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Aforismi Muro - parte 2
Frasi trovate
:
395
Ricorda cosa c'era scritto sul
muro
della caserma al corso: "O si feconda o si muore."
Spermatozoo N.2
Dal film:
Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (ma non avete mai osato chiedere)
Scheda film e trama
Frasi del film
Sì, ma si sentono strane cose, sapete? Come queste pillole che prendono le donne o che nostri interi contingenti si schiacciano la testa contro un
muro
di gomma.
Spermatozoo
Dal film:
Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (ma non avete mai osato chiedere)
Scheda film e trama
Frasi del film
Non bisognerebbe mai vergognarsi della voce dei propri sbagli. Nessuna storia di un uomo è una linea retta, a cominciare dal tracciato del proprio battito cardiaco. La geometria di ogni vita umana è un problema complesso, è lo spigolo di un
muro
a confine con una rotonda di felicità, è contraffatta dagli scherzo del tempo e in bilico sul sottile filo caso/destino, che incontra il sistema e si confonde nel mezzo.
Massimo Bisotti
Cit. da
Karma City
Frasi di Massimo Bisotti
[Sul soprannome da bambino di "rompiscatole" dell'isolato]
Sì, perché dove vivevo c'era un
muro
gigantesco e io passavo il giorno a palleggiare contro la parete, dalle 7 del mattino fino a quando mia madre mi chiamava. Si lamentavano tutti del rumore, però a qualcosa mi è servito, direi... E non ho mai rotto nulla.
Lorenzo Insigne
Cit. da
Repubblica.it, intervista, 15 febbraio 2017
Frasi di Lorenzo Insigne
Di queste case
|
non è rimasto
|
che qualche
|
brandello di
muro
|
|
Di tanti
|
che mi corrispondevano
|
non è rimasto
|
neppure tanto
|
|
Ma nel cuore
|
nessuna croce manca
|
|
è il mio cuore
|
il paese più straziato
Giuseppe Ungaretti
Titolo della poesia:
San Martino del Carso
Frasi di Giuseppe Ungaretti
Tra andarsene e restare è incerto il giorno,
|
innamorato della sua trasparenza.
|
|
Il pomeriggio circolare si fa baia;
|
nel suo calmo viavai si mescola il mondo.
|
|
Tutto è visibile e tutto è elusivo,
|
tutto è vicino e tutto è inafferrabile.
|
|
Le carte, il libro, il bicchiere, la matita
|
riposano all'ombra dei loro nomi.
|
|
Nella mia tempia il battito del tempo ripete
|
la stessa testarda sillaba di sangue.
|
|
Dell'indifferente
muro
la luce fa
|
uno spettrale teatro di riflessi.
|
|
Mi scopro nel centro di un occhio;
|
non mi guarda, mi guardo nel suo sguardo.
|
|
Si dissipa l'istante. Immobile.
|
Vado e vengo: sono una pausa.
Octavio Paz
Titolo della poesia:
Tra andarsene e restare
Frasi di Octavio Paz
Si accovacciò fra le carici in riva al lago e sapeva di temere il mondo a venire, perché in esso erano già scritte certezze che nessun uomo avrebbe desiderato. Vide srotolarsi lentamente come in un paramento immagini di cose già viste e mai viste. Vide la lupa morta nelle montagne e il sangue del falco sulla pietra e vide passare lungo una strada un carro funebre tutto di vetro chiuso da tendine nere. Vide il reietto inarcarsi e nuotare nelle fredde acque del Bavispe come un serpente solitario e un sagrestano tutto solo tra le rovine della città colpita dal terremoto; vide l'eremita nel transetto distrutto della chiesa di Caborca. Vide acqua piovana gocciolare dalla lampadina avvitata nel
muro
di lamiera nera di un deposito. Vide una capra con due corna d'oro legata a una fune in un pantano. Alla fine vide suo fratello fermo in un punto irraggiungibile, dietro a una finestra, isolato in un mondo nel quale lui non sarebbe mai potuto penetrare. Quando lo vide si rese conto di averlo visto in sogni precedenti e sapeva che suo fratello gli avrebbe sorriso; aspettò dunque il sorriso, sorriso che aveva evocato e al quale non sapeva dare un senso e si domandò se fosse diventato incapace di distinguere tra impressioni e realtà. Doveva essere rimasto inginocchiato a lungo perché il cielo a est era diventato grigio e le stelle finalmente affondavano nel lago pallido fino a diventare cenere e gli uccelli incominciarono a chiamare dalla riva lontana e il mondo ancora una volta ricomparve.
Cormac McCarthy
Cit. da
Oltre il confine
Frasi di Cormac McCarthy
Non si costruisce un
muro
perché si odia la gente all'esterno, ma perché si amano le persone all'interno.
[15 febbraio 2019]
Donald Trump
Frasi di Donald Trump
Bisogna che l'abate sia molto vigilante e si impegni pre
muro
samente con tutta l'accortezza e la diligenza di cui è capace per non perdere nessuna delle pecorelle a lui affidate.
Benedetto da Norcia
Cit. da
Regola Benedettina
Frasi di Benedetto da Norcia
L'uccello muto che siede sulla pietra,
|
l'umido muschio che gocciola dal
muro
,
|
gli sparsi viottoli invasi dalle erbacce,
|
sono il mio amore ‐ oh, quanto li amo!
Emily Bronte
Frasi di Emily Brontë
Sei bellissima, non hai bisogno che ci sia un uomo lì a ricordartelo.
Sei bellissima, da sola forse ancor di più, anche senza un uomo che ti tolga il rossetto dalle labbra, anche quando sei spettinata o struccata, quando vai di fretta o ti fermi per strada. Quando hai fiumi di parole che non riesci a dire, quando te ne stai in silenzio. Quando ti emozioni per una frase letta su un libro o su un
muro
.
Sei bellissima il sabato sera quando ti prepari, ti trucchi, indossi il tuo vestito più bello, il profumo preferito ed esci, anche se non c'è nessuno lì fuori, sotto casa ad aspettarti.
Già... anche quando non hai nessuno a dirti che sei bellissima, lo fai per stare bene con te stessa, ed è l'unica cosa che conta, tu esci... e vedrai che farai innamorare il mondo.
Sei bellissima quando passeggi da sola, con le cuffie nelle orecchie e pensi, immagini... sogni. Ti proietti altrove e tutto si rispecchia nei tuoi occhi, sei bellissima e non lo sai, e qualcuno si sta già innamorando di te, perché sei una persona bella, perché ami così tanto che quasi ti distruggi, perché ti fai in quattro per tutti anche sapendo che indietro non ti tornerà nulla, per te l'importante è dare.
Sei bellissima perché ci credi sempre, ci speri... anche quando non dovresti.
Anonimo
A Pegli c'era una scritta sul
muro
: "Anarchico e comunista". Io ridevo: che cazzo voleva dire? È una colossale contraddizione.
Gino Paoli
Cit. da
Il tempo.it, intervista, 22 gennaio 2009
Frasi di Gino Paoli
Che faccia tosta quei Nonsochi. Invitarmi laggiù... con tanto poco preavviso. Perfino se volessi andare i miei impegni non me lo consentirebbero.
[sfoglia l'agenda]
Ore 16: autocommiserazione.
16:30: fissare il
muro
.
Ore 17: risolvere la fame nel mondo e non dirlo a nessuno.
17:30: ginnastica.
18:30: la cena con me, questo non lo posso rimandare ancora.
Ore 19: lottare contro il disprezzo per me stesso.
L'agenda è piena. Certo se sposto l'autodisprezzo alle 21 avrò ancora il tempo di sdraiarmi a letto a fissare il soffitto e scivolare lentamente nella pazzia. Ma che vestito mi metto?
Grinch
Dal film:
Il Grinch
Scheda film e trama
Frasi del film
Il cadavere aprì gli occhi.
Era disteso in un letto, supino. La stanza era bianca, illuminata dalla luce del giorno. Sul
muro
, proprio davanti a lui, c'era un crocifisso di legno.
Osservò le proprie mani adagiate lungo i fianchi, sulle lenzuola candide. Era come se non gli appartenessero, come se fossero di qualcun altro. Ne sollevò una ‐ la destra ‐ e la tenne davanti agli occhi per guardarla meglio. Fu allora che sfiorò le bende che gli coprivano il capo. Era ferito, ma si accorse di non provare dolore.
Si voltò verso la finestra. Il vetro gli restituì il debole riflesso del suo volto. In quel momento, arrivò la paura. La domanda gli fece male. Ma ancor più, la consapevolezza di non conoscere la risposta.
Chi sono io?
Donato Carrisi
Cit. da
Il tribunale delle anime ‐ Incipit
Frasi di Donato Carrisi
C'è un bel sole, onde di schiuma
|
e sabbia fine e Pilar
|
vuole andare a sfoggiare
|
il suo cappellino con la piuma
|
|
Guarda che bimba divina
|
grida il padre e poi la bacia
|
Vai libera passerottina
|
e riportami la sabbiolina!
|
|
Io vado con la mia bambina
|
Dice la mamma pre
muro
sa.
|
Ma non macchiare con la sabbia
|
le tue scarpettine rosa!
|
|
Andarono nel giardino,
|
nel vialetto con il tiglio,
|
la mamma colse una rosa
|
e Pilar scelse un bel giglio.
|
|
Lei è pronta per il gioco
|
con cerchio, secchio e paletta.
|
Il secchio è color violetta
|
e il cerchio è color del fuoco.
|
|
Vengono a vederle passare,
|
nessuno le lascia partire.
|
La mamma si mette a ridere
|
ma un vecchio si mette a piangere.
|
|
L'aria fresca spettina
|
Pilar che viene e va
|
e spiritosa domanda Mamà!
|
ma tu lo sai chi è una regina?
|
|
E se torneranno di sera
|
dalla riva del mare,
|
per la mamma e per Pilar
|
papà il calesse manderà.
|
|
La spiaggia è proprio bella.
|
Tutto il mondo si incontra lì.
|
Porta gli occhiali la nonna
|
della francesina Magalì
|
|
C'è Alberto il militare
|
che ha guidato la processione
|
con il tricorno e il bastone
|
e ha spinto una barca nel mare.
|
|
Che cattiva Maddalena
|
con i suoi nastri e nastrini
|
che sotterra quella povera
|
bambola senza i piedini!
|
|
Conversano là sui cuscini
|
sedute con i cavalieri
|
le signore come fiori
|
all'ombra degli ombrellini.
|
|
Però con quel modo di fare
|
è tanto serio e triste il mare.
|
È più allegro laggiù, là avanti,
|
dove vanno tutti quanti!
|
|
Si dice che il mare canta
|
meglio laggiù, nel popolare.
|
e che la sabbia è più bianca
|
dove le bimbe sole possono stare.
|
|
Pilar corre dalla sua Mamà:
|
Mamà, io sarò buona, tanto buona,
|
Lasciami andare sola sulla riva
|
Laggiù dove mi vedi, un pò più in là...
|
|
Questa bambina capricciosa!
|
Tutti i giorni mi fa arrabbiare!
|
Vai, ma sta attenta a non sporcare
|
quelle tue scarpettine rosa!
|
|
Le giunge ai piedi la schiuma.
|
Gridano allegre tutte e due.
|
Se ne va dicendo Addio!
|
Quella con cappellino con la piuma.
|
|
Va laggiù molto lontano
|
dove l'acqua è più benefica,
|
dove si siedono i poveri
|
dove si siedono i vecchi.
|
|
Andò la bambina a giocare,
|
la spuma bianca calò
|
e passò il tempo e passò
|
un aquila sopra il mare.
|
|
E mentre il sole tramontava
|
dietro la duna dorata
|
giunse zitto un cappellino
|
che sulla sabbia camminava.
|
|
Fatica tanto, fa fatica
|
a camminare... ma che cos'ha
|
Pilar che cammina così, cos'ha
|
che viene a testa bassa sino qua?
|
|
Lo sa bene la bella Mamà
|
Perché fatica tanto ad andare:
|
Le tue scarpette rosa Pilar?
|
Dove le hai messe? Dimmelo già!
|
|
Ahi cattiva! ma dove saranno?
|
Dimmi dove, Pilar! Signora
|
Dice una donna piangendo,
|
Sono qui! Guardi! Qui stanno!
|
|
Io ho una bimba malata
|
che piange nella stanza oscura
|
e la porto sulla riva del mare
|
a vedere il sole, a riposare.
|
|
Ieri notte sognò e sognò
|
con il cielo e udì un canto.
|
mi ha fatto paura, ne ho pianto
|
l'ho portata e s'addormentò.
|
|
Con quei minuti braccini
|
stava come abbracciando
|
e io guardando e guardando
|
quei suoi scalzi piedini.
|
|
Mi giunse vicino la schiuma,
|
alzai gli occhi e vidi
|
questa bambina davanti a me,
|
col suo cappellino con la piuma.
|
|
Sembra proprio come dipinta
|
la tua bambina. Sembra finta.
|
Vuole giocare? Volesse!
|
Perché non ha le scarpette?
|
|
La guardò, le prese le manine,
|
i freddi piedini le toccò.
|
Oh, prendi le mie scarpine!
|
Io ne ho tante! Troppe ne ho!
|
|
Non so bene bella signora
|
Che cosa è successo allora.
|
Su quei nudi piedini le pose
|
quelle scarpette come due rose.
|
|
Si videro apparire i fazzoletti
|
Di una russa e di un'inglese
|
e la nonna di Magalí
|
si tolse gli occhiali lì per lì.
|
|
La Mamà aperse le braccia
|
e strinse al petto Pilar.
|
Prese la giacca sciupata
|
senza nastri, malandata.
|
|
Tutto lo vuole sapere
|
sulla malata la Mamà.
|
Non vuole sapere che piange
|
quella donna per la povertà
|
|
Sì Pilar, daglielo e anche quello!
|
Il tuo mantello, il tuo anello!
|
Le diede il denaro, ogni cosa,
|
un bacio e poi anche la rosa.
|
|
Tornano zitte e stanche
|
alla casa col giardino
|
Pilar sta seduta sul cuscino
|
alla destra delle panche.
|
|
E dice una bella farfalla
|
che vide dalla tuberosa
|
custodire sotto una palla
|
di vetro le scarpettine rosa.
José Martí
Titolo della poesia:
Le scarpette rosa
Frasi di José Martí
Mi piaceva il trucco del
muro
di sabbia. Era bellissimo... bastardo.
