzi & per aver pubblicato odi oscene sulle finestre del teschio,
che si accucciavano in mutande in stanze non sbarbate, bruciando denaro nella spazzatura e ascoltando il Terrore attraverso il muro,
che erano arrestati nelle loro barbe pubiche ritornando da Laredo con una cintura di marijuana per New York,
che mangiavano fuoco in alberghi vernice o bevevano trementina nella Paradise Alley, morte, o notte dopo notte si purgatoratizzavano il torso
con sogni, droghe, incubi di risveglio, alcool e uccello e sbronze a non finire,
incomparabili strade cieche di nebbia tremante e folgore mentale in balzi verso i poli di Canada & Paterson, illuminando tutto il mondo immobile del Tempo in mezzo,
solidità Peyota di corridoi, albe cimiteri alberi verdi retro cortili, sbronze di vino sopra i tetti, rioni di botteghe in gioiose corse drogate neon balenio di semafori, vibrazioni di sole e luna e alberi nei rombanti crepuscoli invernali di Brooklyn, fracasso di pattumiere e dolce regale luce della mente,
che si incatenavano ai subways in corse interminabili dal Battery al santo Bronx pieni di simpamina finché lo strepito di ruote e bambini li faceva scendere tremanti a bocca pesta e scassati stremati nella mente svuotata di fantasia nella luce desolata dello Zoo,
che affondavano tutta la notte nella luce sottomarina di Bickford fluttuavano fuori e passavano un pomeriggio di birra svanita nel desolato Fugazzi ascoltando lo spacco del destino al jukebox all'idrogeno,
che parlavano settanta ore di seguito dal parco alla stanza al bar a Bellevue9 al museo al ponte di Brooklyn,
schiera perduta di conversatori platonici precipiti dai gradini d'ingresso dalle scale di sicurezza dai
davanzali dall'Empire State giù dalla luna, farfugliando strillando vomitando sussurrando fatti
e ricordi e aneddoti e sensazioni ottiche e shocks di ospedali e carceri e guerre, interi intelletti rigurgitati in un richiamo totale per
sette giorni e notti con occhi brillanti, carne
da Sinagoga sbattuta per terra, che svanivano nel nulla Zen New Jersey lasciando
una scia di ambigue cartoline del Municipio di Atlantic City, straziati da sudori Orientali e scricchiolii d'ossa
Tangerini e emicranie Cinesi nel rientro dalla streppa in una squallida stanza mobiliata di
Newark23, che giravano e giravano a mezzanotte tra i binari
morti chiedendosi dove andare, e andavano, senza lasciare cuori spezzati, che accendevano sigarette in carri merci carri merci
carri merci strepitanti nella neve verso fattorie
solitarie nella notte dei nonni, che studiavano Piotino Poe San Giovanni della Croce
telepatia e cabala del bop perché il cosmo vibrava istintivamente ai loro piedi nel Kansas, che stavano soli per le strade dello Idaho in cerca di
visionari angeli indiani che erano visionari angeli
indiani, che credevano di essere soltanto
matti
quando Baltimore luccicava in un'estasi soprannaturale, che sobbalzavano in limousine col Cinese dell'Oklahoma sotto l'impulso di inverno mezzanotte luce stradale provincia pioggia,
che indugiavano affamati e soli a Houston in cerca di jazz o sesso o minestra, e seguivano il brillante Spagnolo per chiacchierare sull'America e l'Eternità, causa persa, e cosi si imbarcavano per l'Africa,
che scomparivano nei vulcani del Messico non lasciando che l'ombra dei jeans e la lava e ceneri di poesia sparse nella Chicago caminetto,
che riapparivano sulla West Coast indagando sul f.b.i. barbuti e in calzoncini con grandi occhi pacifisti sexy nella pelle scura distribuendo volantini incomprensibili,
che si bucavano le braccia con sigarette protestando contro la nebbia di tabacco narcotico del Capitalismo,
che diffondevano manifesti Supercomunisti in Union Square piangendo e spogliandosi mentre le sirene di Los Alamos li zittivano col loro grido, e gridavano giù per Wall e anche il ferry di Staten Island gridava,
che crollavano piangendo in palestre bianche nudi e tremanti davanti al macchinario di altri scheletri,
che mordevano i poliziotti nel collo e strillavano di felicità nelle camionette per non aver commesso altro delitto che la loro intossicazione e pederastia pazza tra amici,
che urlavano in ginocchio nel subway e venivano trascinati dal tetto sventolando genitali e manoscritti,
che si lasciavano inculare da motociclisti beati, e strillavano di gioia,
che si scambiavano pompini con quei serafini umani, i marinai, carezze di amore Atlantico e Caribbeo,
che scopavano la
matti
na la sera in giardini di rose e sull'erba di parchi pubblici e cimiteri spargendo il loro seme liberamente su chiunque venisse,
che gli veniva un singhiozzo interminabile cercando di ridacchiare ma finivano con un singhiozzo dietro un tramezzo dei Bagni Turchi quando l'angelo biondo & nudo veniva a trafiggerli con una spada,
che perdevano i loro ragazzi d'amore per le tre vecchie streghe del fato la strega guercia del dollaro eterosessuale la strega guercia che strizza l'occhio dal grembo e la strega guercia che sta li piantata sul culo a spezzare i fili d'oro intellettuali del telaio artigianale,
che copulavano estatici e insaziati con una bottiglia di birra un amante un pacchetto di sigarette una candela e cadevano dal letto, e continuavano sul pavimento e giù per il corridoio e finivano svenuti contro il muro con una visione di fica suprema e sperma eludendo l'ultima sbora della coscienza,
che addolcivano le fiche di milioni di ragazze tremanti al tramonto, e avevano gli occhi rossi la
matti
na ma pronti ad addolcire la fica dell'alba, natiche lampeggianti sotto i granai e nude nel lago,
che andavano a puttane nel Colorado in miriadi di macchine notturne rubate, N.C., eroe segreto di queste poesie, mandrillo e Adone di Denver gioia alla memoria delle sue innumerevoli scopate di ragazze in terreni abbandonati & retrocortili di ristoranti per camionisti, in poltrone traili
ballanti di vecchi cinema, su cime di montagna in caverne o con cameriere secche in strade familiari sottane solitarie alzate & solipsismi particolarmente segreti nei cessi dei distributori di benzina, & magari nei vicoli intorno a casa,
che dissolvevano in grandi cinema luridi, si spostavano in sogno, si svegliavano su una Manhattan improvvisa, e si tiravano su da incubi di cantine ubriachi di Tokay spietato e da orrori di sogni di ferro della Terza Strada & inciampavano verso l'Ufficio Assistenza,
che camminavano tutta la notte con le scarpe piene di sangue su moli coperti di neve aspettando che una porta sullo East River si aprisse su una stanza piena di vapore caldo e di oppio,
che creavano grandi drammi suicidi in appartamenti a picco sullo Hudson sotto azzurri fasci antiaerei di luce lunare & le loro teste saranno incoronate di alloro nell'oblio,
che mangiavano stufato d'agnello dell'immaginazione o ingoiavano rospi nel fondo fangoso dei fiumi di Bowery,
che piangevano sulle strade romantiche coi carretti pieni di cipolle e musica scassata,
che sedevano in casse respirando al buio sotto il ponte, e si alzavano per fare clavicembali nelle loro soffitte,
che tossivano al sesto piano di Harlem incoronati di fiamme sotto il cielo tubercolare circondati da teologia in cassette da frutta,
che scarabocchiavano tutta la notte in un rock and roll su incantesimi da soffitta destinati a diventare nella
matti
na giallastra strofe di assurdo,
che cuocevano animali marci polmoni cuori code zampe borsht & tortillas sognando il puro reame vegetale,
che si buttavano sotto furgoni di carne in cerca di un uovo, .