[a Imhotep]
Benit Gabor
Dal film:
La mummia
Scheda film e trama
Frasi del film
[La caduta del
muro
di Berlino]
Segna l'apogeo dell'idea originaria di Europa comunitaria: che, di fronte al cambio di passo della storia, sente forte la responsabilità del momento e fa il passo importante di un allargamento rapido; che si verifica nel giro di quindici anni, dall'89 al 2004, quando l'Ue passa da 12 a 25 Stati membri.
Enzo Moavero Milanesi
Cit. da
ilsussidiario.net, intervista, 23 agosto 2016
Frasi di Enzo Moavero Milanesi
Alcuni tennisti immortali hanno iniziato giocando al benedetto batti
muro
. Ha cominciato così René Lacoste, quello del coccodrilletto, e ci giocava tanto che suo papà doveva fargli intonacare il
muro
ad ogni stagione.
[la Repubblica, 14 febbraio 1997]
Gianni Clerici
Frasi di Gianni Clerici
Quel parassita! Totalmente incapace! Quel parvenu! Quel fannullone! Come osa dichiararmi impossibilitato ad agire?! Forse domani dichiarerà che sono pazzo!
[...]
Che ne ha fatto della nostra aviazione?! Per quello che ha fatto dell'aviazione andrebbe messo al
muro
! È stato quel morfinomane a portare la corruzione in questo paese e a farla dilagare! E adesso questo tradimento verso la mia persona! Verso la mia persona! Voglio che Göring sia destituito subito. Gli si tolga ogni carica. E se non dovessi sopravvivere a questa guerra, che quell'uomo sia giustiziato all'istante.
Adolf Hitler
Dal film:
La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler
Scheda film e trama
Frasi del film
Riformista è chi non sbatte la testa contro un
muro
, perché sa che è la testa a rompersi e non il
muro
. Riformista è chi vuole cambiare il mondo col buonsenso.
[Riformista è cu un si sbatti a testa o muru, picchì sapi ca è a testa a rumpirisi, no u muru. Riformista è cu vuoli canciari u munnu senza tagghiari a testa a nissunu...]
Peppino Torrenuova
Dal film:
Baarìa
Scheda film e trama
Frasi del film
Se il sonno fosse (c'è chi dice) una
|
tregua, un puro riposo della mente,
|
perché, se ti si desta bruscamente,
|
senti che t'han rubato una fortuna?
|
Perché è triste levarsi presto? L'ora
|
ci deruba d'un dono inconcepibile,
|
intimo al punto da esser traducibile
|
solo in sopore, che la veglia dora
|
di sogni, forse pallidi riflessi
|
interrotti dei tesori dell'ombra,
|
d'un mondo intemporale, senza nome,
|
che il giorno deforma nei suoi specchi.
|
Chi sarai questa notte nell'oscuro
|
sonno, dall'altra parte del tuo
muro
?
Jorge Luis Borges
Titolo della poesia:
Se il sonno
Frasi di Jorge Luis Borges
Il carcere è profondo e di pietra; la sua forma, quella di un emisfero quasi perfetto, perché il pavimento (anch'esso di pietra) è un po' minore di un cerchio massimo, il che agrava in qualche modo i sentimenti di oppressione e vastità. Un
muro
lo taglia a metà; esso benché sia altissimo non tocca la volta. Da un lato sto io, Tzinacàn, mago della piramide di Qaholom, che Pedro de Alvarado incendiò; dall'altro è un giaguaro, che misura con segreti passi uguali il tempo e lo spazio della prigione.
Jorge Luis Borges
Cit. da
L'Aleph - La scrittura del Dio ‐ Incipit
Frasi di Jorge Luis Borges
Molina
: Portava un lungo abito di lamè nero, che le aderiva come un guanto. Ma la poverina era prigioniera di una gigantesca rete di ragno, prodotta dal suo stesso corpo. Un giorno un naufrago approdò sulla spiaggia. Lei lo nutrì, e gli medicò le ferite. Lo curò con amore, e lo riportò alla vita. Quando lui si svegliò, guardò intensamente la Donna Ragno e vide... una lacrima perfetta che scivolava da sotto la sua maschera.
Valentin
: Perché piangeva?
Molina
: Non lo so. Perché chiedi sempre una spiegazione? Valentin, sono tanto stanco. Sono stanco di soffrire. Non sei solo tu che stai male. Tu non sai, io sto tanto male dentro.
Valentin
: Dov'è che ti fa male?
Molina
: Eh... il collo e le spalle. Perché la malinconia deve sempre concentrarsi nello stesso posto? Per favore, non toccarmi.
Valentin
: Un amico non può nemmeno toccarti?
Molina
: Mi fa stare solo peggio.
Valentin
: Perché?
Molina
: Perché mi sono innamorato di te. Scusami, Valentin, vorrei che non fosse mai successo.
Valentin
: Lo capisco. Non c'è niente da vergognarsi. Posso toccarti ora?
Molina
: Se non ti fa schifo mi piacerebbe. Posso toccare la tua ferita?
Valentin
: Certo.
Molina
: Fa' di me ciò che vuoi, perché è questo che voglio. Se non ti fa schifo.
Valentin
: D'accordo.
Molina
: Sei tanto carino con me.
Valentin
: No, sei tu che sei carino.
Molina
: Aspetta. Sono schiacciato contro il
muro
. Così va meglio. Sai, quando mi sono svegliato mi sono messo una mano sulla tempia, per sentire la mia ferita.
Valentin
: Tu non hai nessuna ferita.
Molina
: Come se non fossi più io, in qualche modo. Come fossi tu. Senti, non parliamone più. Non parliamo più di niente. Te lo chiedo solo per stamattina. Non ti interessa sapere il perché?
Valentin
: Perché?
Molina
: Perché sono veramente felice, e non voglio sciupare tutto questo. La cosa più bella quando ci si sente felici, eh, è che sembra che non si sarà mai più infelici.
Dal film:
Il bacio della donna ragno
Scheda film e trama
Frasi del film
Paul
: Allora. Sei pronto?
Auggie
: Pronto. Quando vuoi.
Paul
: Sono tutt'orecchie.
Auggie
: Mi ricordo quella volta che mi hai chiesto come ho iniziato a fare le foto. Beh, questa è la storia della mia prima macchina fotografica. Veramente, prima e unica. Mi segui fin qui?
Paul
: Parola per parola.
Auggie
: Dunque. Ecco come sono andate le cose. Okay. Era l'estate del '76, all'epoca del mio primo lavoro per Vinnie, l'estate del Bicentenario. Una mattina al negozio un ragazzo cominciò a rubare delle cose. Stava giù, alla scansia dei tascabili, e si infilava le riviste porno sotto la maglietta. Non l'ho visto sùbito, c'era gente intorno al bancone, ma come me ne sono accorto, ho iniziato a strillare. Lui è scappato come un coniglio, shhh! E quando sono uscito fuori dal bancone, aveva già le chiappe sulla Settima Strada. L'ho rincorso per circa un isolato, poi ho lasciato stare. Gli era caduta qualcosa mentre scappava. E... dato che non me la sentivo più di correre, l'ho raccolta, per vedere cosa fosse. Era il suo portafogli. Non c'erano soldi dentro, ma c'era la sua patente, e altre tre o quattro fotografie. Avrei potuto farlo arrestare, certo, c'era nome e indirizzo sulla patente, ma sai, mi dispiaceva. Era solo un teppistello. E una volta viste quelle foto nel portafogli, non ce l'ho più fatta ad essere veramente arrabbiato con lui. Roger Goodwin. Si chiamava così. In una di quelle foto, mi ricordo, stava in braccio alla madre.
In un'altra aveva un trofeo in mano, della scuola, e rideva, felice, come se avesse vinto alla lotteria. Proprio non me la sentivo. Un povero ragazzo di Brooklin. Non era una cosa grave. Tanto chi se ne importa di un paio di giornaletti porno? E così, mi sono tenuto il portafogli. Ehm... ogni volta che sentivo il bisogno di riportarglielo, io rimandavo, e non l'ho mai fatto. Finché arriva Natale, e io non ho niente da fare. Vinnie voleva invitarmi, ma la madre si era ammalata, e lui e la moglie erano corsi a Miami, all'ultimo minuto. Quindi me ne stavo a casa mia, quella mattina. Mi sentivo un po' solo. Quando l'occhio va sul portafogli di Roger Goodwin. Mi sono detto
: "che diavolo, perché non faccio qualcosa di buono? Mi infilo il cappotto e gli riporto il portafogli". Abitava dalle parti di Boerum Hill, nelle case popolari. Mi ricordo che faceva un freddo cane, quel giorno. Mi sono perso molte volte prima di trovarlo. Le case sono tutte uguali, laggiù. Giri nello stesso punto e credi di stare da un'altra parte.
Comunque, alla fine arrivo al palazzo che cercavo, alla casa che cercavo, e suono il campanello. Non succede niente. Penso che non ci sia nessuno. Suono di nuovo, per esserne sicuro. Ormai sto per andarmene; aspetto un altro po', e sento trafficare dietro la porta. E una voce di vecchia chiede
: "Chi è?". E io dico: "Sto cercando Roger Goodwin". "Sei tu, Roger?", mi dice. E dà quindici mandate per aprire la porta. Avrà avuto almeno 80 anni, se non addirittura 90! E la prima cosa che noto di lei è che è cieca. "Lo sapevo che saresti venuto, Roger", dice. "Lo sapevo che non avresti dimenticato nonna Ethel a Natale". E poi apre le braccia, e mi si avvicina per abbracciarmi. Non ho tempo per riflettere, capisci? Devo dire qualcosa in fretta. E prima che realizzo ciò che sta accadendo, le parole mi escono dalla bocca. "Proprio così, nonna Ethel", dissi, "sono tornato a trovarti per Natale". Non mi chiedere perché l'ho detto. Non ne ho la minima idea. Mi è uscito così.
D'improvviso la signora comincia ad abbracciarmi, davanti alla porta, e anch'io l'abbraccio. Era come se tutti e due avessimo deciso di giocare questo gioco senza doverne stabilire le regole. Sapeva benissimo che non ero il nipote. Era vecchia e debole, ma non così andata da non saper distinguere un perfetto sconosciuto ad uno di famiglia. Fu felice di fare come se fosse vero. E dato che non avevo di meglio da fare, fui contento di assecondarla. Insomma, entrammo in casa e passammo la giornata insieme, e quando mi chiedeva quello che facevo, io le mentivo. Le raccontai che avevo trovato lavoro in una tabaccheria, le dissi che stavo per sposarmi, inventai centinaia di storie, e lei faceva finta di credere a ogni cosa. "Ma bene, Roger", diceva, muovendo il capo e sorridendo, "ho sempre saputo che ti sarebbe andata bene". Mah. Dopo un po', cominciai ad avere fame, e siccome in casa non c'era niente da mangiare, andai a cercare un negozio lì vicino, e tornai su carico di roba. Pollo arrosto, zuppa di verdure, patate bollite, insomma un mucchio di roba.
Nonna Ethel aveva un paio di bottiglie nascoste in camera da letto, eh, eh, eh! E così fra tutti e due riuscimmo a mettere su una discreta cena di Natale. Eravamo tutti e due un po' brilli, mi ricordo, e dopo pranzo andammo a metterci di là, nel soggiorno, dove si stava seduti più comodi. Dovevo fare pipì, così a un certo punto ho chiesto scusa e sono andato al bagno, in fondo al corridoio. E qui la cosa prende un'altra piega. Era già stato stravagante giocare al nipote di nonna Ethel, ma quello che feci poi fu decisamente folle, e non me lo sono mai perdonato da allora. Entro nel bagno, e accatastate contro il
muro
vicino alla doccia, vedo una pila di sei o sette macchine fotografiche, del tutto nuove.
Macchinette trentacinque millimetri, ancora nella scatola. Non avevo mai scattato una foto in vita mia, e tantomeno avevo mai rubato. Ma come vidi quella pila di macchinette abbandonate nel bagno, decisi che ne volevo una tutta per me. Una come quelle. E senza pensarci un istante, ne prendo una, me la metto sotto il braccio, apro la porta del bagno e torno nel soggiorno. Non ci ho messo più di tre minuti, ma nel frattempo nonna Ethel si era addormentata. Troppo Chianti, immagino. Andai in cucina, a lavare i piatti, e in mezzo a quel fracasso lei dormiva come una bambina. Non c'era motivo di disturbarla, quindi decisi di andarmene. Non potei lasciarle neanche un biglietto di saluto, dato che era cieca. Me ne andai e basta. Misi il portafogli del nipote sul tavolo. Ripresi la macchinetta e lasciai l'appartamento. Fine della storia.
Paul
: L'hai più rivista? Sei mai tornato a trovarla?
Auggie
: Una volta, tre o quattro mesi dopo. Io stavo malissimo per il furto della macchinetta, non l'avevo neanche usata. Finalmente decisi di riportarla, ma nonna Ethel lì non c'era più. Qualcun altro viveva in quell'appartamento, e non sapeva dove fosse finita.
Paul
: Probabilmente era morta.
Auggie
: Sì, probabilmente.
Paul
: Il che vuol dire che ha passato il suo ultimo Natale con te.
Auggie
: Forse sì. Non ci avevo mai pensato.
Paul
: È stata una buona azione, Auggie. Hai fatto una bella cosa per lei.
Auggie
: Le ho mentito, le ho rubato un oggetto, e tu la chiami una buona azione?
Paul
: Beh, l'hai fatta felice. La macchinetta era sicuramente... rubata, non l'hai tolta al... al proprietario.
Auggie
: Qualsiasi cosa nel nome dell'arte, eh?
Paul
: No, non è proprio così. In fondo ne hai fatto un buon uso.
Auggie
: E tu ora hai la tua storia di Natale, no?
Paul
: Sì, immagino di sì. Il raccontare è un vero talento, Auggie. Per fare una bella storia devi sapere quali bottoni spingere. Tu sei al pari dei maestri.
Auggie
: Che vuoi dire?
Paul
: Voglio dire che è una bella storia.
Auggie
: Cazzo, se non confidi i tuoi segreti agli amici, allora che amico sei?
Paul
: Giusto. Non varrebbe la pena di vivere altrimenti, no? "Il racconto di Natale di Auggie Wren", scritto da Paul Benjamin.
Dal film:
Smoke
Scheda film e trama
Frasi del film
Auggie e Vinnie
: Ah, ah, ah, ah!
Vinnie
: Non prendi mai niente sul serio tu, eh?
Auggie
: Ah, ah, ah, ah! Ad ogni modo ci provo! Fa bene alla salute. Prendiamo te, Vincent. Tu sei quello con moglie e tre figlioletti e una bella villa a Long Island. Sei tu quello con le... con le scarpe bianche, e la Cadillac bianca, e i tappetini bianchi, ma hai avuto due infarti. Io ancora aspetto il mio primo.
Vinnie
: Dovrei smetterla con questi cosi, ecco che dovrei fare.
Auggie
: Eh!
Vinnie
: Maledetti sigari, prima o poi mi ammazzeranno.
Auggie
: Divertiti finché puoi, Vin. Tanto ci penserà la legge a farci smettere.
Vinnie
: Eh, un giorno o l'altro basterà un sigaro per finire fucilati contro un
muro
.
Auggie
: Oggi il tabacco, domani il sesso.
Vinnie
: Hm.
Auggie
: Tra tre o quattro anni sarà proibito sorridere agli sconosciuti.
Vinnie
: A proposito, di' un po': vai sempre avanti con quella storia del contratto di Montecristos?
Auggie
: È tutto a posto. Il mio uomo a Miami m'ha detto che è questione di settimane. Sicuro che non ci vuoi entrare?
Vinnie
: Hm!
Auggie
: Cinquemila dollari di investimento e diecimila di guadagno garantito. Un consorzio di avvocati e giudici che non vedono l'ora di mettere le labbra su un sigaro cubano.
Vinnie
: Non mi importa quello che fai, solo non farti prendere, eh? A quanto ne so è ancora illegale fumare sigari cubani in questo Paese.
Auggie
: È la legge che li compra! Proprio questo è il bello! Quando mai un giudice si è mandato in carcere da solo?
Vinnie
: Fa' come vuoi, ma non tenere le scatole qui per troppo tempo.
Auggie
: Entrano e escono, ho pianificato ogni minimo dettaglio.
Vinnie
: Devo andare. Terry mi darà il tormento se arrivo tardi. Ci vediamo a settembre, Auggie.
Auggie
: Okay, amico mio.
Dal film:
Smoke
Scheda film e trama
Frasi del film
C'era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di avere il cuore più bello del mondo, o quantomeno della vallata. Tutti quanti glielo ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun difetto.
Erano tutti concordi nell'ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s'insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso.
All'improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergendo dalla folla disse:
‐ "
Beh, a dire il vero... il tuo cuore è molto meno bello del mio.
"
Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla, e del ragazzo.
Certo, il cuore del vecchio batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C'erano zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene. Così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta, era pieno di grossi buchi dove mancavano interi pezzi. Così tutti quanti osservavano il vecchio, colmi di perplessità, domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse bello.
Il giovane guardò com'era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere:
‐ "
Starai scherzando?!
" ‐ disse. "
Confronta il tuo cuore con il mio: il mio è perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime.
"
‐ "
E' vero!
" ‐ ammise il vecchio. ‐ "
Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai cambio col mio. Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel'ho dato, e spesso ne ho ricevuto in cambio un pezzo del loro cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. Ma, certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi e così ho qualche bitorzolo, a cui però sono affezionato: ciascuno mi ricorda l'amore che ho condiviso.
Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini. Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l'amore che ho provato anche per queste persone...e chissà? Forse un giorno ritorneranno, e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro.
Comprendi, adesso, che cosa sia il vero amore?
"
Il giovane rimase senza parole. Lacrime copiose iniziarono a rigargli il volto. Prese allora un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio, e gliel'offrì con le mani che tremavano. Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore. Poi il vecchio prese un pezzo del suo cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane.
Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo. Poi il vecchio aggiunse:
‐ "
Se la nota musicale dicesse: Non è la nota che fa la musica... Non ci sarebbero le sinfonie.
Se la parola dicesse: Non è una parola che può fare una pagina... Non ci sarebbero i libri.
Se la pietra dicesse: Non è una pietra che può alzare un
muro
... Non ci sarebbero case.
Se la goccia d'acqua dicesse: Non è una goccia d'acqua che può fare un fiume... Non ci sarebbero gli oceani.
Se l'uomo dicesse: Non è un gesto d'amore che può rendere felici e cambiare il destino del mondo... Non ci sarebbero mai né giustizia, né pace, né felicità sulla terra degli uomini
".
Dopo aver ascoltato, il giovane guardò il suo cuore, che non era più
il cuore più bello del mondo
, eppure lo trovava più meraviglioso che mai: perché l'amore del vecchio ora scorreva dentro di lui.
Come la sinfonia ha bisogno di ogni nota; come il libro ha bisogno di ogni parola; come la casa ha bisogno di ogni pietra; come l'oceano ha bisogno di ogni goccia d'acqua; così il mondo ha bisogno di te, ha bisogno del tuo amore, perché sei unico ed insostituibile.
Da:
Il cuore più bello del mondo
Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche,
trascinarsi per strade di negri all'alba in cerca di droga rabbiosa,
hipsters dal capo d'angelo ardenti per l'antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte,
che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su partiti a fumare nel buio soprannaturale di soffitte a acqua fredda fluttuando sulle cime delle città contemplando jazz,
che mostravano il cervello al Cielo sotto la Elevated e vedevano angeli Maomettani illuminati barcollanti su tetti di casermette
che passavano per le università con freddi occhi radiosi allucinati di Arkansas e tragedie blakiane fra gli eruditi della guerra,
che venivano espulsi dalle accademie come pazzi & per aver pubblicato odi oscene sulle finestre del teschio,
che si accucciavano in mutande in stanze non sbarbate, bruciando denaro nella spazzatura e ascoltando il Terrore attraverso il
muro
,
che erano arrestati nelle loro barbe pubiche ritornando da Laredo con una cintura di marijuana per New York,
che mangiavano fuoco in alberghi vernice o bevevano trementina nella Paradise Alley, morte, o notte dopo notte si purgatoratizzavano il torso
con sogni, droghe, incubi di risveglio, alcool e uccello e sbronze a non finire,
incomparabili strade cieche di nebbia tremante e folgore mentale in balzi verso i poli di Canada & Paterson, illuminando tutto il mondo immobile del Tempo in mezzo,
solidità Peyota di corridoi, albe cimiteri alberi verdi retro cortili, sbronze di vino sopra i tetti, rioni di botteghe in gioiose corse drogate neon balenio di semafori, vibrazioni di sole e luna e alberi nei rombanti crepuscoli invernali di Brooklyn, fracasso di pattumiere e dolce regale luce della mente,
che si incatenavano ai subways in corse interminabili dal Battery al santo Bronx pieni di simpamina finché lo strepito di ruote e bambini li faceva scendere tremanti a bocca pesta e scassati stremati nella mente svuotata di fantasia nella luce desolata dello Zoo,
che affondavano tutta la notte nella luce sottomarina di Bickford fluttuavano fuori e passavano un pomeriggio di birra svanita nel desolato Fugazzi ascoltando lo spacco del destino al jukebox all'idrogeno,
che parlavano settanta ore di seguito dal parco alla stanza al bar a Bellevue9 al museo al ponte di Brooklyn,
schiera perduta di conversatori platonici precipiti dai gradini d'ingresso dalle scale di sicurezza dai
davanzali dall'Empire State giù dalla luna, farfugliando strillando vomitando sussurrando fatti
e ricordi e aneddoti e sensazioni ottiche e shocks di ospedali e carceri e guerre, interi intelletti rigurgitati in un richiamo totale per
sette giorni e notti con occhi brillanti, carne
da Sinagoga sbattuta per terra, che svanivano nel nulla Zen New Jersey lasciando
una scia di ambigue cartoline del Municipio di Atlantic City, straziati da sudori Orientali e scricchiolii d'ossa
Tangerini e emicranie Cinesi nel rientro dalla streppa in una squallida stanza mobiliata di
Newark23, che giravano e giravano a mezzanotte tra i binari
morti chiedendosi dove andare, e andavano, senza lasciare cuori spezzati, che accendevano sigarette in carri merci carri merci
carri merci strepitanti nella neve verso fattorie
solitarie nella notte dei nonni, che studiavano Piotino Poe San Giovanni della Croce
telepatia e cabala del bop perché il cosmo vibrava istintivamente ai loro piedi nel Kansas, che stavano soli per le strade dello Idaho in cerca di
visionari angeli indiani che erano visionari angeli
indiani, che credevano di essere soltanto matti quando Baltimore luccicava in un'estasi soprannaturale, che sobbalzavano in limousine col Cinese dell'Oklahoma sotto l'impulso di inverno mezzanotte luce stradale provincia pioggia,
che indugiavano affamati e soli a Houston in cerca di jazz o sesso o minestra, e seguivano il brillante Spagnolo per chiacchierare sull'America e l'Eternità, causa persa, e cosi si imbarcavano per l'Africa,
che scomparivano nei vulcani del Messico non lasciando che l'ombra dei jeans e la lava e ceneri di poesia sparse nella Chicago caminetto,
che riapparivano sulla West Coast indagando sul f.b.i. barbuti e in calzoncini con grandi occhi pacifisti sexy nella pelle scura distribuendo volantini incomprensibili,
che si bucavano le braccia con sigarette protestando contro la nebbia di tabacco narcotico del Capitalismo,
che diffondevano manifesti Supercomunisti in Union Square piangendo e spogliandosi mentre le sirene di Los Alamos li zittivano col loro grido, e gridavano giù per Wall e anche il ferry di Staten Island gridava,
che crollavano piangendo in palestre bianche nudi e tremanti davanti al macchinario di altri scheletri,
che mordevano i poliziotti nel collo e strillavano di felicità nelle camionette per non aver commesso altro delitto che la loro intossicazione e pederastia pazza tra amici,
che urlavano in ginocchio nel subway e venivano trascinati dal tetto sventolando genitali e manoscritti,
che si lasciavano inculare da motociclisti beati, e strillavano di gioia,
che si scambiavano pompini con quei serafini umani, i marinai, carezze di amore Atlantico e Caribbeo,
che scopavano la mattina la sera in giardini di rose e sull'erba di parchi pubblici e cimiteri spargendo il loro seme liberamente su chiunque venisse,
che gli veniva un singhiozzo interminabile cercando di ridacchiare ma finivano con un singhiozzo dietro un tramezzo dei Bagni Turchi quando l'angelo biondo & nudo veniva a trafiggerli con una spada,
che perdevano i loro ragazzi d'amore per le tre vecchie streghe del fato la strega guercia del dollaro eterosessuale la strega guercia che strizza l'occhio dal grembo e la strega guercia che sta li piantata sul culo a spezzare i fili d'oro intellettuali del telaio artigianale,
che copulavano estatici e insaziati con una bottiglia di birra un amante un pacchetto di sigarette una candela e cadevano dal letto, e continuavano sul pavimento e giù per il corridoio e finivano svenuti contro il
muro
con una visione di fica suprema e sperma eludendo l'ultima sbora della coscienza,
che addolcivano le fiche di milioni di ragazze tremanti al tramonto, e avevano gli occhi rossi la mattina ma pronti ad addolcire la fica dell'alba, natiche lampeggianti sotto i granai e nude nel lago,
che andavano a puttane nel Colorado in miriadi di macchine notturne rubate, N.C., eroe segreto di queste poesie, mandrillo e Adone di Denver gioia alla memoria delle sue innumerevoli scopate di ragazze in terreni abbandonati & retrocortili di ristoranti per camionisti, in poltrone traili
ballanti di vecchi cinema, su cime di montagna in caverne o con cameriere secche in strade familiari sottane solitarie alzate & solipsismi particolarmente segreti nei cessi dei distributori di benzina, & magari nei vicoli intorno a casa,
che dissolvevano in grandi cinema luridi, si spostavano in sogno, si svegliavano su una Manhattan improvvisa, e si tiravano su da incubi di cantine ubriachi di Tokay spietato e da orrori di sogni di ferro della Terza Strada & inciampavano verso l'Ufficio Assistenza,
che camminavano tutta la notte con le scarpe piene di sangue su moli coperti di neve aspettando che una porta sullo East River si aprisse su una stanza piena di vapore caldo e di oppio,
che creavano grandi drammi suicidi in appartamenti a picco sullo Hudson sotto azzurri fasci antiaerei di luce lunare & le loro teste saranno incoronate di alloro nell'oblio,
che mangiavano stufato d'agnello dell'immaginazione o ingoiavano rospi nel fondo fangoso dei fiumi di Bowery,
che piangevano sulle strade romantiche coi carretti pieni di cipolle e musica scassata,
che sedevano in casse respirando al buio sotto il ponte, e si alzavano per fare clavicembali nelle loro soffitte,
che tossivano al sesto piano di Harlem incoronati di fiamme sotto il cielo tubercolare circondati da teologia in cassette da frutta,
che scarabocchiavano tutta la notte in un rock and roll su incantesimi da soffitta destinati a diventare nella mattina giallastra strofe di assurdo,
che cuocevano animali marci polmoni cuori code zampe borsht & tortillas sognando il puro reame vegetale,
che si buttavano sotto furgoni di carne in cerca di un uovo, .