che buttavano orologi dal tetto per gettare il loro voto all'Eternità fuori del Tempo, & per un decennio dopo le sveglie cadevano ogni giorno sul loro capo,
che si tagliavano i polsi tre volte di seguito senza seguito, rinunciavano ed erano costretti ad aprire negozi di antiquariato dove credevano di invecchiare e piangevano,
che venivano arsi vivi nei loro innocenti vestiti di flanella sulla Madison Avenue tra esplosioni di versi di piombo e il frastuono artificiale dei ferrei reggimenti della moda & gli strilli alla nitroglicerina dei finocchi della pubblicità & l'iprite di sinistri redattori intelligenti, o venivano investiti dai taxi ubriachi della Realtà Assoluta,
che si buttavano dal ponte di Brookiyn questo è successo davvero e se ne andavano sconosciuti e dimenticati tra la foschia spettrale di Chinatown minestra vicoli & autopompe, neanche una birra gratis,
che cantavano disperati dalle finestre, cadevano dal finestrino del subway, si buttavano nello sporco Passaic, saltavano su negri, piangevano lungo tutta la strada, ballavano scalzi su bicchieri rotti spaccavano nostalgici dischi Europei di jazz tedesco del 30 finivano il whisky e vomitavano rantolando nel cesso insanguinato, nelle loro orecchie gemiti e l'esplosione di colossali sirene,
che rotolavano giù per le autostrade del passato andando l'un l'altro verso l'hotrod-Golgotha di veglia solitudine-prigione o l'incarnazione del jazz di Birmingham,
che guidavano est ‐ ovest settantadue ore per sapere se io avevo una visione o tu avevi una visione o lui aveva una visione per scoprire l'Eternità,
che andavano a Denver, che morivano a Denver, che ritornavano a Denver & aspettavano invano, che vegliavano a Denver & meditavano senza compagni a Denver e infine se ne andavano per scoprire il Tempo, & ora Denver ha nostalgia dei suoi eroi,
che cadevano in ginocchio in cattedrali senza speranze pregando per l'un l'altro salvezza e luce e seni, finché l'anima si illuminava i capelli per un attimo,
che si sfondavano il cervello in prigione aspettando criminali impossibili dalla testa bionda e il fascino della realtà nei loro cuori che cantavano dolci blues a Alcatraz,
che si ritiravano in Messico per conservarsi alla droga, o a Rocky Mount per il tenero Buddha o a Tangeri a ragazzini o alla Southern Pacific per la locomotiva nera o a Harvard o a Narciso o a Woodlawn alle orge o la fossa,
che chiedevano prove di infermità mentale accusando la radio di ipnotismo & venivano lasciati con la loro pazzia & le loro mani &. una giuria incerta,
che al ccny buttavano patate in insalata ai conferenzieri sul Dadaismo e poi si presentavano sui gradini di pietra del manicomio con teste rapate e discorsi arlecchineschi di suicidio, chiedendo un'immediata lobotomia,
e invece venivano sottoposti al vuoto concreto o insulina metrasol elettricità idroterapia psicoterapia terapia educativa ping pong e amnesia,
che in malinconica protesta rovesciavano un unico simbolico tavolo da ping pong, riposando un poco in catatonia,
ritornando anni dopo proprio calvi eccetto una parrucca di sangue, e lacrime e dita, al visibile destino da pazzo delle corsie delle città-manico-mio dell'Est,
fetidi corridoi di Pilgrim State Rockland e Greystone, litigando con gli echi dell'anima, rockrollando nella mezzanotte solitudine-panca dolmen-rea-mi dell'amore, sogno della vita un incubo, corpi ridotti pietra pesanti come la luna,
con mamma finalmente ..., e l'ultimo libro fantastico scaraventato dalla finestra, e l'ultima porta chiusa alle 4 del
matti
no e l'ultimo telefono sbattuto in risposta contro il muro e l'ultima stanza ammobiliata svuotata fino all'ultimo pezzo di mobilia mentale, una rosa di carta gialla attorcigliata su una gruccia di fil di ferro nell'armadio, e perfino essa immaginaria, nient'altro che un pezzetto di speranza nell'allucinazione ‐
ah, Carl, mentre tu non sei al sicuro io non sono al sicuro, e ora sei davvero nel totale brodo animale del tempo ‐ e che dunque correvano per le strade gelate ossessionati da un lampo improvviso dell'alchimia dell'uso dell'ellisse il catalogo il metro & i piani vibranti,
che sognavano e facevano abissi incarnati nel Tempo & lo Spazio mediante immagini contrapposte, e
intrappolavano l'arcangelo dell'anima tra 2 immagini visive e univano i verbi demenziali e sistemavano insieme il sostantivo e il trattino della coscienza sobbalzando alla sensazione del Pater Omnipotens Aeterni Deus
per ricreare la sintassi e la misura della povera prosa umana e fermarvisi di fronte muti e intelligenti e tremanti di vergogna, ripudiati ma con anima confessa per conformarsi al ritmo del pensiero nella sua testa nuda e infinita,
il pazzo vagabondo e angelo battuto nel Tempo, sconosciuto, ma dicendo qui ciò che si potrebbe lasciar da dire nel tempo dopo la morte,
e si alzavano reincarnati nei vestiti spettrali del jazz all'ombra tromba d'oro della banda e suonavano la sofferenza per amore della nuda mente d'America in un urlo di sassofono elai elai lamma lamma sabacthani che faceva tremare le città fino all'ultima radio
col cuore assoluto della poesia della vita macellato dai loro corpi buono da mangiare per mille anni.
Allen Ginsberg
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Urlo
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Frasi di Allen Ginsberg
Non ho accettato compromessi da giovanissimo, se la parte non mi sembrava appropriata dicevo no, e alla fine mi è toccato accettare il compromesso più grande, per necessità. Avevo tre bambini a cui pensare, mia moglie. Ho accettato una parte in una serie televisiva tedesca. Arrivo in albergo, le riprese cominciavano la
matti
na successiva, molto presto. Erano le 10, stavo andando a letto per assicurarmi di essere riposato quando sotto la porta viene infilata una busta. Dentro c'erano nuove pagine per il giorno successivo, pagine per le quali avrei rifiutato la parte anche a costo di non avere i soldi per comprare le scarpe ai miei figli. Su quelle pagine c'erano solo schifezze. Ho cominciato a telefonare come un pazzo, a spiegare che non potevano cambiare la mia parte così, senza dirmi niente. Sono riuscito a parlare solo con un'assistente sceneggiatrice, che mi ha detto: "Lei non ha scelta". Così per una settimana ho fatto quello che dovevo fare.
Christoph Waltz
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iodonna.it, intervista, 4 dicembre 2014
Frasi di Christoph Waltz
Mi sveglio al
matti
no pensando sempre in tedesco, ma nel corso della giornata perlopiù penso e parlo in inglese.
Christoph Waltz
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style.corriere.it, intervista, 7 luglio 2016
Frasi di Christoph Waltz
Dobbiamo avere la forza di misurarci con le sfide. Dobbiamo rompere questo filo che ci ha sempre portato a non accettare le sfide per paura di perderle, per la frustrazione e la rassegnazione.
Salvatore Caiata
Cit. da
Il
Matti
no di Foggia, 22 gennaio 2018, YouTube
Frasi di Salvatore Caiata
C'era una volta un ragazzo che viveva con suo nonno in una fattoria. Ogni
matti
na il nonno, che era cristiano, si alzava presto e dedicava del tempo a leggere le Scritture.
Il nipote cercava di imitarlo in qualche modo, ma un giorno chiese:
- "
Nonno, io cerco di leggere la Bibbia ma anche le poche volte che riesco a capirci qualcosa, la dimentico quasi subito. Allora a cosa serve? Tanto vale che non la legga più!
".
Il nonno terminò tranquillamente di mettere nella stufa il carbone che stava in una cesta, poi disse al nipote:
- "
Vai al fiume, e portami una cesta d'acqua
".
Il ragazzo andò, ma ovviamente quando tornò non era rimasta acqua nella cesta. Il nonno ridacchiò e disse:
- "
Beh, devi essere un po' più rapido. Dai riprova, muoviti, torna al fiume e prendi l'acqua
".
Anche questo secondo tentativo, naturalmente, fallì. Il nipote, senza fiato, si lamentò dicendo che era una cosa impossibile, e si mise a cercare un secchio. Ma il nonno insistette:
- "
Non ti ho chiesto un secchio d'acqua, ma una cesta d'acqua. Torna al fiume
".
A quel punto il giovane sapeva che non ce l'avrebbe fatta, ma andò ugualmente per dimostrare all'anziano nonno che era inutile. Per quanto fosse svelto l'acqua filtrava dai buchi della cesta. Così tornò al fiume e portò la cesta vuota al nonno, dicendo:
- "
Vedi? Non serve a niente!
"
- "
Sei sicuro?
" - disse il nonno - "
Guarda un po' la cesta
".
Il ragazzo guardò con attenzione: la cesta, che prima era tutta nera di carbone, adesso era perfettamente pulita!
- "
Figliolo, questo è ciò che succede quando leggi la Bibbia. Non capirai tutto, né ricorderai sempre ciò che hai letto, ma quando la leggi ti cambierà dall'interno. Dio lavora così nella nostra vita, ci raffina interiormente e a poco a poco ci trasforma perché possiamo assomigliargli
"
Dio lavora così nella nostra vita, ci raffina interiormente e a poco a poco ci trasforma perché possiamo assomigliargli.
Da:
La cesta e l'acqua
Ci devono essere dei motivi per cui ti alzi la
matti
na e vuoi vivere. Perché vuoi vivere? Qual è il punto? Cosa ti ispira? Cosa ami del futuro? Se il futuro non include l'essere là fuori tra le stelle ed essere tra le specie multi-pianeta, trovo ciò incredibilmente deprimente.
[There have to be reasons that you get up in the morning and you want to live. Why do you want to live? What's the point? What inspires you? What do you love about the future? If the future does not include being out there among the stars and being a multi-planet species, I find that incredibly depressing.]
Elon Musk
Frasi di Elon Musk
Le persone lavorano meglio quando sanno qual è l'obiettivo e perché. È importante che la gente non veda l'ora di venire al lavoro la
matti
na e si diverta a lavorare.
[People work better when they know what the goal is and why. It is important that people look forward to coming to work in the morning and enjoy working.]
Elon Musk
Frasi di Elon Musk
Se ti alzi al
matti
no e pensi che il futuro sarà migliore, è un giorno luminoso. Altrimenti, non lo è.
Elon Musk
Frasi di Elon Musk
Ogni
matti
na, durante l'appello, guardo i miei studenti, uno per uno. Loro si spazientiscono. Dai prof, è una tortura, perché lo fa?. E io rispondo: perché voi siete più importanti della lezione. Curare le relazioni è la forma dell'amore nel nostro tempo veloce, fatto tutto di prestazioni anziché di presenze.
Alessandro D'Avenia
Cit. da
Corriere.it, intervista del 1° giugno 2017
Frasi di Alessandro D'Avenia
E l'occhio ride ma ti piange il cuore, | sei così bella ma vorresti morire, | sognavi di essere trovata | su una spiaggia di corallo una
matti
na | dal figlio di un pirata, | chissà perché ti sei svegliata.
Cesare Cremonini
Cit. da
Il comico (Sai che risate)
Frasi di Cesare Cremonini
Un giorno Gianni Agnelli passò da casa mia. Forse sperava in una sveltina, mi trovò a letto con lo scultore Eliseo
Matti
acci e l'artista Gino De Dominicis. Disse: Siamo già in troppi, e se ne andò.
Marina Ripa di Meana
Frasi di Marina Ripa di Meana
La crisi economica porta anche a quella dei valori, ma la parte spirituale non si esaurisce. Il bene continua ad esistere: non potrebbe essere altrimenti: se ti svegli ogni
matti
na, ringrazi per essere in vita e se lo fai devi andare avanti.
Enzo Avitabile
Frasi di Enzo Avitabile
Era inverno.
Soffiava il vento dalla steppa
E aveva freddo il Bambino nella grotta
Sul pendio della collina.
Lo scaldava l'alito del bue.
Gli animali domestici
stavano nell'antro,
Sulla mangiatoia aleggiava un tiepido vapore.
Scossisi dalle pelli la paglia del giaciglio
E i grani di miglio,
I pastori assonnati
Guardavano alla lontananza di mezzanotte.
Lontano c'era un campo innevato e un cimitero,
Staccionate, pietre tombali,
Stanghe di carri nella neve,
E il cielo sul cimitero pieno di stelle.