che buttavano orologi dal tetto per gettare il loro voto all'Eternità fuori del Tempo, & per un decennio dopo le sveglie cadevano ogni giorno sul loro capo,
che si tagliavano i polsi tre volte di seguito senza seguito, rinunciavano ed erano costretti ad aprire negozi di antiquariato dove credevano di invecchiare e piangevano,
che venivano arsi vivi nei loro innocenti vestiti di flanella sulla Madison Avenue tra esplosioni di versi di piombo e il frastuono artificiale dei ferrei reggimenti della moda & gli strilli alla nitroglicerina dei finocchi della pubblicità & l'iprite di sinistri redattori intelligenti, o venivano investiti dai taxi ubriachi della Realtà Assoluta,
che si buttavano dal ponte di Brookiyn questo è successo davvero e se ne andavano sconosciuti e dimenticati tra la foschia spettrale di Chinatown minestra vicoli & autopompe, neanche una birra gratis,
che cantavano disperati dalle finestre, cadevano dal finestrino del subway, si buttavano nello sporco Passaic, saltavano su negri, piangevano lungo tutta la strada, ballavano scalzi su bicchieri rotti spaccavano nostalgici dischi Europei di jazz tedesco del 30 finivano il whisky e vomitavano rantolando nel cesso insanguinato, nelle loro orecchie gemiti e l'esplosione di colossali sirene,
che rotolavano giù per le autostrade del passato andando l'un l'altro verso l'hotrod-Golgotha di veglia solitudine-prigione o l'incarnazione del jazz di Birmingham,
che guidavano est ‐ ovest settantadue ore per sapere se io avevo una visione o tu avevi una visione o lui aveva una visione per scoprire l'Eternità,
che andavano a Denver, che morivano a Denver, che ritornavano a Denver & aspettavano invano, che vegliavano a Denver & meditavano senza compagni a Denver e infine se ne andavano per scoprire il Tempo, & ora Denver ha nostalgia dei suoi eroi,
che cadevano in ginocchio in cattedrali senza speranze pregando per l'un l'altro salvezza e luce e seni, finché l'anima si illuminava i capelli per un attimo,
che si sfondavano il cervello in prigione aspettando criminali impossibili dalla testa bionda e il fascino della realtà nei loro cuori che cantavano dolci blues a Alcatraz,
che si ritiravano in Messico per conservarsi alla droga, o a Rocky Mount per il tenero Buddha o a Tangeri a ragazzini o alla Southern Pacific per la locomotiva nera o a Harvard o a Narciso o a Woodlawn alle orge o la fossa,
che chiedevano prove di infermità mentale accusando la radio di ipnotismo & venivano lasciati con la loro pazzia & le loro mani &. una giuria incerta,
che al ccny buttavano patate in insalata ai conferenzieri sul Dadaismo e poi si presentavano sui gradini di pietra del manicomio con teste rapate e discorsi arlecchineschi di suicidio, chiedendo un'immediata lobotomia,
e invece venivano sottoposti al vuoto concreto o insulina metrasol elettricità idroterapia psicoterapia terapia educativa ping pong e amnesia,
che in malinconica protesta rovesciavano un unico simbolico tavolo da ping pong, riposando un poco in catatonia,
ritornando anni dopo proprio calvi eccetto una parrucca di sangue, e lacrime e dita, al visibile destino da pazzo delle corsie delle città-manico-mio dell'Est,
fetidi corridoi di Pilgrim State Rockland e Greystone, litigando con gli echi dell'anima, rockrollando nella mezzanotte solitudine-panca dolmen-rea-mi dell'amore, sogno della vita un incubo, corpi ridotti pietra pesanti come la luna,
con mamma finalmente ..., e l'ultimo libro fantastico scaraventato dalla finestra, e l'ultima porta chiusa alle 4 del mattino e l'ultimo telefono sbattuto in risposta contro il
muro
e l'ultima stanza ammobiliata svuotata fino all'ultimo pezzo di mobilia mentale, una rosa di carta gialla attorcigliata su una gruccia di fil di ferro nell'armadio, e perfino essa immaginaria, nient'altro che un pezzetto di speranza nell'allucinazione ‐
ah, Carl, mentre tu non sei al sicuro io non sono al sicuro, e ora sei davvero nel totale brodo animale del tempo ‐ e che dunque correvano per le strade gelate ossessionati da un lampo improvviso dell'alchimia dell'uso dell'ellisse il catalogo il metro & i piani vibranti,
che sognavano e facevano abissi incarnati nel Tempo & lo Spazio mediante immagini contrapposte, e
intrappolavano l'arcangelo dell'anima tra 2 immagini visive e univano i verbi demenziali e sistemavano insieme il sostantivo e il trattino della coscienza sobbalzando alla sensazione del Pater Omnipotens Aeterni Deus
per ricreare la sintassi e la misura della povera prosa umana e fermarvisi di fronte muti e intelligenti e tremanti di vergogna, ripudiati ma con anima confessa per conformarsi al ritmo del pensiero nella sua testa nuda e infinita,
il pazzo vagabondo e angelo battuto nel Tempo, sconosciuto, ma dicendo qui ciò che si potrebbe lasciar da dire nel tempo dopo la morte,
e si alzavano reincarnati nei vestiti spettrali del jazz all'ombra tromba d'oro della banda e suonavano la sofferenza per amore della nuda mente d'America in un urlo di sassofono elai elai lamma lamma sabacthani che faceva tremare le città fino all'ultima radio
col cuore assoluto della poesia della vita macellato dai loro corpi buono da mangiare per mille anni.
Allen Ginsberg
Cit. da
Urlo
Commenti:
1
Frasi di Allen Ginsberg
Emozioni forti come il primo giorno
Che fanno sparire le cose che ho intorno
Cercherò il tuo sguardo nei posti affollati
La tua libertà oltre i fili spinati
Non potrai capire mai cosa scateni
Quando mi apri la finestra dei tuoi seni
Quel comandamento scritto sui cuscini
Gli innamorati restan sempre ragazzini
Io non lo so dove vanno a finire le ore
Quando ci scorrono addosso e se ne vanno via
Il tempo lava ferite che non può guarire
L'amore è senza rete e senza anestesia
C'è un calendario sul
muro
della mia officina
Per ogni mese una foto futura di te
Che sei ogni giorno più erotica o mia Regina
Non c'è un secondo da perdere
Lorenzo Cherubini
Cit. da
Chiaro di luna
Frasi di Lorenzo Cherubini
Davanti a un
muro
| c'è chi fischia e fa il giro | lamenta che il mondo è cattivo. | Non è nel mio stile | bisogna salire.
Max Gazzè
Cit. da
Splendere ogni giorno il sole
Frasi di Max Gazzè
La felicità è nascosta ovunque, basta cercarla.
Jonathan Kashanian
Frasi di Jonathan Kashanian
Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina | e trattare allo stesso modo questi due impostori.
[If you can meet with Triumph and Disaster | And treat those two impostors just the same.]
|
[If you can meet with Triumph and Disaster | And treat those two impostors just the same.]
[frase scritta su un
muro
alle spalle di Borg e McEnroe, prima della finale di Wimbledon 1980]
Dal film:
Borg McEnroe
Scheda film e trama
Frasi del film
Batman
: Qualunque cosa tu faccia, e qualunque posto andrai, io ti sorveglierò!
[Gli tira fuori sul pugno, un metallo rovente del suo simbolo]
Lex Luthor
: Ma... la campana ha già suonato. E l'hanno sentita, la nelle tenebre in mezzo alle stelle. Din-don, il dio è morto.
[Batman colpisce rabbiosamente invece sul
muro
vicino a Lex, marchiato col suo simbolo, senza però uccidere, e lui sparisce, tutte le celle cominciarono a chiudersi]
La campana! Ormai non si può più fermare!! Lui ha fame, è riuscito a trovarci! E sta arrivando!!! Din din din din din din din din din. Din din din din din din din din din.
Dal film:
Batman v Superman Dawn of Justice
Scheda film e trama
Frasi del film
È bello avere sempre qualcuno che ti ascolta. Ne parlavo appunto oggi con il
muro
.
Anonimo
Sono convinto che nell'uomo esiste una forza infinita, non solo morale ma anche fisica; ma su questa forza grava un freno terribile: l'amore di sé; o più precisamente il pensiero di sé, che genera impotenza. Ma appena l'uomo si libera da questo freno, diventa onnipotente. Avrei voglia di dire che il mezzo migliore per liberarsene è l'amore verso gli altri, ma sarebbe sbagliato. L'onnipotenza è l'assenza di coscienza; l'impotenza pensiero di sé. Liberarsi da questo pensiero di sé si può soltanto per mezzo dell'amore verso gli altri oppure per mezzo del sonno, dell'ebrietà, del lavoro eccetera; tutta la vita dell'uomo trascorre nella ricerca di questa liberazione. Da dove proviene la forza dei veggenti, dei lunatici, dei deliranti o degli uomini sotto l'influenza della passione? Delle madri, degli esseri umani o degli animali che difendono i propri figli? Perché non riusciamo a pronunciare giustamente una parola se pensiamo come va pronunciata giustamente? Perché la punizione più terribile che gli uomini hanno inventato è la reclusione a vita? (La morte come punizione non è stata inventata dagli uomini: essi agiscono in questo caso come arma cieca della provvidenza.) La reclusione a vita, in cui l'uomo è privato di tutto ciò che può aiutarlo a dimenticare se stesso, lo lascia col pensiero eterno di sé. Come può l'uomo salvarsi da questo supplizio? Egli riesce a distrarsi dal pensiero di sé per un secondo osservando un ragno o una scrostatura nel
muro
. È vero che il modo migliore, il più conforme al destino umano per salvarsi dal pensiero di sé è l'amore per gli altri; ma non è facile raggiungere questa felicità.
[Note del viaggio in Svizzera, 15-27 maggio 1857]
Lev Tolstoj
Cit. da
I diari
Frasi di Lev Tolstoj
Charlie
: Avanza lentamente, mi raccomando. Massima attenzione. Adesso tesa il cavo.
I Membro Equipaggio
: Tesa il cavo.
II Membro Equipaggio
: Tesa il cavo.
Lovett
: Sì, ricevuto, okay. Andate giù e superate l'apertura di murata della prima classe. Dovete mettervi al lavoro nella zona reception del ponte D e nella sala da pranzo.
Mir 2
: Okay, Brock, stiamo scendendo lungo lo scafo.
Bodine
: Tesa il cavo.
Lovett
: Okay, va bene, adesso a sinistra, sinistra, sinistra, sinistra!
Bodine
: Okay, okay, più a sinistra. Sì, ricevuto.
Lovett
: Mata Hari al lavoro. Stiamo scendendo lungo le scale. Okay. Lewis, scendiamo al ponte B. Okay, ecco. Ponte A... Ponte B: entra qui.
Bodine
: Okay.
Lovett
: Attenzione all'intelaiatura. Attenzione all'intelaiatura, attenzione, attenzione!
Bodine
: La vedo, la vedo, è tutto a posto.
Lovett
: Portalo giù, portalo giù, portalo giù!
Bodine
: Andiamo benissimo, andiamo benissimo, sta' calmo, capo.
Lovett
: Okay, okay. Gira. Portati... gira, gira, attento al
muro
, attento!
Mir 2
: Cavo fuori, Capitano. Okay, Brock, siamo al pianoforte. Ricevuto?
Lovett
: Okay, ricevuto. Eccoli lì, proprio lì, proprio lì, ecco. Okay, ci... ci siamo, ci siamo, quella è la porta della camera da letto. Quella è la porta della camera da letto.
Bodine
: La vedo. La vedo. Siamo entrati, siamo entrati, bello. Siamo entrati.
Lovett
: Quello è il letto di Hockley. È lì che dormiva, quel figlio di puttana.
Bodine
: Eh, eh! Ahi ahi, qualcuno ha lasciato il rubinetto aperto.
Lovett
: Aspetta, aspetta, aspetta un momento. Torna sulla destra. Quella porta d'armadio. Avvicinati.
Bodine
: Fiuti qualcosa, capo?
Lovett
: Voglio vedere cosa c'è sotto.
Bodine
: Dammi l'uso delle mani. E vai!
Lovett
: Fa' piano, potrebbe cadere a pezzi.
Bodine
: Okay.
Lovett
: Ecco, vai, vai, vai, vai, vai, vai! Girala, gira, gira, vai, vai, vai, continua, continua! Vai, vai, vai, vai, vai, okay, lascialo cadere.
Bodine
: Oh, Santissimo, hai visto che roba, capo?
Lovett
: Prepara lo champagne.
Dal film:
Titanic
Scheda film e trama
Frasi del film
Una vetrata nella notte è un
muro
opaco, | scura quanto la pietra | nella quale è incastonata. | È necessaria la luce |per far cantare la sinfonia dei colori | i cui nessi ne costituiscono la musica..
Maurice Zundel
Cit. da
Una presenza interiore
Frasi di Maurice Zundel
L'uomo che rasenta il proprio
muro
non avrà occhi per l'alba.
Alda Merini
Frasi di Alda Merini
‐ e ora qualche passo
|
da parete a parete,
|
su per questi gradini
|
o giù per quelli,
|
e poi un po' a sinistra,
|
se non a destra,
|
dal
muro
in fondo al
muro
|
fino alla settima soglia,
|
da ovunque, verso ovunque
|
fino al crocevia
|
dove convergono
|
per poi disperdersi
|
le tue speranze, errori, dolori,
|
sforzi, propositi e nuove speranze.
|
|
Una via dopo l'altra,
|
ma senza ritorno.
|
Accessibile soltanto
|
ciò che sta davanti a te,
|
e laggiù a mo' di conforto,
|
curva dopo curva,
|
e stupore su stupore,
|
e veduta su veduta
|
Puoi decidere
|
dove essere o non essere,
|
saltare, svoltare
|
pur di non lasciarsi sfuggire.
|
Quindi di qui o di qua
|
magri per di lì,
|
per istinto, intuizione,
|
per ragione, di sbieco,
|
alla cieca,
|
per scorciatoie intricate.
|
Attraverso infilate di file
|
di corridoi, di portoni,
|
in fretta, perché nel tempo
|
hai poco tempo
|
da luogo a luogo,
|
fino a molti ancora aperti,
|
dove c'è buio ed incertezza
|
ma insieme chiarore, incanto
|
dove c'è gioia, benché il dolore
|
sia pressoché lì accanto
|
e altrove, qua e là,
|
in un altro luogo e ovunque
|
felicità nell'infelicità
|
come parentesi dentro parentesi,
|
e così sia,
|
e d'improvviso un dirupo
|
un dirupo, ma un ponticello
|
un ponticello, ma traballante,
|
traballante, ma c'è solo quello,
|
perché un altro non c'è.
|
Deve pur esserci un' uscita,
|
è più che certo.
|
Ma tu non la cerchi,
|
è lei che ti cerca,
|
e lei fin dall' inizio
|
che ti insegue
|
e il labirinto
|
altro non è
|
se non la tua, finché è possibile,
|
la tua, finché è tua
|
fuga, fuga ‐
Wislawa Szymborska
Titolo della poesia:
Labirinto
Frasi di Wislawa Szymborska
Ace Levy
:
[Non riesce a colpire il bersaglio tirando il coltello]
Signore! Io non capisco: a che serve un coltello in una guerra nucleare? Basta solo spingere un bottone! ...Signore.
Sergente Zim
: Cessate il fuoco! ...Metti la mano su quel
muro
, soldato.
[Ace esita]
METTI LA MANO SU QUEL
MURO
, avanti!!!
[Ace lo fa, e Zim afferra un coltello e lo scaglia sulla mano di Ace, conficcandola sul
muro
]
Ace Levy
: AAARGH! Maledizione! Ahhh..!
Sergente Zim
:
[Rivolto ai presenti]
Il nemico non può spingere un bottone... Se gli mettete fuori uso la mano!
[Strappa via il coltello dalla mano di Ace, il quale urla di dolore]
Medico!
Dal film:
Starship Troopers
Scheda film e trama
Frasi del film
Il Signore è il mio pastore. Il Signore è il mio pastore. Il Signore è il mio pastore. Il Signore è il mio pastore. Il Signore è il mio pastore.
[Ultime parole prima di morire sbattendo la testa contro il
muro
e contro le finestre]
Signora Jones
Dal film:
E venne il giorno
Scheda film e trama
Frasi del film
Un semplice dato: | Dio non s'è nascosto. | Dio si è suicidato.