Ma vicino, ignota fino allora,
Più timida di un lumino
Alla finestrina di un capanno
Baluginava la stella sulla via di Betlemme.
Ardeva come un pagliaio, in disparte
Da cielo e da Dio,
Come il riverbero di un incendio,
Come masseria in fiamme e fuoco in un granaio.
Si alzava come un covone ardente
Di paglia e di fieno
In mezzo all'universo intero,
Allarmato da questa nuova stella.
La sovrastava un bagliore sempre più acceso
E qualcosa significava,
E i tre scrutatori di stelle
Accorrevano al richiamo di fuochi mai visti.
Li seguivano i doni sui cammelli.
E gli asinelli bardati, uno più piccolo
Dell'altro, scendevano la montagna a piccoli passi.
E, come strana visione di tempi futuri,
si alzò in lontananza tutto ciò che avvenne poi.
Tutti i pensieri dei secoli, tutti i sogni, tutti i mondi,
Tutto l'avvenire di gallerie e musei,
Tutte le burle delle fate, tutte le opere dei maghi,
Tutti gli alberi di Natale del mondo, tutti i sogni dei bambini.
Tutto il tremolio delle candele accese, tutti i festoni,
Tutto lo sfarzo del luccichio colorato...
... Sempre più cattivo e furioso soffiava il vento dalla steppa...
Parte dello stagno era nascosta dalle cime degli ontani,
Ma l'altra si vedeva benissimo anche da qui.
Attraverso i nidi dei corvi e gli apici degli alberi.
I pastori riuscivano a distinguere bene
Come sull'argine andavano gli asini e i cammelli.
Andiamo con tutti, inchiniamoci al miracolo
Dissero allacciandosi le pelli.
Avevano caldo per la camminata nella neve.
Orme di piedi scalzi portavano alla capanna
Sulla radura chiara come fogli di mica.
A quelle orme, come a fiamma di moccolo,
Ringhiavano i cani sotto la luce della stella.
La notte di gelo pareva di fiaba,
E qualcuno dai monti nevosi di tormenta
Continuava a unirsi non visto a loro.
I cani si trascinavano guardandosi in giro inquieti,
E si stringevano al pastore e attendevano sventure.
Proprio per quella strada, proprio per quel luogo
passò qualche angelo nel folto della folla.
L'incorporeità li rendeva invisibili,
Ma il passo lasciava l'impronta del piede.
La gente in frotta s'affollava alla rupe.
Albeggiava. Si profilavano i tronchi dei cedri.
E voi chi siete? chiese Maria.
Siamo stirpe di pastori e inviati dal cielo.
Siamo venuti a dar lode a entrambi voialtri.
Non si può tutti insieme. Aspettate all'ingresso.
Grigia come cenere la foschia del
matti
no,
Battevano i piedi mulattieri e pecorai,
Chi era a piedi litigava con chi era a cavallo,
Presso il tronco cavo dell'abbeveratoio,
Mugghiavano i cammelli, scalpicciavano gli asini.
Albeggiava. L'alba spazzava dalla volta celeste
le ultime stelle, come granelli di cenere.
E di tutta l'innumerevole folla solo i Magi
Maria fece entrare nella fenditura della roccia.
Lui dormiva, tutto raggiante, nella mangiatoia di quercia,
come raggio di luna nelle profondità di un albero cavo.
Invece che pellicce di pecora
aveva labbra di asino e nari di bue.
Rimasero nell'ombra, in quel buio di stalla,
Sussurravano, trovando a stento le parole.
D'un tratto qualcuno nell'oscurità con la mano scostò
dalla mangiatoia un Mago verso sinistra,
E quello si voltò: dalla soglia alla Vergine
come un ospite guardava la Stella di Natale.
Boris Pasternak
Cit. da
La stella di Natale
Frasi di Boris Pasternak
E se invece venisse per davvero?
|
Se la preghiera, la letterina, il desiderio
|
espresso così, più che altro per gioco
|
venisse preso sul serio?
|
Se il regno della fiaba e del mistero
|
si avverasse? Se accanto al fuoco
|
al
matti
no si trovassero i doni
|
la bambola il revolver il treno
|
il micio l'orsacchiotto il leone
|
che nessuno di voi ha comperati?
|
Se la vostra bella sicurezza
|
nella scienza e nella dea ragione
|
andasse a carte quarantotto?
|
Con imperdonabile leggerezza
|
forse troppo ci siamo fidati.
|
E se sul serio venisse?
|
Silenzio! O Gesù Bambino
|
per favore cammina piano
|
nell'attraversare il salotto.
|
Guai se tu svegli i ragazzi
|
che disastro sarebbe per noi
|
così colti così intelligenti
|
brevettati miscredenti
|
noi che ci crediamo chissà cosa
|
coi nostri atomi coi nostri razzi.
|
Fa piano, Bambino, se puoi.
Dino Buzzati
Titolo della poesia:
Buon Natale
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Frasi di Dino Buzzati
Del resto, è solo la curiosità che mi fa svegliare la
matti
na.
Ivo Salvini
Dal film:
La voce della Luna
Scheda film e trama
Frasi del film
Aibileen
: Ora sono pronta a parlare di Miss Leefolt. La piccola porta ancora il pannolino quando dorme la notte, la cambio io quando arrivo la
matti
na: per quasi dieci ore dorme nella sua sporcizia. E Miss Leefolt aspetta il secondo bambino. Signore, prego che il bambino viene bene. Sono tristi se la mamma non pensa che sono belli.
Skeeter
: È verissimo.
Aibileen
: Miss Leefolt non dovrebbe fare bambini. Lo deve scrivere.
[Skeeter scrive]
A Treelore questo sarebbe piaciuto. Diceva che qualcuno avrebbe scritto in famiglia. Per me lo scrittore era lui, ma forse sono io.
Dal film:
The Help
Scheda film e trama
Frasi del film
[Flashback]
Constantine
: Perché ti sei nascosta qui, piccola?
Skeeter
: Per non dire alla mamma che nessuno mi ha invitata al ballo...
Constantine
: E allora? Certe cose uno le può anche non raccontare, giusto?
Skeeter
: I ragazzi mi trovano brutta. La mamma è arrivata terzultima al concorso Miss Carolina del Sud.
Constantine
: Tu la devi smettere di piangerti addosso, piccola, questo sì che è brutto. Il Brutto è una cosa che ti viene da dentro. È cattivo e fa male, come quei ragazzi. Ma tu non sei come loro, vero?
[Skeeter fa di no con la testa]
Non penso proprio, tesoro. Ogni giorno... Ogni giorno che non sei sottoterra, quando ti alzi la
matti
na, devi prendere delle decisioni. Ti devi sempre fare questa domanda: "Ci voglio proprio credere a quelle brutte cose che mi dicono quegli stupidi, oggi?" Mi ascolti? "Ci voglio proprio credere a quelle brutte cose che mi dicono quegli stupidi, oggi?" Hai capito? Per quanto riguarda la tua mamma, non se l'è scelta la sua vita, le è capitata. Ma tu... Tu farai qualcosa di bellissimo con la tua. Aspetta e vedrai.
Dal film:
The Help
Scheda film e trama
Frasi del film
Ho tirato su diciassette bambini nella mia vita. Prendermi cura dei bambini bianchi è quello che faccio.
[...]
So come fare addormentare i bambini, come farli smettere di piangere e come fargliela fare nel water la
matti
na prima che la loro mamma si alzi. Ai bambini piace il grasso, gli piacciono anche le gambe grassottelle e io lo so.
[...]
Lavoro per i Leefolt dalle otto alle quattro, sei giorni a settimana. Prendo novantacinque centesimi l'ora: fanno centottantadue dollari al mese. Per loro cucino, pulisco, lavo, stiro e vado a fare la spesa, ma soprattutto mi prendo cura della piccolina. Signore mio, ho paura che diventerà cicciottella!
[...]
E non sarà mai una reginetta di bellezza.
[...]
Miss Leefolt prende in braccio la piccolina non più di una volta al giorno. Miss Leefolt è stata molto depressa dopo il parto. L'ho visto succedere molte volte alle bambine che si mettono a fare bambini. Quelle giovani signore bianche di Jackson, o Signore mio, quanti bambini facevano! Ma Miss Skeeter no. Nessuno uomo e nessun bambino.
Aibileen Clark
Dal film:
The Help
Scheda film e trama
Frasi del film
Mi sveglio ogni
matti
na letteralmente con un sorriso sul mio viso, grato per un altro giorno che non avrei mai pensato di vedere.
[I wake up every morning literally with a smile on my face, grateful for another day I never thought I'd see.]
Dick Cheney
Frasi di Dick Cheney
Dottor Mistretta
[in automobile]
: Missionaria pure lei
[parlando della prostituta Caterina]
. La guardi, la guardi. Arriva da Palermo tutti i martedì. Scapoli, braccianti, zolfatari, aspettano tutti la settimana. Lei arriva e in una notte li fa tutti! La
matti
na riparte e la sera si comincia in un altro paese.
Giuseppe Romolo Morelli
: Poracci.
Dottor Mistretta
: Eh sì, poveri e ingannati. Ingannati da tutti: da Dio, dallo Stato, dagli uomini, e se mi permette ingannati anche da lei, dottor Morelli.
Giuseppe Romolo Morelli
: Ma come si pe... Che intende dire, dottore, scusi? Io sono un professionista serio!
Dottor Mistretta
: Lo so che lei è un professionista del cinema. Io non volevo offenderla, ma mettiamo sul piano sociale e morale: le pare giusto promettere ricchezza, gloria, a questa povera gente che ha bisogno lavoro, pane, tranquillità, progresso, giustizia?
[passa mafioso appena arrestato dai carabinieri]
Giuseppe Romolo Morelli
: Saranno pure tutti poveri e ingannati dottore mio, ma io da quando sto qui ho visto solo pazzi come quello, e banditi e fanatici e poliziotti e criminali e spie e rivoluzionari, e che è! E nun stanno mai fermi! No! C'hanno sempre 'na cosa da fare e ne vorrebbero fare n'altra! Ma che cazzo sono venuto a...Scusi se mi esprimo così. Ma che è sta Sicilia?! Ma che è?! Un pentolone che bolle e bolle! E nun se capisce perchè, scusi! Me lo dica lei perchè!
Dottor Mistretta
: Caro amico, la storia la si capisce solo quando è troppo tardi. Io non so cosa bolle nel pentolone, però non vorrei che pochi uomini, venditori di sogno come lei, stessero preparando una gran bella festa per pochi invitati.
[prendono una buca]
Dottor Mistretta
: Che fa, ci vogliamo ammazzare?
Giuseppe Romolo Morelli
: Ma non era grave il suo ammalato?
Dottor Mistretta
: Vada piano, tanto quel disgraziato muore lo stesso.
Dal film:
L'uomo delle stelle
Scheda film e trama
Frasi del film
[Sulla sua prima volta]
Avevo tredici anni, la
matti
na giocavo con i soldatini, la sera mi sono ritrovato a perdere la verginità con una 28enne. Oggi se penso a mio figlio a quell'età, quell'episodio posso solo definirlo stupro o peggio ancora pedofilia. Ma io ne ho un ricordo sereno, normalissimo. Anzi quella cosa mi ha preparato a quello che sarebbe successo dopo.
Massimo Ciavarro
Cit. da
[Vanityfair.it, 3 giugno 2015]
Frasi di Massimo Ciavarro
Qando arrivavo sul set
[di "Incantesimo"]
ci andavo con la mia macchina: non volevo parlare con nessuno alla sette di
matti
na. I tecnici mi ricevevano con un: È arrivato il sole!.
Corinne Cléry
Frasi di Corinne Cléry
Ho fatto Incantesimo per due anni, i ritmi erano da operaia: si girava dalle otto di
matti
na e a quell'ora bisognava già essere pronti e truccati, sapere tutte le scene, e si finiva alle sette di sera. Finita la giornata di riprese, ti cambi, torni a casa e vai a studiare le battute per il giorno dopo. Mamma mia, veramente una fabbrica.
Corinne Cléry
Frasi di Corinne Cléry
Sam Daniels
: Una domanda, signore... Cosa avrei fatto per rovinarle la vita?
Billy Ford
: Ti sei alzato sta
matti
na.
Dal film:
Virus letale
Scheda film e trama
Frasi del film
Generale Billy Ford
: Vai lì e ritorna. Anche se non mi diverte averti qui a rovinarmi la vita non voglio perderti per colpa di qualche virus.
Colonnello Sam Daniels
: Una domanda signore.
Generale Billy Ford
: Prego.
Colonnello Sam Daniels
: Che cosa avrei fatto per rovinarle la vita, signore?
Generale Billy Ford
: Ti sei alzato sta
matti
na, no?
Dal film:
Virus letale
Scheda film e trama
Frasi del film
William Somerset
: Perché non mi dici qual è il vero problema?
Tracy Mills
:
[Con le lacrime agli occhi]
David e io avremo un bambino.
William Somerset
:
[Atterrito]
Oh, Tracy.... non credo di essere proprio... la persona adatta a cui parlarne...
Tracy
:
[Scoppia in lacrime]
La odio questa città!
William Somerset
: .... Ho avuto una relazione tempo fa. Era praticamente un matrimonio. Lei rimase incinta. E parlo di molto... tempo fa. Una
matti
na mi alzo come al solito e vado al lavoro. Uno dei tanti giorni, tutti uguali, se omettiamo il fatto che era il primo giorno dopo... la bella notizia. E ho provato... paura. Per la prima volta. Mi ricordo che pensavo "e ora chi me lo dà il coraggio di fare un figlio con quello che vedo in giro? Come si può crescere in un mondo come questo?". Le ho detto che non volevo che lo tenesse. E dopo qualche settimana... lei mi ha accontentato.
Tracy
: Io voglio avere dei figli.
William Somerset
: Quello che posso dirti è che io so, o meglio... sono più che convinto di aver preso la decisione giusta... ma non c'è giorno in terra che passi senza che io desideri di aver fatto una scelta diversa. Se scegli di non tenere il... bambino, rimanga una tua decisione. Non dirgli mai che sei rimasta incinta. Ma se al contrario scegli di tenerlo... non perdere occasione per viziarlo e coccolarlo. Questo è il massimo del consiglio che posso darti, Tracy.
Dal film:
Seven
Scheda film e trama
Frasi del film
Il principe Nechljudov aveva diciannove anni quando, dopo il terzo corso all'università, venne per le vacanze estive nella sua tenuta in campagna, e vi trascorse, tutto solo, l'intera estate.
Lev Tolstoj
Cit. da
La
matti
nata di un proprietario terriero ‐ Incipit
Frasi di Lev Tolstoj
C'era una volta un bambino di nome Filipp, ma che tutti naturalmente chiamavano Filipòk. Suo fratello si chiamava Kostja e andava a scuola, tutti i ragazzi andavano a scuola. Per cui lui una
matti
na prese il cappello e voleva andarci anche lui. Ma sua madre gli disse:
«Dove vai, Filipòk?»
«A scuola.»
«Non puoi» disse lei. «Sei troppo piccolo.»
Un giorno però che sua madre era uscita, Filipòk...
[citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]
Lev Tolstoj
Cit. da
Filipòk ‐ Incipit
Frasi di Lev Tolstoj
La prima sensazione che Nechljudov provò svegliandosi l'indomani
matti
na fu di aver commesso qualche infamia il giorno prima.
Cercò di ricordare: non c'era stata alcuna infamia, alcuna cattiva azione, ma c'erano stati i pensieri, i cattivi pensieri
[...]
.
Non c'era stata alcuna cattiva azione, ma c'era stato qualcosa di ben peggiore: c'erano stati i pensieri da cui derivano tutte le cattive azioni. Una cattiva azione si può non ripetere, di essa ci si può pentire, mentre i cattivi pensieri generano sempre cattive azioni.
Una cattiva azione spiana soltanto la via ad altre cattive azioni, i cattivi pensieri invece trascinano irresistibilmente per quella via.
Quella
matti
na, riandando con la fantasia ai pensieri della vigilia, Nechljudov si stupì di avervi potuto credere anche solo per un istante. Per quanto nuovo e difficile fosse quello che intendeva fare, sapeva che era ormai l'unica via possibile per lui, e che per quanto abituale e facile fosse tornare al passato, sapeva che quella era la morte.
Lev Tolstoj
Cit. da
Resurrezione
Frasi di Lev Tolstoj
Per quanto gli uomini, riuniti a centinaia di migliaia in un piccolo spazio, cercassero di deturpare la terra su cui si accalcavano, per quanto la soffocassero di pietre, perché nulla vi crescesse, per quanto estirpassero qualsiasi filo d'erba che riusciva a spuntare, per quanto esalassero fiumi di carbon fossile e petrolio, per quanto abbattessero gli alberi e scacciassero tutti gli animali e gli uccelli, ‐ la primavera era primavera anche in città. Il sole scaldava, l'erba, riprendendo vita, cresceva e rinverdiva ovunque non fosse strappata, non solo nelle aiuole dei viali, ma anche fra le lastre di pietra, e betulle, pioppi, ciliegi selvatici schiudevano le loro foglie vischiose e profumate, i tigli gonfiavano i germogli fino a farli scoppiare; le cornacchie, i passeri e i colombi con la festosità della primavera già preparavano nidi, e le mosche ronzavano vicino ai muri, scaldate dal sole.
Allegre erano le piante, e gli uccelli, e gli insetti, e i bambini. Ma gli uomini ‐ i grandi, gli adulti ‐ non smettevano di ingannare e tormentare se stessi e gli altri. Gli uomini ritenevano che sacro e importante non fosse quel
matti
no di primavera, non quella bellezza del mondo di Dio, data per il bene di tutte le creature, la bellezza che dispone alla pace, alla concordia e all'amore, ma sacro e importante fosse quello che loro stessi avevano inventato per dominarsi l'un l'altro.
Lev Tolstoj
Cit. da
Resurrezione ‐ Incipit
Frasi di Lev Tolstoj
L'amo quando di notte o di
matti
na mi sveglio e vedo: lei mi guarda e mi ama. E nessuno, meno di tutti io, può impedirle di amare come lei sa, a suo modo. L'amo quando è seduta vicino a me, e noi sappiamo che ci amiamo l'un altro, e essa dice: Lëvocka, e si ferma: perché i tubi del camino sono dritti? oppure perché i cavalli vivono a lungo? o cose simili. L'amo quando stiamo a lungo soli, e io dico: che facciamo, Sonja? che possiamo fare? Lei ride. L'amo quando s'arrabbia con me e d'improvviso, in un batter d'occhio, il suo pensiero e le sue parole diventano aspri: smettiamo, mi dai fastidio; dopo un minuto già mi sorride timidamente. L'amo quando lei non mi vede e non sa che ci sono, e io l'amo a modo mio. L'amo quando è una bambina col vestito giallo e sporge la mascella inferiore e tira fuori la lingua, l'amo quando vedo la sua testa rovesciata all'indietro, e ha il viso serio e spaventato, infantile e appassionato, l'amo quando... (5 gennaio 1863)
Lev Tolstoj
Cit. da
I diari
Frasi di Lev Tolstoj
Come sempre suole accadere in un lungo viaggio, alle prime due o tre stazioni l'immaginazione resta ferma nel luogo di dove sei partito, e poi d'un tratto, col primo
matti
no incontrato per via, si volge verso la meta del viaggio e ormai costruisce là i castelli dell'avvenire.
Lev Tolstoj
Cit. da
I cosacchi
Frasi di Lev Tolstoj
Tutto si è fatto silenzioso a Mosca. È ben raro che si senta uno strider di ruote per una via gelata. Alle finestre non più lumi, e i lampioni si sono spenti. Dalle chiese si diffondono i suoni delle campane e, oscillando sopra la città che dorme, ricordano che è
matti
no. Le vie sono deserte. Di rado in qualche posto un vetturino notturno impasta insieme sabbia e neve con gli stretti pattini della slitta e, portatosi in un altro angolo, si addormenta, aspettando un passeggiero. Passa una vecchietta diretta in chiesa, dove già, riflettendosi nelle guarnizioni dorate delle icone, ardono di luce rossa radi ceri disposti senza simmetria. Gli operai già si alzano dopo la lunga notte invernale e vanno al lavoro.