Giorgio Caproni
Frasi di Giorgio Caproni
Cosa volete ch'io chieda. | Lasciatemi nel mio buio. Solo questo. | Ch'io veda.
Giorgio Caproni
Frasi di Giorgio Caproni
Ah mia famiglia, mia famiglia dispersa
[...]
| ah mia casata | infranta mia lacerata tenda volata via | col suo fuoco e il suo dio.
Giorgio Caproni
Frasi di Giorgio Caproni
La pittura mi ha sempre appassionato. Per me un film è come un quadro vivente che esce da un
muro
. Se Michelangelo e Cézanne tornassero in vita, farebbero i registi.
Bob Dylan
Frasi di Bob Dylan
[Su Francesco Montanari]
Ci siamo incontrati per la prima volta a una festa, lui mi ha chiesto più volte di uscire ma io ho sempre detto di no, avevo paura a frequentare uno così famoso, sono molto gelosa. Una sera però ho ceduto e l'ho incontrato. Lui si è presentato con in regalo un paio di scarpe orribili: a fiori, tacco medio e di una misura più piccola. Lì per lì, mi sono offesa. Ho pensato: Ma guarda questo già mi vuole vestire, non vado bene per lui?. Poi ho capito che dal suo punto di vista era un modo per dimostrare che ci teneva. E in più aveva ingaggiato anche un mago per intrattenermi durante la cena. Il risultato? A fine serata, Francesco era quasi ubriaco, perché per l'emozione aveva alzato un po' il gomito, e il mago tentava di corteggiarmi. Così quando mi ha accompagnato a casa, ero sicura di non volerlo vedere mai più. Gli ho dato un leggero bacio d'addio sulle labbra, ma lui mi ha stretto al
muro
e ha iniziato a baciarmi. Con la sua caparbietà mi ha conquistato. E mi ha cosi tanto spiazzato che piano piano mi sono convinta a dire: Ok, forse voglio una vita piena di sorprese.
Andrea Delogu
Frasi di Andrea Delogu
Poliziotto
: È stata ritrovata ieri notte, su Venice, piantata contro una spalletta.
Drugo
: Per la miseria, dov'era piantata?
Poliziotto
: È una fortuna che non gliel'abbiano smembrata, signor Lebowski.
Drugo
: Ah, che macello!
Poliziotto
: Devono averla presa solo per fare un giro e poi l'hanno abbandonata contro il
muro
di sostegno.
Drugo
: La mia valigetta non c'è, è sparita! Porca...
Poliziotto
: Ah, sì, l'avevo letto sulla denuncia, mi dispiace. Dovrà usare l'altro sportello perentrare.
Drugo
: Ah!
Poliziotto
: Ah, tenga, il retrovisore era in mezzo alla strada, vicino alla macchina. Èfortunato: le hanno lasciato lo stereo e le cassette dei Creedence.
Drugo
: Oh, cazzo! Che cos'è questa puzza di merda?
Poliziotto
: Ah, sì, è probabile che un barbone ci abbia dormito dentro. O forse l'ha usata comegabinetto e poi se n'è andato.
Drugo
: Senta, amico, voi pensate di ritrovarli, i ladri? O insomma, siete in possesso di qualche... indizio...
Poliziotto
: Indizio? Certo, come no! Controllerò con i ragazzi della scientifica giù al laboratorio. Abbiamo altri quattro detective impegnati sul caso. Stiamo facendo i turni! Ah, ah,ah, ah, ah! Indizio! Ah, ah, ah, ah, ah!
Dal film:
Il Grande Lebowski
Scheda film e trama
Frasi del film
Appena si sale all'ultimo piano, dove vivo, ci si ritrova in un pianerottolo tutto di mattoni, con una luce da cantina, c'è un
muro
che si apre ed è la porta. Ma all'interno poi ci sono muri che si spostano, acqua luminosa, specchi che parlano, porte che si aprono al contrario, stanze da bagno come quadri di Magritte, peluches dappertutto... Tutto questo è una mia idea. Mettere su casa per me è stato come mettere in scena uno spettacolo. Da vecchietto farò questo: farò fare il tour di casa mia in venti minuti!
Arturo Brachetti
Frasi di Arturo Brachetti
C'era una grande quiete nella piccola cappella abbandonata. I rumori della fattoria giungevano fievoli attraverso le porte chiuse: le urla d'incitamento ai buoi nei campi lontani, l'abbaiare lamentoso del vecchio cane da guardia e i richiami collerici di Filomena dalla cucina alla piccola trovatella dal viso smorto.
Quel giorno di febbraio volgeva al termine e un raggio di sole, penetrato da una fessura nel
muro
, rivelava la visione di una testa sovrastata da un'aureola, pallida e fluttuante sullo sfondo scuro del coro, come una ninfea sulla sua foglia. Il volto era quello del santo di Assisi, un volto incavato e devastato, acceso da un'estasi di sofferenza, che non sembrava tanto riflettere gli spasimi del Cristo ai cui piedi il santo era inginocchiato, quanto il muto dolore di tutta la povera gente calpestata nel mondo.
Edith Wharton
Cit. da
La valle della decisione ‐ Incipit
Frasi di Edith Wharton
La mia praticità consiste in questo: nel sapere che a battere la testa contro il
muro
è la testa a rompersi e non il
muro
.
Antonio Gramsci
Cit. da
Lettere dal carcere
Frasi di Antonio Gramsci
McKittrick
: Sì, Paul, che succede?
Richter
: Ho controllato i generatori dei numeri a caso, non sono in funzione. Hai trovato qualcosa?
Tecnico
: No, signore, continuo a controllare.
Richter
: Bene. Senti, non so cosa dire. Potrebbe arrivare da qualsiasi parte.
Beringer
: Ah, ah, ah, ah!
Conley
: Signore, è meglio che metta la cuffia.
Beringer
: Sì?
McKittrick
: Generale, la macchina ci ha tagliati fuori. Sta inviando numeri a caso ai silos.
Healy
: Cerca di trovare i codici...
McKittrick
: Sì.
Healy
: ...del lancio dei missili.
McKittrick
: Lo so.
Beringer
: Togliete corrente al maledetto arnese, che diavolo!
McKittrick
: No, non funzionerebbe, Generale. Interpreterebbe l'arresto come distruzione del NORAD. I computer, nei silos, seguirebbero le ultime istruzioni. Lancerebbero.
Beringer
: Non possiamo disarmare i missili?
Healy
: Più di migliaio di missili? Non c'è il tempo. Con questo ritmo scoprirà i codici di lancio in cinque primi e tre secondi.
Beringer
: Signor McKittrick, dopo attenta riflessione, signore, sono giunto alla conclusione che il suo nuovo sistema di difesa è un vero schifo.
McKittrick
: Come si permette, grosso maiale in uniforme?
Beringer
: Oh. Mi aspettavo qualcosa di meglio da lei, da un uomo della sua levatura.
Lem
: Generale, il Presidente.
McKittrick
: Come? Che cosa ha in mente... Che cosa gli dirà?
Beringer
: Che do ordine ai bombardieri di rimanere in attesa. Potremmo essere costretti ad entrare in azione. Sì, signore.
Falken
: Ne ha trovato uno. Quando li troverà tutti e dieci, lancerà i missili.
David
: Non possono inserirsi e fermarlo?
Falken
: No. Loro no. Hanno cancellato la mia parola d'accesso.
David
: Beh, che cosa facciamo?
Falken
: Io non lo so. E tu?
Jennifer
: Ti avevo detto di non giocare con quel coso.
David
: Ha detto bene. Giochiamo!
Falken
: Prova.
Richter
: John, inseriamoci nel sistema.
McKittrick
: È troppo rischioso. Potremmo distruggerlo.
Richter
: Come si è inserito il ragazzo? La backdoor...
Healy
: L'abbiamo tolta.
McKittrick
: E invadere la logica profonda?
Richter
: Continuiamo a sbattere contro un maledetto
muro
.
David
: Se vuole fare una partita, giocàtela! Chieda l'elenco dei giochi.
McKittrick
: Stephen, per la miseria!
Jennifer
: Lo lasci fare. L'ha già fatto prima.
Falken
: Di sicuro non farà peggio di voi, John.
Healy
: Due numeri.
Beringer
: Maledizione! Camminerei sui carboni accesi se servisse a qualcosa. Lasci fare al ragazzo, maggiore!
David
: Elencare i giochi. Scacchi.
Healy
: Tre numeri identificati.
David
: Poker.
Lem
: Il sistema di sicurezza nega qualunque accesso.
David
: Guerra Termonucleare Globale.
McKittrick
: Gioco attualmente in corso.
Healy
: Quattro numeri.
McKittrick
: Stephen, per amor di Dio, fa' qualcosa.
Militare
: Dai, ragazzo, lèvati.
David
: No.
Jennifer
: No. Prova ancora.
David
: Di nuovo. L'elenco, presto!
Lem
: Ci abbiamo già provato.
David
: Lo faccia riapparire!
Falken
: Sì, rivediamolo.
David
: Non è in elenco!
McKittrick
: Cosa non è in elenco?
Falken
: Continua. Ci dev'essere certamente.
David
: Tris. Nuovo gioco.
McKittrick
: Sei inserito. Ordinare il disarmo dei missili.
David
: No! No. Ecco. Accesso negato. Tic-tac-toe. È il tris.
Healy
: Cinque numeri. La metà del codice. Giocatori: uno.
Tecnico
: Metti la X nella casella di centro.
David
: Lo so.
Healy
: Sei numeri.
Beringer
: È impossibile vincere a quel gioco.
David
: Io lo so, lui no. Non l'ha imparato. C'è un modo per farlo giocare contro se stesso?
Falken
: Sì. Numero dei giocatori: zero.
Healy
: Sette!
David
: Avanti! Accidenti, impara!
Healy
: Otto.
Tecnico
: Percorre un ciclo ripetitivo. Attinge sempre più energia dal resto del sistema.
Healy
: Nove numeri. Dieci! Ha trovato il codice. Sta per lanciare.
Jennifer
: Ah!
Militare
: Generale!
Beringer
: Colonnello Conley, chiami il SAC. Voglio un rapporto sulla situazione d'attacco. Maggiore Dawes, chiami il Presidente.
Dawes
: Sissignore.
Beringer
: Maggiore Lem?
Lem
: Tutte le linee di terra sono interrotte. Cerchiamo di ristabilire un contatto radio.
Beringer
: Ha chiamato, colonnello?
Conley
: Tutte le linee di terra sono interrotte. Cerco di collegarmi via satellite.
Beringer
: Va bene. Continui a cercare un contatto. Quando l'avrà ottenuto, voglio un rapporto sulla condizione di attacco di tutti i missili intercontinentali.
Militare
: Top Gun. Cobra Comando NORAD. Rispondete.
Beringer
: Ci serviranno degli aerei cisterna per rifornire.
Dawes
: Ci siete?
Jennifer
: Che sta facendo?
David
: Sta imparando.
Joshua
: Salve, professor Falken.
Falken
: Salve, Joshua.
Joshua
: Strano gioco. L'unica mossa vincente è non giocare. Che ne dice di una bella partita a scacchi?
Beringer
: Colonnello Conley, possiamo andare a DEFCON 5.
Conley
: Sì, signore.
Dal film:
Wargames - Giochi di guerra
Scheda film e trama
Frasi del film
Zingaro
: Io vojo lascia' un segno, come 'sto cojone su YouTube.
Riccardo
: Te sei matto scocciato.
Zingaro
: Io me so' stancato de rimane' inchiodato qui, crocifisso ar
muro
.
Dal film:
Lo chiamavano Jeeg Robot
Scheda film e trama
Frasi del film
Qualcosa c'è che non sopporta un
muro
,
|
e sotto vi incunea le zolle rigonfie di gelo,
|
e al sole fa cadere le pietre più alte,
|
e apre brecce per dove anche in due ci si passa.
|
Altri sono i danni dei cacciatori :
|
ci sono stato attento e ho riparato
|
là dove non avevano lasciato
|
pietra su pietra; ma erano decisi
|
a stanare la lepre per dar soddisfazione
|
ai cani che guaìvano s. No, voglio dire le brecce
|
che nessuno ha visto o udito fare,
|
ma a primavera si trovano da riparare.
|
Avverto il mio vicino di là dal colle
|
e un giorno ci vediamo per percorrere
|
il confine e fra noi rifare il
muro
.
|
Fra noi teniamo il
muro
mentre andiamo,
|
ciascuno con le pietre che sono cadute nel suo.
|
E alcune son come pani e alcune così tonde
|
che per farIe star su ripetiamo scongiuri.
|
«Rimani dove sei finché non ci voltiamo! »
|
A maneggiarle ci roviniamo le dita.
|
Oh, è solo un'altra specie di giuoco all'ariaperta,
|
uno per parte. O ben poco di più:
|
là dove è il
muro
un
muro
non ci serve:
|
lui è tutto pineta, ed io un frutteto di meli.
|
I miei alberi mai sconfineranno
|
per mangiar le sue pigne, glielo dico.
|
Ma lui: «Buoni confini fanno buoni. vicini ».
|
Che seccatura per me la primavera, cerco
|
di farglielo capire: «Ma perché
|
fanno buoni vicini? Forse dove
|
stanno le mucche: ma qui non ce ne sono.
|
Prima di fare un
muro
dovrei chiedermi
|
quello che intendo riparare o escludere,
|
e a chi potrei recare danno.
|
Qualcosa c'è che non sopporta un
muro
,
|
che lo vuole abbattuto ». Potrei dirgli «gli Elfi »,
|
ma di elfi proprio non si tratta, e poi
|
preferirei che fosse lui a dirlo. Eccolo
|
là che porta una pietra saldamente
|
stretta in ciascuna mano, come un bruto
|
dell'età della pietra armato. Si muove,
|
ai miei occhi, in un buio che non è
|
di boscaglia soltanto o di ombra d'alberi.
|
Non andrà oltre il detto di suo padre,
|
lieto d'averlo ripescato e.- ancora.
|
«buoni confini - dire - buoni vicini ».
Robert Frost
Titolo della poesia:
La riparazione del
muro
Frasi di Robert Frost
Bergman
: Il calore aumenterà fino ai millecinque-duemila gradi centigradi. Al rientro da un volo lunare il calore arriva oltre i duemila gradi.
Armstrong
: Stavamo dicendo, Blanch? Blanch?
Bergman
: La resina epossidica si arrostisce, si corrode...
Armstrong
: Ma Jim diventò mai capo pattuglia dei boy scout?
Blanch
: Sì, certo.