Ma per i signori è ancora sera.
Lev Tolstoj
Cit. da
I cosacchi ‐ Incipit
Frasi di Lev Tolstoj
Un fanciullo amava molto il pollo e aveva gran paura dei lupi. Una sera, mentre dormiva sul suo letto, fece un sogno: egli era solo nella foresta e cercava funghi. A un tratto, un lupo balzò da una macchia e si gettò su di lui. Spaventato, il fanciullo si mise a gridare: «Aiuto! Aiuto! Mi vuol mangiare!».
Il lupo gli disse: «Aspetta a gridare: io non ti mangerò, voglio soltanto discutere con te».
E il lupo si mise a parlare come fosse un uomo.
Disse: «Tu hai paura che io ti mangi. Ma tu? Non ti piacciono forse i polli?».
«Sì!».
«Eppure li mangi, perché? Essi sono vivi come te, i piccoli polli. Va a vedere la
matti
na, come li pigliano, come il cuoco li porta in cucina e taglia loro il collo, e ascolta la loro madre gridare perché le hanno tolto i suoi piccini. Non hai mai osservato tutto questo?».
«No», rispose il fanciullo.
«No, davvero? Ebbene, guarda meglio! Del resto, per ora, sono io che ti mangerò. A modo tuo, tu non sei altro che un piccolo pollo: è deciso, ti mangerò».
Il lupo si gettò sul fanciullo che gridò spaventato: «Ahi! Ahi! Ahi!».
E si svegliò.
Da quel giorno, egli smise di mangiar carne: fosse di bue, di montone o di pollo.
Lev Tolstoj
Frasi di Lev Tolstoj
La
matti
na dopo, spedii in avanscorperta un sondino nel mio cervello. Non salì nessuna ondata di genialità a darmi il benvenuto. Per farla breve... ero di nuovo io.
Eddie Morra
Dal film:
Limitless
Scheda film e trama
Frasi del film
Una cosa però l'ho imparata da tutta questa vicenda. No, anzi: due. La prima è che i medici sanno parlare, però non sanno ascoltare; e ora sono circondato da tutte le medicine inutili che ho preso nel corso di un anno. La seconda cosa che ho imparato è che la
matti
na, prima della colazione, fa bene bere un bicchiere d'acqua.
Nanni
Dal film:
Caro diario
Scheda film e trama
Frasi del film
Lo vide per la prima volta sul treno dei pendolari, mentre leggeva un libro che lei aveva amato. Zoe cominciò a sbirciarlo ogni giorno, per un anno. Rimpiazzò i jeans con abiti eleganti, ma lui non staccava gli occhi dalla pagina. Una
matti
na lei gli si sedette davanti e lasciò cadere il biglietto del treno. Lui si chinò a raccoglierlo e glielo porse, senza smettere di leggere. Zoe era cocciuta e il giorno del suo compleanno, al momento di scendere alla stazione londinese di King's Cross, si festeggiò mettendogli in mano una lettera in cui lo invitava a prendere un drink e gli lasciava la sua mail. Lui rispose soltanto la sera. Si chiamava Mark e si complimentava per il coraggio, ma rimbalzava l'invito perché non era certo che la sua fidanzata lo avrebbe gradito. Dal
matti
no dopo continuarono a fronteggiarsi sul treno facendo finta di niente, come solo due inglesi. Passarono così altri otto mesi e Mark scrisse la seconda mail: «Sono single da un po' e ti penso: sarà tardi per quel drink?». Non era tardi. Nemmeno per stupirsi che Mark fosse veramente l'uomo che Zoe aveva immaginato. Si sono sposati, hanno fatto due figli e adesso un libro, che tra gli inglesi sta suscitando reazioni emotive smodate, persino lievi arricciamenti di naso. Beati loro. Sui carri merci dei pendolari italiani certi colpi di fulmine al rallentatore si possono solo fantasticare. Non che tra i nostri viaggiatori manchino le donne intraprendenti e qualche sparuto maschio che legge. Ma sono troppo impegnati ad arrivare in ritardo soltanto di un'ora per avere anche il tempo di innamorarsi.
Massimo Gramellini
Cit. da
L'uomo del treno, 'Il caffè', Corriere.it, 27 settembre 2017
Frasi di Massimo Gramellini
Pete
: Gus ci sei?
Gus
: Alle nove di
matti
na dove vuoi che sia, Pete?
Pete
: Allora vuol dire che posso entrare.
Dal film:
Di nuovo in gioco
Scheda film e trama
Frasi del film
Sono già oggi trascorsi trecentoquarantotto anni sei mesi e diciannove giorni da che i parigini si svegliarono al frastuono di tutte le campane che suonavano a distesa nella tripla cerchia della Cité, dell'Université e dell'intera città.
Il 6 gennaio 1482 non è però un giorno che la storia ricordi. Nulla di rimarchevole nell'evento che così scuoteva fin dal
matti
no, le campane e i borghesi di Parigi. Non si trattava né di un assalto di piccardi o di borgognoni, né di un reliquario portato in processione, né di una rivolta di scolari nella vigna di Laas, né di un ingresso del nostro temutissimo signor Messere il re, nemmeno di una bella impiccagione di briganti e di brigantesse in Place dela Justice a Parigi. Non era neanche l'arrivo, così frequente nel quindicesimo secolo, di qualche ambasciata tutta pennacchi e decorazioni. Erano trascorsi soltanto due giorni da che l'ultima cavalcata del genere, quella degli ambasciatori fiamminghi incaricati di concludere il matrimonio tra il delfino e Margherita di Fiandra, aveva fatto la sua entrata a Parigi, con grande preoccupazione di Sua Eminenza il cardinale di Borbone, il quale, per far piacere al re, aveva dovuto far buon viso a tutta quella rozza ressa di borgomastri fiamminghi, e lusingarli, a Palazzo Borbone con una molto bella moralità, satira e farsa, mentre una pioggia battente inondava alla sua porta i suoi magnifici arazzi.
Victor Hugo
Cit. da
Notre-Dame de Paris ‐ Incipit
Frasi di Victor Hugo
Molly
: Avanti, sorella, ha sentito il signore, salga sulla scialuppa.
Passeggera
: Scusi.
Cal
: C'è spazio per un uomo?
Marinaio
: Al momento solo donne, signore.
Ruth
: Scusate, le scialuppe sono divise per classe? Spero che non siano troppo affollate.
Rose
: Oh, mamma, che dici? Sta' zitta! Non capisci? L'acqua è gelida e non ci sono scialuppe a sufficienza: bastano appena per una metà. L'altra metà della gente che è su questa nave morirà.
Cal
: Non la metà che conta.
Molly
: Avanti, Ruth, salga sulla scialuppa. I posti di prima classe sono quassù.
Marinai
: Indietro. Indietro.
Cal
: È un peccato che non mi sia tenuto quel disegno. Varrà molto di più do
matti
na.
Marinai
: Le donne e i bambini salgono per primi. Venite subito a bordo. Da questa parte.
Rose
: Che bastardo impenitente.
Marinai
: Grazie. Le signore da questa parte.
Molly
: Avanti, Rose. Tesoro, ce n'è di spazio per te.
Marinaio
: Da questa parte, signorina.
Molly
: Avanti, Rose. Tocca a te, tesoro.
Marinaio
: Salga a bordo, signorina.
Ruth
: Sali sulla scialuppa, Rose.
Marinaio
: Attenzione a dove mette i piedi.
Ruth
: Rose? Sali sulla scialuppa! Rose?
Rose
: Addio, mamma.
Cal
: Rose!
Ruth
: Rose? Rose!
Cal
: Dove stai andando?
Ruth
: Torna subito qui, Rose!
Cal
: Cosa? Da lui? Per fare la puttana di un topo da fogna?
Ruth
: Rose!
Rose
: Preferisco essere la sua puttana piuttosto che tua moglie.
Cal
: No! No! Ho detto no!
Ruth
: No, no! Aspetta, Rose!
Marinaio
: Così, bene!
Ruth
: Rose! Rose! No, aspettate!
Marinaio
: Calate, signori!
Dal film:
Titanic
Scheda film e trama
Frasi del film
Steward
: Buonasera, signore.
Passeggero
: Buonasera.
Cal
: Lo sapeva che ci sono diverse migliaia di tonnellate di acciaio Hockley su questa nave?
Ruth
: Hm? Su quali parti?
Cal
: Ah, su quelle giuste, naturalmente.
Ruth
: Ah, allora sapremo chi ritenere responsabile se ci dovessero essere problemi. Dov'è mia figlia?
Cal
: Oh, arriverà. Ecco la contessa. Salve, mia cara.
Contessa
: Buonasera, Cal.
Cal
: Che piacere vederla. È incantevole.
Jack
: L'ho visto fare una volta in un cinema di terza visione, e non vedevo l'ora di rifarlo.
Rose
: Tesoro...
Ruth
: Ci vediamo a cena.
Rose
: ... senz'altro ti ricordi del signor Dawson.
Cal
: Dawson. È stupefacente. Potrebbe passare quasi per un gentiluomo.
Jack
: Quasi.
Cal
: È straordinario. Sir Cosmo.
Lady Lucille Duff-Gordon
: Mia cara, che delizia vederla.
Sir Cosmo Duff-Gordon
: Viaggio assolutamente entusiasmante.
Cal
: Incredibile, vero?
Lucille
: E com'è affascinante... vado pazza per il suo...
Rose
: Quella è la contessa di Rothes.
Ruth
: Buonasera. La ringrazio.
Rose
: E... quello è John Jacob Astor, l'uomo più facoltoso in viaggio su questa nave. La sua nuova mogliettina, Madeleine, ha la mia età ed è in dolce attesa. Vedi come tenta di nasconderlo? A suo tempo fu uno scandalo. E quello è Benjamin Guggenheim, e la sua amante, Madame Aubert. Naturalmente la signora Guggenheim è rimasta a casa con i bambini. Da questa parte abbiamo Sir Cosmo e Lucille, Lady Duff-Gordon. Tra i suoi vari pregi c'è quello di disegnare biancheria audace. È molto popolare tra i reali.
Cosmo
: Congratulazioni, Hockley. È splendida.
Lucille
: È un vero angelo.
Cal
: La ringrazio.
Molly
: Ti va di scortare una signora a cena?
Jack
: Certamente.
Molly
: Ah, ah, ah, ah!
Cal
: Zuccherino? Zuccherino?
Molly
: Un gioco da ragazzi, vero, Jack? Ricorda: impazziscono per il denaro. Perciò fingi di possedere una miniera d'oro ed entrerai a far parte del club. Ehi, Astor!
John Jacob Astor
: Oh, salve, Molly...
Molly
: Ah, ah, ah, ah!
Astor
: ... è un piacere vederla.
Rose
: J.J., Madeleine, vorrei presentarvi Jack Dawson.
Madeleine Force Astor
: Piacere di conoscerla.
Jack
: Piacere.
Astor
: Mi dica, Jack, è imparentato ai Dawson di Boston?
Jack
: No, a dire il vero ai Dawson di Chippewa Falls.
Astor
: Oh, capisco.
Smith
: Va bene, grazie.
Rose
: Era sicuramente nervoso, ma non mostrò la minima esitazione. Tutti erano convinti che fosse uno di loro. Forse l'erede di qualche fortuna nel ramo ferroviario. Un nuovo ricco, ma, tuttavia degno di essere un membro del loro club. Naturalmente, mia madre non si lasciò sfuggire l'occasione.
Ruth
: Ci parli degli alloggi di terza classe, sig. Dawson. Ho sentito dire che sono piuttosto accoglienti.
Jack
: I migliori che abbia mai visto, signora. Solo qualche topo qui e là.
Cal
: Il signor Dawson si è unito a noi dalla terza classe. Ha prestato soccorso alla mia fidanzata ieri sera.
Rose
: Ho scoperto che il sig. Dawson è un ottimo artista. Oggi è stato così gentile da mostrarmi alcuni suoi disegni.
Cal
: Rose e io abbiamo idee divergenti riguardo alla definizione di belle arti. Con questo non voglio certo criticare i suoi disegni.
Rose
: ... questo!
Ismay
: Il suo sangue e la sua anima sono su questa nave. Può anche darsi che sia mia, sulla carta, ma al cospetto di Dio appartiene a Thomas Andrews.
Jack
: Queste posate sono tutte per me?
Molly
: Comincia sempre dall'esterno.
Ismay
: Conosce questa nave lamiera per lamiera, dico bene?
Andrews
: Altroché.
Rose
: La sua nave è una meraviglia, signor Andrews. Davvero.
Andrews
: Grazie, Rose.
Cameriere
: Come preferisce il caviale, signore?
Jack
: No, niente caviale per me, grazie. Non mi è mai piaciuto molto.
Ruth
: Dov'è che vive esattamente, signor Dawson?
Jack
: Beh, al momento il mio indirizzo è la terza classe del Titanic. Dopodiche sarò nelle mani di Dio.
Ruth
: E dove trova i mezzi per viaggiare?
Jack
: Mi sposto di luogo in luogo, lavorando. Prediligo le navi da carico, o carrette simili. Ma il biglietto per il Titanic l'ho vinto con una mano fortunata a poker. Una mano molto fortunata.
Gracie
: La vita non è che una partita giocata con la dea fortuna.
Cal
: Hm... Un vero uomo la fortuna se la crea da solo. Giusto, Dawson?
Ruth
: E a lei piace quest'esistenza priva di radici?
Jack
: Beh, sì, signora, mi piace. Insomma, ho tutto quello che occorre proprio qui, con me. Ho aria nei polmoni e qualche foglio immacolato. Mi piace svegliarmi la
matti
na e non sapere cosa mi capiterà, o chi incontrerò, dove mi ritroverò. Proprio l'altra notte ho dormito sotto un ponte, e ora mi trovo qui, sulla più imponente nave del mondo, a bere champagne insieme a delle persone raffinate come voi. Ne prendo ancora un po'.
Gracie
: Eh, eh, eh, eh!
Jack
: Secondo me la vita è un dono, non ho intenzione di sprecarla. Non sai mai quali carte ti capiteranno nella prossima mano. Impari ad accettare la vita come viene. Ah, ecco a lei, Cal. Così ogni singolo giorno ha il suo valore.
Molly
: Ben detto, Jack.
Gracie
: Udite, udite.
Rose
: Al valore di ogni singolo giorno.
Commensali
: Al valore di ogni singolo giorno!
Gracie
: Bravo.
Cal
: Hm...
Molly
: Ah, ah, ah, ah! Ma il signor Brown non sapeva che avevo nascosto il denaro nella stufa. Ah, ah, ah, ah, ah! Così, è tornato a casa, bevuto come una spugna, e ha acceso il fuoco. Ah, ah, ah, ah!
Rose
: È il momento del brandy nella sala fumatori.
Gracie
: Bene! Volete unirvi a me per un brandy, signori?
Ismay
: Ottima idea.
Gracie
: Sicuro!
Rose
: Ora si ritirano in una nube di fumo e si congratulano l'un l'altro per il loro operato di grandi maestri dell'universo.
Ismay
: Signore, grazie per la vostra piacevole compagnia.
Cal
: Rose, posso accompagnarti alla tua cabina?
Rose
: No, resterò qui.
Jack
: Ecco a lei, Molly.
Gracie
: Si unisce a noi, Dawson? Beh, non vorrà starsene qui con le signore, spero. Eh, eh, eh!
Jack
: No, grazie, devo tornare al mio alloggio.
Cal
: Forse è meglio così. Si parlerà di affari e politica, quel genere di roba lì. Non adatta a lei. Ah, Dawson, è stato un piacere averla tra noi.
Rose
: Jack, devi proprio andare?
Jack
: Devo tornare a remare insieme agli altri schiavi.
Rose
: Ah...
Jack
: Buonanotte, Rose. Allora, vuoi andare a una vera festa?
Dal film:
Titanic
Scheda film e trama
Frasi del film
Lovett
: Questi sono alcuni oggetti che abbiamo recuperato dalla sua cabina.
Rose
: Questo era mio. Ah, è straordinario! È identico a quando l'ho veduto l'ultima volta. Hm, il riflesso è un tantino cambiato.
Lovett
: È pronta a tornare sul Titanic?
Bodine
: Okay, ci siamo. Si schianta contro l'iceberg a dritta, giusto? E procede a sobbalzi, provocando delle falle tipo codice Morse, dit-dit-dit, lungo la fiancata, sotto la linea di galleggiamento. Poi lo scomparto di prua comincia ad allagarsi. Ora, mentre il livello dell'acqua si alza, trabocca dalle paratie stagne, che, sfortunatamente, non superano il ponte E. Perciò, mentre la prua va giù, la poppa si solleva, all'inizio lentamente, poi sempre più velocemente, finché la nave si ritrova con tutto il culo per aria. Ed è un culone enorme, stiamo parlando di venti, trentamila tonnellate, okay? Ora, lo scafo non è progettato per sopportare una tale pressione, perciò che succede? Si spacca, dritto giù fino alla chiglia, e la poppa cade all'indietro, in piano. Poi, mentre la prua affonda, trascina giù con sé la poppa verticalmente, e poi, finalmente, si stacca. Ora, la parte posteriore rimane lì a ballonzolare come un tappo di sughero per qualche minuto, si allaga e finalmente affonda intorno alle 2:20 del
matti
no, due ore e 40 minuti dopo la collisione. La parte della prua plana, fermandosi a circa mezzo miglio di distanza. Viaggia a circa venti, trenta nodi quando si schianta contro il fondale marino. Una ficata, eh?
Rose
: Grazie per la sua ottima analisi forense, signor Bodine. Naturalmente, vivere quell'esperienza è stato un pochino diverso.
Lovett
: Ce la vuole raccontare?
Lizzy
: È meglio che lei riposi un po'.
Rose
: No.
Lizzy
: Vieni, nonna.
Rose
: No!
Dal film:
Titanic
Scheda film e trama
Frasi del film
Lewis Bodine
: Tredici metri. Dovresti vederla.
Brock Lovett
: Okay, portalo su, vai oltre il parapetto di prua. Okay, Mir 2, stiamo superando la prua. Rimanete vicini.
Mir 2
: Ci avviciniamo alla vostra sinistra.
Lovett
: Okay, silenzio. Registriamo. Vederla uscire dal buio come una nave fantasma... mi fa sempre un certo effetto. È doloroso vedere il triste relitto della grande nave adagiato qui, dove toccò il
fondo alle ore 2:30 del
matti
no del 15 aprile 1912, dopo il suo inarrestabile... sprofondare negli abissi.
Bodine
: Certo che ne dici di stronzate, capo, ah, ah!
Lovett
: Eh, eh! Squadra sei, eccoci di nuovo sul ponte del Titanic, due miglia e mezzo di profondità, 3.821 metri. La pressione esterna è di 3.571 chilogrammi per centimetro quadrato. Questi oblò sono spessi 23 centimetri e se partono sarà sayonara in due microsecondi. Va bene, basta con queste stronzate. Poggialo sul tetto dell'alloggio ufficiali come ieri. Okay, Mir 2, stiamo atterrando proprio sulla grande scalinata. Siete pronti a lanciare il veicolo?
Mir 2
: Sì, Brock, lancio Dunkin. Vai, Charlie.
Dal film:
Titanic
Scheda film e trama
Frasi del film
[Sul tennis]
Giocatelo tutti, perché è uno sport per bambini e anziani, donne e uomini, super atleti e disabili. E, soprattutto, perché è uno sport dove ci si diverte da
matti
.
Billie Jean King
Frasi di Billie Jean King
Sara
: Ne hai per molto con 'sto carro armato?
Giada
: Spegnilo pure, finisco do
matti
na. No! Mi hai fatto perdere il segno!
Sara
: Ma tanto lo conosci a memoria! Ti sarai fatta pure tutta la bibliografia del manuale.
Giada
: Non è solo un esame. Questa roba prima o poi io la insegnerò.
Sara
: Certo.