Armstrong
: Ah, sì?
Giornalista
: Se lo scudo termico è minimamente incrinato, l'estremo freddo potrebbe averlo spaccato del tutto e quel che è peggio, se i bulloni esplosivi che controllano i paracadute sono rimasti danneggiati, i paracadute potrebbero non aprirsi affatto, facendo cadere l'astronave in acqua non alle previste venti miglia orarie, ma alla micidiale velocità di 300 miglia all'ora.
Cronkite
: Forse mai nella storia dell'umanità il mondo intero si è sentito unito da un tale dramma universale. Nella città di New York, migliaia di persone sono riunite a Times Square per vedere gli ultimi sviluppi della missione.
Giornalista
: Molti paesi hanno offerto aiuto, e il dipartimento di Stato ha detto che ne farà richiesta, se necessario. La Camera e il Senato hanno votato risoluzioni che chiedono al popolo americano di pregare stasera per gli astronauti.
Cronkite
: A Roma, papa Paolo VI si è raccolto con cinquantamila persone in preghiera per il ritorno degli astronauti. A Gerusalemme si prega davanti al
muro
del pianto.
Dal film:
Apollo 13
Scheda film e trama
Frasi del film
Jim
: Ciao, Fred. Fa un freddo cane qui.
Fred
: Già.
Jim
: Quant'è carina Mary. Non ti vedo tanto bene.
Fred
: Sopravviverò.
Jim
: C'è dell'aspirina nell'armadietto. Se...
Fred
: L'ho già presa. Sto benissimo, Jim. È stato un incidente che Mary sia di nuovo incinta. Dovevi vedere la mia faccia quando me l'ha detto.
Jim
: Beh, sei alquanto recidivo però.
Fred
: Già. Chissà se sarà maschio o femmina.
Jim
: Lo saprai molto presto.
Fred
: Già. Chi se lo sarebbe mai sognato di arrivare a questo punto? Voglio dire, di fare una missione vera. La maggior parte dei miei compagni di scuola non si sono mai mossi da casa, e io? Eccomi qua.
Jim
: Già. Eccoti qua.
Fred
: Mi fa male quando urino.
Jim
: Beh, non bevi abbastanza.
Fred
: Ah, bevo la mia razione come fai tu. Io dico che Swigert mi ha attaccato lo scolo. Ha pisciato nel mio tubo di scarico.
Jim
: Beh, sai quando dovrai spiegare la cosa al medico di volo? Sarà un altro primato per il programma spaziale americano.
Fred
: Senti. Eh... Stavo ripassando alcuni dati, e mi è venuto in mente che questo freddo possa influenzare l'efficienza delle nostre batterie. Avere smesso di riscaldare l'antigelo per risparmiare acqua e energia non ci aiuta per niente.
Jim
: Ci può costare qualche ampere/ora alla fine?
Fred
: Si è possibile.
Jack
: Ho ripassato di nuovo le cifre. Hanno chiamato per il piano di rientro? Stiamo arrivando con troppa pendenza.
Jim
: Stiamo lavorando su un'altra cosa, Jack.
Jack
: Ci fanno scendere troppo veloci.
Fred
: Non mi ricordo il rapporto rispetto alla temperatura e non abbiamo testi a bordo.
Jim
: Beh, chiedi a Houston di richiamare le specifiche dell'equipaggiamento e di controllare.
Jack
: Sentite! Ci hanno dato troppa accelerazione. Ci hanno fatto fare un'accensione troppo lunga. A questa velocità rimbalzeremo fuori dall'atmosfera e non rientreremo mai.
Fred
: Ma di che stai parlando? Come ci sei arrivato?
Jack
: So contare.
Jim
: Jack, metà dei cervelloni del pianeta sta lavorando su...
Fred
: Dicono che andiamo dritti come fusi.
Jack
: se avessero commesso un errore e non ci fosse modo di rimediare credete che ce lo direbbero? Non hanno un motivo al mondo per dircelo.
Fred
: Ma come non ce lo direbbero. È una cazzata.
Jim
: E va bene! Ci sono un migliaio di cose che devono succedere in sequenza. E noi ora siamo al numero 8. Tu stai parlando del numero 692.
Jack
: Io sto cercando di farvi capire che stiamo arrivando troppo veloci, loro lo sanno ed è per questo che non abbiamo ancora quel maledetto piano di rientro.
Jim
: Va bene, ricevuto. Grazie, Jack.
Jack
: Dio maledica questo pezzo di merda.
Fred
: Ehi! Questo pezzo di merda ti riporterà a casa.
Jim
: Ora basta.
Fred
: È l'unica cosa che c'è rimasta, Jack.
Jack
: Spiegati meglio.
Fred
: L'hai capito benissimo che sto dicendo.
Jack
: No, un momento. Io ho solo rimescolato l'ossigeno.
Fred
: Quanto indicava prima che toccassi l'interruttore?
Jack
: Non mi venire a insegnare come si pilota un modulo di comando, capito?
Fred
: Nemmeno lo sai vero?
Jack
: Mi hanno mandato qui a fare un lavoro! Se mi dicono di rimescolare il serbatoio, lo faccio!
Jim
: Jack, on la prendere così, okay?
Jack
: Non è colpa mia!
Jim
: Nessuno dice che lo sia. Se fossi stato sul sedile di sinistra all'arrivo dell'ordine li avrei rimescolati io.
Jack
: Beh, allora dillo a lui.
Fred
: T'ho solo chiesto quanto indicava...
Jim
: Ora basta, ragazzi.
Fred
: ...e tu non lo sai!
Jim
: Sentite, non dobbiamo fare così. Non è proprio il caso. Non possiamo sbattere la testa al
muro
per dieci minuti! Perché tanto poi ci ritroviamo con lo stesso problema: trovare il sistema di restare vivi!
Capcom
: Aquarius, qui Houston.
Jim
: Siamo in automatico?
Fred
: No, non siamo in automatico.
Jim
: Sì, Houston, qui Aquarius, avanti.
Capcom
: Jim, puoi dare un'occhiata all'indicatore del CO2 e darci la lettura?
Jim
: Sì, Houston, era quello che stavamo facendo. La nostra misurazione del CO2 è schizzata su di quattro tacche nell'ultima ora.
Fred
: Non è possibile. Li ho ripassati tre volte quei calcoli.
Capcom
: Sì, è più o meno giusto. Ce l'aspettavamo.
Jim
: Beh, questo ci è di grande conforto. Che cosa dobbiamo fare?
Capcom
: Beh, stiamo lavorando ad una procedura per voi. Mi ricevete?
Fred
: Oh, mamma.
Jim
: Okay, Houston, restiamo in attesa delle procedure.
Fred
: Ho capito perché i miei calcoli erano sbagliati. Ho fatto i calcoli per due persone.
Jack
: Se vuoi posso trattenere il fiato.
Dal film:
Apollo 13
Scheda film e trama
Frasi del film
Non potevo essere io il modello da imitare. Panatta era talento puro. Più facile rifarsi a uno come Björn Borg, tenere un ragazzo quattro o cinque ore al giorno ad allenarsi contro un
muro
. Ma per condannarsi a quelle dosi di lavoro ci voleva appunto la testa di uno come Borg. L'italiano è diverso, ha bisogno di divertirsi. Prendi due ragazzini, uno svedese e un italiano, mettili davanti a un
muro
a palleggiare: dopo un quarto d'ora l'italiano si è già stufato, lo svedese dopo sei ore lo devi fermare.
Adriano Panatta
Frasi di Adriano Panatta
Non mi nasconderò dietro un
muro
di terra mentre altri combattono le nostre battaglie!
Kili
Dal film:
Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate
Scheda film e trama
Frasi del film
Io credo, mr. Assange, che se avessimo avuto in passato uno come lei il
muro
di Berlino sarebbe caduto molti anni prima.
Dal film:
Il quinto potere
Scheda film e trama
Frasi del film
Il 9 novembre 1989 mi trovavo a Berlino ovest, in una Germania ancora divisa. Al convegno a cui partecipavo alcuni dei presenti erano di Berlino est. Una di queste persone, assente quel pomeriggio, più tardi arrivò in uno stato di sovraeccitazione: si era recata nella parte orientale e aveva sentito dire che il
Muro
era sul punto di essere aperto. Un gruppetto di noi corse rapidamente sul posto. Vi erano delle scale appoggiate al
muro
; cominciammo a salire, ma fummo bloccati dalle troupes televisive appena giunte: dovevano salire loro per primi, dicevano, per poterci filmare mentre ci arrampicavamo sul
muro
e arrivavamo in cima. Addirittura riuscirono a persuadere alcuni a scendere e salire una seconda volta, per essere sicuri di aver effettuato una efficace ripresa televisiva. Così si fa la storia sul finire del secolo XX: la televisione non solo arriva prima, ma allestisce lo spettacolo.
Anthony Giddens
Cit. da
Il mondo che cambia
Frasi di Anthony Giddens
Mi dicevi che il mago Houdini riusciva a liberarsi dalle catene.
[rivolto a Zarkov, mentre sono incatenati al
muro
]
Barin
Dal film:
Flash Gordon
Scheda film e trama
Frasi del film
Certe cose quando partono è difficile fermarle, come una bicicletta senza freni in discesa o una slitta sul ghiaccio. Per fermarti o trovi un
muro
o cadi per conto tuo; è raro trovare un tratto pianeggiante tanto ampio da consentire una lenta fermata.
Massimiliano Ardino
Cit. da
Le ossessioni del pinguino
Colonizziamo noi stessi, lavoriamo e muoviamoci con i piedi ben giù, nel fango e nella mota delle opinioni, dei pregiudizi, delle tradizioni, degli inganni e delle apparenze
[...]
finché non arriveremo a un fondo solido e alla viva roccia, che potremo chiamare realtà, e di cui potremo dire: «Questo esiste senza possibilità di errore» e poi, avendo un point d'appui, sotto l'inondazione, il gelo e il fuoco, cominciamo a preparare un luogo dove si possa piantare con sicurezza un
muro
, o uno Stato, o un palo da lampione, o magari un idrometro
[...]
affinché i secoli futuri possano sapere come, a poco a poco, un'inondazione di falsità e apparenze si fosse formata nei secoli trascorsi.
[...]
Morte o vita che sia, desideriamo soltanto la realtà.
Henry David Thoreau
Cit. da
Walden ovvero Vita nei boschi
Frasi di Henry David Thoreau
La storia ha voluto che, dopo lunghi e pazienti contatti informali, che si intensificarono dopo la caduta del
Muro
di Berlino del '89, la maggior parte dei rapporti diplomatici si perfezionasse proprio nel 1992. In quel nuovo clima di libertà ‐ per il quale l'Europa poteva tornare a respirare «a due polmoni», per usare una metafora cara a Giovanni Paolo II ‐ la Santa Sede colse l'occasione per portare il suo contributo allo sviluppo dei popoli che si aprivano a una nuova fase politica e per assicurare la libertà religiosa. Ciò obbedì da una parte al desiderio dei nuovi governi di allacciare contatti regolari con la Chiesa di Roma, di cui riconoscevano il grande contributo alla libertà dei loro popoli; d'altra parte corrispondeva al desiderio della Santa Sede di contribuire al rinnovamento spirituale di questi popoli. Così, nel decisivo quadriennio 1989-1992, la Santa Sede ha potuto stringere rapporti diplomatici con ben 28 nuovi Stati: 6 dell'Europa Orientale, 12 sorti dalla dissoluzione dell'ex Unione Sovietica (7 in Europa e 5 in Asia Centrale) e i 3 Stati baltici. Inoltre, tra i nuovi Paesi in cui la Santa Sede ha potuto iniziare la sua presenza, ben 7 erano dell'area balcanica (i 6 dell'antica Federazione Jugoslava più l'Albania, che nel 1992 aprì la sua ambasciata a Roma). Con tale nuova presenza, la Santa Sede ha oggi regolari rapporti diplomatici con tutti i 47 Stati membri del Consiglio d'Europa, di cui fanno parte anche la Turchia e il Kazakistan, in quanto una parte del loro territorio è nel continente europeo.
Angelo Sodano
Frasi di Angelo Sodano
Nicky
: Cazzo, ha ragione. Hai ragione, io... Succede una cosa quando menti, c'è un problema: ti fotti tutte le opzioni, ti metti con le spalle al
muro
.
Ownes
: Di che cazzo stai parlando? Sei impazzito?
Nicky
: E poi sei costretto veramente a fare una cazzo di stronzata.
Ownes
: Tu vuoi morire?
Nicky
: Beh, se muoio voglio farlo dicendo la verità. E se mento voglio mentire come mente la gente normale. Voglio che mia moglie dica: "Ehi, caro, sembro grassa con questi jeans?" e voglio dire "no, tesoro, sei proprio uno schianto, dovresti indossarlo". È così che voglio mentire. Ma questo, se sono finito. Voglio dire la verità.
Dal film:
Focus - Niente è come sembra
Scheda film e trama
Frasi del film
Morite, morite, di questo amore morite,
|
se d'amore morirete, tutti Spirito sarete!
|
Morite, morite, di questa morte non paventate,
|
da questa terra su volate e i cieli in pugno afferrate!
|
Morite, morite, da questa carne morite,
|
non è che laccio la carne, e voi ne siete legati!
|
Prendete, prendete la zappa per scavar la prigione!
|
Spezzato che avrete il
muro
, sarete principi, emiri!
|
Morite, morite davanti al sovrano bellissimo:
|
morti che avanti a lui sarete, sarete sultani e ministri!
|
Morite, morite, uscite da questa nube
|
usciti che ne sarete, Luna lucente sarete!
|
Tacete, tacete, il silenzio è sussurro di morte;
|
tutta la vita è in questo: siate un flauto silente.
Gialal al-Din Rumi
Titolo della poesia:
Morite, morite
Frasi di Gialal al-Din Rumi
Dopo ogni guerra
|
c'è chi deve ripulire.
|
In fondo un po' d'ordine
|
da solo non si fa.
|
|
C'è chi deve spingere le macerie
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ai bordi delle strade
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per far passare
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i carri pieni di cadaveri.
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C'è chi deve sprofondare
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nella melma e nella cenere,
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tra le molle dei divani letto,
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le schegge di vetro
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e gli stracci insanguinati.
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C'è chi deve trascinare una trave
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per puntellare il
muro
,
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c'è chi deve mettere i vetri alla finestra
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e montare la porta sui cardini.
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Non è fotogenico
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e ci vogliono anni.
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Tutte le telecamere sono già partite
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per un'altra guerra.
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Bisogna ricostruire i ponti
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e anche le stazioni.