Giada
: Se voglio sviluppare una mia teoria sulle comunicazioni di massa devo sapere tutto. Devo essere più preparata del professore, se voglio che si accorga di me.
Sara
: Ma io un po' di questa energia che c'hai, no?, la investirei in comunicazioni meno di massa, ma più mirate. Di là c'è un mio amico spagnolo. Erasmus. Ti va di conoscerlo?
Giada
: No, do
matti
na ho l'esame. Sono al terzo ripasso e non so ancora nulla.
Sara
: Due botti?
Giada
: No, lo sai che non condivido.
Sara
: Ah, già. Ammazza, che vita de merda.
Loris
: Ma lo sai che questo privé praticamente è nostro? Cioè, se io e Ric, ma soprattutto io, non veniamo, beh, non lo aprono neanche. Non aprono neanche il locale! No, vabbè, scherzavo. Però conosciamo tutti: baristi, buttafuori... Ehm... Anche Nando lì alla corda.
Katia
: Guarda che si vede che sbavi!
Alessia
: Non sto sbavando. Non dire cazzate.
Riccardo
: Ehi.
Alessia
: Dove si va a fare colazione?
Riccardo
: Io passo, accompagno lei.
Loris
: Cugino, ma non avevi un esame oggi?
Riccardo
: Porca puttana! Me l'ero scordato. Come cazzo ho fatto? Senti, l'accompagni tu a casa?
Loris
: Certo, certo, Bro'. Bombe di caffeina pura, made in Germany. Dice Hermes non più di due.
Riccardo
: Meglio tre, eh?
Naomi
: Se vuoi, ti aiuto a preparare la cartella.
Riccardo
: Senti...
Naomi
: Naomi.
Riccardo
: Eh. Un altro esame con notte in bianco. È una tragedia. Vai, va'.
Naomi
: Ci vediamo stasera?
Riccardo
: Ti chiamo io, eh? Vai.
Dal film:
Come tu mi vuoi
Scheda film e trama
Frasi del film
È perciò che solo allora cessò quel mio stato ch'io m'ostino a qualificare d'innocenza. Non era più possibile adorare Carla per un breve periodo della giornata eppoi odiarla per ventiquattr'ore continue, e levarsi ogni
matti
na ignorante come un neonato e rivivere la giornata, tanta simile alle precedenti, per sorprendersi delle avventure ch'essa apportava e che avrei dovuto sapere a mente. Ciò non era più possibile. Mi si prospettava l'eventualità di perdere per sempre la mia amante se non avessi saputo domare il mio desiderio di liberarmene. Io subito lo domai!
[La moglie e l'amante]
Italo Svevo
Cit. da
La coscienza di Zeno
Frasi di Italo Svevo
Gustav Aschenbach o von Aschenbach, come ufficialmente suonava il suo nome dal giorno del suo cinquantesimo compleanno, in un giorno di primavera dell'anno 19.., quello che per mesi e mesi aveva mostrato al nostro continente una faccia tanto minacciosa, aveva intrapreso, da solo, una lunga passeggiata partendo da casa sua nella Prinzregenterstrasse di Monaco.
Sovreccitato dal lungo, difficile ed insidioso lavoro del
matti
no, che lo aveva costretto a procedere con la massima concentrazione, attenzione, prudenza e rigore della volontà, lo scrittore non era riuscito a contenere, nemmeno dopo il pranzo, l'impulso produttivo che gli urgeva dentro, quel motus animi continuus che, secondo Cicerone, è l'essenza della stessa retorica, né aveva potuto trovare nel sonnellino, che, a compensazione dell'esaurirsi sempre più rapido delle sue forze, gli era ormai così necessario, una volta nell'arco della giornata.
Thomas Mann
Cit. da
La morte a Venezia ‐ Incipit
Frasi di Thomas Mann
Signori della Corte, in nome della sacralità della Famiglia vi esorto a considerare in tutta la sua eccezionale portata il comportamento dei due delatori oggi alla sbarra: un padre e una madre. Ripercorriamo i fatti. Erano le sei del
matti
no quando la vittima, un giovane di Eraclea nelle cui vene convivevano fraternamente l'alcol e la droga, rientrava in casa con il muso dell'auto ricoperto di lividi, sostenendo con scarsa convinzione di avere forato una gomma. Ora, signori, sappiamo benissimo quale reazione aspettarci in casi simili da un genitore cresciuto nel rispetto dei valori del familismo. O ignora le parole del figlio, oppure si affretta a confezionargli un alibi. Invece i due imputati, mossi da un insano senso di responsabilità, hanno percorso la strada a ritroso, in cerca di indizi che avvalorassero i loro sospetti. Hanno scoperto che qualcuno aveva investito a morte un turista sloveno senza prestargli soccorso. E che questo qualcuno aveva perso il fanale anteriore dell'auto. Hanno capito. Ma anziché portare il figlio in un luogo sicuro e intanto sviare le indagini, accusando dell'omicidio un migrante, un leghista o un migrante leghista, hanno confidato il segreto di famiglia a degli estranei i carabinieri di fatto consegnando il ragazzo alla giustizia. Una scelta inaudita, signori della Corte. Per i due rei confessi chiedo il massimo della pena: li si obblighi a tenere un corso di educazione civica a tutti quei genitori che mettono la difesa del pupo e del buon nome della casata davanti a qualsiasi cosa e anche a qualsiasi coca.
Massimo Gramellini
Cit. da
Il caffè di Gramellini, Genitori da collezione, Corriere.it, 30 agosto 2017
Frasi di Massimo Gramellini
Una volta Rudolf Nureyev doveva fare il suo difficilissimo Schiaccianoci e pretese che io danzassi con lui. Ma avevo appena cinque giorni per imparare quella coreografia impossibile, freudiana. Mi diedero un video da studiare, così, da ferma, e io replicai con un voi siete
matti
, ben decisa a rifiutare. Ma Rudi non volle sentire storie: in due giorni mi insegnò i passi e al quarto ero già in tutù alla prova generale. Prima del debutto mi strinse la mano e, alla fine, mentre tutti applaudivano in piedi, mi sussurrò: Ecco che cosa vuol dire avere coraggio.
Carla Fracci
Frasi di Carla Fracci
Il piccolo principe assisteva allo schiudersi di un enorme bocciolo e sentiva che ne sarebbe venuta un'apparizione miracolosa, ma la corolla indugiava, e si faceva bella, chiusa nella sua camera verde. Con cura sceglieva i colori. Si vestiva piano, accomodando i petali a uno a uno. Non voleva uscire tutta stropicciata come fanno i papaveri. Voleva mostrarsi solo nel pieno fulgore della propria bellezza. Eh, sì! Era molto vanitosa. La sua segreta toilette era durata giorni e giorni. Ed ecco che una
matti
na, con il sorgere del sole, era apparsa una rosa.
Antoine de Saint-Exupéry
Cit. da
Il piccolo principe
Frasi di Antoine de Saint-Exupéry
Al
matti
no, finita la toilette, bisogna occuparsi della toilette del pianeta.
Antoine de Saint-Exupéry
Cit. da
Il piccolo principe
Frasi di Antoine de Saint-Exupéry
Non esiste cosa al mondo come la fortuna. Non c'è mai stato un uomo che uscendo la
matti
na ha trovato una borsa piena d'oro per strada. Non c'è oggi, non ci sarà domani, e così via, giorno dopo giorno. Potrebbe forse accadere una volta nella vita. Ma per quanto riguarda la mera fortuna, quest'uomo potrà perderla o trovarla.
Phineas Taylor Barnum
Frasi di Phineas Taylor Barnum
Ho tre costanti: cura del corpo; cura della mente e studio della musica. Faccio sempre sport e la
matti
na m'iberno nella criosauna a meno 110 gradi: mantiene giovane. Consigliano due minuti, io ne reggo sei. Studiando da deejay sei ore al giorno, ho trovato la mia realizzazione: suono e sento che spargo vibrazioni positive.
Gianluca Vacchi
Frasi di Gianluca Vacchi
Blackbird si disse che beveva troppo perché il Silver Dollar era proprio a due passi dal suo hotel, bastava scendere le scale. Impossibile uscire di lì senza passarci davanti. Impossibile passare per Spadina Avenue, vedersi sparata dritta in viso quell'insegna del cazzo, lampadine a centinaia, e far finta di niente. Impossibile non entrare per qualche drink, prima di salire di nuovo in quella stanza col soffitto che sembrava una cartina stradale, da tutte le crepe che aveva. O magari a farlo bere troppo era la gente che c'era dentro, al Silver Dollar, e non la piantava di parlare dei Blue Jays. Ormai si era convinto che l'unico modo per darci un taglio ed evitare di sentirsi di merda al
matti
no era filarsela una volta per tutte da Toronto e dal Waverley Hotel. Seguire una di quelle crepe nel soffitto.
Elmore Leonard
Cit. da
Killshot ‐ Incipit
Frasi di Elmore Leonard
Possiamo svegliarci al
matti
no e decidere che il nostro bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto. Se mi sveglio arrabbiata, porto quella rabbia nelle cose e inconsciamente le trasformo. Io apro gli occhi e penso che sono grata di averli aperti, che con quegli occhi vedo, che con questa bocca parlo, che ho il cibo, che sono sana, che mi circonda una meravigliosa famiglia, che fuori di casa non ho la guerra. Potrei dare tutto per scontato, ma è un errore che porta all'infelicità. Io mi sveglio e mi sento benedetta.
Gisele Bundchen
Frasi di Gisele Bündchen
La prima cosa che facevo ogni
matti
na era di andare a vedere i boxscore per sapere cosa avesse fatto quella sera Magic Johnson. Non riuscivo a pensare a nient'altro.
Larry Bird
Frasi di Larry Bird
Sta
matti
na valevo venti milioni di dollari, probabilmente ora ne valgo il doppio. Ho fregato la morte tante di quelle volte che non ci penso nemmeno più, è come farsi beccare all'aperto da un temporale: devi solo evitare di farti colpire dai fulmini. Ma tutto considerato ho avuto una buona giornata, la mia famiglia è più unita di quanto non lo sia mai stata, l'acqua in città non è più marrone e per un paio d'ore sono stato la stella del cineclub locale di Chalong-sur-Avre. In effetti l'unica cosa che mi fa incazzare di brutto ora è che devo riscrivere per intero questo cazzo di libro e che dobbiamo ricambiare il cognome: e che palle.
Giovanni Manzoni
Dal film:
Cose nostre - Malavita
Scheda film e trama
Frasi del film
Papà morì a 56 anni. Un ictus, mentre faceva manovra con il camion, tra i silos di Trieste. Sono andato a prenderlo. Fu uno choc terribile. La mia vita cambiò. Cominciai a fare sul serio; fino ad allora avevo scherzato. Tornavo a casa alle sette del
matti
no e mio padre non c'era, si era alzato alle quattro. Io facevo il fighetto, ero dj e mettevo musica da discoteca che detestavo: ascoltavo Genesis e Pink Floyd, Madonna e Michael Jackson mi facevano orrore. Dopo la morte, mio padre mi è entrato dentro. Mi ha lasciato la sua parte combattente, testarda, che si è unita alle malinconie, alle gioie, alle canzoni che mi arrivano da mia madre. Allora è cominciata la guerra. E da cantautore sono diventato un rocker.
Vasco Rossi
Frasi di Vasco Rossi
Ciao, Johnny! Mi dispiace di non averti scritto prima, ma... Sono stata molto occupata, qui ci fanno trattare come
matti
. Ormai ti avranno nominato caposquadra... E se non lo hanno fatto, digli di parlare con me!
[Mostra Giove, sul quale la sua nave orbita]
Guarda là... Non è bellissimo? Adoro stare qui... E questa è una parte del problema. Perché... Vorrei fare carriera. Voglio comandare un'astronave tutta mia, e sai... Non credo che questo lascerà molto spazio per noi due... So che non è quello che volevi sentire. Però... Io devo seguire la mia strada. Mi dispiace... Scrivimi, capito? Scrivimi, così saprò che saremo sempre amici!
Carmen Ibañez
Dal film:
Starship Troopers
Scheda film e trama
Frasi del film
Sta
matti
na un assassino è stato catturato e processato. Pena: la morte. L'esecuzione avrà luogo alle 18:00 e sarà trasmessa su tutte le reti e su tutti i canali. Volete saperne di più?
Rete Federale
Dal film:
Starship Troopers
Scheda film e trama
Frasi del film
In Africa, nelle serate di pioggia, degli insetti chiamati efemerotteri volano in picchiata e cadono nei piatti, sbattono contro i muri e cadono a terra tramortiti... il loro problema è che non resistono all'attrazione della luce, il desiderio di vivere è troppo grande e girano frenetici intorno alla lampadina. Al
matti
no sembrano minuscole foglie morte, sparpagliate sulla tavola, mentre la sera prima erano ancora farfalle. Mi auguro che nessuno di noi sia come gli efemerotteri.
Lamouna
Dal film:
Samba
Scheda film e trama
Frasi del film
[Su Giorgio Faletti]
Si firmava "l'autore", quando mi scriveva. E io "la canzonettista". Aveva una delicatezza, un garbo particolare. Molto ironico, ovviamente, ma come incantato. Gli dicevo quanto mi piacesse "Signor tenente" ed era vero. Fortissimo. Tempo fa mi aveva mandato una mail spiegandomi il suo problema. Mi diceva: "Va meglio, le cure fanno effetto". Mi diceva. "Scrivo a te che sei la persona più riservata che io conosca". Mi diceva. "Fra poco ci vediamo per un caffè". Da dieci giorni più niente. Sta
matti
na, Mariù, amica comune mi dà la notizia. Ti chiedo scusa, Giorgio, se ho rotto la riservatezza, ma volevo farti un affettuoso omaggio. E adesso vado a risentirmi il tuo pezzo "Compagna di viaggio". Bellissimo, struggente e dolorosamente congruente. Grazie, Giorgio.
Mina
Frasi di Mina
Alle quattro del
matti
no fermano Rubin, | lo portano all'ospedale e gli fanno salire le scale. | L'uomo ferito lo guarda con occhi morenti | e dice: "Cosa lo avete portato a fare qui? Non è lui l'uomo!"
Bob Dylan
Cit. da
Hurricane
Frasi di Bob Dylan
Era
matti
na presto, molto presto, e mi trovavo in cima a una collina, a Woodstock. Non ricordo come accadde. Rimasi accecato dal sole. Stavo guidando controsole, e guardai in alto, anche se, ricordo, da piccolo qualcuno mi aveva detto di non farlo mai... Rimasi accecato per qualche secondo, o mi feci prendere dal panico, o qualcosa del genere, non so. Fatto sta che frenai bruscamente, la ruota posteriore si bloccò ed io volai per aria. Sara mi seguiva in auto, e così poté raccogliermi. Passai una settimana all'ospedale, poi venni trasferito a casa di questo dottore, nel suo attico. C'era un letto in quell'attico, e una finestra che dava sull'esterno. Sara rimase con me tutto il tempo.
[Nel 1987]
Bob Dylan
Frasi di Bob Dylan
Ho ancora nel naso l'odore che faceva il grasso sul fucile mitragliatore arroventato. Ho ancora nelle orecchie e sin dentro il cervello il rumore della neve che crocchiava sotto le scarpe, gli sternuti e i colpi di tosse delle vedette russe, il suono delle erbe secche battute dal vento sulle rive del Don. Ho ancora negli occhi il quadrato di Cassiopea che mi stava sopra la testa tutte le notti e i pali di sostegno del bunker che mi stavano sopra la testa di giorno. E quando ci ripenso provo il terrore di quella
matti
na di gennaio quando la Katiuscia, per la prima volta, ci scaraventò addosso le sue settantadue bombarde.
Mario Rigoni Stern
Cit. da
Il sergente nella neve ‐ Incipit
Frasi di Mario Rigoni Stern
Questa
matti
na, con il primo sole, sono uscito a fare una breve passeggiata con il cane Sirio. Con dieci giorni di anticipo ho ascoltato il canto del cuculo. È un buon segnale e il cuore si è rallegrato.
[Explicit]
Mario Rigoni Stern
Cit. da
L'ultima partita a carte
Frasi di Mario Rigoni Stern
Una
matti
na ne alzammo uno
[urogallo]
che dal rumore del volo doveva essere maestoso come un'aquila. Pareva che al suo passaggio gli alberi dovessero schiantare come tagliati da una scure magica.
Mario Rigoni Stern
Cit. da
Il bosco degli urogalli
Frasi di Mario Rigoni Stern
Portami con te nel
matti
no vivace
|
le reni rotte l'occhio sveglio appoggiato
|
al tuo fianco di donna che cammina
|
come fa l'amore,
|
sono gli ultimi giorni dell'inverno
|
a bagnarci le mani e i camini
|
fumano più del necessario in una
|
stagione così tiepida,
|
ma lascia che vadano in malora
|
economia e sobrietà,
|
si consumino le scorte
|
della città e della nazione
|
se il cielo offuscandosi, e poi
|
schiarendo per un sole più forte,
|
ci saremo trovati
|
là dove vita e morte hanno una sosta,
|
sfavilla il mezzogiorno, lamiera
|
che è azzurra ormai
|
senza residui e sopra
|
calmi uccelli camminano non volano.
Attilio Bertolucci
Titolo della poesia:
Portami con te
Frasi di Attilio Bertolucci
Come il lupo è il vento
|
Che cala dai monti al piano.
|
Corica nei campi il grano
|
Ovunque passa è sgomento.
|
Fischia nei
matti
ni chiari
|
Illuminando case e orizzonti
|
Sconvolge l'acqua nelle fonti
|
Caccia gli uomini ai ripari.
|
Poi, stanco s'addormenta
|
prende le cose, come dopo l'amore.
Attilio Bertolucci
Titolo della poesia:
Vento
Frasi di Attilio Bertolucci
Come agosto finisce, la
matti
na
|
dopo una notte di pioggia si sente
|
(il cielo è più profondo ) che l'autunno
|
sta per venire; ci si guarda intorno
|
e non si sa che fare: tutto
|
è fresco, rinnovato da uno smalto
|
malinconico di perplessità!
|
Allora si gironzola, si sta zitti,
|
sappiamo che c'è tempo, ma che pure
|
l'anno dovrà morire, ed il bel cielo,
|
il verde verniciato delle piante,
|
il rosso delle ruote ad asciugare,
|
l'incudine che suona di lontano,
|
lento cuore del giorno, tutto parla
|
d'una partenza prossima, un addio.
|
La memoria è una strada che si perde
|
e si ritrova dopo un'ansia breve,
|
tranquilla: già nel sole di settembre
|
scottante sulla schiena è un'altra estate,
|
che le vespe ronzando sulle ceste
|
dell'uva bianca indorano, e si mischia
|
al loro volo il rumore nascosto
|
e perenne del grano che ventila
|
un vecchio attento e polveroso.
Attilio Bertolucci
Titolo della poesia:
Fine d'estate
Frasi di Attilio Bertolucci
Le
matti
ne dei nostri anni perduti,
|
i tavolini nell'ombra soleggiata dell'autunno,
|
i compagni che andavano e tornavano, i compagni
|
che non tornarono più, ho pensato ad essi lietamente.
|
Perché questo giorno di settembre splende
|
così incantevole nelle vetrine in ore
|
simili a quelle d'allora, quelle d'allora
|
scorrono ormai in un pacifico tempo,
|
la folla è uguale sui marciapiedi dorati,
|
solo il grigio e il lilla
|
si mutano in verde e rosso per la moda,
|
il passo è quello lento e gaio della provincia.
Attilio Bertolucci
Titolo della poesia:
Gli anni
Commenti:
1
Frasi di Attilio Bertolucci
Renzo Suraci, l'editore di Rtl, ha creduto in me e da lui ho accettato critiche feroci. Con lui ho imparato a sentire ogni
matti
na l'umore del Paese, prima che il mio. Ha la pazienza di occuparsi delle mie zone d'ombra. Così come Irene Ghergo, la mia migliore amica, e Maurizio Costanzo.
Pierluigi Diaco
Frasi di Pierluigi Diaco
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