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Le maniche saranno a brandelli
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a forza di rimboccarle.
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C'è chi, con la scopa in mano ,
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ricorda ancora com'era.
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C'è chi ascolta
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annuendo con la testa non mozzata.
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Ma presto lì si aggireranno altri
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che troveranno il tutto
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un po' noioso.
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C'è chi talvolta
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dissotterrerà da sotto un cespuglio
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argomenti corrosi dalla ruggine
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e li trasporterà sul mucchio dei rifiuti.
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Chi sapeva
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di che si trattava,
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deve far posto a quelli
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che ne sanno poco.
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E meno di poco.
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E infine assolutamente nulla.
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Sull'erba che ha ricoperto le cause e gli effetti,
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c'è chi deve starsene disteso
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con la spiga tra i denti,
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perso a fissare le nuvole.
Wislawa Szymborska
Titolo della poesia:
La fine e linizio
Frasi di Wislawa Szymborska
Se alzi un
muro
, pensa a ciò che resta fuori!
Italo Calvino
Cit. da
Il barone rampante
Frasi di Italo Calvino
Il tossicomane può passare otto ore ad osservare un
muro
. Ha coscienza di ciò che lo circonda, ma l'ambiente è per lui privo di caratteristiche emotive e di conseguenza anche di interesse.
William Burroughs
Cit. da
Pasto Nudo
Frasi di William Burroughs
L'obiettivo è l'occhio di un avvoltoio in volo sopra una zona di cespugli, calcinacci e costruzioni incompiute alla periferia di una città messicana.
Una costruzione di cinque piani senza pareti né scale... gli accampati hanno messo su delle abitazioni provvisorie... i piani sono collegati da scale a pioli... cani abbaiano, polli chiocciano, un ragazzo sul tetto fa un gesto di sega mentre l'obiettivo passa.
Avvicinandoci al suolo vediamo l'ombra delle nostre ali, cantine asciutte invase dai cardi, rugginose sbarre di ferro che sporgono come piante metalliche dal cemento, screpolato, una bottiglia rotta al sole, fumetti a colori sporchi di merda, un ragazzo indiano contro un
muro
con le ginocchia in su, che mangia un'arancia spruzzata di pepe rosso.
L'obiettivo fa uno zoom e oltrepassa un edificio di mattoni rossi tutto a balconate dove vivaci camicie da ruffiani porpora, gialle, rosa, sventolano come le bandiere di una fortezza medioevale. Su queste balconate vediamo fiori, cani, gatti, polli, un caprone legato, una scimmia, un'iguana. I vecinos si sporgono dalle balconate a scambiare chiacchiere, olio da cucina, kerosene e zucchero. È una vecchia scena di folklore recitata anno dopo anno da nuove comparse.
William Burroughs
Cit. da
Ragazzi selvaggi ‐ Incipit
Frasi di William Burroughs
Una sera, uscendo solo soletto dal «Giornale», mi trovai davanti il solito
muro
di folla tumultuante con le bandiere rosse spiegate. Dalla piazza si levò un urlo: «Tel chi el Muntanel!». In un attimo cinquanta scalmanati mi s'avventarono contro. Temendo il linciaggio, arretrai fino a trovarmi con le spalle al
muro
. Ma non feci in tempo a dire be' che mi ritrovai issato in spalla a una mezza dozzina d'energumeni, fra salve d'evviva. Erano i tifosi del Torino che quel giorno
[16 maggio 1976]
aveva vinto lo scudetto, e le bandiere non eran rosse, ma granata. E siccome i cronisti sportivi del «Giornale» erano sempre stati favorevoli al Torino, m'acclamavano come un loro idolo.
Indro Montanelli
Cit. da
Soltanto un giornalista
Frasi di Indro Montanelli
La fine del
Muro
è una cosa buona, la fine di una vergogna: non possiamo che salutarla con soddisfazione. Ma guardiamoci dal prendere abbaglio sui suoi moventi. Ulbricht concepì e Honecker realizzò il
muro
per impedire che i tedeschi dell'Est fuggissero in massa nella Germania dell'Ovest: già 9 (diconsi nove) milioni lo avevano fatto fin allora. E il rimedio fu, come tutti quelli che escogitano nei regimi totalitari, drastico e semplicistico: murare viva la gente dietro una colata di cemento, senza pertugi.
[...]
Abbiamo in uggia le astrazioni. Ma ciò che distingueva le due Germanie è l'idea morale e giuridica dell'uomo: che a Ovest è padrone di se stesso, e quindi può andarsene dove vuole: ad Est è proprietà dello Stato che ne regola i movimenti. Per chi non ricorda questo, il
Muro
di Berlino era, oltre che barbaro, incomprensibile e irrazionale: mentre invece ha obbedito a una sua logica. Nel momento in cui il bunker si affloscia e si sopravvive come mero ammasso di cemento ricordandoci un altro bunker, quello che fece da fossa di Hitler (anche questo pare impossibile: ma i regimi in Germania muoiono nei bunker), il
Muro
va ricordato per ciò che è stato: non un'aberrazione del comunismo, ma una sua conseguente applicazione. E se crolla così, nel silenzio assordante di un giornale-radio, è perché è crollata, prima, l'ideologia che lo aveva eretto.
[11 novembre 1989, il Giornale]
Indro Montanelli
Frasi di Indro Montanelli
Il caso Chiesa era un caso modestissimo. Fece da detonatore perché il momento era maturo per arrivare a Tangentopoli, che era dovuto a una cosa molto più complessa che era questa: che ci fosse la corruzione in Italia si è sempre saputo, la classe dominante promanava questo puzzo di fogna che tutti sentivano, il famoso «turarsi il naso». Soltanto che fin quando l'alternativa di questa classe politica allora al potere era un Partito comunista, che era un fac-simile di quello sovietico, basato sui carri armati, sulla polizia segreta, sulle delazioni, sui processi,
[...]
finché c'era questo spettro noi non potevamo prenderci il lusso di mettere sotto processo e mandare in galera la classe politica dirigente allora. Fu quando, col
Muro
di Berlino, crollò questo incubo che i tempi furono maturi perché questo avvenisse.
[da Tangentopoli]
Indro Montanelli
Frasi di Indro Montanelli
È difficile sapere che cosa fu Togliatti, perché Togliatti non ha lasciato memoriali, non ha lasciato diario, che cosa pensasse Togliatti non lo sapeva nessuno, credo nemmeno la sua compagna Nilde Iotti. Si può dire che è stato un esecutore fedele degli ordini di Stalin. Lo è stato sempre, e per questo godeva la fiducia di Stalin.
[...]
Era un diplomatico per sé, soprattutto, perché é un uomo sopravvissuto a venticinque o trent'anni anni di Mosca, senza finire in galera, processato o contro il
muro
. Beh, questo è uno dei grandi personaggi. Sono pochi.
[«Non era uno statista, per esempio?»]
Non poteva essere uno statista perché i comunisti non hanno lo Stato nel sangue, i comunisti hanno il partito. Stalin non è mai stato Capo dello Stato, e nemmeno Capo del Governo, era capo del partito. Il potere nei regimi comunisti non sta né nello Stato né nel governo, sta nel partito.
[da Dalla proclamazione della Repubblica al Trattato di pace]
Indro Montanelli
Frasi di Indro Montanelli
Il silenzio mantenuto finora
[sui massacri delle foibe]
, o quasi silenzio, si spiega facilissimamente: tutta la storiografia italiana del dopoguerra era di sinistra, apparteneva all'intellighenzia di sinistra, la quale era completamente succuba del Partito Comunista. Quindi non si poteva parlare delle foibe, che non appartenevano al comunismo italiano, ma appartenevano certamente al comunismo slavo, di cui però il comunismo italiano era alleato e faceva gli interessi. Quindi di questo non si poteva parlare, e non si poteva parlare delle stragi del triangolo della morte, perché anche queste ricadevano sulla coscienza ‐ ammesso che ce ne sia una ‐ del Partito Comunista, il che sta a dimostrare quello che dicevo prima, cioè che la Resistenza non fu una resistenza, fu una guerra civile tra italiani che continuò anche dopo il 25 aprile.
[...]
[Sull'eccidio dei conti Manzoni]
Andai come giornalista
[...]
per appurare com'era andata la strage dei conti Manzoni, dopo la fine della guerra.
[...]
Una famiglia di persone che col fascismo non aveva niente a che fare, ci aveva convissuto come tutti gli italiani. Bene, nessuno mi voleva parlare di questa faccenda.
[...]
Nessuno ne aveva parlato, né dei Carabinieri né della Polizia e tantomeno della magistratura, eppure lo sapevano.
[...]
C'era una complicità assoluta, una complicità dannata.
[...]
Se ne parla ora perché il
Muro
di Berlino è crollato, ma si ricordi che trent'anni fa, quando De Felice annunziò di mettere allo studio il ventennio fascista per sapere com'era andata, fu proposta la sua estromissione dalla cattedra universitaria, solo perché metteva allo studio un ventennio di storia italiana che, bella o brutta, c'era stata.
[...]
Non era possibile inquadrare storicamente il fascismo: chi lo faceva, cercando di spiegare i perché della sua durata, ed anche i perché della sua catastrofe, veniva accusato di fascismo.
[da Dalla Monarchia alla Repubblica]
Indro Montanelli
Frasi di Indro Montanelli
La vecchia signora aveva cambiato idea. Non voleva più morire. Ma quando l'aveva deciso era ormai troppo tardi. Aveva conficcato le unghie nell'intonaco della parete fino a spezzarsele, poi aveva portato le mani al collo, cercando di infilarle sotto la corda. Si era rotta quattro dita dei piedi sferrando calci al
muro
. Tutto questo rivelava una disperata voglia di vivere, tanto che Harry Bosch si chiese cosa l'avesse spinta a suicidarsi. Perché il gusto della vita l'aveva abbandonata, per ripresentarsi solo al momento in cui aveva infilato la testa nel nodo scorsoio e aveva fatto cadere la sedia?
Michael Connelly
Cit. da
La città delle ossa ‐ Incipit
Frasi di Michael Connelly
Falce martello e la stella d'Italia
|
ornano nuovi la sala. Ma quanto
|
dolore per quel segno su quel
muro
!
|
|
Esce, sorretto dalle grucce, il Prologo.
|
Saluta al pugno; dice sue parole
|
perché le donne ridano e i fanciulli
|
che affollano la povera platea.
|
Dice, timido ancora, dell'idea
|
che gli animi affratella; chiude: "E adesso
|
faccio come i tedeschi: mi ritiro".
|
Tra un atto e l'altro, alla Cantina, in giro
|
rosseggia parco ai bicchieri l'amico
|
dell'uomo, cui rimargina ferite,
|
gli chiude solchi dolorosi; alcuno
|
venuto qui da spaventosi esigli,
|
si scalda a lui come chi ha freddo al sole.
|
|
Questo è il Teatro degli Artigianelli,
|
quale lo vide il poeta nel mille
|
novecentoquarantaquattro, un giorno
|
di Settembre, che a tratti
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rombava ancora il canone, e Firenze
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taceva, assorta nelle sue rovine.
|
|
(Dal Canzoniere, cit.)
|
|
|
Il torrente
|
|
Tu così avventuroso nel mio mito,
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così povero sei fra le tue sponde.
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Non hai, ch'io veda, margine fiorito.
|
Dove ristagni scopri cose immonde.
|
|
Pur, se ti guardo, il cor d'ansia mi stringi,
|
o torrentello.
|
Tutto il tuo corso è quello
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del mio pensiero, che tu risospingi
|
alle origini, a tutto il fronte e il bello
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che in te ammiravo; e se ripenso i grossi
|
fiumi, l'incontro con l'avverso mare,
|
quest'acqua onde tu appena i piedi arrossi
|
nudi a una lavandaia,
|
la più pericolosa e la più gaia,
|
con isole e cascate, ancor m'appare;
|
e il poggio da cui scendi è una montagna.
|
|
Sulla tua sponda lastricata l'erba
|
cresceva, e cresce nel ricordo sempre;
|
sempre è d'intorno a te sabato sera;
|
sempre ad un bimbo la sua madre austera
|
rammenta che quest'acqua è fuggitiva,
|
che non ritrova più la sua sorgente,
|
né la sua riva; sempre l'ancor bella
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donna si attrista, e cerca la sua mano
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il fanciulletto, che ascoltò uno strano
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confronto tra la vita nostra e quella
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della corrente.
Umberto Saba
Titolo della poesia:
Teatro degli Artigianelli
Frasi di Umberto Saba
Una volta all'uscita della scuola vidi Jeanne piangere, appoggiata al
muro
. Lui uscì e fece finta di non vederla.
Stefano Benni
Cit. da
Saltatempo
Frasi di Stefano Benni
Le panchine sono come strette
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Dalle dorate catene del
muro
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Son prigioniere dei giardini dove
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Si cela il sole
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Accanto alla foresta vergine
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Accanto alla prateria immobile
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Al ponte che ruota fino al perpendicolo
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Nell'esatto angolo retto
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La scatola di nuvole si rompe
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E tutti insieme bianchi uccelli s'alzano
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Verde tappeto, più che l'acqua verde
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E più dolce dell'erba, e più amaro
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Alla bocca, e più diletto all'occhio
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Gli alberi si bagnano in ginocchio
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Serena è l'aria, e carica di sonno
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Cade la luce
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Perde il giorno i suoi petali
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Più su, di colpo è l'improvvisa notte
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Sguardi accorti, ammiccare delle stelle
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Segni
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Al di sopra dei tetti
Pierre Reverdy
Titolo della poesia:
La parte azzurra del cielo
Frasi di Pierre Reverdy
Per la nostra mente l'infinito è duro quanto può esserlo un
muro
di marmo per la nostra fronte.
Pierre Reverdy
Frasi di Pierre Reverdy
Il mondo deve diventare carne; l'anima ha sete. Su qualunque crosta mi si fermi l'occhio, io voglio piombarci sopra, e divorare. Se vivere è il meglio che ci sia, allora voglio vivere, a costo di diventare cannibale. Finora ho cercato di salvare la mia pellaccia preziosa, ho cercato di conservare i pochi pezzi di carne che mi nascondono le ossa. Ne ho abbastanza. Ho raggiunto i limiti della sopportazione. Son con la schiena al
muro
; non posso ritrarmi più indietro. Per ciò che riguarda la storia sono morto. Se c'è qualcosa rimasto alle mie spalle, dovrà balzare all'indietro. Ho trovato Dio, ma è insufficiente. Io sono morto solo spiritualmente. Fisicamente sono vivo. Moralmente sono libero. Il mondo da cui mi son staccato è un serraglio. Erompe l'alba su di un mondo nuovo, una giungla in cui gli spiriti magri vagano con artigli aguzzi. Se io sono una iena, sono una iena magra e affamata: vado a ingrassarmi.
Henry Miller
Cit. da
Tropico del Cancro
Frasi di Henry Miller
Vi sono degli incontri totali che mettono in questione il corpo e la vita; essi inaugurano un vasto campo che si estende tra l'intelligenza politica e la disciplina etica.
Nessuno può sottrarsi all'ultimo incontro, quello con la morte. Qui ognuno si espone in modo assoluto. La potenza della morte si sottrae al tempo e al numero, diventa immaginaria. Se inseriamo per il singolo, come per colui che è sconosciuto a sé, in numero base X, egli sarà esposto infinitamente:
X
[infinito]
Solo così l'individuo diventa «indivisibile», come esprime il suo nome. Il fatto che la sua potenza superi qualsiasi misura e valutazione, include una speranza che oltrepassa quella del Paradiso. L'arte e i culti circondano e ornano il
muro
del tempo; ognuno celebra da solo il sacramento della morte. Nella morte di Ivan Ilijc, Tolstoj descrive il passaggio durante il quale l'esistenza non viene tolta, ma l'individuo rinuncia ad essa.
A questo proposito Heidegger scrive: «La rinuncia non toglie. La rinuncia dona. Dona la forza inesauribile dell'infinito».
Ernst Jünger
Cit. da
Prognosi
Frasi di Ernst Jünger
La flora delle giungle si decompone, nei deserti si dissecca e si trasforma in polvere. Sul
muro
del tempo crescono sempre muschi e licheni, come già li vide Leonardo. Le loro figure danno da pensare, da sperare anche: l'acqua della vita deve esservi filtrata. Il compito che ci resta è quello di separarla dal mare, dalle nuvole, dalla rugiada.
Ernst Jünger
Cit. da
La forbice
Frasi di Ernst Jünger
Nello Zeitmauer (
muro
del tempo) ho messo in relazione la pietra con la favola, il bronzo con il mito, il ferro con la storia. Definisco il nuovo eone
[l'era atomica]
, tempo della radiazione. Se una nuova cultura ne dovesse nascere, essa si dovrebbe presentare attraverso opere d'arte ed un'etica che dominino lo strumento.
Ernst Jünger
Cit. da
Intervista con Alberto Moravia
Frasi di Ernst Jünger
Che nell'ora fatale per la Germania egli sia stato compromesso, falsificato in ogni senso, reso sospetto, non inficia la sua opera; nella svolta epocale essa rimane una prova per valutare l'intelligenza, e anche qualcosa di più. Di Nietzsche la critica non stabilisce le coordinate, si calibra su di lui.
Il Tipo nuovo non è il «signor grande» a venire, ma colui che restituirà alla «massa dei troppi» la loro dignità, il loro significato. Un solo giusto avrebbe salvato Sodoma ‐ e se sul nostro treno si trovasse un solo uomo in grado di raggiungere una nuova mèta, verrebbe con ciò reso un servizio anche alla miriade di uomini rimasta nella stazione.
[da Al
muro
del tempo. Divisioni sideree]
Ernst Jünger
Cit. da
Al
muro
del tempo
Frasi di Ernst Jünger
Quando il treno si rimette in movimento è possibile che con sé porti soltanto pochi viaggiatori: solo coloro i quali non si sono lasciati sfuggire l'ora. Potrebbe anche accadere che i più vogliano lasciarselo sfuggire, giacché la stazione sembra più gradevole, accogliente e familiare del viaggio.
Fu schema analogo quello che dovette avere dinanzi agli occhi Nietzsche, allorché delineò l'immagine del «superuomo» e dell'«ultimo uomo». Che egli abbia introdotto la compassione come segno per distinguerli, è tratto geniale, largamente incompreso.
Dal punto di vista terminologico è più felice la scelta dell'espressione «ultimo uomo» rispetto a quella di «superuomo» per indicare il tipo che è riuscito a congedarsi dalla storia. Ecco il compito, il perno intorno al quale gira il movimento al
muro
del tempo.
[da Al
muro
del tempo. Divisioni sideree]
Ernst Jünger
Cit. da
Al
muro
del tempo
Frasi di Ernst Jünger
Dal punto di vista biologico fra uno strato che si è formato attraverso il depositarsi di diatomee o l'accumulo di coralli e una di quelle grandi colline erette dall'insediamento dell'uomo nel corso di molte generazioni non esiste differenza. In un caso come nell'altro troviamo resti di habitat mescolati alla polvere dei loro abitatori. Una metropoli sotto il cui asfalto si accumulano catacombe, sepolcri, rovine, macerie e calcinacci di cinquanta generazioni richiama alla mente una barriera corallina. La vita abita l'epidermide più superficiale e caduca, su cui muove i suoi tentacoli, si nutre e inscena i suoi giochi di guerra e d'amore.
[da Al
muro
del tempo. Divisioni sideree]
Ernst Jünger
Cit. da
Al
muro
del tempo
Frasi di Ernst Jünger
Il piano dell'uomo viene delimitato, circoscritto, da uno più ampio: il piano della creazione. L'originalità, l'autorità e la durata del piano dell'uomo dipendono dalla misura in cui sa corrispondere al piano della creazione. Qui ci imbattiamo nei limiti di «ragione e scienza».
Il piano dell'uomo agisce all'interno del piano della creazione. Così facendo raggiunge al tempo stesso il limite e il vertice della coscienza, là dove il sapere cede il passo al culto. Così risplende la trama delle civiltà, le città rilucono: imitando l'arazzo degli universi.
L'agire all'interno da parte del piano dell'uomo, è propriamente un agire oltre. Si tratta di un gioco di collaborazione e di antagonismo, in cui trova espressione anche il grandioso spettacolo della libertà, che Hegel ha penetrato in modo tanto geniale. Tale libertà si fonda sul vantaggio offerto da un potente giocatore di scacchi: questi rinuncia al pezzo più forte.
[da Al
muro
del tempo. Divisioni sideree]
Ernst Jünger
Cit. da
Al
muro
del tempo
Frasi di Ernst Jünger
Il mondo è nell'uomo insieme alla sua storia e alla sua preistoria; in lui è il labirinto, in lui è la sfinge che lo interroga.
[da Al
muro
del tempo. Divisioni sideree]
Ernst Jünger
Cit. da
Al
muro
del tempo
Frasi di Ernst Jünger
Abbiamo attinto, nell'attrezzarci, un livello tale che è sufficiente ormai pensare a una minima modifica dell'apparato strumentale perché emerga che la nostra tecnica non è soltanto un mondo di astrazioni, ma anche immediata realtà dello spirito della terra. Eccoci al cordone ombelicale. La tecnica è proiezione dello spirito, come l'ascia di pietra fu proiezione del pugno.
[da Al
muro
del tempo. Divisioni umane]
Ernst Jünger
Cit. da
Al
muro
del tempo
Frasi di Ernst Jünger
Chi soffre è più prossimo alla nascita. Paga il tributo maggiore, e paga anche per gli altri. A Stalingrado cambiano più cose che non a Sedan.
[da Al
muro
del tempo. Divisioni umane]
Ernst Jünger
Cit. da
Al
muro
del tempo
Frasi di Ernst Jünger
Il mondo delle immagini mitiche è presente: per questo motivo misconoscerlo, bandirlo, conduce solo a un accumulo crescente e alla rottura, infine, degli argini. Questo mondo va quindi custodito all'interno della civiltà, anzi, la civiltà stessa è possibile solo là dove vi è posto per tale forma di custodia. Il mitico deve possedere il suo luogo peculiare nello spazio storico, la sua peculiare rotazione nel tempo storico. Nello Stato ateo, che non detronizza solo gli dèi, entrambi vengono a mancare. Hölderlin ha colto questo vuoto con assoluta chiarezza, e nella poesia Il Reno ci ha messo in guardia dal ritorno del «Caos originario».
[da Al
muro
del tempo. Divisioni umane]
Ernst Jünger
Cit. da
Al
muro
del tempo
Frasi di Ernst Jünger
Il singolo individuo, e precisamente ogni singolo individuo, crede di avere un destino particolare e quindi anche una particolare posizione nell'universo. Tale credenza è perfettamente legittima, con ogni nuova nascita, il mondo viene concepito un'altra volta. L'uomo ha la propria vita, il proprio destino, la propria missione; i suoi organi circondano un loro peculiare centro. Qualsiasi dottrina affermi che l'uomo «a priori» nasce per lo Stato e la società è una falsa dottrina. L'uomo nasce per vivere il proprio destino. E procede su questa via.
[da Tempo misurabile e tempo del destino. Riflessioni di un non astrologo sull'astrologia]
Ernst Jünger
Cit. da
Al
muro
del tempo
Frasi di Ernst Jünger
Gli errori fanno parte della vita, così come le ombre fanno parte della luce.
[da Tempo misurabile e tempo del destino. Riflessioni di un non astrologo sull'astrologia]
Ernst Jünger
Cit. da
Al
muro
del tempo
Frasi di Ernst Jünger
Anche la partita a scacchi non finisce con una vincita o con una perdita. finisce quando i pezzi bianchi e quelli neri vengono tolti dalla scacchiera e rimessi nella scatola. Rimane allora qualcosa di diverso dalla vittoria o dalla sconfitta ‐ rimane il ricordo di una trama che è stata tessuta, di una melodia che è stata suonata. Non rimane Scipione, rimangono Scipione e Annibale. Il primo non può e non potrà mai esistere senza il secondo. La vincita non sta nell'ultima mossa, sta nella somma finale.
[da Tempo misurabile e tempo del destino. Riflessioni di un non astrologo sull'astrologia]
Ernst Jünger
Cit. da
Al
muro
del tempo
Frasi di Ernst Jünger
La mente può sviluppare i nessi logici solo fino a un determinato punto, raggiunto il quale la prova deve cedere il passo all'evidenza. Lì occorre compiere il salto oppure ritirarsi.
Il punto di rottura in questione indica un mistero del tempo. I punti di rottura sono luoghi di ritrovamenti. Anche la morte è un punto di rottura, non una fine; ed è questo l'orizzonte della parola «origine»
[da Uccelli d'altri cieli]
Ernst Jünger
Cit. da
Al
muro
del tempo
Frasi di Ernst Jünger
Nell'occhio i corpuscoli della luce si sposano con i recettori più sottili ‐ qui svanisce la differenza tra mondo animato e inanimato, come tra perla e madreperla. L'opera d'arte attesta la trasformazione; diviene un testo runico, l'arabesco che orna il
muro
del tempo.
[da Del Tipo]
Ernst Jünger
Cit. da
Tipo Nome Forma
Frasi di Ernst Jünger
A Verona, in una piazza.
Entrano Sansone e Gregorio con spade e scudi.
Sansone: Gregorio, ti giuro che a noi non ce la fanno.
Gregorio: No, se no si passa per buffoni.
Sansone: Voglio dire che alla peggio gli si dà addosso.
Gregorio: Certo, finché sei vivo tieni su il collo.
Sansone: Io, se mi smuovono, tiro lesto.
Gregorio: È che tu non sei tanto lesto a smuoverti.
Sansone: Che ci provi un cane di quei Montecchi.
Gregorio: A smuoversi c'è da cadere. Se si vuol essere forti bisogna star bene sulle gambe; e così, se ti smuovono, scappi.
Sansone: Un cane dei Montecchi mi smuove a stare fermo; e io salterei il
muro
di tutti i Montecchi, uomo o donna che fosse.
Gregorio: Vl dire che sei uno schiavo molto debole; perché i più deboli sono quelli che vanno al
muro
.
[Traduzione di Paola Ojetti, Newton, 1990]
William Shakespeare
Cit. da
Romeo e Giulietta
Frasi di William Shakespeare
Muir
[Riferito a Bishop]
: Aveva talento: sapeva individuare un tedesco dell'est che aveva appena saltato il
muro
e guardandolo negli occhi lo convinceva a tornare da dove era venuto a fare la spia per noi. In un pomeriggio riusciva a reclutare una spia e a mandarla allo sbaraglio con il sorriso sulle labbra.
Harker
: No, vorrei capire: tu delegavi ad un agente a contratto, il lavoro di reclutamento?
Nathan Muir
: Aveva la stoffa. Già lo vedevo ai vertici di un reparto operativo.
Dal film:
Spy Game
Scheda film e trama
Frasi del film
Jurgen Warmbrunn
: Il problema è che molti non credono che qualcosa possa avvenire finché non è già avvenuta. Non è stupidità o debolezza, è solo la natura umana.
Gerry Lane
: Come l'ha capito?
Jurgen Warmbrunn
: Gerald Lane; scrittore di una controproducente geremiade sul suo datore di lavoro per le Nazioni Unite nel 2010, causando qualche malumore. Ha rinunciato alla sua carriera. Credevo che avrebbe scritto un libro di stampo moralizzatore.
Gerry Lane
: Non ho il fiuto per gli affari. Israele come faceva a saperlo?
Jurgen Warmbrunn
: Abbiamo intercettato un comunicato di un generale indiano, che affermava di combattere i "Rakshasa"; tradotto: "zombie". Tecnicamente, "non morti".
Gerry Lane
: Jurgen Warmbrunn; ufficiale di alto rango del Mossad. Definito una persona razionale, efficiente e tutt'altro che suggestionabile, eppure.... costruisce un
muro
perché legge un comunicato in cui è presente la parola "zombie"?
Jurgen Warmbrunn
: Be'... messa in questo modo sarei stato scettico anch'io.
Dal film:
World War Z
Scheda film e trama
Frasi del film
Nick
: Ha scavalcato il
muro
?
Owen Grady
: Dipende.
Nick
: Da cosa?
Owen Grady
: Dal tipo di dinosauro che hanno creato in laboratorio.
Dal film:
Jurassic World
Scheda film e trama
Frasi del film
[Per le elezioni politiche del 1963]
Se la Dc, per forza grammaticale, è donna, come è che una donna può piacere? Ma se è bella e giovane, e cioè se è scopabile
[...]
Dunque facciamo una Dc fanciulletta; naturale che dovrà essere una fanciulletta per bene col mazzolin di fiori; al postutto il messaggio si rivolge ai buoni cattolici. Ma al di sotto, l'allusione è sessuale, ovvero è fallocentrica, e non ci è sfuggito neppure l'ufficio propaganda del più sessuofobo partito d'Italia.
[da La donna è nubile, in Adriana Sartogo, Le donne al
muro
)
Umberto Eco
Frasi di Umberto Eco
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